La Federmar-Cisal proclama una ulteriore giornata e mezza di sciopero del personale navigante ed amministrativo delle aziende del Gruppo Tirrenia per lunedi’ 15 e martedi’ 16 dicembre prossimi, assicurando, in ogni caso, i servizi essenziali previsti dagli accordi in essere. “La nostra protesta prosegue, dopo il deludente incontro che il Ministero dei Trasporti ha avuto con le organizzazioni sindacali lo scorso 27 novembre, contro la politica adottata dal Governo sulla privatizzazione della flotta pubblica che sta creando una allarmante confusione con la conseguenza di fare sorgere tra i lavoratori una crescente preoccupazione sul futuro del loro posto di lavoro. Infatti, contrariamente a quanto era stato stabilito dal Governo Prodi di estendere la convenzione tra Stato e Gruppo Tirrenia fino al 2012 in modo da realizzare le condizioni, tra le quali l’attuazione di un nuovo piano industriale gia’ predisposto, per una corretta e remunerata privatizzazione del Gruppo stesso, l’attuale Governo sembra deciso ad affrettare i tempi nel tentativo di chiudere l’intera partita entro il prossimo anno. A causa di tale accelerazione, si va incontro ad un guazzabuglio circa le modalita’ che dovrebbero segnare le sorti di queste aziende, ha dichiarato, Alessandro Pico, segretario nazionale dell’organizzazione. (AGI)

La privatizzazione di Tirrenia non ha ancora preso il largo, ma il percorso e' gia' tracciato e non si dovrebbe discostare molto da quello scelto dal governo per Alitalia.Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, infatti, l'esecutivo auspica che la societa' di navigazione controllata da Fintecna sia rilevata da un gruppo di imprenditori estraneo al mondo della navigazione, un po' come e' avvenuto per Alitalia con Cai. Nel caso in cui uno o piu' competitori invece acquisissero il controllo della compagnia pubblica di navigazione, si andrebbe incontro ad una sovrapposizione delle quote di mercato, andando a creare una concentrazione nel comparto del trasporto marittimo. A giorni intanto dovrebbe prendere il via la fase tecnica della privatizzazione: si dovranno individuare uno o piu' advisor che avranno il compito di curare le modalita' di vendita della partecipazione detenuta indirettamente da via XX settembre nel capitale di Tirrenia. In base allo schema di decreto del presidente del Consiglio, la quota messa sul mercato sara' superiore al 50% del capitale, ma i ben informati spiegano che difficilmente si scendera' sotto il 70%. Il restante 30% invece dovrebbe restare in Fintecna.L'esecutivo intende chiudere entro il 2010, in anticipo di un anno rispetto alle previsioni contenute nel decreto anti-crisi varato venerdi scorso. Il dl in proposito ha autorizzato una spesa di 65 mln euro l'anno per il periodo 2009-2011, previa autorizzazione di Bruxelles che potrebbe pero' fermare i contributi ravvisando aiuti di Stato. A mettere pressione e' anche la situazione finanziaria della societa': Tirrenia ha chiuso il 2007 con un indebitamento di 716 mln e un utile netto in calo di 9 mln rispetto ai 23 del 2006. Una boccata d'ossigeno e' arrivata lunedi' dalla Comunita' Europea, che ha concesso una proroga di un anno (fino al 31 dicembre 2009) alla convenzione ventennale tra Tirrenia e lo Stato, consentendo alla societa' di beneficiare di sovvenzioni pubbliche.

Un bonus per i marittimi che incrociano i pirati. Cma-Cgm non ci sta: è polemica coi sindacati Pirati, l'Itf contro Cma-Cgm. L'ondata di azioni di pirateria lungo le coste somale sta accendendo un conflitto sindacale in Europa. Alcune settimane fa la federazione internazionale Itf, che rappresenta diverse sigle sindacali del settore dei trasporti di tutto il mondo, aveva raggiunto un accordo con gli armatori perché fosse riconosciuto un aumento di stipendio ai marittimi che prestano servizio sulle navi in, transito nel Golfo di Aden, il più colpito dagli attacchi dei pirati. La Cgt, il maggior sindacato francese, accusa adesso la compagnia nazionale Cma-Cgm di non aver aderito a questo accordo e minaccia un boicottaggio internazionale delle sue navi. A rivelare il conflitto in atto è il quotidiano londinese Lloyd's List. I due sindacati marittimi aderenti alla Cgt, la Fédération nationale des syndicats maritimes e la Fomm, che rappresenta gli ufficiali, sostengono che Cma-Cgm è l'unica compagnia francese a non aver accettato di corrispondere paga doppia, come stabilito da un accordo firmato il mese scorso fra Itf e un comitato congiunto di imprese dello shipping. Qualche speranza l'ha data la recente presa di posizione dei partiti islamisti radicali somali, che invece hanno chiesto il rilascio di tutti gli equipaggi prigionieri. Tuttavia la situazione di fronte alla Somalia è ancora drammatica, con molte navi nelle mani dei banditi. Fra l'altro, uno dei primi episodi eclatanti avvenuti nel mar Rosso ha riguardato, nell'aprile scorso, uno yacht della Compagnie des Iles du Ponant, sussidiaria proprio di Cma-Cgm.Allora gli ostaggi furono liberati con un escamotage, facendo passare i turisti a bordo per membri dell'equipaggio. Adesso questi equipaggi chiedono conto dei rischi che corrono. Cgt ha chiesto a Itf di aumentare le ispezioni a bordo delle navi di Cma-Cgm, una sorta di sciopero bianco per verificare fiscalmente il rispetto di tutti i contratti. Secondo il portavoce dell'Authority, ci sono state troppe speculazioni che sono contraddette dai dati di traffico. Nei primi dieci mesi del 2008, hanno usato il canale 18.085 navi, con un incremento del 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2007. Tuttavia la flessione potrebbe farsi sentire fra novembre e dicembre.
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ID: 9818 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
mercoledì 3 dicembre 2008 Ore: 23:00
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