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Argomento presente: « DOSSIER: IL PAPA A TORRE »
ID: 6560  Discussione: DOSSIER: IL PAPA A TORRE

Autore: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 2 marzo 2020 Ore: 18:00

LA SEZIONE DI TORREOMNIA

www.torreomnia.it/religione/papa/papa_torre.htm

SEZIONE DI TORREOMNIA DE LA FESTA DEI SANTI SOPPRESSA NEGLI ANNI 50

www.torreomnia.it/feste/festadei%20santi/festa_dei_santi.htm

NOTIZIE DI REPERTORIO

« Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici. I vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa! »
(Papa Giovanni Paolo II - Dall'omelia della Messa di intronizzazione)

« Damose da fa' e volemose bbene! Semo romani »
(Papa Giovanni Paolo II - 26 febbraio del 2004 [1] [2] [3])

Servo di Dio Giovanni Paolo II (Servus Dei Ioannes Paulus II), nato Karol Józef Wojtyla [?] (Wadowice, 18 maggio 1920 - Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 264° papa della Chiesa cattolica (il 263° successore di Pietro), nonché vescovo della città di Roma e sovrano dello Stato Vaticano. Fu eletto al soglio di Pietro il 16 ottobre 1978.
Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 – 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia.
Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dalla ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell'area marxista.

Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa di ingiustificata sperequazione fra i popoli e, per taluni effetti, lesivi della dignità dell'uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all'aborto e confermò l'approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.
I suoi più di 100 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.
Papa Wojtyla beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: si calcola che le persone da lui beatificate e canonizzate siano state - ad ottobre 2004 - circa 1.340.
Il 14 marzo 2004 il suo pontificato superò quello di Leone XIII come terzo pontificato più lungo della storia (dopo Pio IX e San Pietro).
La lunghezza del papato di Karol Wojtyla fu in marcato contrasto con quella del suo immediato predecessore, Giovanni Paolo I, che morì improvvisamente dopo soli 33 giorni di ufficio (e in memoria del quale Giovanni Paolo II scelse il proprio nome).

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Veronica Mari della redazione

In Torreomnia:
www.torreomnia.it/religione\papa\papa_torre.htm
 
 

ID: 17451  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 2 marzo 2020 Ore: 18:00

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ID: 16392  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 27 aprile 2014 Ore: 14:41

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ID: 6564  Intervento da: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Data: mercoledì 18 luglio 2007 Ore: 01:27

IN FONDO A QUESTA DISCUSSIONE CI SONO TRE FILMATI DELL'EVENTO

IL DISCORSO DEL PAPA

Carissimi sacerdoti e fedeli di Torre del Greco!

Ringrazio voi e il vostro Arcivescovo, il Signor Cardinale Michele Giordano, e ringrazio il Signor Sindaco per il saluto rivoltomi.
Un pensiero riconoscente a voi tutti presenti, per la festosa e calorosa accoglienza, tipica delle popolazioni di questa terra felice, le cui straordinarie bellezze naturali sembrano sottolineare la comune gioia di questo incontro.
Il più illustre figlio di Torre del Greco è senza dubbio il Beato Vincenzo Romano. Egli vi ha lasciato una eredità spirituale preziosa con l’esempio di una santa vita, del fervore sacerdotale e della totale dedizione che caratterizzano gli oltre trent’anni del suo ministero pastorale. Erano, quelli, tempi difficili e calamitosi per le vicende storiche e per la disastrosa attività del vicino Vesuvio, che nel 1794 devastò la vostra città, seminando terrori e lutti.

