Puoi anche Tu inserire qui
un nuovo
argomento

  Torna all'indice
Comunità

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

Argomento presente: « CHE 'MBRUOGLIO! »
ID: 8302  Discussione: CHE 'MBRUOGLIO!

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: sabato 8 marzo 2008 Ore: 11:53

SUPERSTIPENDI PERL’EMERGENZA RIFIUTI PER 14 ANNI

di Franco Penza

Due miliardi di euro è costata l’emergenza rifiuti in Campania. Uno sperpero di denaro pubblico consumato lungo i 14 anni del commissariamento.Uno stillicidio che ha portato la Regione Campania al collasso. Con due miliardi di euro si sarebbero potuti realizzare sette termovalorizzatori. L’atto di accusa della Corte dei Conti sulla cattiva gestione delle risorse non è una voce isolata. Dall’altra parte ci sono i pm titolari dell’inchiesta sulle irregolarità nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti., intervenuti nell’aula bunker di Poggioreale nel corso dell’udienza davanti al gip Marcello Piscopo. Per chi lavorava nel commissariato, più durava l’emergenza più guadagnava. E si tratta di guadagni inimmaginabili rispetto ad altri settori della pubblica amministrazione. Hanno sottolineato Giuseppe Novello e Paolo Sirleo ribadendo la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei 28 imputati tra i quali il governatore della Campania Antonio Bassolino, coinvolto nella sua qualità di ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. I magistrati hanno citato come esempio i casi di compensi annui di un milione e 50000 euro annui per il sub-commissario Vanoli e cifre tra 800-900mila euro per i subcommissari Paolucci e Facchi.
Dopo le tante brutte figure, i cosiddetti politici, con la loro faccia di corna vecchie, si ripresentano tuttoi in blocco per essere rieletti. Intendono cambiare l’Italia: la loro o la nostra?. Si volta pagina: la prima o l’ultima?. Si guarda al futuro: il loro o il nostro?. La politica deve rialzarsi perché è K.O. Basta con lo scontro ideologico (quale?). Si desidera una stagione nuova (quale?): La speranza (quale?). Pagare meno, pagare tutti, Le tasse le devono versare solo loro per gli stipendi da capogiro, che si autodanno. Invece le tasse le versano i pensionati, i disoccupati, i poveri. La destra ripropone la tolleranza zero con i rom, con i clandestini e i criminali. Ma non avevamo già sentito questi versi? Ringraziamo fintamente chi ha permesso la caduta del governo precedente ed occhio alla legge elettorale che premia le coalizioni. La sinistra si avvia nei sentieri…Diceva mia madre: ”Che 'mbruòglio!”




Dott. Franco Penza


 
 

ID: 8309  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: sabato 8 marzo 2008 Ore: 11:53

Caro Gigi,
smentisco me stesso e non mi complimento più con nessuno. Ho scoperto che le recensioni compilate per i cosiddetti artisti del circondario sono state distrutte. (Sic!) E la ragione è ovvia, se non si soffre con la tasca, nemmeno il medico è buono.
La gente è incattivita e il rimedio è farsi i fatti propri (se te lo permettono). Io ho parlato sempre di "pazzielle", ed ho sbagliato, ma le persone fuori campo improvvisate vogliono a tutti i costi definirsi talentuosi. Si inventano le lauree
(tanto chi controlla?) le mogli, i figli nel mondo, l'arte.

Apro una parentesi). Sulla Lenga turrese darà il suo parere il prof. Italo Sarcone, docente di Greco e Latino del Liceo Genovesi e spiegherà a suo avviso il concetto di patavino con il cucchiaino.
Chiarisci i concetti, se puoi; negli ultimi tempi la stanchezza mentale di una vita tra stupidi ci ha travolti. Cari saluti.

P.S. - Che andassero un pò alle scuole serali per imparare a vivere. Altro che prossemica, a cui hai accennato nel tuo ultimo intervento.
Dott. Franco Penza


ID: 8305  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: venerdì 7 marzo 2008 Ore: 00:18


























