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Argomento presente: « Caro nonno Vito »
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ID: 5941  Discussione: Caro nonno Vito

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 15 giugno 2007 Ore: 13:28

Caro nonno Vito,
noi siamo coetanei? Io ho pochi anni, perchè non voglio accettare compromessi e storie varie.
L'ipocrisia delle donne e degli uomini mi sono rimaste in gola, non riesco a digerirle ancora.
Il buon Mari dice che a me piace sventrarmi. Ma è soltanto una reazione alla nostra impotenza sociale.

Dott. Franco Penza

 
 
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ID: 6009  Intervento da: Marina Ciliberti  - Email: marinaciliberti@hotmail.it  - Data: venerdì 15 giugno 2007 Ore: 13:28

La redazione è preoccupata per il silenzio dell'eclettico Prof. Ciccio Raimondo. Ma confidiamo nella metafora dei fenomeni carsici. All'improvviso, sottocasa un bel mattino vedremo apparire di nuovo la ricorrente falda acquifera.

Marina


ID: 6008  Intervento da: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Data: venerdì 15 giugno 2007 Ore: 13:05

Con Internet la tipografia è relativa.
Oggi un libro o un giornale si può impaginare con XPress o un programma inferiore e passarlo in PDF che conserva l'ottima definizione.
Una volta messo in rete sarà il fruitore a stamparselo sulla sua laser A4 o anche A3.
Il lavoro risulta pressoché professionale.

Veronica


ID: 6005  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: giovedì 14 giugno 2007 Ore: 22:29

Caro Salvatore,
spero solo che Vito D'Adamo scambi con Te qualche opinione a riguardo.
Avete sostenuto una posizione in comune. Non spendereste un soldo bucato per pubblicare. E' giusto, perché spendere in questi casi significa investire; ma l'oceano elettronico sommerge qualsiasi investimento.
La rivoluzione digitale ha lo stesso effetto storico della rivoluzione di Gutenberg. Di ciò non dubita più nessuno. La rivoluzione digitale viene dal 90% dall’America.

www.stampatipografica.it/macintosh/computer/set_fra_2stive.htm

www.stampatipografica.it/macintosh/set_fra_macintosh.htm

Noi europei abbiamo poco da contrapporre a Microsoft o a Google, ci manca gente come Larry Page e Sergey Brin. Le loro invenzioni hanno l’importanza di quelle di Leonardo ingegnere o di quelle del Brunelleschi per costruire la cupola del Duomo di Firenze.

CARTACEO O DIGITALE? BASTA CHE SIA LIBERO… e come Tu dici: che non costi nulla! Sia benedetto il Giudice Francione e la cultura libera.
Sempre maggiore è la diffusione del blog o del forum come luoghi del “comunicare”. Il termine blog sappiamo deriva da weblog ovvero "traccia su rete", come fenomeno nasce nel 1997 in America e a partire dal 2001 si sviluppa in Italia: se qualche anno fa un adolescente raccontava di se sul proprio diario personale, oggi la liberà della rete offre questo nuovo spazio di sfogo.
Dai dati raccolti emerge che solo il dieci per cento degli intervistati ha un diario cartaceo, mentre il 47% scrive sul blog personale, “Il blog è frenesia, è libertà è scambio è comunicazione internazionale.

La vecchia tipografia era costosa più di adesso con le moderne tecnologie e solo pochi potevano pubblicare.
II libro cartaceo, a braccetto con l’evoluzione della stampa, ha raggiunto l’apice dell’affermazione nel secondo dopoguerra. Fino allora adulto ed insostituibile strumento di diffusione della cultura, è invecchiato immediatamente dietro i concorrenti mass-media di natura elettronica.

www.stampatipografica.it/tipografia/set_fra_tipografia.htm

Insistere col cartaceo è solo ostinazione nostalgica. Tutti i libri dovrebbero essere trasformati in digitale prima che finiscano nelle pattumiere o nelle discariche, o bruciati come fece Hitler. Il discorso del giornale è equivalente.
Ecco perché la mia proposta reiterata di portare avanti una testata cartacea è solo una provocazione, come è una provocazione il barocco stesso di Torreomnia, per chi insiste e persegue chimera, specie quando si tratta di giornaletti locali o libercoli da dopolavoro comunale mirmicolanti nell'oceano di scrittura ed immagini, soprattutto quelle su piattaforme professionali, al di qua e al di là del monitor.

Salvatore Argenziano pur avendo faticato su lavori univoci ora utilissimi di consultazione, ora lirici e inediti di testimonianza, gode insieme ai fruitori di un senso umano ed altruistico del dono e del gioco, col suo umile termine "stroppole", qui contestuale col senso umile perché nobile della vita.

