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Argomento presente: « L'AMICIZIA? PEGGIO CON INTERNET! »
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ID: 9527  Discussione: L'AMICIZIA? PEGGIO CON INTERNET!

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: martedì 1 aprile 2014 Ore: 21:20

Non si può dire che l'amicizia vera esiste più tra gli animali che tra gli uomini. Internet mostra sia animali inferiori che mangiano i figli, come i gatti, che quelli superiori chiamati uomini che scuoiano cani vivi. Animali superiori o animali inferiori si tratta sempre di bestie. Clicca sul gatto.


Pasquale Infausto della redazione mi ha dato l’imput per trattare l’argomento spinoso dell’amicizia. E’ chiaro che si tratta di una discussione generale e non mirata anche se la frase di Pasquale che ha introdotto questo argomento nel titolo è:”AMICI DI TORREOMNIA”.
Non si tratta neppure di avere una visione leopardiana della vita, cioè un fatto soggettivo, perché sarà ciascun lettore a confrontare e a confrontarsi.
Basterà che il fruitore di questa tesi penserà che la problematica sull’amicizia riguarda solo “gli altri” allora questa drammatica riflessione diventa realtà.



o

L'amicizia in rapporto ad Internet
Leggi il caustico discorso di Luigi Mari (foto a sinistra) sull'utopia dell'amicizia in rete


L’AMICIZIA
E' UN'UTOPIA.

Peggiore in e con Internet


QUESTO E' IL TESTO SCRITTO DA LUIGI MARI


L’AMICIZIA è stata ancora più compromessa con l'avvento della rete. Tutti noi intellettuali veri, ma spesso presunti o pseudo, una volta da dopolavoro comunale, oggi mirmicolanti moscerini di internet pensiamo che il proprio sito sia il migliore del mondo tra i miliardi di siti in rete. Oggi esce dalla mischia chi pubblica con perizia o furbizia un cartaceo, ma non sa che la gente non lo leggerà mai, specie se "culturale" e specie in Italia, al quarto posto nella classifica europeea dei lettori. Una volta migliaia di scrittori e miliardi di lettori, oggi miliardi di scrittori e migliaia di lettori. Il cartaceo era dispendioso, la tastiera no. Ma le tastiere, come quella del pianoforte vanno usate con maestria e non strimpellate.
Ciò ha compromesso la valentìa, anche nell’associazionismo d'elite e ha esasperato l’individualismo isolando ciascun "artista" dietro uno scudo chiamato monitor, consolidando l’utopia dell’amicizia a causa delle misure di capacità riconosciute da noi stessi, anche se ostentate in maniera compulsiva e illusoria.
Mai come adesso i rapporti di amicizia si allacciano per complicità, cioè una forma di strumentalizzazione dell’altro, per soddisfare il proprio egoismo e la propria avidità. E quando la complicità cessa, l’amicizia svanisce, come diceva Reverdy.
Tutti ci lamentano perché gli amici veri non esistono. Noi ci lamentiamo degli altri, e gli altri si lamentano di noi.
Questo significa che l’amicizia, sebbene ardentemente desiderata, è contraria alla natura umana o almeno accade in casi straordinariamente eccezionali.
Per nostra natura gli uomini siamo dominati da due passioni prepotenti: l’egoismo per se stessi e l’invidia verso gli altri. Ci danniamo perché “gli amici”