Mi spiace, il tuo browser non supporta il linguaggio Java


Giuseppe Penza

IL MOSAICO

Considerazioni dell’uomo della strada



Sono nato il 16 maggio 1915 da genitori, attori del cinema e del teatro. Dovevo seguire le loro orme ma fu per poco tempo. Cresciuto dalla balia a Pianura, amavo l’odore dei campi, camminare lungo le campagne. Grandicello, consegnato alla nonna paterna, fu per me un sacrificio. Frequentai la Scuola elementare Mario Pagano di Napoli, di cui era direttore Michele Mastropaolo e conseguii la licenza elementare. I miei mi rinchiusero in collegio a Milano. Appena giunto, vidi delle belle ragazze, rinchiuse dall’altro lato dell’edificio. Le inviai un biglietto, intercettato dal censore, che mi punì in cella di rigore per dieci giorni. Mio padre, combattente della III^ Armata comandata dal Duca d’Aosta era lontano da mia madre, che io bramavo vedere. Ma potetti solo scrivere alla Fregolina, che abbracciai a venti anni. Partecipai alla maratona con Costa e Brignoli, poi cominciai col pugilato. Conobbi Primo Carnera, campione del mondo dei pesi massimi, vidi alcuni suoi incontri, mi salutò dall’alto dei due metri e quattro centimetri La disciplina nell’Istituto era ferrea e così organizzammo la rivoluzione, domata dopo 24 ore dai carabinieri. Mi trasferirono a Torino nella cella che aveva ospitato Ettore Petrolini. Vi era la sua firma sulla parete e io a caratteri cubitali scrissi accanto: anch’io sono un artista, figlio d’arte. Dopo circa un mese di buona condotta, mi riportarono a Milano. Si parlava di sport, di campioni nel cortile e un romano fortissimo m’incominciò a punzecchiare: che fare con un bue? Ma cominciò la lotta con botte da orbi.
In ultimo il toro fu domato con due occhi gonfi. Dopo sei mesi libero. Camminai per Torino, Milano, facendo lo spazzaneve, il venditore di cravatte per sbarcare il lunario. Finalmente a Napoli nel 1934. Divenni un buon pugile. Mi allenavo col campione d’Italia Ernesto Centobelli, poi con Michele Palermo, Nicola Zito. Il mio amico Nicolino Maldacea, cantante e attore, fu campione dei pesi gallo. Potevo diventare un campione, ma per i sacrifici che impone, lasciai lo sport.Nel mio peregrinare ricordavo il Circolo Esploratori, dove nel 1929 fui il primo lupetto premiato per il catechismo dal Cardinale Ascalesi. A Materdei Padre La Rovere aveva l’intenzione di avviarmi alla vita missionaria, come consigliato a Padre Russolillo, a Padre Nardi, ma la mia vocazione svanì nel nulla.
Fui chiamato alle armi nel 1935 in Aviazione, aeroporto di Gorizia, corso di motorista. Partecipai a numerosi voli. Per una mia infrazione, fui escluso dal corso. Mi prese a cuore il maggiore Rovis, aiutante di Italo Balbo. Ma il comandante del 37° gruppo aerei di bombardamento nel collaudare un nuovo tipo d’aereo, perì tragicamente.Dopo fui trasferito ad Asmara in Africa Orientale. Mi affidarono 370 ascari. Ma pure delle more mi stancai e rimpatriai. A Napoli ci preparavamo per la seconda guerra mondiale. Ripartii nuovamente per l’Africa con la Divisone Granatieri di Savoia, destinazione Addis Abeba. Girai tutto il continente nero per una missione topografica. Ricordo in quel periodo Curzio Malaparte ufficiale dell’esercito.
Esaurito e stanco, fui ricoverato all’Ospedale di Addis Abeba. Riconosciuto per il rimpatrio, a Napoli fui impiegato presso la Previdenza Sociale, sede staccata Convalescenziario di Torre del Greco. In quella sede incontrai la bruna, che mi ammaliò e mi condusse all’altare. Nacque mio figlio Francesco e dopo un anno e mezzo di lavoro, fui licenziato perché litigai con l’economo. La guerra era scoppiata ed io fui richiamato militare.Era un macello da per tutto. I nostri ufficiali organizzavano alla meglio i resti dell’esercito, ormai distrutto moralmente e fisicamente. Non si sapeva dove andare. Fui assegnato alle batterie contraeree a Poggioreale, da dove scappai a Greci, nell’avellinese con moglie e figlio di appena un anno. In quel paese facemmo teatro in cambio di cibo e tabacco da vendere sotto la minaccia delle armi tedesche. Ritornai a Napoli, mi consegnai e mi destinarono a Cassino.
Poi nel 1945 la fine della guerra, l’armistizio, la miseria. Senza lavoro, senza casa, con due bimbi, era nato Enrico, mi arrangiavo come manovale al porto. Per aver preso un pezzo di pane, gli inglesi mi legarono per 24 ore su una sedia. Mi ribellai e furono pugni, fino a quando un interprete affermò che io ero un bravo giovane. Mi lasciarono e mi diedero un sacchetto con provviste. Nel 1946 fui chiamato da una casa cinematografica e fotoromanzi, ma non accettai l’invito. Dopo al Cinema Corallo come tuttofare. Furono presentati spettacoli in musica, riviste, serate di gala con Emma Grammatica, alla quale dedicai una mia poesia. Poi passai al Cinema Oriente, tempi d’oro, con il proprietario Michele Sorrentino, appassionato di pugilato e con un cuore grande. Cambio di gestione e ancora situazione difficile. Quattro figli da crescere, (erano nate Concetta e Assunta) senza un lavoro stabile rendono la vita faticosa, ma la Provvidenza mi aiutava con la mediazione di una zia, sorella di mio padre.
La strada da percorrere fu coperta da gioie e dolori. I quattro figli sposati e con bei nipoti le gioie; il dolore la perdita della mia cara compagna. Ma ringrazio il Signore, che mi ha permesso la visione di uno spettacolo, che è durato nel bene e nel male, tanti anni.

LETTERA D’AMORE
Mia diletta, ristora questo cuore, disperato e assetato d’amore. Non voglio sognare, ma sei tu in questo momento a darmi pace, perché cerco pace ma non la trovo pensandoti. Non posso vivere senza di te. Ti stringo cullandomi tra le tue braccia. Ti amo e non voglio perderti
Baciami, baciami! Stringimi forte al tuo cuore, assicurami che mi vuoi bene, mio grande amore. Bruna, dagli occhi di passione, dolce è il cullarmi tra i tuoi pensieri. Nettare d’Oriente, linfa prelibata, è un tormento pensarti. Non un istante della mia vita mi allontana da te. Cara, per te sacrificherei la vita. Non mi stancherò mai di amarti. Colmo quest’animo del tuo affetto. Noi siamo fatti l’uno per l’altra. Tu mi vuoi bene. Ammiro la tua bellezza, il tuo corpo, i tuoi occhi tremuli come le stelle. Il rivolo a valle stanco e solitario precipita per morir d’amore. Le onde del mare s’infrangono sulla scogliera tra la morte e la vita. L’amore non realizzato uccide.
Autunno, come spargi le foglie al vento, così allontana questo incantesimo. Vedo te giorno e notte. Desidero abbracciarti e baciarti continuamente in una follia d’amore. Mio amore, sovrana del mio cuore, ristorami. Non voglio cullarmi nei sogni. Vita mia, come il rio a valle scorre e disseta il viandante, così dà da bere ad un assetato d’amore. Guardo l’orizzonte e scruto il mare, l’infinito, la passione che arde, che non si spegnerà mai. Amore, vorrei scrutarti in fondo al cuore. Dimmi: mi ami tu? Voglio crederti. La rosa sbocciata profuma ma è ricca di spine. Tutto passa, tutto è fugace, tutto è mistero.
La vita trascorre come una rondine stanca in cerca di pace. E di un nido per riposare. Senza speranza cerco una primavera di sole. Sei tu la primavera, la speranza. Canto per amore, canto per disperazione, canto per un sogno. Non possiamo fondere due solitudini in una? Mio pensiero, non passa un istante che io non ti veda. Sei l’aurora, il mattino, la sera, il nettare, il bacio. Mia adorata, nello spazio infinito volano gli uccelli in cerca di calore durante il vero triste. Anche tu sei una rondine che vola nel mio pensiero. La passione, che brucia in me, non la può spegnere nessuna forza al mondo. Nell’azzurro mare a sera appaiono le sirene, poi svaniscono insieme con i sogni dell’uomo…oh, mia sirena!

