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Peppe, il
ciccianese, sociologo emerito, voleva festeggiare la pensione. Gli altri
hanno rifiutato un pranzo presso LA TORRE a Ribottoli, frazione di Serino,
e perduto un pacchero al sugo
di cervo, un arrosto serinese, un bicchiere di greco di Tufo da
Pellegrino…Il Paese fa schifo e in Europa ci trattano da barboni. La
pedofilia non ci interessa, ma l’Italia funziona solo dopo le guerre
civili. Oggi siamo in guerra civile, ma parodistica. Berlusconi è un
incrocio tra la parodia di Mao e quella di Mussolini e l’opposizione è
una parodia da avanspettacolo. L’Italia è nelle mani delle lobbj, della
mafia, della camorra. Nonostante abbiano fatto denaro a palate,
i venditori di pentole mangiano ancora nel tinello, nella palude
sociale attuale. Dunque, i poveri e i pensionati si succhino i politici
obbligati dall’alto, ottantenni e decrepiti.
Dico subito, che ho cancellato con un colpo di spugna un periodo nero
della mia vita, nel tetro corridoio senza finestra della Sanità
Napoletana, reietto e male apostrofato. In via della falsità.
Non sento vuoti esistenziali, anzi sono libero dagli orari catenacci. A
casa, sto sistemando i miei scritti de L’Infinito dal 1965.
Non mi pento di non essermi espresso nella burocrazia sanitaria. In verità,
non mi è stato permesso di esprimere la mia professionalità di medico
nella Regione Campania, dopo aver vinto un concorso. Il tipo di lavoro per
me quasi inutile, di una programmazione, gli sprovveduti svolgono per
doppioni istituzionali. Alla Sanità dirigono i non medici. Il ruolo
tecnico è necessario per evitare gli esterni obbligati dal regime in
Campania. I tempi sono duri, il lavoro in generale è precario ed ognuno
s’adatta al collega mediocre, criticando aspramente, in alto e in basso,
ma recandosi al bar per sorbire un velenoso caffè. Alla fine la
sopportazione di uno stipendio di fame aiuta a continuare. E ringrazio il
cielo che non ascolto i millantatori (chi vanta titoli
sociali che non ha). La mia umanità e la classificazione degli
uomini parte dal basso. In alto i compromessi sono troppi. Purtroppo io
verso la pigione al proprietario dell’appartamento, pari alla pensione,
per vivere in una casa di un altro. Ma la proprietà non era un furto?
Diceva qualcuno.
Per tutta la vita non ho sopportato il capo, pur lavorando alla dipendenza
per 40 anni, compresi periodi assicurativi non coperti. L’esempio di mio
padre, che pagò caramente per aver schiaffeggiato il suo economo del
convalescenziario per giustizia sociale, mi ha costretto a subire il
comando. Molti spettatori, pochi gli attori su questo mondo.
Oggi finalmente dico quello che penso. Purtroppo non so creare soldi ed ho
accettato il compromesso di un lavoro lontano dal mio ideale di libertà.
E grazie a Dio e grazie all’arte, dopo esperienze gratificanti di
tredici anni di Università di medicina, di filosofia, di giornalismo, di
teatro, di pittura, di pugilato, di medicina volontaria presso
l’Ambulatorio della Carità e la Casa dello Scugnizzo e sognando con
Bruna, Anna x e y, Giuseppa, Ina, Lella, Pina, Lucia, Rossana, Maria x, y,
z, Rita, Immacolata, Elvira, Alfonsina, Carolina, Nannina, Adriana,
Teresa. (torreomnia –linfinito.info). Non saluto burattini e burattinai.
E sono coerente per la incoerenza umana. Un addio con spumante
non avete realizzato per limiti morali e materiali. Penso che io
debba ritornare alla Università della strada per imparare a vivere con
l’inganno e la falsità, anche se è tardi. Se siamo in condizioni
sociali deplorevoli in uno stupido sultanato, la colpa è di tutti noi
spettatori, poveri di spirito. Non siamo capaci di rivoluzioni. Dunque,
Sodoma è rediviva?
(Franco Penza)
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