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Al mio
caro amico Arturo
Arturo,un po’
come Oblomov,il personaggio del romanzo di Concarov, era
precipitato nell’inedia piu’ totale. Trascorreva le giornate
a letto, aspettando che il Sole tramontasse. Non aveva piu’
voglia di far nulla, solo la buona tavola era per lui
l’unica ragione di vita. Tutti i giorni si rimpinzava di
gustosi manicaretti. La parmigiana di melanzane era il
piatto forte,e poi a seguire peperoni imbottiti di
carne,lasagne in tutti i modi,polipi alla luciana,vermicelli
con intingoli vari ….Da quando aveva deciso di
lasciarla,ormai per lui si era aperto il baratro. Si era
sentito inadeguato,non alla sua altezza. Lei ,bellissima,
con i suoi capelli dorati e la pelle ambrata,lo amava
ancora,ma lui non credeva piu’ a nulla e cosi’,ormai
stanco ed appesantito,aveva abbandonato la vita. Chi vuole,
lo puo’ trovare ,oggi,dalle parti di via Vittorio Veneto
dove ,seduto su una panchina, trascorre le mattinate con lo
sguardo perso nel vuoto.
Incanto a Capri
Stava li’
riversa sugli scogli , la pelle ambrata,un corpo perfetto.
Vittorio nel vederla, dal mare,ne rimase colpito.
Era talmente bella che smise di nuotare,si aggrappo ad uno
scoglio e, cercando di non darlo a vedere, la osservo’ da
lontano. Lei non si muoveva,sembrava dormire,e i suoi
capelli color miele le coprivano parte del viso.
Era da poco tornato da Torino dove aveva prestato servizio
militare,e con un amico ,Ciro, aveva deciso di trascorrere
quella calda giornata di inizio agosto a Capri. Giunti nella
magnifica insenatura di Marina piccola, non aveva resistito
e si era tuffato in quelle acque cristalline.
Usci’ dal mare e, lentamente, le si avvicino’e le si
accovaccio’ accanto. Lei continuava a dormire, o almeno a
lui cosi’ sembrava. Stette li,in quella posizione un po’,poi
,come un istinto irrefrenabile,accosto’le sue labbra a
quelle di lei,e la bacio’. Solo allora lei apri gli occhi. E
che occhi! Stupendi,di un verde intenso.
Gli sorrise. Fu un incanto,quasi un ritrovarsi,eppure era la
prima volta che si vedevano. Questo era un dono della vita,
doni che difficilmente vengono concessi. Si chiamava
Margareth ed era australiana,la sua citta’ era Brisbane.
Sii alzo’,era statuaria e anche un po piu’ alta di Vittorio,
ma lui non se ne ebbe a male. Era bellissima!
Si tuffarono assieme,nuotarono al largo. Oggi, a distanza di
tanto tempo,rimane in Vittorio il rammarico di non aver
assaporato ,fino all’ultima stilla, quei momenti che nella
vita possono essere irripetibili, Ma al momento non si sa, e
s vive come se questo fosse un dono fra tanti.
Dalla spiaggia giungevano le note di una canzone che
Vittorio ha sempre amato,”
Tous les garçons et les fil
LES” di Francouse Hardy.
Il tempo come se si fosse fermato, i cuori battevano quasi
all’unisono,il cielo era di uno splendido azzurro venato da
qualche nube. Si fece ora di pranzo, si rivestirono ed
iniziarono a girovagare tra le viuzze dell’isola. Si
ritrovarono, ad un tratto, in una radura ,tra macchie
odorose di oleandro e gigantesche agave con i loro falli
possenti rivolti al cielo.
Distesi sull’erba, si baciarono ardentemente….fino
all’estasi finale. Ad un tratto qualche goccia d’acqua poi
addirittura uno scroscio. Ridendo come pazzi,che dico, si,
va bene ,pazzi di felicita’, era si’ quella la felicita’,
corsero a perdifiato verso una casa colonica di un bianco
accecante. Si sedettero sui gradini del portico, al riparo
della pioggia.
Lei gli racconto’ della sua vita, del padre violento che,
ubriaco, spesso la picchiava. Lui le carezzo’ gli occhi e la
bacio teneramente. La proprietaria della casa, invece di
mandarli via, si avvicino’ con un involto in mano. Erano due
bei panini al salame. Glieli diede con un sorriso. Forse
dentro di lei aveva rivisto in loro la sua gioventu’ ormai
svanita.
Mangiarono avidamente. Mai cibo fu piu’ buono! Si guardavano
e non smettevano di sorridersi. Intanto un cane abbaiava e
le cicale stordivano con il loro canto insistente.
Era ormai giunta per lei l’ora di tornare. Partiva assieme
ad altri connazionali con un pullman turistico.
Sulla piazzetta assolata, si salutarono malinconicamente. Le
mani si lasciarono lentamente. Non si sarebbero rivisti piu’.