LO SPAZIO INFINITO
Regna l’Onnipotente. Grande Iddio sovrano, padrone dell’universo a cui sono soggette le creature del mondo, governi con saggezza e intelligenza. Ma l’uomo ha distrutto tutto ciò che hai creato. Era meravigliosa la tua opera. Avido, l’uomo di ricchezza non ha capito il messaggio d’amore. Alcuni uomini di buona volontà cercano di far luce su questo mondo di tenebre. Domando e dico:”A che è valsa la tua crocifissione, se ancora oggi ti crocifiggiamo e ti oltraggiamo. Il sanguinoso peregrinare su questa terra è orrendo. Tutti trattano droga, sequestri, delitti, oscenità. O grande Iddio, fa che si ravvedano gli uomini e si accostino a te nella luce della verità e della giustizia.”

‘O POETA
‘Nu tiempo ‘o cunuscette/ scriveva poesie e barzellette/, me piacevà parlà cu isso/ risoluto e ‘nzisto/ ‘o mare pittava/. Faceva belle ‘e ccose, era ‘n’armonia a ssentì ‘a voce soia.

GRIDO ANGOSCIOSO
Come desidererei recarmi là, sul monte antico, che si staglia sull’infinito e sentire lo scampanio e il belar delle pecore, il grido del pastore, l’abbaiar del cane, il rio che scende a valle e percorrere a piedi nudi la mulattiera sui ciottoli per sentirmi rinascere.

SEQUESTRI E RAPINE
Siamo al sequestro di persone viventi e non viventi. Bambini di pochi anni sequestrati per milioni e tombe trafugate per chiedere il riscatto. Rimpiango l’Italia di un tempo, rispettata da tutti.

IL COLMO DELLA PAZZIA
Su un giornale della domenica lessi che un uomo per difendersi estrae dalla tasca un coltello; l’altro più svelto glielo toglie di mano e con la lama gli stacca la testa, con la quale gioca a pallone. Non vi meravigliate c’è di peggio. Nell’ex Jugoslavia, i Serbi tentano di sterminare i bosniaci, massacrando i maschi, violentando donne e bambine, mandando al macello sui campi minati i prigionieri, vestendoli con divise in modo che sembrano nemici, in nome di una pulizia etnica in pieno ventesimo secolo sotto l’attenzione dei russi e degli americani.

IL VORTICE
Nel tenebroso, il vortice della vita travolge uomini e cose. Senza scampo ti trovi senza amore, nel terrore, nel sangue. Coll’incalzare del tempo gli uomini assoldano killer, che colpiscono senza pietà. Clan contro clan per il dominio della piazza. Il governo guarda e lascia fare, ma verrà quel dì con uomini forti e intelligenti e tutto finirà. Sono anni che aspettiamo una era nuova di giustizia tra i popoli tra mille difficoltà. Guardiamo fiduciosi il futuro. Chi vivrà, vedrà.

LA GIUNGLA
Oggi l’uomo è famelico, assetato di sangue. Io sono stato in Africa tra le belve affamate, ma esse erano più buone degli uomini del giorno d’oggi. Basta che davi loro da mangiare. Ho visto delle iene a due passi da me che nulla mi facevano. Allora ho ragione di affermare che siamo nella giungla. Quanti in America del Sud rapiscono i bimbi per sottrarre loro gli organi da vendere e da trapiantare nei ricchi. Non c’è commento. L’uomo uccide l’uomo. Non sappiamo cosa mangiamo, come camminiamo. Diceva un politico illustre che la democrazia è un pessimo governo, ma che non ne esistono di migliori.

IL BOCCIOLO FALCIATO
Piange, lagrima, grida la bimba. Il mostro stringe la morsa e falcia il bocciolo. O ira divina, colpisci il forsennato; o Caronte colla tua barca affonda il disgraziato nel profondo degli inferi. La gente malvagia va eliminata.

PACE
Nel cuore dell’uomo moderno, dove si agita il tormento della verità, la nebbia della disperazione, la solitudine, non c’è pace. Dovunque figli e padri non si conoscono. Guai a diventare vecchi, lo si ammazza innanzi tempo. Odio fra sorelle e fratelli, nuore contro suocere, sangue da per tutto. Da chi dobbiamo andare a cercare un po’ di pace? Credo che l’essere umano abbia abbandonato il Creatore e noi non sappiamo far nulla senza l’aiuto divino.
Non c’è famiglia che ha pace. Un tempo le famiglie patriarcali si riunivano, si aiutavano, ascoltavano la parola del saggio. Adesso la gente per la strada ha paura dello scippatore, della violenza, della droga che uccide. Vorrei tornare ai tempi lontani, quando si camminava sicuri, Ora le strade sono un pericolo per tutti. Poveri vecchi rintanati in casa, su una sedia. Poveri mortali! Siate certi che si legge sul volto l’angoscia, la solitudine, il tormento. Ci vorrebbero fiumi d’inchiostro per descrivere l’odierna esistenza di ogni singola persona. Non esiste comprensione. Ragazze violentate e uccise. Che male hanno fatto ? Un domani non lontano metteranno fuori tutte queste cose, verranno uomini intelligenti e diranno: ma cosa avete creato? Tutto finirà, verrà ordine nello Stato dei miliardi e della aristocrazia, altro che democrazia.

LE RONDINI
Nello spazio infinito volano le rondini in cerca di calore durante l’inverno triste. A frotte seguono la rondine più grande. Bello vedere lo spettacolo, che a noi sfugge spesso il meraviglioso. Il viandante per le strade, i giovani, il vecchio curvo sul bastone, la vecchietta nello scialle si trascinano, pesante è il fardello sull’asfalto bollente di dolore.

CASE
Equo canone: creata la legge, creato l’inganno! Oggi ci sono i patti in deroga. Addio, equo canone! Aspettiamo una legge al più presto, altrimenti i proprietari ci massacreranno. Ma perché non costruire case? Questo è il nodo da sciogliere. Smantellano case già costruite abusivamente a che pro? Con le tecniche a disposizione oggi si poteva abbattere e ricostruire subito. Invece, stanno ancora dei paesi della Campania colpiti dal terremoto dell’80. Famiglie in abitazioni di lattine di stagno. E’ pazzesco. Perché tanta ingiustizia? A chi devono rivolgersi queste genti? Siamo di fronte a una prepotenza senza limiti.

