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Argomento presente: « RI PENZA (PENSO) RI ERGO SUM »
ID: 8470  Discussione: RI PENZA (PENSO) RI ERGO SUM

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: martedì 3 giugno 2008 Ore: 00:46







Pigia la freccia e regola il volume per ascoltare “Exso Politics”

UN’IDEA TRASCENDENTALE


L’INFINITO-IL PENZATORE

Egregio Professore, sono stanco per un lungo viaggio in auto dalla Riviera Adriatica: là ci sono infinite belle ragazze, per cui occorre essere sempre attenti per ammirare. Ho una voglia matta di dormire ed il sonno mi vieta di leggere anche, ma non posso fare a meno di accorgermi, scorrendo il suo scritto, che lei ripete le stessissime cose di sei anni fa, quando nacque questo foglio. Allora non pubblicai per intero la sua lettera.
E lei mi disse che aveva fatto comodo per la prima parte, non la seconda censurata. Stavolta, per evitare che lei ricominci, pubblico integralmente la lettera, facendo cosa grata solo a lei.

Voglio soltanto chiarire alcuni punti. Primo: quando chiedo uno scritto sia ad un professionista che ad un operaio o ad un accattone, non insisto né garbatamente, né in malo modo: chiedo e basta. Se il sedicente scrittore prepara il pezzo, fa piacere la varietà delle firme; altrimenti può anche andare a farsi benedire a quel paese con la sporta carica di presunzione, di boria, di vanagloria. Secondo: la testata L’Infinito lascia spaziare, Il Penzatore (da Penza) pensare.
…il passaggio da un’idea trascendente…all’altra idea, limitata, dell’umano Penzatore dove in un discutibile gioco di parole allusive (che peccano di egocentrismo) si passa di colpo all’infinitezza alla cacofonia chiusa del mortale penzatore(?)…
E a noi fa piacere. Ricordo che a Napoli, molti anni fa, si pubblicava “Monsignor Perrella”, un giornale satirico, ironico e a volte volgare, manco a dirlo. “Il Mattino”, “Il Roma”cosa hanno in relazione agli scritti? Niente di niente. E mi meraviglio che a dirlo sia proprio lei, un docente presso i Licei Classici d’Italia. Arrivederci professore Rinaldi, e tenga ben care le sue idee. Ma prima di finire una frasetta nelle orecchie gliela voglio sussurrare. “Chi non è egocentrico si faccia avanti, e lei non può farsi avanti di certo, anzi deve fare molti passi indietro”. F.P..



Dott. Francesco Penza


 
 

ID: 8924  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: martedì 3 giugno 2008 Ore: 00:46

COGITO ERGO SUM


ID: 8554  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: martedì 15 aprile 2008 Ore: 03:44

Messaggio agli stranieri di passaggio: L'unica satira, consentita sotto il Vesuvio, è verso la propria persona, solo così sarete considerati "normali" altrimenti il terzo girone vi attende. Fate pure mille buone azioni ai nostri concittadini, ma attenzione non sgarrate nemmeno con una monosillaba: il beneficiato diventa all'improvviso un nemico mortale.




Sopra Luigi Mari 40 anni fa. Allora quache ragazza avrebbe cliccato col puntatore del mouse sulla mia foto. Lo facciano pure le anziane, oggi, fraternamente, se vogliono, ma i maschi no, per carità. Qualche cliccata potrebbe rivelare quello di Iscariota.

Pensiero notturno:
"L'uomo non smette di giocare perché invecchia,
ma invecchia perché smette giocare" (Giorge Bernard Show)


ID: 8548  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 14 aprile 2008 Ore: 01:29

Senza generalizzare le prerogative di noi altri tuttologi sono: sedicenza, invidia, permalosità, ingratitudine, tendenza al "pelo nell'uovo". Adatti a dialogare ci difendiamo con una sorta di inane mutismo. Da questo concetto si dipana questa puerile satira.


A lato: Luigi Mari 40 anni fa. Satira
per satira accontentiamo gli amici torresi. Ecco,
questa è la sede per i maschietti per cliccare sulla mia foto. Niente eventuali baci di giuda, solo "frecciatine".







ID: 8472  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: giovedì 3 aprile 2008 Ore: 13:47

