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Argomento presente: « SEDUTA AL CONSIGLIO COMUNALE »
ID: 9060  Discussione: SEDUTA AL CONSIGLIO COMUNALE

Autore: Pasquale Infausto  - Email: inpa77@libero.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 4 luglio 2008 Ore: 15:45


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QUANDO IL DISORDINE FA TENDENZA


























Cronaca di una seduta di consiglio comunale a Torre del Greco
Martedì 24 giugno 2008

Sono più o meno le 20 e un quarto. Io ed una mia collega arriviamo al Palazzo Baronale. È la prima volta che partecipo ad un consiglio comunale. E sono anche in ritardo, visto che la convocazione era prevista per le 19 e 30. Entriamo nell’edificio e facciamo per salire le scale quando veniamo fermati da una guardia giurata che ci fa “Prego?” e noi “Stampa”. Ci chiede il tesserino, ma rispondiamo di non averlo appresso, e che comunque non è necessario per poter assistere al consiglio. “Ah, no?”ci fa la guardia, “venite con me”.

Nella foto a lato satira sulla burocrazia locale

Dopo qualche minuto di discussione la soluzione viene trovata: la guardia chiama alle nostre redazioni e si accerta della nostra reale identità (prassi che in ogni caso ci lascia qualche dubbio). Ci dice che possiamo andare ma tiene con se le nostre carte d’identità (molti dubbi anche su quest’altra prassi), le ritireremo alla fine della serata. Tra l’altro ci fa sorridere notare che la guardia, mentre ci canzona un po’ in nome di una qualche nuova regola da noi violata, lo fa tenendo tra le dita una sigaretta accesa, cosa espressamente vietata da un cartello affisso sulla parete. In ogni caso, ancora dubbiosi sulle modalità di accoglienza, saliamo nella sala ancora vuota in cui fra poco si riuniranno i consiglieri. Facciamo un giro.
Vediamo alcune facce che non conosciamo, ma notiamo che la maggior parte, in barba alla legge che vieta di fumare in spazi chiusi, lo fa comunque. Aspettiamo e aspetteremo molto prima dell’apertura della seduta. Quando ciò avviene, siamo seduti sui posti riservati per il pubblico da una mezz’oretta. Dopo un inizio scandito da procedure formali e altre che lo sono un po’ meno, noto che lì dove dovrebbe esserci un estintore, vi si può trovare solo la base a cui appoggiarlo. Controllo dappertutto ma non ne vedo nessun altro.
Lasciamo perdere, comunque, e ascoltiamo cos’hanno da dire i consiglieri. Vengono esposte alcune questioni, con relative posizioni a favore o contro. Tutti sono in silenzio a seguire il dibattito. Ma da quando la seduta riprende dopo un’interruzione di dieci minuti, iniziano ad esserci i primi assenti, le prime chiacchierate tra colleghi e altre persone che non sono assolutamente consiglieri, cellulari che squillano. Il presidente del consiglio, l’avvocato Michele Polese, inizia a richiamare i colleghi all’ordine e al silenzio (cosa che farà costantemente fino a minacciare la sospensione della seduta). “Così non si può più andare avanti”, li ammonisce.

Nella foto a lato la burocrazia regolare

Interpellato in merito ad una questione di infrastrutture inadeguate, un consigliere espone le proprie convinzioni, ma sembra farlo solo per chi ha posto il problema, visto che la gran parte degli altri consiglieri pare non ascoltare, distratto da altre persone, altre voci, o mentre legge alcuni fogli.
La cosa certa è che se a qualcuno tra il pubblico fosse interessata la questione, non avrebbe potuto seguirla, visto che il chiacchierio era così alto da rendere quasi impossibile ascoltare. In seguito si accavallano altre questioni, interrotte in un caso addirittura da una parola abbastanza volgare, che scappa dalla bocca di un consigliere e suscita la reazione infastidita del presidente. Anche in questa sala si fuma, sia chiaro.
Ma la questione che mi infastidisce è che a scuola, per molto meno, sarei stato cacciato fuori dall’aula, con una nota negativa sul registro. Verso la fine della seduta il consiglio è più che dimezzato, tant’è che si rischia addirittura l’assenza del numero legale necessaria per poterla continuare. Una volta concluso il consiglio, torniamo all’ingresso per riprendere le carte d’identità. Io ne approfitto per togliermi un dubbio e chiedo alla guardia: “Mi scusi, ma se il consiglio è pubblico, perché avete dovuto controllare chi fossimo?” La risposta è semplice ma non molto rassicurante: “Avevate ragione voi, me lo hanno detto dopo che potevate passare perché la seduta è pubblica”.

Arnaldo M.Iodice


Inviato da Pasquale Infausto

 
 

ID: 9089  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: venerdì 4 luglio 2008 Ore: 15:45

Nuova pagina 1

ID: 9062  Intervento da: massimo visciano  - Email: massimo.visciano@libero.it  - Data: giovedì 26 giugno 2008 Ore: 14:18

Carissimi di Comunità,
prima di tutto grazie e complimenti per aver discusso senza peli sulla lingua, a Torre non è consueto, tra benismi, pregiudizi e connivenze. Scusatemi, ma avete però scoperto l'acqua calda. Anzi siete stati abbastanza generosi perche spesso accade di peggio.
Ma se nelle aule del Governo Centrale si azzuffano e volano schiaffi ed epiteti ingiuriosi che più non si può, nella sala di Torre sono rose e fiori, se teniamo conto che nella Camera e nel Senato vi sono puntate diecine di telecamere e i parlamentari sanno bene di essere ripresi e le cui risse vengono trasmesse da tutte le TV, persino estere.
Chi detiene il potere, tra immunità parlamentari, abolizioni delle intercettazioni e quant'altro, sa di potersi permettere quello che vuole e sa pure di essere rieletto perché il popolo di uomini migliori non ne trova facilmente.
Io sono torrese, ma faccio un lavoro itinerante lungo lo Stivale e vi posso assicurare che quello che lamentate voi e diffuso dappertutto.
L'importante è che il comportamento scomposto sia fine a se stesso e non infici sullo sviluppo e il miglioramento del luogo governato. Negli ultimi tempi sembra che a Torre da quest'ultimo punto di vista non possiamo lamentarci, ed è qui che bisogna battersi. Progresso, ordine, sviluppo sociale ed economico. Si deve incominciare a partire dal punto di vista che solo allora staremo veramente bene, quando starà meglio tutto il nostro prossimo, almeno nelle cose essenziali.
Grazie Iodice anche perché il suo simpatico intervento mi ha permesso di esprimere questa mia opinione. Massimo Visciano.

massimo.visciano@libero.it

REPERTORIO: UNA DELLE RISSE PIU' MITI DEL PARLAMENTO:



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