Luigi Mari






ID: 6000  Intervento da: salvatore argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Data: giovedì 14 giugno 2007 Ore: 14:01

Caro Gigi,
pure a me capita di racchiudere il viso tra le pagine di un mio vecchio libro per sentire l’odore di un tempo. (N’addore ’i carta vecchia …) Lo stesso gesto che a volte faccio col pane quando mi sembra di avere trovato una pagnuttella di Torre.
Non ho libri di pregio editoriale e non mi considero un feticista della conservazione ma, ancora oggi, aprire un libretto della BUR mi riporta a quei primi mesi del 1949 quando la Rizzoli iniziò la pubblicazione di quei testi che furono la mia prima biblioteca. Passavo da don Giovanni Fiore in attesa dell’uscita di nuovi volumetti, come oggi i giovani patuti di Harry Potter attendono l’ultimo libro o film del loro eroe. Non avevo La Scala D’Oro da annusare e i BUR furono la mia scala d’oro della letteratura.
Oggi viviamo in una realtà diversa e non possiamo essere condizionati nel nostro operare dall’elogio delle cose di una volta e dal passato, così parco e qualche volta anche misero. Oggi posso scaricare da Internet quasi tutto quello che una volta, solo con altre rinunce, potevo procurarmi.
Vengo al dunque.
Premetto che non ho mai speso né spenderò un centesimo per pubblicare quanto vado scrivendo. Se non ci fosse stato internet quale editore avrebbe mai pubblicato le mie stroppole? Quale gigimarieditore mi avrebbe telefonato entusiasta per chiedermi di pubblicare i miei Ricordi?
I miei lettori saranno pure pochissimi ma bastano ad invogliarmi a continuare in questa senile passione. Qualcuno c’è.
Salvatore


ID: 5998  Intervento da: Vito D'Adamo  - Email: Viad37@online.de  - Data: giovedì 14 giugno 2007 Ore: 10:25

Rif. ID 5971

Caro Gigimari,
mi ha rallegrato il tuo apprezzamento per il modo in cui ti e' perveuta la stampa, attraverso, cioe', spedizione postale, pur di lumachesca consegna, peraltro da me prevista (01./13.06.07 = 12 giorni), al destinatario da parte delle Poste nostrane, che fa andare in bestia questo ...anta - come tu sei solito dire col nobile e bugiardesco intento di indorare le pillole - , uso a tempi infinitamente minori per la distribuzione della corrispondenza in Germania, anche di quella di normale e non pletorica affrancatura.
Ti prego di raccogliere i francobolli, ritagliandoli senza danno dalla busta e di conservarmeli; mi appello.altresi', per la raccolta dei francobolli, specie di quelli italiani, di posta ordinaria e celere, alla disponibilita' ed alla generosità' dei concittadini, alla redazione, ai fans di Torreomia e del Forum.
Prego Gigimari di conservare in tipografica i francobolli pervenuti, che saranno ritirati di tanto in tanto da mia sorella, che provvederà a farmeli avere.
Prego anche di scusare la richiesta pubblica e un tantino sfacciata d'incrementare la collezione dell' ....anta Nonnovito, hobbydipendente!
Ringrazio sentitamente quanti vorranno collaborare alla raccolta.
Cari saluti a tutti.
Nonnovito.



ID: 5971  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: martedì 12 giugno 2007 Ore: 14:46

Caro Nonno Vito,

La tesi che sostieniamo circa il cartaceo, retaggio solo, oramai, degli anta avanzati non fa una grinza.
La "pagina del tipografo" poteva arrivarci col mezzo elettronico, in un attimo, ma nessuno l'avrebbe considerata tale come è stata arrivando per posta nel cartone sigillato, cesellato di vari francobolli deutsche.
Per un momento in tipografia si è avvertito odore di diligenza, illuminazione d'astearica, il passato anteguerra della corrispondenza attesa, desiderata; vibranti dal fattore sorpresa; e poi l'odore, il sentore della pastalegno sotto i polpastrelli e l'olfatto sazio di resina delle suture dell'involucro e la fragranza del pigmento, del nerofumo e dei vegetali da dove si cava l'inchiostro tipografico.
Chi anta non ficcava da piccolo il nasino nei libri di scuola per sentirne il profumo, unico, eccitante, fantasioso che si fondeva con le storie raccontate degli abbecedari, dei sussidiari, delle antologie.
Ah, scherra e asettica Internet!
Il cartaceo basisce lentamente con gli ultimi cuori vibranti degli anta.
Grazie Nonno Vito per la pagina del tipografo che mi hai inviato. Vorrei trasmettere il suo sapore a tutti della rete. Dove siete Ciccio, Ciro Adrian, Salvatore e tanti altri, so che non siete scribendi avari e sussiegosi, ma solo sballottati dall'incertezza tra l'elettronica imperante e le quintessenze del cartaceo della nostra età evolutiva nella nostra pargolezza dissoltasi come un perduto amore.

Luigi Mari




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