GOVERNO
Il governo aumenta le tasse. Noi abbiamo più deputati della Camera dei Lord inglesi. Ogni deputato ha le sue spese, segretari, uscieri, portaborse. Immaginate quanto occorre ad ognuno di questi. Non parliamo dei senatori a vita. Ed anche l’attuale presidente costa alla nazione duecento milioni l’anno. Cifre da capogiro. Pensate voi ai pensionati e ai lavoratori che guadagnano appena 20 a 30mila lire al giorno. E le casalinghe non meriterebbero maggior attenzione dallo Stato? Quei miliardi si potrebbero distribuire meglio con ragionamenti e approfonditi esami coprendo le fasce più deboli della società.

‘NU SCARNECCHIA
Povero scarnecchia! ‘Mbriaco miez’a via. “Che faie?” Isso risponde:”Lassame sta! Tengo a muglierema che sta tanto malata. Sulo ‘a provvidenza a po’ salvà” le rispongo:”Che buò fa: chest’è ‘a vita nosta. T’’he rassignà. Eri tanto vivo e intelligente e mo nun serve cchiù. Tra ‘e lacrime dice:”Era ‘a vita mia, era ‘na gioia e mò addò a trovo ‘n’ata femmina comme essa. Dint’a ‘na nuttata nera ‘a truvaie morta vicino a me. Me dumando: m’aveva disperà o rassignà!”

LA NUOVA GENERAZIONE
Là, sul monte antico, il Supremo dettò le leggi. Ma l’uomo perfido e ingrato non le rispettò. Non bastò. Egli mandò il divin figliolo per dire che stava sbagliando, ma nemmeno fu ascoltato. Con sapienza inculcò alle masse l’amore e la solidarietà al prossimo, il bene comune, ma purtroppo l’umanità sorda e stolta va verso la fine. Verrà quel dì che lre campane suoneranno a distesa per annunziare l’avvento di una generazione che sarà rigenerazione.

NATALE
A notte fonda, là, sull’albero antico, risplende una stella del firmamento. Allo splendore incandescente accorre gente. Gli angeli a schiere vengono dal cielo, annunciando pace agli uomini di buona volontà. Nella grotta oscura nasce la luce. Tra il bue e l’asinello, Giuseppe e la Vergine contemplano il bambino. I pastori alla guida di armenti adorano il Redentore. Pace!Pace!
I grandi della terra dicono di creare la pace, ma come? I mezzi nucleari potrebbero distruggere l’umanità in un momento. Essi hanno creato armi micidiali, il mondo è nelle mani di pazzi, dei potenti. Essi dimenticano che vi è un solo potente: Iddio. Solo Lui può dare pace. Chi troppo in alto sale, cade sovente precipitevolissimevolmente, per dirla con Vittorio Alfieri.

PASQUALE ‘O SAPUNARO
Quando tornai dalla guerra, non c’era lavoro e così rimediavo la giornata con Pasquale ‘o sapunaro. Di paese in paese presentavamo giochi di prestidigitazione. Pasquale mangiava lampadine per gli inglesi in cambio di qualche sterlina. Ad ogni sagra paesana noi partecipavamo. La mia presentazione era straordinaria per comicità e ordine per lo spettacolo. Si guadagnava. Pasquale aveva figli di qua e di là della regione, gli piacevano le donne e il vino. Finì miseramente e abbandonato, ma ricordo la sua grande libertà di intendere la vita.

LA NOSTRA ESISTENZA
Passa come una nuvola, si disperde nell’aria, la vita è come il labile specchio di un film.Noi siamo degli attori, ognuno fa la sua parte. Dicono che esiste il destino, ma quale destino? Dipende dalla nostra capacità. Chi nasce intelligente, chi deficiente, chi genio. Siamo manovrati dall’alto? Questo è il dilemma. Ci sono tanti perché che certo non si possono certo spiegare. Unica cosa aver fede, altrimenti è un suicidio morale. Ho incontrato uomini colti che non hanno creduto in Dio. Sono persone di alto ingegno che si bloccano davanti al mistero. Dicono i teologi: E’ volontà di Dio. Siamo d’accordo, ma io dico è anche volontà nostra. Spietati crudeli col volto della violenza sono uomini che vestono la pelle degli animali con il rispetto della categoria.
Ville, palazzi, terreni, droga sono appannaggio dei ricchi. Allora, volontà di Dio? Siamo noi che non abbiamo coscienza. Il Supremo è elargitore di misericordia e di infinita bontà. E permette il male per ricavare il bene. La nostra fede si riduce in un mistero. Non si può spiegare. Si va oltre la nostra capacità intellettiva. E’ una cortina di ferro che non si può attraversare. Va come l’onda del mare e si infrange sugli scogli. Dunque, non fermarsi, camminare ognuno per la propria strada, di pericoli, di spine. Sofocle disse che la più grande delle sciagure umane è una lunga vita…

LA VERITA’ DI CRISTO
Nel cuore dell’uomo moderno si agita il tormento della verità, la nebbia della disperazione, la solitudine. Cerca la pace, ma dov’è la pace? Egli vuole innalzarsi sulle vette, parla e sparla di tutti ed anche di Cristo a vuoto. In un film Scorzese trattò la vita sessuale di Gesù, una pellicola blasfema. Cristo sulla terra ha dimostrato d’essere il figlio di Dio con leggi dettate venti secoli fa. Si fece uomo per redimere l’uomo, si fece crocifiggere, soffrì la fame, la privazione, andò predicando rettitudine. Perché trattare argomenti di soluzioni difficili e lontani dalla nostra portata? Sii cerca l’ago nel pagliaio. Povera umanità! A volte io dico:”Mio Dio, perché ami gli uomini? Perché hai sofferto così? Cristo è la sola verità, vita e resurrezione nostra.

