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FRANCO PENZA

PEN(Z)IERO VERO

 

L’IMPIEGATO.
LA
MAPPINERIA.
STRALCIO
DAL MONDO

LA PENSIONE
Appendice a UNA VITA SBAGLIATA
linfinito.info  torreomnia

Introduzione

E’ vero che il Dott. Franco Penza è di origine napoletana, nipote di artisti dell’era scarpettiana, ma ha avuto la sfortuna, come me, di nascere a Torre, una cittadina in buona parte abitata da uomini laboriosi, dotati di buoni sentimenti e virtù artistiche, tranne un gruppo di ciarlatani. Ma ancora oggi il torrese, come buona parte dei componenti l’etnia meridionale, è dibattuto da pseudo-europeismo, prima ancora del globalismo (come reazione all’insoluta questione meridionale e alla cromosomica precarietà delle dominazioni) fusi ad un provincialismo e un antagonismo puerile, quindi autolesionista per certi versi.
Il Dott. Penza non ha peli sulla lingua, come superstite dell’economia anti-boom del dopoguerra, ha riscattato con la cultura ed il volontariato i disagi dell’infanzia non molto generosa; ma questa sorta di vittoria per antitesi pragmatico-morale lo ha lasciato dalla parte dei deboli, ricusando ipocrisie e convenzionalismi di comodo.
E’ un uomo vero in Torreomnia, è una voce libera senza i secondi scopi come l’autoincensamento camuffato, la ruffianeria e i salamelecchi di convenienza. Un sostenitore di pane al pane che, come me, che talvolta raccoglie intorno a se malcontenti ed invidie.
La verità è scomoda, parlo di quella verità relativa all’uomo-amore contestuale al concetto Dio; non ho detto relativa alle religioni, per carità, quelle spesso sono corporazioni umane di facciata che celano (ieri e oggi) disumanità antitetiche e dicotomiche n3lla figura Dio-Mammona, cioè quell’accomodamento spiritualità-materialismo come dualismo irriducibile nell’animale uomo, perché anche se superiore animale rimane. Parlo di quella verità assoluta che è persino distante alla logica comune planetaria la quale è persino essa infetta da molte infermità veicolate sul tornaconti individuali.          (Luigi Mari)


QUI LA DENUNCIA DI PENZA