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REGGIA di
PORTICI
E "MIGLIO D'ORO"
La scelta del sito per la
costruzione della Reggia è legata ad uno sbarco occasionale di
Carlo di Borbone e della sua consorte, Maria Amalia di Sassonia.
Infatti essi, sorpresi da un'improvvisa burrasca durante una
traversata marittima, furono costretti ad un ormeggio di fortuna
sulla spiaggia di Portici. La regina, attratta dalla bellezza
del luogo spinse Carlo a disporre la costruzione in loco di una
residenza estiva.
Nel 1738 iniziarono i lavori per la costruzione della Reggia e
intorno ad essa sorsero le ville della Corte. La nobiltà che
aveva accolto con entusiasmo il nuovo sovrano ne sostenne
l'immagine e le iniziative, oltre che seguendolo nei suoi
spostamenti, espremendo la volontà di essergli sempre accanto.
Così lo spostamento del re a Portici, per trascorrervi la
villeggiatura estiva, fu immediatamente seguito dalla Corte che
costruì le sue ville nelle vicinanze della villa reale e lungo
la strada che conduceva a Ercolano e a Pompei, la strada regia
per le Calabrie.
Più che villa, quest'ultima fu un vero e proprio palazzo,
edificato con una originale soluzione architettonica, a cavallo
della strada, risolvendo così l'esigenza di suddividere il
parco tra il mare e la montagna.Infatti è diviso in due corpi
di fabbrica dalla strada delle Calabrie,che ne attraversa la
corte passando sotto due cavalcavia. L'interno ha sculture e
pitture parietali settecentesce e ottocentesche e conserva
ancora qualche reperto antico,degli scavi di Ercolano, rimasto
dopo il trasferimento di tutti gli altri reperti al Palazzo dei
regi Studi,oggi museo archeologico di Napoli. Verso il mare c'è
un parco immenso,disegnato e sistemato da Francesco Geri con
chioschi,fontane,peschiere,nonché elementi romani di scavo.
I lavori di costruzione della Reggia furono diretti
dall'architetto romano Antonio Canevari e terminarono nel 1741.
a Reggia diventò nel 1872,sede della regia Scuola Superiore di
Agricoltura,nel 1924 regio Istituto Superiore Agrario e dal 1935
ospita la facoltà di Agraria dell'Università di Napoli.
VILLA CAMPOLIETO
Sorta non lontano dalla Reggia
di Portici, contigua alla villa Favorita di Ercolano, villa
Campolieto venne edificata per volontà di Luzio di Sangro duca
di Casalenda che, nel 1755 affidò il progetto e l'esecuzione
dei lavori a Mario Gioffredo. Questi impostò l'edificio a
pianta quadrata, articolandolo in quattro blocchi separati dai
bracci di una galleria centrale a croce greca, sulla facciata
posteriore innestò un porticato circolare, con funzione di
belvedere dal quale si accedeva alle scuderie e ai giardini.
Intorno al 1760 quando i lavori si trovavano già in fase
avanzata di esecuzione, Gioffredo fu costretto ad abbandonare
l'opera per i contrasti incorsi con i Casacalenda e fu dapprima
sostituito da Giustiniani e successivamente da Luigi Vanvitelli
che dal 1763 al 1773, fino all'anno della sua morte,diresse i
lavori che poi furono completati nel 1775 dal figlio Carlo.(1)
Se l'intervento di Giustiniani fu limitato alla prosecuzione
dell'opera del Gioffredo non così fu quello di Vanvitelli che
apportò sostanziali modifiche al progetto originario.
Vanvitelli, infatti, trasformò lo scalone principale portandolo
oltre il volume originario, modificò il disegno della rotonda
interrompendone il perimetro in corrispondenza degli estremi
della facciata posteriore, lungo la quale dispose un portico
rettilineo mutando così in forma ellittica lo spazio
originariamente circolare.
Egli realizzo' ancora importanti modifiche agli spazi interni e,
successivamente, diresse personalmente tutti i lavori di
decorazione.
