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Zio Angelo Guarino
Alessandra De Sortis

Ci sono giornalisti che consegnano il loro nome alla storia per le loro interviste memorabili, i servizi sui luoghi di guerra, la brillantezza della loro carriera. E ci sono giornalisti che scrivono su giornali e siti locali, ma meritano lo stesso riconoscimento dei giornalisti celebri perché consegnano a chiunque li legga un pezzo di storia.
Angelo Guarino era uno di questi, perché ha dedicato tutta la sua terza età a tirare fuori i ricordi ed eternarli su pezzi di carta, e i suoi articoli, come frammenti di un puzzle, ricostruiscono un periodo di storia italiana. Lui stesso era quella storia, era parte di quelli che avevano contribuito a scriverla.
Nato a Torre del Greco nel 1926 da una famiglia amorevole, Angelo si ingegnò sin da giovane a lavorare, ma il periodo brutale della guerra non lasciava intravedere un roseo futuro. Così, come migliaia di nostri connazionali, Angelo salì su una delle navi che l'avrebbero portato in America, il continente delle grandi speranze, la destinazione che si voleva raggiungere per far fortuna. Angelo era uno dei tanti che scrissero la storia della grande emigrazione italiana. Dall'America non sarebbe più tornato. Lì ha sposato la dolcissima Jo, la donna che gli è restata accanto fino all'ultimo. Lì ha cresciuto figli e nipoti, ha visto la trasformazione di New York da città in evoluzione a cuore dell'economia e della tecnologia mondiali. Lì ha comprato una casa in un tranquillo viale di Manhattan, a due passi dagli immensi grattacieli. Ma non ha mai dimenticato le sue origini torresi, e appena giunto alla pensione ha iniziato a tirare fuori i ricordi sopiti ma mai spariti, scoprendosi una vena di scrittore e giornalista. Con un'invidiabile conoscenza del vero e autentico dialetto napoletano e delle più antiche parole torresi, Angelo ha raccontato immagini pubbliche e private: l'infanzia trascorsa nei quartieri poveri di Torre, il primo giorno di scuola, i pescatori con il viso rugoso cotto dal sole,
la Prima Comunione; ma soprattutto, la partenza per il Nuovo Continente: la nave con le stive cariche, i saluti e i pianti, lo Stivale che spariva nella nebbia, l'interminabile traversata, il primo assaggio della Statua della Libertà. E poi i racconti di Brooklyn e New York, una volta ambientato. Tutti scritti pubblicati regolarmente su Vesuvioweb.com, Torreomnia.com, tipografiamari.it, La Tofa, Tutto è. Gli editori lo definivano orgogliosamente "il nostro corrispondente dall'America", Angelo diceva che erano "la sua seconda famiglia".  Lì dall'America, sapeva fatti di Torre sconosciuti agli stessi torresi. Arrivò anche il giorno in cui una giovane torrese  laureanda in Scienze delle Comunicazioni gli dedicò la gran parte della sua tesi di laurea.
Una vita intensa, quella di Angelo, lucido fino all'ultimo giorno di vita, il 23 settembre scorso, quando dopo qualche acciacco e un intervento si è spento per sempre. 
Di lui resteranno per sempre quegli scritti e i video (pubblicati sugli stessi siti sui quali scriveva) dove parla e saluta tutti con la sua irresistibile cadenza italo-americana, la sua solarità e la sua immensa voglia di vivere.
Non si è spento solo un grande scrittore, ma anche il focolare di una famiglia. Di lui ci resta un grande insegnamento, una frase che amava ripetere quando i ricordi che tirava fuori lo sopraffavano per un momento: "Bisogna accettare anche i ricordi più brutti e dolorosi, per  avere voglia di guardare al futuro
e di renderlo migliore."

Alessandra De Sortis