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Argomento presente: « PRESEPI NAPOLETANI IERI ED OGGI »
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ID: 7973  Discussione: PRESEPI NAPOLETANI IERI ED OGGI

Autore: francesco raimondo  - Email: ciccioraimondo@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: domenica 27 dicembre 2015 Ore: 17:17


NATALE SOUND
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PRESEPI

Ho avuto l’occasione di visitare sia nella Basilica di Santa Croce sia nella Parrocchia del Carmine Mostre di Presepi.
Dalla visione di tali manufatti, a parte le considerazioni di carattere propriamente artistico che non farò, mi sorgeva spontanea, come si chiedeva quel famoso giornalista di Ischia o di Procida, non ricordo, la domanda: …e la Tradizione? Che fine sta facendo la Tradizione? La cui difesa viene strombazzata a ogni piè sospinto? Mi sembra che essa venga ….Tra-dita… da ciascun autore senza che gli stessi, forse, si accorgano di tale tradimento. Mi spiego.

Nella foto a lato: un presepe tradizionale

Cinquant’anni fa quando pure io facevo il Presepe andando a riprendere la famosa scatola…a proposito…circa quest’ultima parola vorrei porre in evidenza che essa è SEMPRE di genere FEMMINILE come si può constatare compulsando un normale dizionario della lingua italiana, tuttavia anche celebri giornalisti o medici o farmacisti o chi di scatole si intende ed usa …la usano al maschile e questo avviene continuamente e si sente: scatolo, scatolone, scatolino ecc., ma tornando alla scatola di cui sopra che era quella per le scarpe e che poi usavamo per contenere i pastori di creta avvolti o in pezzi di fogli di vecchi giornali o della paglia usata per l’allestimento del Presepe, per prima cosa tiravo fuori la Stella Cometa, poi i tre angeli che dovevano stare appesi con la lenza e reggere la scritta “Gloria in Excelsis Deo et Pax in Terra Hominibus Bonae Voluntatis” poi ancora il Bue e l’Asinello ed infine e non da ultimi i famosi Magi.<

Nella foto a lato: la grotta con gli angeli

La Madonna, San Giuseppe e il Bambinello dovevano poi essere posti immancabilmente in una Stalla così come i Vangeli ci hanno tramandato.
Si rispettava dunque la Tradizione. In quasi tutti i manufatti esposti ora ho notato la scomparsa della Stella Cometa dei Tre Angeli del Bue e dell’Asinello dei Re Magi ed infine che la Sacra Famiglia viene posta in genere fuori, all’aperto a prendere il fresco visto che viene posta fuori a una cancellata o sotto un portico o fuori a una terrazza diroccata ecc.. cioè Fuori all’Aperto in primo piano poi non più pastori e pecorelle, oggi vanno di moda verdummari casadduogli e pisciavini per questo il Bambinello Gesù le prime cose che ha da vedere sono spaselle di treglie, di capitoni, sporte di mele, di cachissi, di frutta esotica e fuori stagione e poi ancora, di prosciutti, di soppressate, di mozzarelle di bufala ed ancora ed ancora….. E tutta questa merce sta ai suoi piedi incosciamente ostentata dagli artisti che dimostrano così il punto in cui siamo arrivati. Sembra quasi che alla Buona Volontà l’Uomo abbia sostituito la Bontà delle Merci e si accosta perciò alla Grotta suggerendo al Bambinello di far parte anch’ Egli della Umanità CONSUMATRICE!!!
Un affettuoso augurio di buon 2008 a tutti gli astanti telematici.


Dott. Ciccio Raimondo

 
 
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ID: 7978  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 31 dicembre 2007 Ore: 00:33



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Caro Ciccio Ti scrivo...

Il problema non è torrese. Il Papa ha detto giorni fa in una omelia:

«Nell’odierna società dei consumi questo periodo subisce purtroppo una sorta di “inquinamento” commerciale, che rischia di alterarne l’autentico spirito, caratterizzato dal raccoglimento, dalla sobrietà, da una gioia non esteriore ma intima». È indubbio infatti che negli ultimi decenni il Natale, pur essendo una delle più importanti feste cristiane, è divenuta una ricorrenza internazionale attorno alla quale girano giganteschi interessi economici. Con le sue parole il Papa invita a riscoprirne il suo vero significato”.