IL SISTEMA POLITICO ITALIANO
Consentitemi: il nostro sistema politico è sbagliato da tutti i punti di vista. Noi l’abbiamo voluto e stiamo pagando le sofferenze con mafia, camorra, ‘ndrangheta. I parlamentari, mi cavo il cappello per la levatura culturale, guazzano nella barca, che affonda tutti i giorni. E’ di oggi l’avviso di garanzia e l’arresto di molti politici che si sono approfittati del potere. E’ mai possibile che non s’accorgono dell’inquinamento, della sozzura, del sopruso, della violenza? Risponderebbero così: il sistema lo avete creato voi popolo, ci avete eletti, state bene così. Il pensionato percepisce una pensione di fame? Non ci importa, tanto noi stiamo bene. Stiamo tutti bene: ben vengano le tasse, il canone televisivo. File interminabili negli uffici, posta inefficiente. Un vero caos da per tutto.

LA VITA
Tutto si disperde, tutto passa in un baleno. Noi diciamo: il tempo si ammazza, invece il tempo ammazza noi. Il tempo è come una nuvola, piace per poche ore e via. Quello che si fa oggi, non si può fare domani. Cos’è la nostra vita? Come si può spiegare? Ognuno di noi è un dramma, può essere buono o cattivo, ma questo è. La vita, secondo me, è un mistero che ci circonda. Noi siamo degli attori, che recitano una parte. La prima è la nascita, la seconda l’adolescenza e la gioventù, la terza la vecchiaia e poi cala il sipario.
Interessante chiedersi dove andiamo a finire in questo caos, nel baratro che ci circonda. L’uomo si sta uccidendo giorno per giorno con le sue innovazioni, colle sue idee sbagliate. Non ci sanno governare. Parecchi stanno bene, pochi vivono alla giornata con furti, rapine. Siamo al collasso. Io non ci capisco nulla. Poveri noi. Si vedono scene orrende: anziani scippati e trascinati con cadute anche mortali. I signori del parlamento centrale sono protetti, ma noi della strada chi ci protegge? Nella Costituzione si legge che il cittadino va tutelato. Le forse dell’ordine fanno molto, ma sono insufficienti. Tutti i giorni si verificano tragici episodi. A chi dare la colpa? Non parliamo degli autobus. Gli specialisti del borseggio hanno invaso i mezzi pubblici. Cosa fare? Ai nostri governanti la risposta.

UMANITA’ SCHIZOFRENICA
Stiamo scorrendo all’impazzata, lo Stato vacilla, va a rotoli, non ci sanno amministrare. Miliardi volano dal nord al sud come manna dal cielo. Referendum a iosa vanno bene, ma la spesa per effettuarli è enorme, rispetto al risultato, perché abbiamo un Parlamento che potrebbe legiferare. Gabelle continue sull’impiegato e sul pensionato indifeso. Gli italiani stanno bene! Macchine di lusso, appartamenti da nababbo, vestiti firmati, pellicce, visoni (poveri animali), prostituzione, immigrazione. Ma non ci sono problemi in Italia infiniti (senzatetto, terremotati, disoccupati), perché, dunque, interessarci degli altri popoli, altri problemi, visto che non sappiamo risolvere i nostri?

IL FARO
La stringo, poi ci allontaniamo nel mare sulla barchetta. Lungo il tragitto intravedo il faro dell’amore. Nel fondo marino nascono le sirene, bionde, brune, meravigliose, belle, dal sorriso splendente e incantevole. Le saluto, mi sorridono, mi vogliono baciare, ma non possono, perché i marosi le travolgono. Par che dicano:”Andate alle case, perché gli uomini sono beffardi, crudeli. Non c’è da fidarsi”

LA QUERCIA
Là, sulla quercia antica, riposano le rondini col loro nido. In mezzo alla campagna in fiore il cinguettio è musica. Una rondine si posa sul mio capo ed io le chiedo:” Bella, dove vai?” Vafdo nell’infinito cielo, dove c’è ristoro e pace!” Tra i cespugli colgo un fiore:” O fiore, ristora questo mio cuore che cerca pace. M’avvio lungo il sentiero verso casa: il tramonto dà le ultime luci del giorno. Io ammiro la bellezza del bosco e la sua tranquillità e i suoi misteri. Come vorrei stare lontano dal rombo delle auto e dalla gente ingrata, infedele e ipocrita!

GRATITUDINE
Un giovane sale una montagna altissima, dove l’attende una visione mirabile. Scruta il cielo limpido ed esclama:” Ringrazio, mio Signore di tale vista di cose infinite”. Dopo scende lentamente, sente uno scampanio di armenti, con l’abbaiar di un cane. Il pastore lo incontra, lo saluta e gli dice:”Da dove vieni bel giovane?” Ed egli risponde:”Sono andato lassù!” Il pastore ringrazia il Signore per tanta grazia di Dio e si rammarica perché gli uomini non conoscono la gratitudine: le città sono invase da macchine, non respiriamo aria buona; invece qua sopra c’è tutto. Si sente il rio che scende a valle con l’acqua fresca che disseta. SI allontana, pensa e dice:”Cosa costa agli uomini ringraziare Dio!” Incontra una bella ragazza, la saluta, gli occhi si incrociano e fanno amicizia. E giù a braccetto per il viottolo, che li porta in città. Dopo una serie di incontri, nella cappella sulla montagna si sposarono. Una buona vecchietta, col Rosario fra le mani ringrazia il Signore. Tutti gli uomini dovrebbero essere grati alla Divina Provvidenza. Ma l’umanità è ingrata!
Grato, o mio Signore, che mi hai donato la vita. Grato che cammino nella luce del tuo volere. Grato di tante cose belle che mi offri. Ti ringrazio immensamente.

AMORE MIO
Vivi nel mio animo, mai ti scorderò, nel giardino del cuore appassito è nata una rosa, un’altra era e adesso non c’è più. Stringimi fra le tue braccia e dimmi che mi vuoi bene. Colma questa disperazione. Come l’onda del mare s’infrange sulla scogliera, così corriamo verso la riva e lasciamoci travolgere dai flutti. Nulla può distruggere il nostro amore. Se tu mi lasciassi, come farei a vivere! Conto tutti i giorni, le ore, i minuti del tuo incontro. Sei tu la stella che guida la mia vita. Non posso stare più senza di te.

SOLITUDINE
Solo soletto fra quattro mura, mi giro, guardo intorno e mi chiedo:”Dov’è la mia bella?” La solitudine fa paura, uccide l’uomo solo!” Pensieri e continui soliloqui, ma a che pro?