Con un ritmo di attività quasi incredibile, egli fu maestro di evangelica carità ai sacerdoti e provvido padre ai fedeli, dei quali condivise sofferenze e preoccupazioni. Fu anche un precursore della carità sociale, così importante per la Chiesa di oggi, con l’assistenza spirituale e la tutela dei diritti dei pescatori di corallo, per i quali era celebre Torre del Greco. Durante i lunghi periodi di assenza degli uomini su mari lontani, il Beato riservava particolari cure alle loro famiglie.
Ma Vincenzo Romano lavorò intensamente e soprattutto per la formazione delle coscienze e per l’evangelizzazione.
Alla radice dei problemi personali e sociali di solito si riscontrano cause legate all’infermità delle coscienze e all’aridità dei cuori. Vincenzo Romano lo sapeva, ed era perciò convinto che il primo impegno di ogni buon pastore deve essere la formazione dottrinale e morale dei propri fedeli. Egli pertanto si dedicò con sollecitudine e costanza alla catechesi parrocchiale e al ministero delle confessioni, vedendo in ciò un’occasione privilegiata di formazione delle coscienze. Alla gente del popolo propose il Vangelo nella sua semplicità ed autenticità, divenendo egli stesso testimone credibile ed araldo della parola di Cristo con una vita povera, umile e, soprattutto, integralmente dedita al ministero.
L’impegno dell’evangelizzazione fu nella sua vita la sola vera passione, e per questo, come l’Apostolo Paolo, egli si comportò in modo da essere amorevole in mezzo a voi come una madre che nutre con cura le proprie creature (cf. 1 Tess. 2,7). Dimostrò anzi di essere disposto a dare ai Torresi non solo il Vangelo, ma la sua stessa vita, come a figli diventati a lui singolarmente cari (cf. ibid. 2,8). Con tale animo egli vi annunziò il Vangelo di Dio, sforzandosi di essere catecheta in tutti i modi ed in ogni circostanza.
Come ben sapete, egli usò il metodo della “sciabica”; catechizzava i fedeli dovunque si trovassero, visitandoli nelle case o accompagnandoli lungo le strade. Con intuizione che anticipava i tempi, il vostro Patrono si preoccupò così del valore della Messa festiva ed insegnò ai fedeli come si assiste ad essa, non da estranei o muti spettatori, ma comprendendo bene e partecipando consapevolmente all’azione sacra, grazie alla luce ricevuta nell’ascolto della parola di Dio (cf. Vat. II, Sacrosanctum Concilium, 47).
La voce dello Spirito, che guidò il santo Parroco torrese nel suo ministero, è la stessa voce che oggi fa appello a questa Chiesa particolare per chiedere a tutti voi di prodigarvi per la nuova evangelizzazione, attendendo alla riforma delle coscienze nella luce della parola di Dio e concorrendo a rinnovare i costumi morali sia nella vita privata che in quella pubblica.
Lo Spirito vi invita ad attuare la carità che si espande a partire dalla fede, ad aprire senza timore gli occhi su quei bisogni umani per i quali spesso mancano la comprensione e il soccorso della collettività. Vi invita ad un impegno solidale per il bene dell’uomo, di ogni uomo e di tutto l’uomo, al fine di raggiungere la sperata promozione sociale, nel contesto di un autentico progresso umano. Lo Spirito richiede a voi una carità che sappia difendere coraggiosamente la vita, liberando ogni uomo dalle schiavitù della violenza e delle intimidazioni provenienti da poteri illegali. Lo Spirito vi invita ad operare tutti in unità d’intenti con generosa dedizione, fidando nella forza della verità e della giustizia.
La comunità di Torre del Greco non lascerà cadere l’esempio e la memoria del suo umile e santo parroco di un tempo.
Vi invito tutti a riprendere ancora oggi il suo programma pastorale, per inserirlo nelle moderne tensioni sociali con il suo stesso fervore e la sua medesima passione.
Questo è il ricordo che voglio lasciare a voi, Sacerdoti, Religiosi e Laici impegnati nella catechesi e nel servizio ecclesiale, mentre imparto a tutti la mia Benedizione, con uno speciale pensiero per i giovani, le famiglie, i sofferenti.
Subito dopo la preghiera del Padre Nostro e la benedizione impartita dal Sommo Pontefice insieme ai vescovi presenti si avvicinava il sindaco che donava una scultura in corallo raffigurante Cristo, opera dell’artista Caneri, il Papa disse: "Corallo, di questo voi siete famosi nel mondo per questi coralli. Grazie".

IL PAPA

IN FONDO A QUESTA DISCUSSIONE CI SONO TRE FILMATI DELL'EVENTO


ID: 6563  Intervento da: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Data: mercoledì 18 luglio 2007 Ore: 01:17

VISITE DEL PAPA A S.CROCE - 11 novembre 1990

TUTTA LA CRONACA DELLA VISITA…MINUTO PER MINUTO…

A cura del Parroco torrese di Portosalvo Francesco Rivieccio

Data memorabile per la storia della nostra città, dopo 141 anni, il Successore di Pietro rimette piede a Torre del Greco.
Giovanni Paolo II, in visita pastorale a Napoli, giungeva alle 18,20 al casello autostradale di Torre del Greco proveniente dalla Facoltà Teologica di Capodimonte, ove il Pontefice aveva incontrato gli imprenditori napoletani; il Papa dopo aver varcato il casello nell’autovettura chiusa, scendeva per trasferirsi sul <>, attratto dalla folla festante si avvicinava a questa e rivolgeva alcune parole: <> E tra la gente una voce esclamò: <>, salito sul <> si accingeva a raggiungere Piazza S.Croce.

