No differenziata, politici di Torre del Greco pagheranno 9milioni di €

Sabato 14 Marzo 2009 

TORRE DEL GRECO (Napoli) Il fulmine è caduto nel bel mezzo della bufera per l’aumento-record (90% in più rispetto al 2008) della Tarsu deciso dalla squadra di governo cittadino guidata dal sindaco Ciro Borriello. Ma stavolta a rischiare una profonda scottatura non sono i semplici cittadini, bensì i vertici di palazzo Baronale. Costretti per la prima volta in cinque anni a fare i conti in prima persona con l’emergenza rifiuti: non per battere cassa con i contribuenti, ma per rispondere del proprio operato sul fronte Nu.

Otto milioni e mezzo di euro. E’ la stangata della Corte dei Conti per il flop della raccolta differenziata a Torre del Greco: una citazione-record indirizzata a politici e dirigenti del Comune, a cinque commissari straordinari, a tre ditte di igiene urbana e all’ex sub commissario ai rifiuti Giulio Facchi. Tutti invitati a pagare di tasca propria per i danni patrimoniali e all’immagine provocati dalla mancata attuazione della raccolta differenziata nella quarta città della Campania. Nel mirino della Corte dei Conti, in particolare, sono finiti gli anni tra il 2004 e il 2007: anni in cui, secondo il teorema firmato dal vice procuratore generale Antonio Buccarelli, il Comune di Torre del Greco non avrebbe “mai concretamente perseguito una raccolta differenziata efficiente e seria”.

Cinque le amministrazioni comunali finite al centro della bufera Nu: le squadre di governo cittadino guidate rispettivamente dal sindaco Ciro Borriello e dal sindaco Valerio Ciavolino; la triade anti-camorra composta dal generale Carlo Alfiero, da Narcisa Brassesco e da Luigi Colucci; le gestioni commissariali di Ennio Blasco e Giuseppe Giordano. Sott’accusa per il flop della differenziata, inoltre, sono finiti l’attuale assessore all’igiene urbana Raffaele La Pietra, l’ex assessore alla Nu Luigi Carannante, l’ex vicesindaco (con delega alla Nu) Enrico Angelone, tre dirigenti del Comune (Giuseppe Iazzetta, Ernesto Merlino e Pietro Costabile) e i responsabili delle ditte di igiene urbana che tra il 2004 e il 2007 si sono occupate della gestione rifiuti in città: l’Igica di Caivano, la Gesenu di Perugia e la Arzano Multiservizi. A completare il quadro dei “colpevoli”, il sub commissario Giulio Facchi.
Un quadro disarmante, a giudicare dai numeri della riciclata tra il 2004 e il 2007. Anni in cui la percentuale di raccolta differenziata si è assestata “su valori estremamente bassi, sostanzialmente nulli”: 4,17% nel 2004 (raccolta differenziata solo di ingombranti), 3,44% nel 2005 (ingombranti e vetro), 3,81% nel 2006 (esclusivamente ingombranti) e 2,88% nel 2007 (la percentuale più bassa del periodo preso in considerazione, a dispetto del via libera alla raccolta separata di plastica, tessile e vetro).

“I dati percentuali della raccolta differenziata a Torre del Greco - si legge nell’atto di citazione - sono tutti ascrivibili all’inerzia, all’inefficienza e all’incapacità degli amministratori comunali”. Responsabilità legate, secondo il castello costruito dalla procura generale, alla mancanza di controllo e coordinamento che determinarono il flop della riciclata. E secondo i carichi di colpe decisi dalla Corte dei Conti, un quarto del danno complessivo dovrà essere risarcito dai politici e dai dirigenti dell’Ente di via Plebiscito: a recitare la parte dei leoni toccherà a Ciro Borriello e a Valerio Ciavolino, gli ultimi due sindaci democraticamente eletti nella quarta città della Campania.

Divisi dalla rivalità politica, uniti dalla quota da versare alla Corte dei Conti: circa 250mila euro a testa. Leggermente superiore, circa 300mila euro, la somma che dovranno pagare i tre assessori che si sono divisi (prima e dopo il commissariamento) la delega alla Nu. L’ultima fetta dei due milioni di danno attribuiti dalla Corte dei Conti a soggetti del Comune, invece, dovrà essere equamente distribuita tra i dirigenti del settore finiti nella bufera legata alla differenziata.

I destinatari della citazione della procura generale di Napoli avranno ora 60 giorni di tempo - a partire dalla notifica del provvedimento - per depositare deduzioni e memorie difensive oppure per chiedere di essere interrogate per fornire le spiegazioni del caso. Spiegazioni per il flop che politici e dirigenti rischiano di pagare, tra danni patrimoniali e danni all’immagine, circa otto milioni e mezzo di euro.
Alberto Dortucci