Ercolano Villa Campolieto
VILLA
FAVORITA
Villa Favorita se paragonata
alla vicina villa Campolieto appare: " un palagio antico di
costruzione pesante,ed un altro moderno di architettura leggiera
e sfumante. Il suo gran giardino con fiori,grottoni di
aranci,spalliere di bossi e casinetto di riposo,presentano un
luogo incantato.Essa apparteneva nel 1768 al principe di Jaci.Fu
poi comprata dal Re Ferdinando e destinata per Accademia degli
Ufficiali di Marina.Oggi (3) è proprietà del principe di
Salerno."
Nel 1993 l'Ente V.V. ha
completato i lavori per la ristrutturazione del parco che è la
parte più interessante della villa,ma proseguono gli interventi
di restauro dei piccoli edifici monumentali che su di esso
sorgono.
PALAZZO
VALLELONGA
La villa del marchese di
Vallelonga di Castiglione è la prima delle costruzioni
settecentesche dell'abitato di Torre del Greco che incontra chi
proviene da Portici.Si compone di tre piani,divisi da marcapiani
in stucco,come in stucco sono le decorazioni delle finestre che
alternano timpani triangolari a quelli circolari . Lo strano
aspetto di "palazzo" che ha la villa è dovuto alle
sopraelevazioni di due piani compiute nel 1843 durante i lavori
di restauro resi necessari ,forse,per riparare i danni subiti
dall'eruzione del 1794 che distrusse quasi totalmente Torre del
Greco(2).
Negli ultimi decenni l'edificio è stato acquistato dalla Banca
di Credito Popolare che lo ha ristrutturato e ne ha fatto la
sede per la sua prestigiosa attività. Nel salone del piano
nobile,adibito a sala del consiglio di amministrazione, appare
uno splendido affresco che raffigura Ercole che abbatte
l'Idra,forse dei fratelli Magri, gli stessi che affrescarono le
stanze superiori del Palazzo del Cardinale a Torre del Greco.
1) P. Romanello "Villa
Campolieto" 1978-1984. Ente V.V. 1984
C. De Seta et Al. "
Ville Vesuviane " . Rusconi Immagini.
Milano1980
3) F. Alvino "Viaggio da Napoli a Castellammare",
Napoli 1845 |
PALAZZO
PETRELLA
Il palazzo Petrella si trova in via
Purgatorio di rimpetto alla chiesa omonima. Gli stucchi della
facciata denunciano l'origine settecentesca di questo edificio
probabilmente ristrutturato ed ampliato in epoche successive. Lo
spazio interno evidenzia tratti di balconate a voltine, su
mensole in piperno, caratteristici elementi di una tradizione
architettonica locale più antica, che abbiamo anche osservato
sulla facciata interna del palazzo Vallelonga.
VILLA
DEL CARDINALE
La villa del Cardinale fu costruita nel 1744
dall'architetto Gennaro de Laurentis.Dopo pochi anni fu
acquistata dall'arcivescovo di Napoli Giuseppe Spinelli che la
destinò a dimora per se e per i Cardinali suoi successori.
L'ultima volta che vi ha soggiornato un Arcivescovo è stato nel
1971 quando il Cardinale Corrado Ursi tenne visita alla Città.
Negli anni ottanta la villa fu abbandonata per le sue precarie
condizioni.Negli ultimi anni,dopo il restauro,la villa ospita un
centro di recupero per tossicodipendenti.
La facciata della villa è divisa in due ordini,scanditi
verticalmente dai balconi e da lesene. La parte centrale
presenta un portale in piperno,con bei disegni ornamentali. Sul
portale poggia la balconata maggiore la cui decorazione in
stucco termina in un edicola in cui è posto un mezzo busto di
S. Gennaro, particolare presente in quasi tutte le ville
vesuviane.
L'ampio ingresso è reso più evidente dal vestibolo con archi e
volte a crociera, sul fondo una esedra traforata delimita
l'edificio dal giardino. L'esedra è articolata da piloni e
pareti con aperture ellittiche e mistilinee,incorniciate da
volute e motivi ornamentali raffiguranti conchiglie tipici del
gusto rococò. Attraverso due rampe interne si accede al piano
superiore, quasi tutto pavimentato con maioliche che riproducono
varie fantasie.