IL CUORE
Eri bella, ti ammiravo, ti guardavo e mi domando:”Dove stai?” Non mi resta che contemplare le tue foto, le guardo e mi intenerisco il cuore!”.

I CREATORI DI MORTE
I guerrafondai vendono morte. Fonte crudele, dov’è la coscienza? Milioni e milioni di vittime occupano le vostre anime. Dio non avrà pietà di voi! Quale castigo vi darà? Cadrete in un precipizio senza fine, cullandovi a vendere armi, droga per l’eternità. Il mio pensiero corre ai bimbi, donne che scappano e muoiono per i vostri ordigni mortali. Ma avete coscienza di tanto orrore? Dormite sonni tranquilli? Nella vostra mente pensate a questi crimini orrendi? Verrà quel dì che la finirete, suoneranno le campane a festa di gioia, perché il mondo sarà finalmente tranquillo. Lo stesso discorso vale per la droga e altri delitti; si uccidono giovani vite. Altri venditori di morte. Non posso elencare i danni che state producendo. Spetta agli uomini che governano stabilire e il metro per punire il libertinaggio e l’orrore senza fine. Italia mia, patria di artisti, di eroi, di scienziati, grandi trasvolatori, come sei caduta in basso, affoghi nella melma. Stupro, droga, violenza, camorra, tangenti, sequestri. O patrio suol, vittima della disonestà e del disonore, quando ti svegli dal torpore infame? Credo mai più. Povere generazioni attuali.

IL VENTENNIO
Miei cari giovani, certo voi non conoscete il ventennio fascista., ma gli anziani fanno finta di non ricordarlo. Cosa si è realizzato durante quegli anni? Scuole, strade, città, previdenza sociale, si eliminò la malaria in certi punti d’Italia. Si portò civiltà ed educazione all’estero, specie in Africa Settentrionale. Furono costruite case, fiorì l’agricoltura in quelle zone, si seminò il grano. L’Italia era chiamata il giardino d’Europa. Del ventennio si parla poco e a dire la verità ci sono ancora leggi fasciste (leggi codice Rocco). Hanno creato non una democrazia, ma una aristocrazia! Quando mise piede la democrazia nel nostro Paese non ci si poteva lamentare, ma poi col passar del tempo tutto è cambiato. L’uomo ha rovinato tutto il pianeta terra, che è in pericolo! Bisognerebbe ritornare alla natura, ma è impossibile.

LA BESTIA
L’uomo sta diventando una bestia. Piango per te, uomo, che stai distruggendo il mondo. Piango per te, mare, che l’uomo sta avvelenando. Piango per te, campagna bella, ricca di piante e fiori un tempo; ora sei piena di antiparassitari e varie. Piango per te, albero gigantesco e bello, che l’uomo con la sua scure elimina per far posto al cemento. Piango per te, aria di un tempo che l’uomo sta uccidendo con le sue auto e i suoi mezzi di trasporto. Il Creatore vede e dice;”Ho creato tutto bene, ma tu uomo stai annientando e distruggendo te stesso!” L’aria che respiriamo è contaminata di ossido di carbonio. Ma spero che verranno uomini che sapranno levarci dalla cloaca.

L’UMANITA’
Non mi stancherò mai di affermare che gli uomini non sanno governare. E’ un campanello d’allarme per tutti gli uomini di buona volontà. Discorsi quanti ne vuoi, fatti niente. Si vede che tutti godono di ottima salute! Grandi li definiscono, ma solo Dio è grande: Ma che grandi e grandi: non hanno un gran che di intelletto, hanno la mania di grandezza. E’ giunta l’ora di svegliarsi dal torpore che inquina la terra. Sangue sulle strade, focolai di guerra, lordure, sozzure, pulizia etnica hanno invaso il mondo. Vogliamo scendere dal trespolo e cominciare da capo?

‘NU SUONNO
Stammatina me so scetato curioso e strano, che suonno me so fatto! “Permesso?” E’ trasuta muglierema. Aggio risposto:”Trase, chesta è sempe casa toia”. Morta quatto anne fa, m’è cumparza annanze e me dice:”Come staie, Pepè?” “Tiro annanze: è ‘na vita ‘e merda!” Io sto bbona, all’ato munno si sta bene. Si gode buona salute, tu sbatte d’’a matina a sera!” “Si, sora mia, so cagnat’e tiempe e nu sacco ‘e cose. Te faie abbraccià!” Me rispunnette:”A chi vuò abbraccià, io nun tengo corpo, volo pe’ ll’aria, cu nu permesso speciale”. Che suonno strano. Scumparette comme a niente. Ed io alluccaie:”Vieneme a truvà!”

IL RIO
Scende il rio col mormorio dell’acqua cheta, scintillante e fresca lungo il sentiero. Si abbeverano col sommesso ronzio di campanelle, il pascolo e gli armenti. L’abbaiar del cane rimbomba nella valle in fiore.

L’UOMO
L’uomo nasce malvagio e buono. Non parliamo delle donne: capire le donne è difficile. Chi dice di conoscere le donne sbaglia di grosso. La donna sa fingere, quando piange; bisogna stare pronti per qualche trappola. Ti sa giocare, ti spilla il portafoglio e va via. La praticità delle donne mi sconvolge. Io che ne ho conosciute tante, posso dire che poche sono buone. Bisogna guardarsi a prima vista. Sembrano gentili, dalla facile parlantina, e poi ti fanno cascare come un cretino nelle loro trame. Invece, l’uomo per quanto sia apparentemente il dominatore ha le sue buone qualità.
Ci sono uomini gentili, diversi dalle donne. Ho conosciuto uomini di prestigio, raffinati, ma interessati. E disponibili. Comunque è bello conversare con una donna, che sa parlare, facile al trucco e all’inganno. A me piace trattare con i bambini, anche s e ti danno dello scemo. Piacciono i loro sorrisi innocenti, ma guai a colui che fa loro del male. Come dice il Vangelo:”E’ meglio per loro legarsi una fune al collo e gettarsi in mare. Sento episodi che fanno rabbrividire. Incoscienti, maniaci sessuali, assassini. Questi essere vanno isolati.

