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Argomento presente: « VESUVIO, SOLO ALLARME » | |||||
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ID: 7075 Intervento
da:
Vito D'Adamo
- Email:
Viad37@online.de
- Data:
mercoledì 12 settembre 2007 Ore: 17:06
Dal mensile "NATURA" (De Agostini-Rizzoli Periodici S.r.l., Milano) numero di Novembre 1991, mi pregio segnalare "NAPOLI COME POMPEI? TUTTA LA VERITÀ SUL VESUVIO" (pagg.32/43), servizi di Franco Capone, Mario Majroni, M. M., esaurientemente illustrati con documentazione fotografica e grafica. Saluti da NONNOVITO. |
ID: 6953 Intervento
da:
Salvatore Scala
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
sabato 1 settembre 2007 Ore: 12:08
IL NOSTRO DESTINO E' SEGNATO. SOLO ESSO SA NOI QUANDO E COME MORIREMO. E POI... NOI UOMINI CON LA COSCIENZA QUASI A POSTO, COLPEVOLI DI QUALCHE PECCATUCCIO VENIALE, NON TEMIAMO MOLTO L'ALDILA'. EPICURO, INOLTRE, IL SOLITO ATARASSICO, DICEVA: "LA MORTE NON E' NULLA PER NOI, PERCHE' QUANDO NOI SIAMO ESSA NON C'E' E QUANDO ESSA C'E' NOI NON CI SIAMO. SEGUONO I FILMATI DELL'ULTIMA ERUZIONE DEL VESUVIO 1944, DOVE NON CI FURONO VITTIME. UN GRAZIE ALLO "STUDIOFOTO99" CHE LI HA INVIATI A YOU TUBE.
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ID: 6952 Intervento
da:
Salvatore Scala
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
sabato 1 settembre 2007 Ore: 00:21
L'ALLARME SU TUTTI I MEDIA. Il National Geographic titola: «Vesuvio: addormentato, per ora». Quindi avverte: «Nel 79 d.C. il più pericoloso vulcano del mondo seppellì la città di Pompei, ma la prossima eruzione potrebbe essere molto più forte». ![]() Nella foto a lato: Il numero della rivista della National Geographic che va a ruba nelle edicole vesuviane. E «vicina », stando all'esame dell'altalena delle passate esplosioni. «Forte» come quella che, 3.780 anni fa, nell'età del Bronzo, distrusse Avellino: «E che i piani di protezione civile devono prendere come scenario di riferimento per organizzare il piano di evacuazione: con quello attuale, Napoli, sarebbe in pericolo». Dopo la messa in guardia firmata da ricercatori napoletani e americani, è la rivista Usa a rilanciare l'allarme Vesuvio. E lo fa partendo da un'immagine di quasi 4.000 anni fa: quella di un uomo e una donna sepolti dalla cenere a Nola (la Pompei della preistoria) mentre cercavano la fuga in una direzione sbagliata. «Le catastrofi dei nostri giorni, dall'uragano di New Orleans allo tsunami, avvengono perché si sono sottovalutati gli scenari estremi», avevano avvertito un anno fa i vulcanologi, Giuseppe Mastrolorenzo, Lucia Pappalardo e Michael Sheridan, quindi l'antropologo Pier Paolo Petrone. Il National Geographic ha incrociato il loro studio con l'attuale piano di emergenza, quindi con i risultati della prova d'esodo fatta nel 2006 e con le immagini di vita raccolte durante un viaggio sulle pendici del Vesuvio. La conclusione della rivista: «Quattromila anni dopo Avellino, ancora oggi gli abitanti della Campania sarebbero costretti a lasciare le loro orme nella cenere». La colpa? Innanzitutto dell'attuale piano di emergenza: «Non viene aggiornato significativamente da più di cinque anni », «non considera come scenario di intervento l'eruzione più forte», «prevede l'evacuazione dei 18 comuni della zona rossa, 600 mila persone, ma non di Napoli». NAPOLI: «NIENTE ALLARMISMI» - Napoli ringrazia ma getta acqua sul fuoco: «Non facciamo allarmismi». E i suoi «angeli custodi », dell'osservatorio vesuviano e della Protezione civile, rassicurano: «Il vulcano è monitorato, non ci sono segnali che facciano pensare a un'eruzione vicina». Il più «tranquillo» di tutti è Luciano De Crescenzo: «Oggi siamo molto più equipaggiati, c'è tutto il tempo per scappare». Quindi da buon fatalista aggiunge: «Che arrivi un'eruzione come quella del 79 d.C. o di 4.000 anni fa, beh, io confido solo nel caso». Al caso i ricercatori però preferiscono la legge delle probabilità: «C'è una probabilità dell'1% che si verifichi un'eruzione pliniana come quella di Avellino. Per questo, per elaborare il piano, ne è stata scelta una subpliniana come quella del 1631», spiega Titti Postiglione, del Dipartimento della protezione civile. Sia chiaro però: «Si parte con lo scenario più probabile, ma il piano può essere cambiato all'istante qualora la crisi pre-eruttiva indichi un rischio più forte». «In ogni caso — aggiunge Giulio Zuccaro, direttore del centro studi Plinius — per Napoli il rischio non è quello immediato di piogge piroclastiche ma di cenere. L'evacuazione può essere in questo caso più lenta e programmata in base ai venti». E il piano del 2001? «Già bello che superato: quello nuovo prevede l'evacuazione in tre giorni anziché in sei, fatta anche con i mezzi privati oltre che con quelli pubblici», continua Titti Postiglione. «È già stato in parte testato e sarà presentato entro l'anno, le fasce di rischio sono riconsiderate », aggiunge l'assessore regionale alla Protezione civile Luigi Nocera. Che ribadisce: «Nessun rischio concreto e immediato di nuova eruzione». Alessandra Mangiarotti 30 agosto 2007 www.corriere.it/ Fonte www.nationalgeographic.it/nat_geo/riv_sch.jsp?codArt=281 ![]() Salvatore Scala della redazione |
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