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Argomento presente: « PENZA (PENSO) ERGO SUM »
ID: 8467  Discussione: PENZA (PENSO) ERGO SUM

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: mercoledì 2 aprile 2008 Ore: 23:43







Pigia la freccia e regola il volume per ascoltare “Pane e Coraggio” cantata da Ivano Fossati.

SOGNO LA DEMOCRAZIA
LA CIVILTA’ DELLA MORTE


Per Freud, per il suo complesso di Edipo, l’uomo odia il padre (Laio) e ama la madre (Giocasta), ovvero la gelosia del bambino. Per la donna è il complesso di Elettra.
Non superando la fase edipica, l’umanità dalla notte dei tempi ha sempre cercato un padre religioso, celeste, biologico, politico, che è poi diventato un ostacolo sociale.
Ieri si credeva che bisognava prepararsi per inserirsi in società; oggi i titoli accademici non producono nessun effetto per un appiattimento culturale. Per anni si cerca se stessi, scavando nella memoria per trovare la soluzione dei problemi esistenziali.
Sempre credendo che ci sia il merito riconosciuto, ai poveri si vietano il seminario, il liceo, il cibo, il vestito. Si deve soffrire per vivere. La ricerca del senso della vita passa attraverso il corpo della donna. Un edipico non risolve il problema, ma sposa una donna, che ha più problemi di lui. Dramma completo.
Oggi le persone capovolgono il complesso d’inferiorità e tentano di annullare l’altro. Avendo inventato le pseudoscuole di teatro, di cinema, di politica, l’uomo si tuffa in un’avventura di vita impreparato e improvvisato. Prodotti scadenti per accontentare tutti.
Se il soggetto che ti sta davanti è forte, o lo subisci o leggi la sua psicologia capovolta e lo assolvi, anche se prevarica. In realtà è faticoso metaforicamente distruggere sempre gli altri, che diventano avversari nel momento che contrastano le opinioni.

Siamo in una foresta mentale, che stravolge la logica del sociale per la civiltà della morte.
Nel momento che non si è disposti a subire, ecco l’isolamento, difficile in un contesto lavorativo o familiare; cosicchè nascono la passeggiata, la prostituta, il giornale di destra o di sinistra, la raccolta dei calciatori, il vino buono, la macchina veloce, la moglie, la TV digitale, il computer all’ultima moda, il pettegolezzo, le fantasie verbali di lauree inesistenti, l’esibizione cercata, i buffoni di corte. Una corte dei miracoli. Secondo il regime vigente, la cultura deve essere annullata. Infatti, in alto i personaggi frenano
Le aspirazioni del popolo, distribuendo mediocrità e, con grande imprenditorialità, vendono l’uomo, togliendogli il pensiero.
E l’uomo torna nelle caverne. Abisso tra ricchi e poveri, collusione tra Stato e delinquenza.
Per ragioni professionali, dovrei compilare cartelle cliniche per giustificare complessati, traumatizzati, ignoranti. Invece, tutti, per onnipotenza, per impotenza, compilano cartelle ed emanano sentenze vitali per autossigenarsi.
La conquista sociale è dura e chi vuole affermarsi deve lavorare sodo; non essere lanciato ai vertici per intrallazzi.
I politici tendono unicamente ad arricchirsi.. Quindi solo commercianti di carne umana, che poi si rivendono al migliore offerente.
A Napoli siamo avanguardisti nell’arte e in retroguardia nel sociale. Incoerenza civile. “Saran potenti i papi, saran potenti i re, ma quando qua siedono sono tutti come me” Belli.
La verità è che il papa resta papa anche dopo, il re re e il povero povero, che guarda lo sfarzo dei privilegiati.
In conclusione, chiedo per chi votare per le elezioni nazionali e comunali con la proporzionale, segnando il simbolo e lasciando alle segreterie di partito la scelta degli eletti. Io sogno la democrazia. Il pattume e il piattume sono stati programmati da pochi, che guidano il mondo verso la sfacelo totale.



Dott. Francesco Penza


 
 

ID: 8469  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: mercoledì 2 aprile 2008 Ore: 23:43












Il Risorgimento va riletto

L’Italia, dopo tante, tantissime sanguinose ed impari lotte sostenute contro l’oppressore straniero, dopo tanto sangue versato sul suo suolo, dopo tante battaglie, finalmente, dopo secoli di schiavitù, è una libera e indipendente! Ma quanti travagli, quanta fatica per giungere a questa meta!
Occorreva qualcuno che inculcasse nell’animo degli italiani, ormai schiavi, la parola ardente di amor patrio, che vi infondesse ideali di patriottismo: ed ecco ergersi la figura maestosa quanto simbolica dell’apostolo Giuseppe Mazzini.
Occorreva qualcuno che ponesse il Piemonte all’attenzione europea: ed ecco ergersi l’illustre Conte Camillo Benso di Cavour, il quale con la sua alta strategia politica contribuì per buona parte all’unità d’Italia.