non ammirano il nostro potere espressivo che è dannatamente oggettivo, e ci rodiamo il fegato subendo il lavoro degli altri quasi sempre migliore del nostro, visto la pluralità di materia espressiva. Così subiamo e buttiamo zavorra nella rete Internet come pesci morti che nessuno li cerca.
Senza voler accennare ai "falsi amici" linguistici (ossia uso improprio di lemmi o frasi con somiglianza morfologica o fonetica ai "fratelli" stranieri usati impropriamente; i testi con assenza totale di creatività; lo stile assente, la scopiazzatura detta ricerca libresca di parametro didattico da scuola dell'obbligo.
Ma queste “passioni”, come l’avidità e il protagonismo psicologico che sfociano nell’invidia, che veramente muovono il mondo, sono l’opposto dell’amicizia, la quale richiederebbe altruismo e generosità e vera collaborazione secondo un senso etico e morale classico, ma quasi utopico.
Dunque L'intellighentzia locale non forgia amicizia. La sindrome del primo della classe stroppia i rapporti. Noi uomini per appagare i nostri bisogni o desideri, o per superare le nostre difficoltà abbiamo bisogno di un altro, ma non vogliamo che egli capisca che lo vogliamo usare per complicità o connivenza.
Chiamiamo amicizia una società di interessi, uno scambio di bisogni infermi, un commercio spirituale deleterio, insomma, in cui la propria avidità è imperante per nostra natura; gli uomini siamo dominati da due passioni prepotenti: l’egoismo per se stessi e l’invidia verso gli altri.
Ci danniamo perché “gli amici” non ammirano il nostro potere espressivo che è dannatamente oggettivo e insipido, e ci rodiamo il fegato subendo il lavoro degli altri quasi sempre migliore del nostro, pur se quasi dempre mediocre vista la pluralità di materia espressiva.
La propria avidità spera di potere sopraffare e prevaricare a tutti i costi senza riuscirci, allo scopo di appagare il principale problema esistenziale dell’uomo, la consapevolezza psicologicamente devastante del destino biologico di finibilità.

Luigi Mari


Luigi Mari


L’AMICIZIA COME VORREMMO CHE FOSSE
Linkata Youtube - Clicca la freccetta per per ascoltare o spegnere - Se si interrompe la musica riclicca la freccetta e aspetta un po' il caricamento - Per vedere il video clicca l'ultimo pulsante a destra


 
 
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ID: 9596  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 18 ottobre 2008 Ore: 11:52

Caro Cosimo,
a prescindere dal pessimismo Leopardiano, dalle frasi fatte, dalla retorica, la vita è una valle di lacrime, dalla nascita alla morte. Si nasce piangendo e si muore non certo ridendo. Si viene alla luce con le manine chiuse e si muore con le mani aperte. C'è chi riece ad adattarsi a tutte le brutture e alle nefandezze dei consimili con connivenza ed ipocrisia, e questi sono i cosiddetti uomini equilibrati, arrampicatori, uomini di successo.
C'è chi invece vive secondo la logica della giustizia, dell'amore e della fratellanza, questo è l'uomo che soffre.
Tutto dipende dal mosaico evolutivo costruito o autocostruito prima della pubertà.
La felicità è una incoscienza temporanea relativa a fatti contingenti e aleatori. La gioia di vivere non è mai costante e definitiva, essa è la infelicità quando è stanca.
Coloro i quali, poi, si trincerano dietro gli agi e le ricchezze terrene si abbrutiscono e odiano fino alla morte genitori e fratelli per un metro quadro di stanza d'appartamento.

Luigi Mari


ID: 9595  Intervento da: Cosimo CANFORA  - Email: cosimoblanc@hotmail.fr  - Data: sabato 18 ottobre 2008 Ore: 09:14

Sei certamente più esperto di me, anche in questo campo, e te ne do atto.
Solo che da un po' di tempo mi sembra di essere assillato da tutte le parti.
Anche il vicino, il parrocchiano, il collega... tutti mi parlano di soldi da spendere, beni da acquisire, guadagni che non bastano mai.
Allora non mi sento capito quando affermo che la vita non è solo questo.
Ecco tutto.
Forse sono io che amplifico, ma il fatto e che sono sensibile a questo clima di tristezza, che prende anche chi e sensato pregare insieme per tutti.
Passerà .
Grazie per la tua risposta. Mi fa del bene.


ID: 9591  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: venerdì 17 ottobre 2008 Ore: 00:30

Caro Cosimo,
dire mamma MIA, mamma aiutaMI, da adulti è propria dei figli biologici non completamente svezzati; perché noi uomini psicologicamente non smettiamo mai di essere figli, in relazione al bisogno protettivo, all'istinto di conservazione.

