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Il pranzo
Erano
alcuni anni che mancavo da Ischia, e rivederla
oggi,abbracciare con lo sguardo tutto quest’incanto e’ stato
un balsamo per il cuore. La giornata anche se leggermente
adombrata da qualche nuvoletta nulla ha tolto al piacere
dell’attraversata del breve braccio di mare che la separa da
Napoli. Che spettacolo mirarla quando si e’ cosi’ dappresso,
prima dell’attracco. Un “oh…” di meraviglia e’ sfuggito alla
mia amica danese che mi accompagnava in questa breve
escursione dell’isola verde. Abituata ai suoi paesaggi
ordinati e prevalentemente pianeggianti del suo Paese non ha
potuto trattenere un moto di meraviglia di fronte a tale
spettacolo.
Non sto qui a raccontarvi della bellezza del mare, dei
profumi della macchia autoctona, di Sant’Angelo, delle
fumarole nella sabbia,…..ma solo del pranzo sontuoso che
abbiamo avuto modo di fare in una trattoria a picco sugli
scogli dalle parti di Citara.
Essa si presenta in modo molto semplice senza nulla
concedere alla modernita’. La facciata dov’e’ l’ingresso e’
di colore rosa,ma di un rosa antico,a tratti scolorito, ed
un glicine,ormai alla sua seconda ed ultima fioritura, la
impreziosisce con le sue foglie ed i suoi rari grappoli
azzurri. I tavoli sono disposti su una bella terrazza
riparata dalla calura grazie ad un copertura di canne tra le
quali fanno capolino i grappoli odorosi di un gelsomino
azzurro. Ma il bello e’ che essa affaccia su uno scenario
mirabile,un mare blu a perdita d’occhio.
La proprietaria, una signora un po’ avanti con gli anni ma
che ancora conserva tratti di un’antica bellezza ci ha
accolto con fare allegro ed anche un po’ ciarliero. Per non
andar troppo per le lunghe ecco le delizie che con fare
piacevole ci ha servito: linguine alla luciana, calamaro e
gamberoni alla brace, peperoni imbottiti ed una parmigiana
di melanzane che era un vero capolavoro. Che dire? I sapori
erano quelli del tempo andato,sapori ormai introvabili. Su
tutto poi un vinello bianco del posto, insaporito da
generose fette gialle di percoche.
Per finire fette di anguria freddissime………... E ditemi
se,oggi,con un pranzo cosi’ io non abbia fatto capolino in
Paradiso.
IL TEMPO
Se doveste chiedere ad un
vecchio di cento anni, se la sua vita e’ stata abbastanza
lunga, siatene certi che vi rispondera’ che essa e’ stata
come un battito d’ali. Ed e’ vero,la nostra vita e’
drammaticamente breve.
Il tempo corre inesorabile senza una benche’ minima tregua. E’ come vidi in un film, le albe
velocemente volgono al tramonto cosi’ come tanti
baglior che improvvisamente
incupi- |
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scono. E cosi’ di giorno in giorno
noi si addiviene a traguardi che ritenevamo lontanissimi e
che invece sono gia’ il nostro presente. Quando eravamo
bambini gia’ noi eravamo portati a considerare un
quarantenne gia’ un vecchio, e adesso che quell’eta’
l’abbiamo superata gia’da un pezzo,ci rendiamo conto di come
il tempo si sia bruciato senza che noi ce ne accorgessimo.
Le giornate sono brevissime, le ore corrono impazzite, e
non si fa in tempo a mettere i piedi giu’ dal letto che gia’
il crepuscolo avanza. E cosi’ si ha l’impressione di non
avere tempo. Lo cerchiamo come l’ossigeno,ma esso corre,
corre, corre, a perdifiato. E le nostre cose,tutto cio’
che ci piacerebbe fare, vengono demandate piu’ in la’,in un
futuro che potrebbe anche non esserci piu’. Ci sentiamo
defraudati,traditi da quei battiti che non si fermano mai e
che solo la noia ,a volte, ha il potere di rallentare. E
cosi’, come in quei meriggi estivi,esso di botto sembra
cessare la sua fuga,si avvertono i secondi che scivolano
lentissimi e le lancette dei minuti quasi sembrano ferme
tale che ci assopisce in un incanto fuori dl mondo. Anche
l’attesa di un appuntamento d’amore cessa il tempo. Noi si
vorrebbe che le lancette corressero a perdifiato fino al
momento dell’incontro, ma esse sembrano incollate ed un
minuto ha il sentore dell’eternita’.
Ma poi nient’alto lo rallenta. La
ripetitivita’ , i giorni che si susseguono tutti uguali
gli danno vigore e cosi’ la sera,per tutti noi,arriva
inesorabile ed inaspettata.
Il
sorriso
I bambini non
vanno delusi. Mai! Essi sono come noi adulti. Anzi molto
meglio,solo che sono piccoli.
Prima di uscire,stasera ,mio nipote Marco, di appena due
anni, a suo modo,mi ha espresso il desiderio che gli
portassi delle penne . “ Tutte” articola, e significa penne
di tutti i colori. “ Va bene” gli rispondo e faccio per
uscire mentre, con i suoi occhioni, mi guarda speranzoso. A
detta della mamma, mia figlia, il bimbo e’ stato
costantemente in trepida attesa . “Nonno?” chiedeva alla
mamma ad ogni rumore proveniente dall’androne. E cosi’,
correva ogni volta alla porta sperando che fossi io che
rientravo con tante penne colorate.
Meno male che non mi sono dimenticato : ho comprato una
matita a due colori,rosso e blu. La stessa che usano le
maestre nell’ evidenziare gli strafalcioni degli allievi.
Al mio ritorno, lo trovo sulle scale che mi guarda
speranzoso. Estraggo la matita e mi regala un sorriso
stupendo. La prende, abbozza un assenso con il mento e fa
“tutte!”. Giusto, sono solo due colori . E cosi’, di
rimando, gli rispondo: la prossima volta. Ed ecco che mi
becco un altro sorriso…Pero’ , che bello i bimbi!
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