IL CALCIO
Nel rettangolo di gioco sono in ballo miliardi e miliardi. Che dire? E’ un vero scandalo. Anch’io sono stato uno sportivo negli anni ’30, anni in cui avevamo una medaglia dopo una vittoria. Al campionato del mondo di calcio del ’34 e del ’38 l’Italia vinse due volte la coppa del mondo. “Bravi, avete fatto il vostro dovere!” disse il Duce. Noi compriamo giocatori all’estero, ma in Italia ci sono bravi calciatori, ma il mercato impone la compra vendita per migliorare lo spettacolo e l’affare. Nessuno di noi si rende conto, ma basta vedere una partita di calcio. Negli anni ’30 il Napoli acquistò l’ala Colombari per 150.000 lire e si gridò allo scandalo. Negli anni ’50 lo stesso Napoli ingaggiò Jeppson per 105 milioni e pure scandalo fu. Oggi il mediocre calciatore costa miliardi.

DILETTA MIA
Durante il giorno non faccio altro che pensarti sempre. Come potrei vivere senza di te? Ho fatto un sogno: tu mi hai preso e mi hai detto:”Vieni con me in chiesa, facciamoci dare una benedizione e viviamo insieme”. Mi sono svegliato e mi son detto:”Dormo o sono sveglio?” Forse non l’hai capito ancora:Ti voglio bene, ti penso sempre. Ti chiedo solo comprensione e affetto. Vederti un giorno si e uno no mi va più. Mia cara, non farmi disperare, già sto depresso, ci voleva anche la passione per te, passione d’amore che brucia in me, desiderio di vedetti, amore mio. Cosa farei per te, ma io nutro una speranza: o mi unirò con te o morirò. Dio non voglia, l’amore e la passione uccidono l’uomo ed io mi sto uccidendo con le stesse mie mani.
Passo giorni tristi per la strada quando non t’incontro. Se ti incontro, esclamo:”Come sei bella, attraente, affascinante”. Guardo l’orizzonte e scruto il mare, che inghiotte la mia passione. Ma il desiderio la fa rigermogliare. Un domani sceglierei una solitaria chiesa di un convento per dimenticare l’amore infranto. Cerco la pace. Dammela tu questa benedetta pace. Adorabile, sei un fiore sbocciato in primavera. Sei un idolo per me. Mai ti scorderò. Come il fiume scorre in riva al lago e disseta il viandante, così tu disseti questo cuore che ti ama. Cerco l’oblio del disperato appello del mio animo, tanto provato. O linfa prelibata, nettare, o dolce miele, rendimi folle del tuo amore.

BENEDIZIONE
Benedico, Te Signore, per le grandi opere realizzate con saggezza! Benedico, Te grande e misericordioso. Benedico te Signore che governi con ordine l’universo. Ma l’uomo ha rovinato tutto ciò che era meraviglioso. Testardo ed egoista l’uomo affoga solo nel denaro.

PREGHIERA
O altissimo Signore, che dal cielo guardi ogni cosa, dai misericordia a questa Italia martoriata di sangue e orrore. Tu onnipotente che puoi tutto frena l’oltraggio, la rapina, lo spacciatore di droga. A che cosa valse la tua immolazione sulla croce, se l’uomo non ha capito nulla, reo di insulto alla tua maestà. Ma tu sei misericordioso di bontà infinita e dall’alto governi con saggezza l’universo che l’uomo sta devastando. O Signore, ascolta la preghiera dei piccoli, anime innocenti e liberali dal luridume della terra.

CRISTO VIA VERITA’ VITA
RESURREZIONE E MISTERO DELLA MORTE
Miliardi e miliardi di anime nell’universo aspettano il giudizio finale. Ci parlano, ci suggeriscono. Io lo vedo da me. Mia moglie la sento vicina, mi parla e mi dice:”Stai calmo, segui la tua vita”. Poco tempo fa sono uscito da una cupa disperazione. Un pensiero assillante, poi pregando il Signore ho ricevuto la necessaria rassegnazione, anche se con un nodo alla gola e piangendo la mia compagna adorata.

LETTERA A GESU’
Mio caro Gesù Bambino, mi riempio di gioia nell’atmosfera natalizia. Però, penso ai tanti bimbi nel mondo che non hanno la gioia della festa, perché hanno fame e desiderano il pane. Tu che sei potente, manda il necessario per nutrirli. Che devo dirti di me? Non comprendo ancora quante cattiverie ci sono nel mondo. Quando vado a fare colla mamma la spesa mi dice:” Caro, stiamo a attenti agli scippatori!” Io di rimando dico:”Cosa sono gli scippatori?” Ella risponde:”Sono coloro che lavorano togliendo le borse alla gente povera e ricca!” O Gesù Bambino, aiuta questo mondo.

TRAMONTO TRISTE
Che tramonto triste!
Io sulo me ne scengo chiano chiano, ma dint’a stu core ce sta ‘a malinconia, penzanno a te, ca nun ce stai cchiù, vita mia. ‘A sera m’arretiro e nun te trova, che tristezza! Te vengo a truvà pe sempe e sto vicino a te.
Là, nel giardino in fiore, circondata di crisantemi, giace la tua salma benedetta. L’immane tragedia ha colpito il mio cuore, adorata. L’8 gennaio 1987 in una uggiosa giornata si è spenta la mia diletta. Dopo sei mesi di atroce sofferenza. In me ci sono due soluzioni: la rassegnazione o la disperazione. Non ho che scegliere. Rassegnarmi in Dio o disperarmi. La vita è meravigliosa, ma certi aspetti sono infernali. Dove sei? Ti cerco e non ci sei più. Lasci nel mio cuore un dolore profondo.Mi sento invecchiato improvvisamente. Vorrei tenerti tra le braccia, eterno amore.
O Maria, quanto è soave il tuo nome. A Te ricorre il navigare, perché sei il vero faro della vita, che ci conduce a Cristo. Sei la mamma di tutti. Ti ha scelto Dio per l’umanità. Chiediamo perdono per le nostre colpe. Da te solo possiamo venire. Solo da te, cara mamma!

PIANTO GELIDO
Al tramonto del sole, ci salutammo, ci baciammo intensamente per sempre, rosa sbocciata e appassita dal vento infido e con le ali spezzate di una farfalla.

