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FRANCO PENZA

PEN(Z)IERO VERO

 

L’IMPIEGATO.
LA
MAPPINERIA.
STRALCIO
DAL MONDO

Peppe, il ciccianese, sociologo emerito, voleva festeggiare la pensione. Gli altri hanno rifiutato un pranzo presso LA TORRE a Ribottoli, frazione di Serino, e  perduto un pacchero al sugo di cervo, un arrosto serinese, un bicchiere di greco di Tufo da Pellegrino…Il Paese fa schifo e in Europa ci trattano da barboni. La pedofilia non ci interessa, ma l’Italia funziona solo dopo le guerre civili. Oggi siamo in guerra civile, ma parodistica. Berlusconi è un incrocio tra la parodia di Mao e quella di Mussolini e l’opposizione è una parodia da avanspettacolo. L’Italia è nelle mani delle lobbj, della mafia, della camorra. Nonostante abbiano fatto denaro a palate,  i venditori di pentole mangiano ancora nel tinello, nella palude sociale attuale. Dunque, i poveri e i pensionati si succhino i politici obbligati dall’alto, ottantenni e decrepiti.
Dico subito, che ho cancellato con un colpo di spugna un periodo nero della mia vita, nel tetro corridoio senza finestra della Sanità Napoletana, reietto e male apostrofato. In via della falsità.
Non sento vuoti esistenziali, anzi sono libero dagli orari catenacci. A casa, sto sistemando i miei scritti de L’Infinito dal 1965.
Non mi pento di non essermi espresso nella burocrazia sanitaria. In verità, non mi è stato permesso di esprimere la mia professionalità di medico nella Regione Campania, dopo aver vinto un concorso. Il tipo di lavoro per me quasi inutile, di una programmazione, gli sprovveduti svolgono per doppioni istituzionali. Alla Sanità dirigono i non medici. Il ruolo tecnico è necessario per evitare gli esterni obbligati dal regime in Campania. I tempi sono duri, il lavoro in generale è precario ed ognuno s’adatta al collega mediocre, criticando aspramente, in alto e in basso, ma recandosi al bar per sorbire un velenoso caffè. Alla fine la sopportazione di uno stipendio di fame aiuta a continuare. E ringrazio il cielo che non ascolto i millantatori (chi vanta titoli  sociali che non ha). La mia umanità e la classificazione degli uomini parte dal basso. In alto i compromessi sono troppi. Purtroppo io verso la pigione al proprietario dell’appartamento, pari alla pensione, per vivere in una casa di un altro. Ma la proprietà non era un furto? Diceva qualcuno.
Per tutta la vita non ho sopportato il capo, pur lavorando alla dipendenza per 40 anni, compresi periodi assicurativi non coperti. L’esempio di mio padre, che pagò caramente per aver schiaffeggiato il suo economo del convalescenziario per giustizia sociale, mi ha costretto a subire il comando. Molti spettatori, pochi gli attori su questo mondo.
Oggi finalmente dico quello che penso. Purtroppo non so creare soldi ed ho accettato il compromesso di un lavoro lontano dal mio ideale di libertà. E grazie a Dio e grazie all’arte, dopo esperienze gratificanti di tredici anni di Università di medicina, di filosofia, di giornalismo, di teatro, di pittura, di pugilato, di medicina volontaria presso l’Ambulatorio della Carità e la Casa dello Scugnizzo e sognando con Bruna, Anna x e y, Giuseppa, Ina, Lella, Pina, Lucia, Rossana, Maria x, y, z, Rita, Immacolata, Elvira, Alfonsina, Carolina, Nannina, Adriana, Teresa. (torreomnia –linfinito.info). Non saluto burattini e burattinai. E sono coerente per la incoerenza umana. Un addio con spumante  non avete realizzato per limiti morali e materiali. Penso che io debba ritornare alla Università della strada per imparare a vivere con l’inganno e la falsità, anche se è tardi. Se siamo in condizioni sociali deplorevoli in uno stupido sultanato, la colpa è di tutti noi spettatori, poveri di spirito. Non siamo capaci di rivoluzioni. Dunque, Sodoma è rediviva?                                                         (Franco Penza)