Vittorio la guardo’ partire con una stretta al cuore e
intanto quella manina continuava a salutare… bye bye |
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Amore vile
Erano ormai
ore che stava li’ sul molo accovacciata alla base del faro.
Il vento forte le scompigliava i capelli,il mare con furore
si infrangeva in onde vigorose sugli scogli, schiumando come
di rabbia. L’odore di salsedine la inebriava e tutta era
come scossa da un brivido gelido.
Lui non era venuto, ancora mezz’ora, si era detta, un’altra
mezz’ora e vado via. Puo’ darsi che abbia avuto qualche
impedimento. Verra’!
Sempre cosi la sua vita, fatta di lunghe attese, di ore
interminabili,del tempo che non ne vuole sapere di scorrere.
E cosi’ ormai era rimasta sola. All’inizio era stato bello,si’,i
fiori, i baci appassionati,le serate
vicino al mare. Ma poi ,d’un tratto una metamorfosi, una
trasformazione inaspettata: le urla, le botte per un
nonnulla, calci, pugni. Giocava e perdeva. A casa sfogava
la rabbia e lei, ammutolita,riversa sul letto a piangere. Un
giorno,dopo l’ennesima lite,la rivolta,la fuga.
Lo denuncio’ in una livida giornata di fine marzo .Ma lui la
seguiva,la pedinava, mille chiamate a cui lei non
rispondeva.
Una sera,una di quelle sere che la solitudine ti serra la
gola, aveva risposto. Era lui, era cambiato,diceva,
vediamoci domani, amore mio.
Oramai e’ sera,inutile attendere ancora, la furia del mare
e’ ancora piu’ forte, dei ragazzini giocano a rincorrersi
sul camminamento. Non verra’, si dice in cuor suo…..non
verra’ mai piu’
Armando
Armando e’ un
piccolo imprenditore edile che vive di piccoli lavori. Egli
categoricamente non accetta assegni ma solo fruscianti
banconote ed il motivo e’ semplice: non essendoci alcuna
tracciabilita’, quel pagamento non e’ mai avvenuto. Quindi
Armando, pur avendo un giro d’affari intorno ai 100.000 euro
l’anno, risulta essere un incapiente per cui zero tasse.
Cosi’ Luca l’ idraulico, Mario il falegname….
Oltre ad essere tutti evasori, essi hanno un'altra
caratteristica in comune: ce l’hanno a morte con i politici
in quanto ladri e corrotti. Pertanto molto di costoro
militano in formazioni politiche che fanno dell’onesta il
proprio cavallo di battaglia.
Essi passano ore intere a scovare situazioni inconfessabili
del tipo, la nonna di Renzi ha un amante giovane, l padre
della Boschi a volte non paga il biglietto del tram,,,,e
altre amenita’. Poi, con fare scandalizzato, le immettono
sui social network. Siamo un Paese di ipocriti dove tutti
pretendono e nessuno da’, dove anche chi percepisce una
pensione oltre i quattromila euro mensili pretende gli
arretrati del mancato adeguamento tralasciando il fatto di
essere comunque un privilegiato avendo sicuramente versato
meno di quel che percepisce. E’ un suo diritto si dira’. S’,
e’ vero, ma un atto di altruismo, mai?
Come Capanna, leader e maitre a penser delle rivolte del
68, quindi uno di sinistra sinistra strenuamente abbarbicato
ai suoi vitalizi. E cosi’ Bertinotti ed tanti altri
spartachisti.
Siamo in definitiva un Paese di vecchi spilorci, un Paese
dove gli interessi corporativi sono un ostacolo
insormontabile e dove molti, con falso pudore amano
atteggiarsi a puri ed immacolati pur avendo armadi stracolmi
di cadaveri.
Al mio
caro amico Arturo
Arturo,un po’ come Oblomov,il personaggio del romanzo di
Concarov, era precipitato nell’inedia piu’ totale.
Trascorreva le giornate a letto, aspettando che il Sole
tramontasse. Non aveva piu’ voglia di far nulla, solo la
buona tavola era per lui l’unica ragione di vita. Tutti i
giorni si rimpinzava di gustosi manicaretti. La parmigiana
di melanzane era il piatto forte,e poi a seguire peperoni
imbottiti di carne,lasagne in tutti i modi,polipi alla
luciana,vermicelli con intingoli vari ….Da quando aveva
deciso di lasciarla,ormai per lui si era aperto il baratro.
Si era sentito inadeguato,non alla sua altezza. Lei
,bellissima, con i suoi capelli dorati e la pelle ambrata,lo
amava ancora,ma lui non credeva piu’ a nulla e cosi’,ormai
stanco ed appesantito,aveva abbandonato la vita. Chi vuole,
lo puo’ trovare ,oggi,dalle parti di via Vittorio Veneto
dove ,seduto su una panchina, trascorre le mattinate con lo
sguardo perso nel vuoto. |