NOSTALGIA
Nostalgici giorni d’amore, nostalgici giorni nelle folli notti. Amore crudele, spezzato. Eri bella. Ed oggi come sei? Nulla è perduto. L’ultimo anelito è la speranza che riviva il dolce amore di un tempo. La vita è la morte, è la realtà. Alla volontà del Supremo dobbiamo inchinarci.

ALL’OMBRA DEI CIPRESSI
Guardo e miro le tue stanche spoglie. Rivive in me la tua statuaria bellezza. M’agghiaccia il cuore ricordandoti. Penso di raggiungerti al più presto fra le tue braccia, amore mio. Nell’Olimpo degli angeli Tu riposi, dammi un saluto e aspettami che tra non molto vengo e stiamo eternamente insieme. La notte è terribile, solo tu potevi darmi conforto, sollievo, respiro.

Lettore, che hai la pazienza di leggere questi scritti messi insieme alla rinfusa, ti saluto e ti ringrazio.

Peppino Penza (1915-1998)>/table>


ID: 8304  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: venerdì 7 marzo 2008 Ore: 00:15








IL TRENO DELL’ETERNITA’

Mi avvio lungo i tratti del biancospino della ferrovia, giunge un treno luminoso, sbuffa la locomotiva. Si ferma, salgo e domando al capo: ”Scusi, cortesemente, dove va questo treno?”
Mi risponde con gentilezza e mi fa:” Ma tu cosa fai qui? Non sei degno di salire su questo treno, che raccoglie le anime elette!”
Replicai :”Ma dove si ferma?” Ma dove si ferma mai, solo davanti all’eterno!” Intanto il treno attraversava montagne, prati, città: mai visto uno spettacolo simile. All’improvviso il treno si ferma per far salire un vecchio con barba lunga e bianca, che siede accanto a me. Mi guarda e dice: ”Anima tormentata che cosa cerchi?” Io gli rispondo:”Voglio la verità!”
Il saggio mi fa: ”La verità in questo mondo infame esiste solo in Dio, che è verità, giustizia infinita: Egli ha creato questo treno per i suoi eletti ed attraverserà il firmamento, la porta d’oro e finalmente Dio.”
“Ma io ne sono degno?” Il saggio esclama:”Tu sei buono, Perché non dovresti vedere Iddio? Tu sei un’anima alla ricerca d’amore”.
Ancora aggiungo:”Sono sei anni che la mia bella moglie non c’è più.” Il venerando mi risponde: ”La vedrai, ma non puoi parlarle!”
Intanto il treno filava, correva come la mia fantasia. Eccoci al bivio. Luci multicolori, tutto d’oro. Il treno si ferma e scendono uomini, donne, bambini. L’Eterno ha detto:”Fermati e lascia a me le anime elette. Da secoli percorri le rotaie della vita.”
Scendo anch’io e mi avvio verso la ripida strada illuminata da mille luci e addobbata di fiori. Gli uccelli cinguettano, mi abbaglio, schiere di angeli formano l’aureola di Dio. Sono in uno stato di euforia, ma non vedo ancora il Creatore. Mi fermo, guardo intorno, un vegliardo fa: ”Da dove vieni, terreno? Vuoi l’onore di parlare con il Creatore?” Ride e dice:”Sai che non sei degno?”

Lo so, ma devo parlarci!” “E sia!” L’angelo mi accompagna dal Supremo. La corte celeste mi precede. Il Creatore con veste sfolgorante mi accoglie benevolmente e mi fa:” So che vuoi dirmi che il mondo è sconvolto, mi ha abbandonato, non prega più, ha smarrito la fede! E’ meglio che tu non ci capisca nulla. Ringrazia che sei ancora tra i viventi. Solo questo ti posso dare. Una donna avevi e te l’ho tolta, perché non poteva vivere così malata. Tu vuoi sapere molto. Ritorna nel mondo e dì agli uomini che si ravvedano e preghino, altrimenti manderò castighi terribili. Fai presto!”
Mi inginocchiai e chiesi perdono delle mie malefatte. Ripigliai il treno, solo con i miei pensieri e ritornai sul mondo ancora sconvolto, dove non c’è giustizia, tribunale, famiglia.
Volevo chiedere al Creatore tante cose, ma Egli non mi ha lasciato parlare. “Và in pace e salva l’anima!”
“Vado in pace? Ma questa pace chi me la dà? Solo Dio me la potrebbe dare!”
Per la strada incontro gente sconvolta. Ognuno ha problemi, ansia, specialmente in questa epoca così disastrosa. Rumori assordanti di auto. E gridiamo :”Togliamo l’inquinamento!” Cosa respiriamo? Ossido di carbonio.
Pensai e dissi:”Non è meglio ripigliare quel treno?” Ritornai alla stazione, dove non c’era quel treno, ma un altro nero come il carbone. “Beh, dissi, ha cambiato colore!”
Salii, ma non sapevo che era il treno dei dannati! Andava nella perdizione: suicidi, deputati corrotti, donne malfamate, pedofili, sodomiti. Che disastro! Stavano uomini, che avevano violentato bimbi. Che schifo il treno della perdizione.
Aspetto la fermata e nell’attesa vedo donne così dette divine, presentatori che affollavano la TV a suon di miliardi. Discesi frettolosamente, misi i piedi a terra e ricordai le parole del Creatore: ”Non capisci nulla!” Sì, mai capire nulla. E’ vero: noi navighiamo ed affoghiamo nella melma.
Quel treno conteneva reprobi, figuri, despoti. Questa è l’umanità, gente che vive nella spirale dell’odio e della corruzione.. Ahimè, state lontano da questa gente perduta, che ha già segnato il suo tenebroso destino. Incontro una fanciulla, che mi fa:” Mio vecchio Don Giovanni, dove vai?”
Le rispondo:”Vai via: tu mi conduci su quel treno, non voglio venirci”. Lei mi risponde: ”Stiamo insieme bene tutti e due!”
“Si, hai ragione, la migliore delle morti è sul campo di battaglia.”

Giuseppe Penza (1915-1998)


Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

 Ogni risposta fa saltare la discussione al primo posto nella prima pagina indice del forum. L'ultima risposta inviata, inoltre, che è la seconda in alto a questa pagina "leggi", aggiorna sempre pure data e ora della discussione (cioè il messaggio principale),
pur se vecchio.

T O R R E S I T A'

Autore unico e web-master Luigi Mari

TORRESAGGINE