Il salone superiore rappresenta la parte più pregiata della
villa. Di forma rettangolare, ha da un lato la balconata che
affaccia sulla strada e dalla quale si ammira il golfo di
Napoli,mentre dal lato opposto vi è l'accesso alla terrazza da
cui si ammira il parco della villa e in lontananza il Vesuvio.Le
pareti e la volta presentano affreschi unici per il loro
genere,sono stati realizzati da Giuseppe e Gaetano Magri, attivi
a Napoli nella seconda metà del settecento. La terrazza interna
termina con una fine inferriata intervallata da graziose colonne
in piperno dal gusto barocco.
VILLA MARIA
Il palazzo fino ad alcuni anni fa era di
proprietà della famiglia Pellecchia Esso si sviluppa su due
piani, più un piano attico,ed eccentua il prevalere dello
sviluppo nel senso orizzontale su quello verticale per il
prolungarsi del piano terreno nelle due ali dei terrazzi ;su
quello del lato sud appare una caratteristica
"garitta". Di particolare interesse risulta la bella
scala di accesso ai piani superiori,impostata su quattro
pilastri con tese sorrette da volte a crociere rampanti, posta
sulla sinistra dell'atrio e strutturata come tutte le scale
settecentesche. Oggi è completamente ristrutturato.
VILLA
FIENGA
ex GUGLIELMINA
L'edificio, ad unico piano, presenta alla
strada una facciata di scarso interesse, frutto di un successivo
intervento, ma conserva all'interno un arioso porticato,
caratterizzato da ampie volte ribassate, ed è situato in via
Nazionale, quasi di fronte a villa Maria.
VILLA
MENNELLA
La complessa facciata ottocentesca di questa
villa ingloba un'edicola di piperno,ornata da stemmi marmorei e
da due lapidi, quella superiore a ricordo della sistemazione
della strada regia che da Napoli portava alle Calabrie, voluta
dal vicerè Perafan de Ribera, duca di Alcalà,in sostituzione
di rudimentali stradette e per meglio raggiungere le torri
vicereali costiere. I lavori furono ultimati nel 1562,come si
legge sulla lapide superiore dell'edicola la quale ricorda ai
posteri che il vicerè fece allargare e rendere rettilinea la
via da Napoli a Reggio,bonificando i luoghi dai rapinatori e
dalle scorrerie dei briganti, e la fece rendere pianeggiante
rimuovendo l'ostacolo delle pietraie, di pietra. Oggi tutta la
struttura del portale è in rovina.
VILLA
MACRINA
Villa Macrina è una sobria costruzione
articolata su tre piani.Al primo piano le tre finestre sono
coperte da timpani circolari , la finestra centrale si apre su
di un balcone ornato da una balaustra di tipo neorinascimentale.
Nel secondo ordine le finestre sono quattro, quelle esterne in
asse con le sottostanti,mentre le altre due si aprono tra queste
ed una nicchia posta al di sopra del balcone centrale.La nicchia
decorata con un fregio di gusto eclettico contiene il consueto
busto di San Gennar, in terracotta. Il portale è decorato da
due lampioncini in ferro battuto ed immette in un piccolo atrio
ottagonal. La villa è stata acquistata dal Comune ed è in fase
di ristrutturazione.
VILLA
CICCHELLA
ex AURISICCHIO
Il palazzo fu costruito da Giuseppe
Aurisicchio,capo dei guardacaccia di Ferdinando IV ,in
prossimità della zona delle "mortelle" (così
denominata per le numerose piante di mirtillo ), riserva di
caccia dei Borboni , con l'intento di potere, prima o poi ,
alloggiarvi il Re.
All'enorme costruzione, che si sviluppa su tre piani,si
aggiungono le due ali: una presenta sulla sommità un terrazzo
balaustra,l'altra disposta a sud, è coperta da una rustica
loggia. La decorazione dell'ampia facciata è affidata
unicamente agli ornati che circondano le aperture di finestre e
balconi, il loro disegno,piuttosto semplice e sommario al piano
ammezzato,diviene più complesso e pieno di stucchi al piano
nobile. |