La Madre e il padre Celeste sono un altra cosa. La coerenza cristiana esige "Padre NOSTRO", "Dio NOSTRO, Signore, abbi pietà di NOI.
Il rapporto con Dio è oggettivo, mai privato, GLI ALTRI, CIOE' IL PROSSIMO sono più importanti di se stessi.
L'amicizia, come dire, individualistica con Dio non sussiste; per questo le suppliche e le preghiere coerenti con la fede sono quelle collettive.

Ovviamente operare per il bene e l'amore universale può, in ultima analisi, accadere anche fuori dai templi, cioè nelle nostre famiglie, nei nostri condomini, nelle nostre comunità, persino nei forum in Internet.

Luigi Mari


ID: 9590  Intervento da: Cosimo CANFORA  - Email: cosimoblanc@hotmail.fr  - Data: giovedì 16 ottobre 2008 Ore: 21:35

Leggo in questa discussione qui sotto: "Non a caso posiziono qui apparentemente come antitesi questo video eccezionale di Torreomnia, il più riuscito sull'Immacolata, visionato su Youtube migliaia di volte e che il relativo compiacimento anche da non torresi ci gratifica spesso nella mia casella di posta.
Questo video mostra la Torre, come dire, proletaria, la fascia più incline alla fede, ma che comunque agogna dei tesori, quelli celesti. Qui l'emotività fa da padrona ed il sentimento religioso talvolta è apotropaico, avidità e protagonismo in alcuni casi possono stare nelle ovazioni: Dio MIO, Madonna MIA, relativi al tornaconto salvifico post-mortale.
Il cosiddetto "popolino" nel senso educato della parola, è il più colorito e fantasioso nell'interpretare la religione, per questo spesso cade nei canoni superstiziosi, ed è il più timorato di Dio poiché non è molto distratto e adescato dalle tentazioni tangibili terrene del ricco che spesso non baratterebbe mai con un aldilà da venire e, di sovente, la religione se la accomoda addosso secondo la convenienza".


Ogni mattina, mentre mi preparo prima di andare sul luogo della mia attività che mi procura il pane quotidiano (leggi: tuto cio' di cuiho bisogno), chiedo a Gesù di creare in me un cuore nuovo.Un cuore puro (!).
Ho 52 anni, sposato due figli 'adulti'.
Gesù è la sola mia certezza. Il fatto che abiti nel mio cuore, la mia più grande ricchezza, e per questo gli rendo grazie. E' il mio più grande amico e, attraverso Maria, arrivo a parlargli.
Grazie, Signore!


ID: 9574  Intervento da: Marisa Borrelli  - Email: borrellimarisa@tiscali.it  - Data: martedì 14 ottobre 2008 Ore: 14:45

Ciao Massimo, ti prendo a volo. Un ambientaccio quello culturale torrese. Non che dove viva adesso le cose siano tanto floride a riguardo, ma il complesso del protagonismo a Torre del Greco è raccapricciante, preclude molti sbocchi e progressi culturali.
Dice bene Mari: migliaia di professori e quattro alunni: Migliaia di scrittori e quattro lettori. Nessun "Maestro" si sente di interagire con un altro, comunicando e scambiando idee, per questo i forum culturali penano e si moltiplicano a josa i blog monologanti
Marisa


ID: 9573  Intervento da: massimo visciano  - Email: visciano.massimo@libero.it  - Data: martedì 14 ottobre 2008 Ore: 14:34

Caro Luigi,
è una triste realtà che denunci in maniera così esplicita. Con internet è peggio perché viene preclusa persino la presenza fisica. Ricordo però che a Torre questo avveniva già tra gli addetti ai lavori dell'arte in genere e specie del "giornalismo" cartaceo locale (anni 70-80). Tutti nemici in sordina. Belle facce e brutto core.
Massimo


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