I BUCATI DI VASCIOAMMARE


La torre del Greco
cromosomica

di
Giovanni Ruotolo

"Sono io la Napoli di cui racconto e altre non ne conosco perché solo di me so qualcosa
se lo so..."
               
                             Giuseppe Marotta

 

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Elogio dellabugia

E  se decidessimo un giorno di dire sempre e comunque la verita’, mettendo cosi’ da parte tout court le bugie, le piacevoli invenzioni?  E, cosi’, ad un tratto, tutti spietatamente sinceri, tutti a spiattellarci in faccia la cruda verita’. E quindi non piu’, cosi’ come nei romanzi di Virginia Woolf, diremmo un qualche cosa pensando invece esattamente il contrario. Bando quindi all’ipocrisia!
E cosi’ ad una mamma con il pargoletto in braccio finalmente potremmo dire che il marmocchio e’ proprio bruttino,o il fidanzato alla fidanzata potrebbe confidare che, si’, l’ama ma nel contempo frequenta anche una piacevole donna matura o il politico di turno potrebbe dichiarare candidamente che con le sue menate sta prendendo per il culo un bel po’ di idioti…..Insomma l’anima non avrebbe piu’ segreti, saremmo tutti trasparenti, tutti leggibili fin in fondo all’anima. Sarebbe un bene? Io penso proprio di no! Sarebbe una guerra totale, dappertutto. Nei condomini ci sarebbero barricate. Per le strade duelli all’ultimo sangue come in “Mezzogiorno di fuoco”.  Poi suicidi a non finire, chi per una malattia brutalmente spiattellata in faccia dal medico fin tropPo sincero, chi invece perche’la moglie mette in piazza la sua impotenza, chi invece che non e’ onesto come sembra ma e’ un usuraio spietato…… e non si finirebbe piu’. Meglio quindi dire quando occorre una sana bugia od almeno una mezza verita’, cosi’ tanto per vivre una vita quieta e pacifica. Ed allora tutti insieme: viva le bugie!!!

Controllo impudico

Aveva visto giusto Orwell nell 46, saremmo divenuti una societa’  ipercontrollata dove nulla sfugge, finanche il pensiero. Gia’ tutti oramai sanno tutto di tutti. E cosi’ le nostre coscienze sono esposte impudicamente, come merce in vetrina e non rimane angolo dove potersi riparare. Abbiamo fatto noi stessi il lavoro di mille spie, e senza che si scucisse un soldo. E  nel caso di un’infausta deriva, le nostre confessioni sono gia’ belle e pronte per un pogrom di massa.
Ce l’avessero detto alcuni anni fa come le cose sarebbero andate,non ci avremmo creduto. Il Grande Fratello? Una bufala!Avremmo ribattuto. Ed invece il moloch e’ li’, a controllare cio’ che ci piace  o non ci piace. E neanche piu’ una misera bugia si puo’ piu’ accampare. Si sa dove siamo in ogni istante, con chi siamo e cosa facciamo.
Sul tutto poi aleggia una noia mortale. Con i nuovi aggeggi ipertecnologici, abbiamo squarciato il velo del mistero, e siamo tutti precipitati in una tetra banalita’. Al sogno, all’immaginazioni degli amanti non rimane piu’ nulla. Sapersi contattabile in ogni istante ha tolto sapidita’ alla vita. Essa ha assunto drammaticamente lo scialbo sapore di un misero surrogato.

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Noia mortale         

Che tempi,oggi! Tempi di vacuita’, di noia mortale. Accendi la tv, ed una melassa di ovvieta’ ti sommerge. Ti scorrono davanti agli occhi personaggi squallidi, impresentabili. Esci ed incontri i piu’con i quali si puo’ parlare del piu’ e del meno. Difficile trovare un amico con il quale discorrere, non dei massimi sistemi beninteso, ma delle cose della vita, di sentimenti. Ma anche delle asperita’,perche’ no?

E’ il tempo liquido, non solo delle cose, ma anche delle idee. Il conformismo ha pervaso un po’ tutto. La leggerezza, nel senso di superficiale, sembra la regola predominante. Lo sgomento mi prende, quando metto a confronto il nostro modo di parlare con quello,per esempio, di alcuni decenni fa.
Nelle “Relazioni pericolose” di Daclos, le conversazioni hanno una piacevolezza, una semplicita’ nella complessita’, a cui non essendo piu’ abituati, dobbiamo soffermarci,rileggere per intendere appieno l’ironia,la presa per  i fondelli, ma con un’eleganza per noi, oramai, inusitata.
Purtroppo ci siamo impoveriti, non solo economicamente, ma soprattutto nelle idee, nel linguaggio ed ,ahime,cosi’ e’ facile sprofondare nella narcolessia,in un torpore senza ritorno.
 


L’amore ritrovato

La notte che abbiamo dormito assieme dopo anni di lontananza e’ sembrato, quasi che i nostri respiri ritrovassero quel ritmo armonioso interrotto dai molti tormenti. Svegliatomi nella notte,nella fioca luce proveniente dal corridoio ,il tuo bell’ ovale mi e’ sembrato quello di tanti anni fa, prima che tra noi si innalzasse un muro di amarezze. Rivedo quella notte,la prima di noi due da soli, in una stanza da letto ancora improvvisata con i fili elettici che correvano,scoperti, per la casa. Ricordo i tuoi mille baci,e le tante carezze che ci siamo dati in quel tempo lontano. E neanche dimentico le rose che ti avevo,sempre quella sera, regalato e che con il loro colore rosso acceso stemperavano il freddo della stanza. Ecco ,la notte che abbiamo dormito assieme io ho pensato al nostro amore perduto e al tempo che abbiamo sperperato inseguendo esangui fantasmi. E senza che tu te ne avvedessi ,nella penombra, ho poggiato la mia testa sul tuo seno e alla mia anima e’ sembrato quasi  di trovare un po’ di quiete.