Nella foto a lato Camillo Benso conte di Cavour

Occorreva qualcuno che guidasse i giovani alla lotta, che infondesse nei loro animi audacia: ed ecco il marinaio Nizzardo ardente di coraggio Giuseppe Garibaldi. Ci fu anche una vera battaglia letteraria, alla quale presero parte attivamente Alfieri, Foscolo, Parini, Gioberti. Validamente contribuirono al risveglio di quella coscienza nazionale assopita da secoli di servaggio.
“Le mie prigioni” del Pellico furono davvero per l’Austria una battaglia perduta. Se oggi noi riusciamo a vivere in pace, in una piena democrazia e in una libertà di pensiero, di parola, di culto, non dobbiamo dimenticare che il merito spetta a questi uomini che con la loro “eternata parola” scacciarono lo straniero. Anche i musicisti fecero librare le alte note della libertà verso l’unità d’Italia. Ed allora siamo fieri della nostra terra, di questa terra che fu dei nostri avi, di questa terra nata dal sangue di tanti eroi.

Nella foto a lato: Silvio Pellico

Questo tema, svolto a scuola da un ragazzo, mette in evidenza la mia ingenuità storica dell’epoca. Oggi, dopo aver letto molti trattati di storia, ho una visione perfettamente capovolta: la Massoneria ebbe un ruolo dominante nel Risorgimento italiano insieme con la mafia siciliana e affermo che fu inutile tanto spargimento di sangue, perché il tutto fu redatto a tavolino dalle potenze europee. Molte statue di personaggi in molte piazze di città italiane dovrebbero essere rimosse. La nota amara è di oggi: se affermassimo che questi illustri uomini hanno contribuito a renderci liberi, diremmo una bugia. Gli uomini, che si definiscono politici e che s’interessano della Cosa Pubblica, sono dei grandi mentitori. La globalizzazione economica ha reso più visibile il fossato che separa i ricchi e i poveri. Il Risorgimento va riletto.



Dott. Francesco Penza



ID: 8468  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: mercoledì 2 aprile 2008 Ore: 23:24

FILIPPO STROFALDI Vescovo d’Ischia

Carissimo dott. Penza, io chiedevo informazioni sul luogo da lei indicatomi per farne un centro di servizio medico, al servizio di persone bisognose, ma credevo che fosse a Ischia, invece è a Napoli con tutte le difficoltà inerenti .
Io non posso, come ex Parroco e Vicario Episcopale, interferire nelle attività pastorali ed eventuali decisioni della Caritas o del cardinale Sepe e mi sento a disagio anche solo a parlarne, perché ogni Vescovo è responsabile della sua diocesi e dei suoi uffici di curia.
Poi, la mia conoscenza con il Cardinale, è solo dal tempo della sua venuta a Napoli, non avendolo mai incontrato e conversato, se non in qualche funzione ufficiale a Roma, dove lui è stato sempre.
Mi scusi la franchezza, ma io amo fare solo quello che io personalmente posso fare perché nei giri di persone, le cose si perdono sempre. Auguri per lei.

+ P. Filippo
***
Appendice:
Smitizzazione di Dio e mitizzazione del capitale in una società liberista. All’uomo di ieri bastava un tempio, recitare una preghiera, ringraziare il suo Dio e andare avanti. Il selvaggio con poco viveva. Oggi al popolo occorre molto sacrificio per vivere. Sono rassegnato su tutto, ma non alla televisione, che si propone guida del Paese e ti amareggia. Meno male che c’è il telecomando, con il quale si possono cambiare i programmi. Poche sere fa, alla TV7, ho seguito:”Ma tu credi nella resurrezione di Gesù?” E’ nata una gran confusione d’idee, malgrado la presenza di baroni dell’Università, che difendevano solo le loro cattedre. Nessuno, dico nessuno, ci ha riportato alla fede e al simbolismo originario, come ho avuto modo di apprezzare dai volumi di Mons. Gianfranco Ravasi. A cui chiedo di intervenire nello scempio culturale del mondo.
***
Grazie, caro dott. Penza, per la Sua simpatia e sintonia. Il quesito che Lei pone, in prima battuta, merita una risposta negativa. Tuttavia se si vuole scavare in profondità nel concetto di simbolo, allora si possono fare considerazioni più variegate e suggestive. Chissà mai che un giorno possa avere il tempo di affrontarle con un mio articolo su "Famiglia Cristiana".
Con amicizia,
+ Gianfranco Ravasi arciv.


Dott. Francesco Penza



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