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Elogio dellabugia
E se decidessimo un giorno di dire
sempre e comunque la verita’, mettendo cosi’ da parte tout
court le bugie, le piacevoli invenzioni? E, cosi’, ad un
tratto, tutti spietatamente sinceri, tutti a spiattellarci
in faccia la cruda verita’. E quindi non piu’, cosi’ come
nei romanzi di Virginia Woolf, diremmo un qualche cosa
pensando invece esattamente il contrario. Bando quindi
all’ipocrisia!
E cosi’ ad una mamma con il pargoletto
in braccio finalmente potremmo dire che il marmocchio e’
proprio bruttino,o il fidanzato alla fidanzata potrebbe
confidare che, si’, l’ama ma nel contempo frequenta anche
una piacevole donna matura o il politico di turno potrebbe
dichiarare candidamente che con le sue menate sta prendendo
per il culo un bel po’ di idioti…..Insomma l’anima non
avrebbe piu’ segreti, saremmo tutti trasparenti, tutti
leggibili fin in fondo all’anima. Sarebbe un bene? Io penso
proprio di no! Sarebbe una guerra totale, dappertutto. Nei
condomini ci sarebbero barricate. Per le strade duelli
all’ultimo sangue come in “Mezzogiorno di fuoco”. Poi
suicidi a non finire, chi per una malattia brutalmente
spiattellata in faccia dal medico fin tropPo sincero, chi
invece perche’la moglie mette in piazza la sua impotenza,
chi invece che non e’ onesto come sembra ma e’ un usuraio
spietato…… e non si finirebbe piu’. Meglio quindi dire
quando occorre una sana bugia od almeno una mezza verita’,
cosi’ tanto per vivre una vita quieta e pacifica. Ed allora
tutti insieme: viva le bugie!!!
Controllo impudico
Aveva visto
giusto Orwell nell 46, saremmo divenuti una societa’ ipercontrollata
dove nulla sfugge, finanche il pensiero. Gia’ tutti oramai
sanno tutto di tutti. E cosi’ le nostre coscienze sono
esposte impudicamente, come merce in vetrina e non rimane
angolo dove potersi riparare. Abbiamo fatto noi stessi il
lavoro di mille spie, e senza che si scucisse un soldo. E
nel caso di un’infausta deriva, le nostre confessioni sono
gia’ belle e pronte per un pogrom di massa.
Ce l’avessero detto alcuni anni fa come le cose sarebbero
andate,non ci avremmo creduto. Il Grande Fratello? Una
bufala!Avremmo ribattuto. Ed invece il moloch e’ li’, a
controllare cio’ che ci piace o non ci piace. E neanche
piu’ una misera bugia si puo’ piu’ accampare. Si sa dove
siamo in ogni istante, con chi siamo e cosa facciamo.
Sul tutto poi aleggia una noia mortale. Con i nuovi aggeggi
ipertecnologici, abbiamo squarciato il velo del mistero, e
siamo tutti precipitati in una tetra banalita’. Al sogno,
all’immaginazioni degli amanti non rimane piu’ nulla.
Sapersi contattabile in ogni istante ha tolto sapidita’ alla
vita. Essa ha assunto drammaticamente lo scialbo sapore di
un misero surrogato. |
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Noia
mortale
Che
tempi,oggi! Tempi di vacuita’, di noia mortale. Accendi la
tv, ed una melassa di ovvieta’ ti sommerge. Ti scorrono
davanti agli occhi personaggi squallidi, impresentabili. Esci
ed incontri i piu’con i quali si puo’ parlare del piu’ e del
meno. Difficile trovare un amico con il quale discorrere,
non dei massimi sistemi beninteso, ma delle cose della vita,
di sentimenti. Ma anche delle asperita’,perche’ no?
E’ il tempo
liquido, non solo delle cose, ma anche delle idee. Il
conformismo ha pervaso un po’ tutto. La leggerezza, nel
senso di superficiale, sembra la regola predominante. Lo
sgomento mi prende, quando metto a confronto il nostro modo
di parlare con quello,per esempio, di alcuni decenni fa.
Nelle “Relazioni pericolose” di Daclos, le conversazioni
hanno una piacevolezza, una semplicita’ nella complessita’,
a cui non essendo piu’ abituati, dobbiamo
soffermarci,rileggere per intendere appieno l’ironia,la
presa per i fondelli, ma con un’eleganza per noi, oramai,
inusitata.
Purtroppo ci siamo impoveriti, non solo economicamente, ma
soprattutto nelle idee, nel linguaggio ed ,ahime,cosi’ e’
facile sprofondare nella narcolessia,in un torpore senza
ritorno.
L’amore ritrovato
La notte che
abbiamo dormito assieme dopo anni di lontananza e’ sembrato,
quasi che i nostri respiri ritrovassero quel ritmo armonioso
interrotto dai molti tormenti. Svegliatomi nella notte,nella
fioca luce proveniente dal corridoio ,il tuo bell’ ovale mi
e’ sembrato quello di tanti anni fa, prima che tra noi si
innalzasse un muro di amarezze. Rivedo quella notte,la prima
di noi due da soli, in una stanza da letto ancora
improvvisata con i fili elettici che correvano,scoperti, per
la casa. Ricordo i tuoi mille baci,e le tante carezze che ci
siamo dati in quel tempo lontano. E neanche dimentico le
rose che ti avevo,sempre quella sera, regalato e che con il
loro colore rosso acceso stemperavano il freddo della
stanza. Ecco ,la notte che abbiamo dormito assieme io ho
pensato al nostro amore perduto e al tempo che abbiamo
sperperato inseguendo esangui fantasmi. E senza che tu te ne
avvedessi ,nella penombra, ho poggiato la mia testa sul tuo
seno e alla mia anima e’ sembrato quasi di trovare un po’
di quiete. |