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Argomento presente: « CORALLO, NON SOLO TORRE »
ID: 5859  Discussione: CORALLO, NON SOLO TORRE

Autore: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Scritto o aggiornato: martedì 5 giugno 2007 Ore: 11:12

Alghero e la Riviera Del Corallo

La lavorazione del corallo è considerata, oggi, una delle attività artigianali più importanti di Alghero.
Alghero è una cittadina situata sulla costa orientale della Rada Algherese e si trova a 35 km da Sassari
Si affaccia sul suo golfo omonimo, sul lato nord-occidentale dell'isola, con i suoi 80 Km di costa, che a nord incominciano dal promontorio calcareo di Capo Caccia sino a terminare nella spiaggia di Poglina, verso sud.
In dialetto algherese, la città viene chiamata anche Barceloneta, o piccola Barcellona, in quanto divenne dominio aragonese a partire dal 1353 e, tutt'oggi, continua a mantenere una forte identità catalana sia nella lingua, sia nelle sue tradizioni e stile architettonico. Secondo alcuni, il nome di Alghero deriva dall'arabo al-ghar, ossia "caverna", con probabile riferimento alle Grotte di Nettuno, nei pressi della città. Altri, invece, sostengono che il nome originale fosse S'Alighera (Alguer in catalano), con il significato di "luogo delle alghe".
La Rada di Alghero è nota anche come Riviera del Corallo, in quanto nei suoi fondali è presente una enorme quantità di corallo o oro rosso, utilizzato dai migliori orafi per la creazione di meravigliosi gioielli dal valore e dalla bellezza unici. La lavorazione del corallo è considerata, oggi, una delle attività artigianali più importanti della città. Ma il motivo per cui migliaia di turisti sbarcano ogni anno in Sardegna per visitare Alghero è sicuramente dovuto alla presenza di una bellissima costa, di lunghe spiagge dalla sabbia candida e dal mare limpido, di tradizioni popolari diverse da quelle tipicamente sarde e più vicine alle catalane.

www.vacanzeviaggi.net
 
 

ID: 5863  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: lunedì 4 giugno 2007 Ore: 23:42

Marcianise Città del Corallo

Questa mattina si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del Consorzio Oromare di Marcianise alla presenza del sindaco della città Filippo Fecondo, del presidente della provincia di Caserta Alessandro De Franciscis, del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del presidente del Consorzio Gino Di Luca. Madrina d’eccezione l’attrice Sofia Loren. Il Consorzio Oromare conta oltre duecento piccole e medie imprese che realizzano prevalentemente prodotti di corallo, cammeo ed oro.
L’inaugurazione del Consorzio Oromare, insieme al Tarì ed al Polo della Qualità, di fatto sancisce la nascita a Marcianise di un triangolo distrettuale del lusso Made in Italy. La realizzazione della Città del Corallo è stata resa possibile grazie ad un investimento pubblico-privato pari a 75 milioni di euro. Il Consorzio sorge su un’area di oltre 150 mila mq di superficie totale ed, a regime, conterà 1.500 occupati.
Il sindaco di Marcianise Filippo Fecondo a nome della città, dopo il classico taglio del nastro, ha donato all’attrice una splendida penna d’oro e argento, sulla quale è scolpita una maschera greca di corallo rosa e la scritta Progreditur - Città di Marcianise. La penna realizzata dalla Marlen, che ha sedi nelle città di Sant’Arpino e Marcianise, è prodotta in edizione limitata di 81 esemplari. L’esemplare donato a Sofia Loren riporta anche il nome dell’illustre ospite.
Durante la cerimonia d’inaugurazione il sindaco di Marcianise Filippo Fecondo ha spiegato i motivi del successo di questo nuovo modello di sviluppo. “La crisi della grande industria - ha esordito il sindaco Filippo Fecondo - ci ha spinti a cambiare la missione produttiva del nostro territorio.
Abbiamo pensato di offrire prospettive nuove alla crescente domanda legata ai servizi ed all’artigianato di alta qualità. Insediamenti produttivi come il Consorzio Oromare - ha concluso Fecondo - rispondono anche ad una crescente domanda di riqualificazione del nostro territorio e di tutela dell’ambiente, con importanti ricadute occupazionali.

www.radioprimarete.it


ID: 5862  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: lunedì 4 giugno 2007 Ore: 23:40

