Carlo il meccanico
e i suoi racconti
di Luigi Mari
cosa sarebbe Torreomnia senza di Te? Un albero spoglio del vesuviano
autunno inoltrato.
E i mestieri antichi, e le icone votive, e la storia delle strade, e
i personaggi, e le foto di scuola, arrivate a 20, tra elementari e
superiori, grazie a te, a Salvatore e a Nello.
Cos'altro hai in serbo tra una biella e un cuscinetto a sfere? Tu
che abbracci un motore ancora sbuffante e lo poggi sugli scranni con
la sola forza della volontà. Perché il tuo pensiero s’invola,
dedaleggiando lungo i feraci pascoli corallini delle tre raccolte
l’anno. Non è un motore che hai afferrato, ma il Vesuvio della tua
terra, ancora fumante. Le tue nari s'inebriano dei vapori ignei che
diventano innocui e salutari per rispetto del tuo cuore intorno al
quale vanno ad adagiarsi come un demonio che diventa angelo per
amore.
Sei impagabile, instancabile. E poi, l'amore vero alligna sempre
nelle persone semplici. Come Ciro Adrian che talvolta prende il suo
"Prof." e ci gioca a palla, e poi se lo inforca sugli occhi come una
protesi ottica per l'assimilazione convenzionale delle norme
didattiche, per il sociale degli educandi, lasciando inalterati i
precordi facendosi beffa, con la maturità, delle seriosità e dei
dottorati, facendo del proprio senile un ricettacolo di saggezza e
di ravvedimento. Per questo voglio bene Ciro, per la ritrattazione
delle vecchie croste endemiche per l’aderenza agli sbocchi,
all’apertura mentale. Non è difficile penetrare così a fondo
nell’animo umano quando questi è provato dagli eventi e
dall’inesorabile andamento del tempo che ti conduce per mano alla
saggezza o alla dissoluzione del comportamentale, senza vie di
mezzo. |
Il mio amore, invece, è
corrotto, è complice del pensiero, giace sotto il giogo asettico
delle dottrine; il tuo, Carlo, è complice del cuore, la sua dimora
autentica. Non ne conosci altri.
Vedi, Carlo, (nome che deriva dal germanico “karla” che significa
"uomo di condizione libera"), vedi quali sono i discorsi di Libertà?
Il nichilismo personale diventa una salvaguardia sociale. Immolarsi
per la libertà! Senza i firework, le lame affilate e i denti aguzzi
dei culturalismo, figlio depravato della cultura.
Per questo feci l'apologia alle tue mani di lavoratore "prima
maniera". Per questo il mio progresso etico pende dal tuo labiale,
dal Tuo mondo acculturato quanto basta, fuori dalla storia e dagli "ismi",
alieno di esistenzialismi togati.
Vedi come è lineare il tuo appello? Tanto è adottrinato e retorico,
tanto più è sincero e sentito. La semplicità delle tue parole
svergognano le mie "prediche" da barbassoro, mi strappano dal
pulpito dei nodi culturali e mi lanciano nella geenna del superfluo.
Il valore di Torreomnia sta nella tua capacità di vivere il sociale
nell'essenza e non nella forma quasi sempre corrotta da sindrome di
varia natura. Senza Te, come alter ego, come servo-coscienza, io non
sarei nulla, sarei un prodotto librario, un ciarlatano delle idee,
uno che ostenta di sapere sempre una pagina più del libro. Tu mi
redimi e mi assolvi, amico mio, per questo benedico quelle due-tre
ore dei nostri sabato pomeriggio, che mi purificano dal veleno delle
incomprensioni solo e nient’altro che per ostinazione.
GIGI MARI
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