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Il
pranzo
Erano alcuni
anni che mancavo da Ischia, e rivederla oggi,abbracciare con
lo sguardo tutto quest’incanto e’ stato un balsamo per il
cuore. La giornata anche se leggermente adombrata da qualche
nuvoletta nulla ha tolto al piacere dell’attraversata del
breve braccio di mare che la separa da Napoli. Che
spettacolo mirarla quando si e’ cosi’ dappresso, prima
dell’attracco. Un “oh…” di meraviglia e’ sfuggito alla mia
amica danese che mi accompagnava in questa breve escursione
dell’isola verde. Abituata ai suoi paesaggi ordinati e
prevalentemente pianeggianti del suo Paese non ha potuto
trattenere un moto di meraviglia di fronte a tale
spettacolo.
Non sto qui a raccontarvi della bellezza del mare, dei
profumi della macchia autoctona, di Sant’Angelo, delle
fumarole nella sabbia,…..ma solo del pranzo sontuoso che
abbiamo avuto modo di fare in una trattoria a picco sugli
scogli dalle parti di Citara.
Essa si presenta in modo molto semplice senza nulla
concedere alla modernita’. La facciata dov’e’ l’ingresso e’
di colore rosa,ma di un rosa antico,a tratti scolorito, ed
un glicine,ormai alla sua seconda ed ultima fioritura, la
impreziosisce con le sue foglie ed i suoi rari grappoli
azzurri. I tavoli sono disposti su una bella terrazza
riparata dalla calura grazie ad un copertura di canne tra le
quali fanno capolino i grappoli odorosi di un gelsomino
azzurro. Ma il bello e’ che essa affaccia su uno scenario
mirabile,un mare blu a perdita d’occhio.
La proprietaria, una signora un po’ avanti con gli anni ma
che ancora conserva tratti di un’antica bellezza ci ha
accolto con fare allegro ed anche un po’ ciarliero. Per non
andar troppo per le lunghe ecco le delizie che con fare
piacevole ci ha servito: linguine alla luciana, calamaro e
gamberoni alla brace,peperoni imbottiti ed una parmigiana di
melanzane che era un vero capolavoro. Che dire? I sapori
erano quelli del tempo andato,sapori ormai introvabili. Su
tutto poi un vinello bianco del posto, insaporito da
generose fette gialle di percoche.
Per finire fette di anguria freddissime………... E ditemi
se,oggi,con un pranzo cosi’ io non abbia fatto capolino in
Paradiso.
Girone
infernale
E’ di sera che
,come una spessa caligine,cala una cappa fredda sulla citta’.
Essa diviene gelida. Assume l’aspetto tetro di un citta’
gotica, quasi una spettrale Gotham City. Vittorio percorre
le strade fatte tante volte,ma quasi ha l’impressione di non
riconoscerle piu’. Ogni tanto viene sballottato,urtato da
passanti frettolosi. Nessuno che fa per scusarsi, ma tutti
corrono . Chissa’ poi per andare dove.
Cammina ma sembra quasi non conoscere piu’ nessuno. Un
estraneo,questo era divenuto. Uno straniero nella citta’
dov’era nato. E i suoi amici,dove sono? Che fine hanno
fatto? Ne aveva tanti ed adesso,invece , e’ rimasto solo.
Quasi e’ divenuto trasparente, cosi’ come lo sono i vecchi.
Era diventato quindi un vecchio?. Si sofferma davanti ad uno
specchio di una vetrina e questi gli rimanda un’immagine
ancora giovanile. Un po’ si rincuora. Intanto orde di
adolescenti sciamano un po’ dappertutto. Quasi come
marziani: corrono,si urtano, litigano, parolacce ed insulti.
Questo non e’ piu’ il suo mondo ,pensa. Quasi ha
l’impressione di essere un naufrago. Si’, ma in una terra
inospitale . E cosi’ la sera torna a casa con il magone.
Chiude la porta lasciando fuori un qualcosa che non gli
appartiene piu’. |
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La
gelosia corrosiva
Come Swann per
Odette, anche Vittorio bruciava di passione. La gelosia
pervadeva il suo cuore fin quasi a desiderare la morte.
Sì,una morte atroce e repentina pur di non avvertire piu’
quei morsi laceranti alle sue carni. Non sapeva piu’ dove
sbattere la testa,non sapeva letteralmente cosa fare.
Passava in un battibaleno dagli scenari piu’ foschi a
quelli piu’ compassati. Immaginava di fare cose turpi,le
piu’ inverosimili.
Ma poi tornava in se’,fin quasi a rasentare un calma
sospetta, un’inedia soffocante.
Era stato quel pomeriggio,a casa sua, da Teresa. Dopo pranzo
si era come appisolato per subito ridestarsi. Un senso di
smarrimento, indistinto aveva iniziato a molestarlo. Pur di
sfuggirne aveva raccolto la prima rivista dal tavolino e
cosi’ ,senza un benche’ minimo interesse ,aveva iniziato a
scorrerla. Quand’ecco un foglietto, nascosto tra le pagine,
cadergli su una gamba. Lo prende e fa per leggerlo: se sei
libera, ci vediamo stanotte da te, come al solito. E poi il
nome di un uomo. Il suo amante!
Non poteva crederci. Ma come lei l’aveva circuito,fin quasi
molestarlo e nel contempo aveva un altro. Un altro uomo con
il quale trascorreva le notti. Si’, adesso capiva,
comprendeva la sua freddezza che lui,stoltamente, aveva
attribuito ad una sorta di riserbo. Avvampa! Una furia lo
prende e il cuore impazzisce, battendo follemente.
Cosi’ senza accampare scuse,corre via da lei. Sale in auto E
,per pochi attimi,e’ come in catalessi, non sa che fare.
Ma poi,come un tuffo nell’oblio,accende la radio a volume
sparato e corre via stordito da un rock inebriante. Ecco
adesso era veramente solo. Alla sua eta’,circa
cinquantacinque anni ,e con il fisico gia’ logoro, le ultime
illusioni hanno preso fuoco,sono divenute un mucchio di
cenere.
Ci saranno altri giri di giostra,altre boccate di ossigeno
ma n cuor suo ammette che e’tutto…..tempo perduto.
Il
gufo
Con la bella
campagna che ci si para davanti, stiamo,io lui, seduti
sull’uscio di casa. Quand’ecco pervenire da lontano un
richiamo di un uccello ”Uuuuuh uuuuuh”. Mi guarda, sgranando
i suoi occhioni verdi e mi fa “Uuuuh”. Di rimando “”E’ un
gufo” gli dico, sebbene non ne sia affatto sicuro. Si rimane
poi in silenzio, come in attesa. Ed ecco giungere altri
suoni, altri richiami, ma sicuro di altri uccelli. Mi guarda
ed io “E’il gufo”. E lui, “Nooooo,…uuuuuuh”. Come a dire non
e’ il gufo e certo tu non mi prendi in giro. Cala il
silenzio su di noi, e dalla campagna, ormai velata di sera,
tutto sembra acquietato, nulla perviene piu’ a noi. Dopo un
niente di tempo, lui mi guarda e “ Uuuuh”.”Sara’ andato a
nanna” mento io spudoratamente. “Aaaaaah” fa lui con il suo
bel visino rivolto me. E cosi’ ci alziamo e rientriamo in
casa. Io e lui, Marco, mio nipote di appena due anni. |