ALGHERO

"Museo del corallo": le operazioni in progetto si propongono come lotto di completamento dei lavori di ristrutturazione già realizzati con parte dei fondi del P.I.C. Interreg II misura 4.4.1. Nel dettaglio, per tale struttura denominata "Villa Costantino" (un edificio di estrazione Liberty situato a ridosso del centro storico) sono previsti, tra l'altro, il rifacimento della facciata, il restauro degli affreschi interni, la sistemazione del giardino di pertinenza nonché l'installazione di impianti tecnologici quali ascensori, condizionatori, sistemi antincendio e di videosorveglianza.
All'interno dell'edificio in argomento si intende realizzare un settore espositivo, per proporre ai visitatori uno dei prodotti più importanti della nostra storia economica e tradizionale artigianale: il corallo. Tale spazio espositivo si colloca in un più ampio progetto che l'Amministrazione, relativamente alla creazione del Sistema Museale Integrato, considera essere uno dei tasselli fondamentali; il Museo del Corallo sarà un centro di documentazione, di esposizione nonché il laboratorio delle tradizioni artigianali del mare.

www.comune.alghero.ss.it


ID: 5861  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: lunedì 4 giugno 2007 Ore: 23:39

TRAPANI ANTICA CITTA' DEL CORALLO

Trapani e il suo mare, fonte di vita di ricchezza, da cui si trae il sale ed il corallo, arborescenza fluttuante nata dal sangue della Gorgone. Il corallo, frutto del mare e del mito, è stato per secoli uno dei simboli della città e considerato un amuleto magico per tenere lontano le malattie e apportare ricchezza. L'elaborazione di oggetti in corallo in quest'area è antichissima. Rametti sommariamente lavorati sono stati rinvenuti in sepolture del Paleolitico risalenti a 35.000/8.000 anni a.C.
Grandi maestri corallai trapanesi, fin dalla seconda metà del ‘500, con le loro preziosissime opere hanno reso famosa in Europa la città.
A Trapani la lavorazione del corallo ha infatti inizio nella prima metà del XV secolo, all'inizio praticata ad opera di artigiani ebrei, alla fine del Seicento conta numerose botteghe per la lavorazione del corallo. La produzione comprendeva prevalentemente oggetti di culto, come le bellissime statuine di santi e i Crocifissi, prodotti dalla collaborazione artistica di maestri corallari e orafi, e realizzati su supporti in rame dorato con incastri di sferette, baccelli mezzelune e ovuli, che nel loro complesso costituiscono la tipica produzione trapanese. Si narra che nella seconda metà del Cinquecento dal porto di Trapani partì l'opera più bella mai realizzata dai mastri corallari, una "Montagna di Corallo" composta da novanta figure che ripercorrevano la vita di Cristo e della Madonna donata dal Vicerè di Sicilia al suo Sovrano Filippo II di Spagna, forse ancora oggi conservata nelle profondità del mare a causa di una violenta tempesta.
Trapani ha preceduto nella lavorazione artistica del corallo, altre città che nei secoli ne sono divenute famosi centri di pesca, raccolta e lavorazione; a Napoli per esempio la pesca del corallo era cominciata già nel periodo della dominazione normanna, ma raggiungerà massime espressioni artistiche nell'arte del corallo solamente nel Quattrocento, quando si attesterà a Napoli l'arrivo di maestri trapanesi. Una crisi nel 1800 ha travolto la pesca e la lavorazione del corallo, relegando in posizione subalterna rispetto alle nuove iniziative industriali che privilegiarono l'oro, l'antico gioiello in corallo.
Nel Novecento, il corallo entra a pieno titolo nella produzione dell'altissima gioielleria. Famose in Europa le realizzazioni di Boucheron, Cartier e Van Cleef, in particolare le creazioni dalle forme stilizzate e geometriche di stampo decò. In questi secoli la pesca del corallo è molto fiorente lungo le coste francesi ed italiane e in breve tempo Trapani si riaffermerà, non solo come luogo di produzione, ma anche come luogo di lavorazione del corallo.
Oggi, decine di moderni corallini vanno alla riscoperta dei banchi che avevano prima reso famosa la città: il mare di tramontana, le pareti sommerse di San Vito lo Capo, gli scogli di Bonagia, le orlate del Banco Scherchi. Una bellissima collezione di opere in corallo realizzate da abili artigiani dal XVI al XVIII secolo, è conservata al bellissimo Museo Pepoli, prestigiosissimo scrigno di opere altrettanto belle.
Al Museo si accede dal Giardino dei Santuario dell'Annunziata. Bellissimo il Chiostro rinascimentale dell'ex Convento dei Padri Carmelitani, edificio di origine trecentesca (rifatto tra il 500 ed il '700). All'interno,: lo scalone monumentale detto "magnifico” imponente opera architettonica tardo rinascimentale e barocca. Le opere in corallo si trovano nella sala di esposizione dei gioielli siciliani (XVII sec.) realizzati in oro, corallo, argenti e pietre preziose e smalti.
Oltre ai preziosi coralli il Museo espone collezioni di opere scultoree del '500 e del 600, di dipinti che vanno dal XIII al XVUI sec., importanti reperti archeologici e antiche statuine da presepe opere di Giovanni Matera e di Alberto e Andrea Tipa (XVIII sec.) realizzate in legno, tela e colla e le ceramiche fra cui, bellissimi, i pavimenti maiolicati del XVIII sec. raffiguranti scene della pesca del tonno e del corallo.