A Torre del Greco, città di pittori, scultori, presepisti, ecc. l’arte si adegua a ciò che fa tendenza. Ma la Chiesa non può assecondare opere paganizzate; ma forse non molti sono osservatori analitici come Te, Ciccio, oppure notano e non danno importanza.
Ad esempio con un gigantesco Babbo Natale inchiodato su una croce alta quasi cinque metri nel suo giardino, Art Conrad, di Bremerton nello stato di Washington, ha denunciato il consumismo che a suo giudizio snatura la festività.

Il Santa Claus crocefisso, che è dotato di una testa che canta nenie natalizie lancia un messaggio preciso: Natale viene strumentalizzato a fine di profitto, «il suo ruolo è stato invertito, carità e amore sono in secondo piano. Franco Penza prendi nota.
Molti giornali e la rete riportano la notizia che Conrad, che ha spento la tv e ha rifiutato di fare shopping, ha stampato una cartolina di auguri con il Babbo Natale sulla croce e la scritta:
«E’ morto per voi, carte di credito» e la ha inviata a familiari e amici.
Il contestatore dice di avere tratto l’idea da un articolo sul Giappone, che raccontava di un commerciante che aveva confuso tra Cristo e Babbo Natale. In realtà, un Santa Claus crocefisso figurò anni fa a una mostra di pittura a New York.
Molti giornali, compresi quelli italiani, e il Mattino, hanno interpretato la strana protesta di Conrad, e sono stati restii a pronunciarsi.
Ha detto Conrad: «La gente ha paura di esporsi, è vittima del conformismo politico. Ma so che molti la pensano come me, bisogna smettere di commercializzare il Natale».

E non è finita, Caro Ciccio. Stephen Nissenbaum, professore di storia all'università del Massachussets, è il maggior conoscitore di questi miti. Ha scritto un libro affascinante sulla nascita del Natale moderno. A suo parere, la tradizione è solo un sogno dei giorni nostri.

"Il mio studio - dice Nissenbaum - riguarda il modo in cui questa festività è stata reinventata. Cose di cui le persone si lamentano, i presunti mali del Natale moderno come gli eccessi nel mangiare e nel bere, costituiscono in realtà le sue più genuine tradizioni. Il Natale dedicato ai bambini e alla famiglia è un uno sviluppo recente".

Nella foto a lato: i presepi moderni sono freddi ed asettici

Per migliaia di anni, baldorie ed eccessi sono stati l'espressione popolare del festeggiamento di cui i vesuviani sono portabandiera, (vedi il luculliano nei banchetti di nozze sotto il Vesuvio) Atteggiamento osteggiato prima dalla Chiesa e poi dall'emergente classe media.

Continua Stephen Nissenbaum: “La storia del Natale è anche la storia dei conflitti religiosi e di classe. Gli interessi e il profitto hanno sempre tentato di cooptare i bisogni dell'uomo e le lotte per controllare questa festività ne sono una prova. La Chiesa ha tentato di cristianizzarlo, l'epoca vittoriana di renderlo rispettabile, e un gruppo di newyorchesi ha inventato l'idillio domestico e Babbo Natale. E da quest'ultimo ha preso il via la moderna società del consumismo".

Nella foto a lato: i presepi moderni non si allineano all'arte moderna, ma all'effetto speciale, allo stupore, alla stravaganza commerciabile.

Consiglio a tutti i lettori di “Comunita” questo libro che sembra stia per uscire anche in Italia e lo troveremo da Tuttoscuola o Alfabeta a giorni.
Il libro di Nissenbaum si intitola, giustamente, "The Battle for Christmas": La Battaglia del Natale, e la prima delle tante battaglie è quella in cui la Chiesa tenta e, a parere di Nissenbaum fallisce, di riappropriarsi del Natale.


Piccola nota di Comunità: Perché l’Italia è l’unico paese al mondo con un pro-capite medio (guadagno medio annuale) di 18.500 euro e il parco macchine medio acquistato in Italia è di 20.000 euro a macchina? Ovvero: Come mai la maggior parte delle persone ha automobili che supero di gran lunga uno stipendio annuo…?!




Luigi Mari


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