Il corteo papale percorreva tra due ali di folla festante, Via Guglielmo Marconi, Via Vittorio Veneto, Via Roma e Via Salvator Noto mentre gli altoparlanti e gli schermi giganti diffondevano i suoni e le immagini. A Piazza S.Croce il Papa veniva accolto dal suono festoso delle campane; ai piedi del Sagrato veniva accolto dal Sindaco avv. Salvatore Polese, dal delegato municipale per la visita papale dr. Bernardo Cirillo, dal Vicario Episcopale mons. Salvatore Maglione, dal decano d.Raffaele Borriello che lo accompagnavano alla sommità del sagrato da dove benediceva la folla. Sulla porta della Basilica di S.Croce, il Preposito Curato mons. Onofrio Langella gli consegnava l’aspersorio con l’acqua santa e il pontefice benediceva i presenti, poi percorreva il lato destro della navata centrale salutando i fedeli e poi gli ammalati carrozzati dell’associazione <>, dell’U.N.I.T.A.L.S.I., e delle parrocchie cittadine. Salito sull’altare si inginocchiava, per pregare Gesu’ Eucaristia presente nel tabernacolo dell’altare maggiore e per pregare davanti all’urna che conserva le spoglie mortali del nostro parroco santo, che per l’occasione era stata posta davanti all’altare basilicare. Appena la televisione a circuito chiuso diffondeva per tutta la città il momento della preghiera calava immediatamente il silenzio sulla città. Il Papa pregava per quasi dieci minuti, assorto e leggeva l’orazione propria del Beato Vincenzo Romano e subito dopo si portava all’urna baciandola. Quindi passava al coro per salutare i sacerdoti e proseguiva salutando tutte le persone che si trovavano davanti all’altare del Sacro Cuore, ove vi erano anche i ministranti di S.Croce che inneggiavano ad alta voce al Papa, e poi tutti gli altri presenti nella navata centrale lato sinistro.
Uscito sul sagrato, veniva accolto dal canto <> eseguito dai ragazzi del Coro di S.Cecilia e dai cori delle parrocchie di S.Croce, S.Maria del Principio e S.Maria del Carmine, diretti dalla maestra Marika Rizzo, all’organo Giovanni Cipriani (questa corale si era preparata per lunghi mesi sia per poter partecipare nella grande corale a Piazza Plebiscito e sia in questa occasione). Il Pontefice appena disceso dal sagrato si dirigeva al monumento al Beato lo benediceva dopo averlo scoperto. Ai piedi del monumento si trovavano l’autore prof. Vincenzo Giggiano Borriello (il quale su incarico del cardinale Michele Giordano aveva modellato il busto di Giovanni Paolo II per l’atrio del Seminario Teologico Alessio Ascalesi che lo stesso pontefice aveva inaugurato nella prima mattinata di sabato 10 novembre) e altri componenti del Comitato promotore pro-monumento.
Il Papa risaliva nel papabus che lo portava ai piedi del palco a Via Comizi all’altezza del palazzo Capano, dove lo avevano preceduto tutti i sacerdoti della nostra città. Sul palco a destra del pontefice vi erano il cardinale Michele Giordano, il sindaco, i segretari particolari del Papa e del nostro cardinale, il labaro del comune di Torre del Greco sostenuto da un messo municipale e da due vigili urbani, mentre a sinistra i cardinali Ursi e Casoria. Sullo stesso palco vi era anche il seguito con Mons.Domenico De Luca della Segreteria di Stato, Mons. Salvatore Garofalo postulatore della causa di canonizzazione di Vincenzo Romano, nostri concittadini, Mons. Crescenzo Sepe sostituto della Segreteria di Stato, il direttore dell’Osservatore Romano prof. Mario Agnes, il prefetto della Casa Pontificia Mons. Dino Monduzzi, il direttore di Radio Vaticana, il cerimoniere pontificio Mons. Marino i vescovi Scanzillo e Vallini ausiliari di Napoli. Erano presenti anche mons. Mario Franco, i dottori Barile e Cirillo della segreteria diocesana della vista papale.

Francesco Rivieccio


ID: 6561  Intervento da: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Data: mercoledì 18 luglio 2007 Ore: 01:04

FILMATI DI TORREOMNIA DELLO STUDIO DEL VATICANO E DEL FOTOGRAFO TORRESE ACHILLE FARESE




Il Papa a Torre del Greco 1990 - 1


Il Papa a Torre del Greco 1990 – 2


Il Papa a Torre del Greco 1990 – 3


Questo è un filmato di repetorio sul Papa


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