www.fotoartearchitettura.it


ID: 5860  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: lunedì 4 giugno 2007 Ore: 23:36

SCIACCA LA CITTA' DEL CORALLO

Nel mese di marzo del 1875 tre pescatori saccensi: Alberto Maniscalco detto Ammareddu,Alberto Occhidilampa e Giuseppe Muschidda si trovavano a pescare a circa 8,5 miglia da Capo San Marco e rimasero impigliati con le reti, scandagliando il fondale per verificare la causa per cui si erano impigliati si trovarono di fronte a uno scoglio del tutto rivestito di corallo.Furono trovati diversi banchi di corallo,il primo era di circa 6000mq con profondità da 70 a 125 metri e si ottenne più di 1000 tonnellate di corallo.Un secondo banco fu trovato nell'agosto 1878 a poco più di 3 miglia dal primo con una grandezza maggiore del precedente,circa 9000mq e a breve tempo si sono estratti più di 1160 tonnellate di corallo.Nel 1880 fu scoperto un terzo banco che per la sua estensione di 10370mq veniva chiamato isolone con una profondità da 150 a 190 metri.Da questo isolone in un paio di anni si sono estratti 7120 tonnellate di corallo.La pesca del corallo fu fatta da barche di Sciacca,di Trapani e di Torre del Greco e distribuì ricchezza a molte famiglie,basti pensare che per l'isolone ci lavoravano 970 barche con quasi 10000 individui che hanno estratto una grande quantità di corallo valutato circa 30 milioni di lire,una somma enorme a quei tempi di fine 800.Il corallo di Sciacca ha una principale caratteristica che lo rende unico,raro e riconoscibile questa è il colore rosa salmone sino al colore arancio.Adesso è da tanto tempo che è cessata l'attività di pesca del corallo che è un elemento importante, storico e culturale della comunità saccense che usualmente trova frammenti di corallo sulle spiagge come per testimoniare la sua esistenza.

Nell’istituto di Sciacca sta per prendere il via un corso sulla lavorazione del corallo che darà ai partecipanti l’abilità professionale per potersi inserire, un domani, nel mondo del lavoro di Rossana Arzone
Trovare per i detenuti una stabile collocazione nel mercato del lavoro può sembrare quasi un’utopia, una bella quanto impossibile promessa da realizzare. Alle obbiettive carenze occupazionali, presenti soprattutto nell’Italia Meridionale, si aggiunge una marcata sfiducia nei confronti degli ex detenuti i quali, nella stragrande maggioranza dei casi non hanno nessuna specifica qualificazione o abilità.
Per questo motivo un progetto come quello avviato dall’istituto di Sciacca, in Sicilia, che porta il nome “L’arte del corallo”, assume un valore tutto particolare proprio perché consente ai detenuti che vi prendono parte di acquisire abilità e capacità professionali, artigianali ed artistiche tali da renderli lavorativamente competitivi e favorirne l’inserimento in un settore quale quello del corallo, che sta vivendo un momento di forte rilancio, grazie anche al lungimirante impegno di alcuni imprenditori.
A questo traguardo si giungerà già nei prossimi mesi attraverso la presentazione di un progetto più ampio, chiamato “I mestieri del mare”, in cui “L’arte del corallo” si inserisce a pieno titolo».
Frutto del lavoro compiuto, a cura sia dell’Ufficio studi e ricerche del Provveditorato di Palermo che della Direzione di Sciacca presso gli Assessorati competenti della Regione Siciliana, ”I mestieri del mare” rappresenta l’ideale fil rouge del percorso avviato fino ad oggi.

www.leduecitta.com


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