DIETA AFRODISIACA













I cibi afrodisiaci nei secoli

L’uomo nel corso dei secoli ha spesso cercato sistemi e sostanze che potenziassero le sue capacità amatorie, non ultime il cibo e l’alimentazione in generale. Nelle antiche civiltà greche e romane tutti i più grandi poeti di quel periodo cantarono le lodi di alcuni alimenti ritenuti capaci di esaltare le virtù amorose. Infatti fu dal nome della dea dell’amore Afrodite, che venne coniato il termine afrodisiaco che sta ad indicare ogni sostanza capace di eccitare od esaltare lo stimolo ed il potere sessuale. Già i popoli greci consigliavano a tale scopo tartufi, cipolle, carote, miele, uova, storione, pesci e crostacei in particolare, perché provenivano dal mare, che aveva dato i natali proprio alla dea Afrodite.A questi alimenti i Romani aggiunsero gli organi genitali di alcuni animali: l’asino, il lupo, il cervo, tenendo in gran considerazione anche le ostriche. Nei monasteri Medievali il consumo della carne era interdetto e nelle abbazie più rigoriste si arrivava a negare la comunione proprio perché si riteneva che la carne e soprattutto quella dei quadrupedi attentasse alla continenza. Furono redatte vere e proprie liste di proscrizione degli ordini monastici, che oggi ci consentono di redigere il catalogo degli alimenti allora considerati afrodisiaci perché rinvigorenti nel Medioevo come anche in età rinascimentale e barocca. Erano quindi ritenuti utili la carne e tutti i cibi caldi e duri da digerire tra questi i vegetali, i ceci, le fave, le cipolle, i porri, i cavoli, le melanzane, le castagne, i pinoli, le mandorle, le spezie, in genere e soprattutto i tartufi, che si pensava aumentassero lo sperma e l’appetito del coito; tra i pesci e affini le ostriche, i granchi di fiume e le uova di tutti i pesci, tra i grassi il burro.Particolarmente efficace era giudicato il cervello di qualsivoglia animale, nonché la carne dei piccioni e degli sfrenati passeri (sessualmente parlando); erano reputati autentici toccasana; infine i testicoli, di toro e d’agnello. Un cenno meritano anche il frumento e il mais o meglio ancora la polenta, di cui solo recentemente sono state svelate le qualità afrodisiache.
La dieta afrodisiaca oggi
La fama dei cibi afrodisiaci si è tramandata fino ai giorni nostri e la lista degli alimenti afrodisiaci si è parzialmente modificata e anche allungata. Gli alimenti e le ricette afrodisiache costituiscono un esempio di come si possa abbinare il piacere della gola a quello del sesso, ma a volte i cibi e le ricette non bastano, consigliamo anche una sana attività fisica e la riduzione delle abitudini alimentari negative quali alcool e fumo. Inoltre al momento di consumare i cibi l’atmosfera dovrebbe essere adeguata, magari con luce soffusa e candele che emanano profumi esotici, la tavola possibilmente imbandita con dei fiori, in sottofondo non dovrebbe mancare la musica adatta. Gli alimenti attualmente ritenuti afrodisiaci in ordine di importanza ostriche, lampascioni, rucola, crostacei, banane, rane, parmigiano, uova, fave, polenta e peperoncino. Controproducenti lattuga, cetriolo, bevande alcoliche e caffè.



Dott. Francesco Penza



ID: 8471  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: giovedì 3 aprile 2008 Ore: 13:15

STEFANO BORRIELLO, pittore torrese

Nella foto a lato: un'opera del maestro Borriello di Torre del Greco


Al Museo Minimalia di Fuorigrotta dall’8 al 30 aprile

Nasce a Torre del Greco nel 1940, dove risiede. Frequenta la Scuola d’arte locale e si diploma all’Istituto d’Arte di Napoli. Negli anni giovanili sperimenta tecniche, con riferimenti al Novecento (Morandi), e poi si svincola dalle varie esperienze.
Nel 1957 partecipa alla collettiva al Circolo D. Morelli di Torre del Greco, nel 1961 organizza la sua prima personale, seguita da una seconda nel 1963 e una terza nel 1965. Insegna disegno e storia dell’arte.
Nel 1968 personale a Cagliari. Nel 1975 al Centro d’arte Cava dei Tirreni. Nel 1976 è presente con Del Pezzo, Di Bello, Tatafiore, Barisani alla Mostra proposta Museo laboratorio delle arti visive a Napoli alla Mostra d’Oltremare. A Napoli nel 1978 installa opere tridimensionali sulle pareti del Centro Ricerche Artigianato e Design “L’Ellisse”. Personale nel 1986 alla Galleria La Vela di Torre del Greco.
“Attualmente la sua ricerca è indirizzata verso l’analisi della percezione dell’immagine, la cui forma precostituita, geometricamente e cromaticamente definita sulla superficie dell’opera, viene gradatamente destrutturata e quasi totalmente cancellata da progressivi interventi di accumulo e sottrazione di materiali (pittura, collage, assemblagi, immagini computerizzate)”. I risultati della ricerca sono nel 2005 a Napoli nel Museo Minimo di Fuorigrotta, Minimalia, a cura di Samchez, dove dal l’8 al 30 aprile 2008 è nuovamente presente. Nel maggio del 2006 è stato presso lo spazio espositivo Studio Storace di Vico Equense con “Progetto 1”.

NOTE CRITICO D'ARTE
...i manufatti di Borriello, pure marcando ugualmente fin dall'origine la loro natura d'artifizio, risultano indocili a una collocazione in un tempo e in uno spazio perfettamente identificabili, postulano derivate e svolgimenti in un'alonalità ideale. E' significativa l'impaginazione data dall'autore a ciascun lavoro. L'immagine, conclusa in sé o debordante, puntualmente si apre oltre i confini polimaterici entro cui è stata concepita e realizzata, proiettandosi verso aure che si aggiungono, apparentemente in cornice, sostanzialmente invece organiche a processi d'incontro con l'ambiente ma soprattutto con la sensibilità del fruitore. Ogni opera, così, è deliberatamente aperta, ma conme fattore moltiplicatore di movimenti che indagano analiticamente e forse incidono sulla percezione dei fenomeni artistici e sul mistero dell'espressione.

UGO PISCOPO



A cura del Dott. Francesco Penza



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