Puoi anche Tu inserire qui
un nuovo
argomento

  Torna all'indice
Comunità

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

Argomento presente: « BASILIO LIVERINO ADDIO! »
ID: 5798  Discussione: BASILIO LIVERINO ADDIO!

Autore: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 1 giugno 2007 Ore: 19:22

L'uomo Basilio
E' SCOMPARSO A 90 ANNI IL POETA DEL CORALLO!

Sono, haimé un idealista con l'abitudine di distinguere gli uomini in due categorie con un confine netto: ricchi e poveri. I poveri sono poveri hanno Dio e la speranza che li sostiene, vanno in giro indisturbati, non temono i ladri. Al povero non viene detto di avere almeno un parente a casa del diavolo.
I ricchi, invece, vengono compensati dalla ricchezza, dal potere, dal comando, dall'ammirazione. La malattia dei ricchi è mezza malattia, diciamo a Napoli. Ma il ricco spesso ingiustamente è impopolare, invidiato e incompreso, perché si pensa che la ricchezza sia sinonimo di cattiveria.
Nei primi di ottobre del 2000, quando ho incontrato Basilio Liverino, sebbene dopo dieci telefonate, ho cambiato idea su quel "confine netto" tra il ricco e il povero in relazione ai pregi ed ai difetti dell'uomo. Mi invitò da tempo. Ho impiegato un lustro per incontrarlo per mia negligenza o pigrizia.
Ma sapevo che egli, nei suoi precordi custodiva l'altro tesoro: la sua terra, la sua gente, la sua infanzia, l'odore della salsedine sulla scarpetta vulcanica a Portosalvo, le semmolelle con le alici salate alle prime luci dell'alba, i panzarotti e le arachidi tostate di "mmiez''a Torre", il profumo dell'incenso nelle veglie natalizie di Santa Croce, l'odore intenso, narcotizzante, del corallo nelle ceste ai piedi del suo letto, cioè la linfa vitale che lo aveva nutrito per quasi un secolo di carriera.
Quel rosso carminio più costoso dell'oro, si scioglie come plasma nelle sue vene di poeta del corallo, di vigoroso vesuviano, per alimentare il suo geniale ciclo vitale, per nutrire il suo cuore celatamente generoso di napoletano vecchia maniera, come lava ignea mai solidificata, come il sangue di S. Gennaro nella sua teca che alimenta speranza, futuro, forza vitale nell'animo.
Basilio Liverino era la personificazione del corallo, era il corallo stesso. Ai nostri tempi i bambini nascevano dal cavolo, dalla zucca, Basilio nacque dalla fauna marina.
Chissà se venne alla luce nei fondali di Sciacca, negli oceani o, forse, la sua cara mamma raccolse il suo rametto fetale nelle scogliere della scala perché, staccatosi dai banchi coralliferi, venne ad adagiarsi nel nostro dolce, caro mare vesuviano, quello della nostra magnifica, gloriosa, martoriata terra torrese risorta sempre come Araba fenice.
Soffro di peritanza con le persone facoltose, schivo e riservato come sono. Succede che diverse di esse le sento osservare dall'alto in basso, snob, fredde e calcolatrici. Molto spesso vedo un'aria torva nel loro sguardo, tutto ciò che hanno di umano sono i loro probabili denti d'oro.
Ero felice che Basilio Liverino sfatava questo mio preconcetto con la sua ospitalità, con la sua pacatezza, con la sua rasserenante atarassia.

Nel 1998 pubblicai "Da Magonza a Torre del Greco" un nutrito libro tecnico e aneddotico sulla tipografia napoletana, un'apologia al vecchio lavoro a misura d'uomo con uno spaccato umanistico sulle problematiche artigianali della cintura vesuviana. Tra i centomila abitanti di allora, con le oltre tremila copie distribuite gratuitamente ricevetti SOLO TRE telefonate di congratulazioni: Salvatore Accardo del giornale "La Torre", Maurizio Apa e Basilio Liverino.

La telefonata di Basilio fu così umile, unana, deferente che, per un momento, pensai di essere io il ricco e lui il povero. Egli aveva assimilato il messaggio umano e sociale di cui è intriso il mio tomo e si era genuflesso presso l'altare umanistico delle arti applicate. L'episodio mi stupì e mi riempì di gioia; capii che non bisogna mai essere superficiali sui giudizi e non bisogna mai generalizzare. Basilio Liverino non solo non ha lasciato, ma, con l'età, ha rafforzato le antiche radici, i vecchi valori umanitari, l'antica napoletanità.
Osservai una breve anticamera, di prammatica, nella saletta d'attesa dalla presepiale vetrina emiciclica, la quale è quasi un assaggio del cospicuo, pregevole museo scavato nella roccia vulcanica. Mi apparve ritto, risoluto, con un sorriso a mezza strada tra il sornione e il paterno, adagiato nell'ampiezza della sua longevità, dove gli si leggeva chiara, in viso, la gratificazione avvertita per il suo cavalierato e per il palese aspetto etico, starei per dire, deontologico, del suo operato, ricco di iniziative ambientalistiche, sociali, didattiche.
Era cosciente dell'immediata nostra trattazione verbale di questo aspetto della sua vita, anziché esclusivamente del tesoro materiale che custodisce, sebbene artistico e culturale; del prestigio che contribuisce a dare a Torre, dei posti di lavoro che offre in questa esangue realtà occupazionale della plaga vesuviana; cose, queste ultime, palesi e scontate per una sorta di intervista verbale destinata a tracciare, invece, essenzialmente il profilo umano, sociale, partenopeo del poeta del corallo Basilio.
Basilio Liverino, malgrado le ottanta primavere di allora, presente, intuitivo, dall'intelletto fresco come una rosa; starei per dire edulcorato dal candore dipanato dai vecchi ricordi, sapeva bene quello che volevo da lui: NULLA, o meglio TUTTO: una grande testimonianza d'amore, di lealtà, di campanilismo. fatto desueto ai giorni nostri.
Ed egli, comunque affermato imprenditore, costretto, talvolta, agli spintoni da carriera, all'auto difesa, alla necessaria dose di scaltrezza, sapeva bene che non doveva difendersi, questa volta, dal sorrisi ipocriti clientelari, dai consueti nepotismi, dal solito postulante posto di lavoro, a mo' di ufficio di collocamento, né ripararsi da una sorta di demone in caccia di anime più o meno appetibili.
Basilio Liverino quella mattina era solo l'uomo Basilio, un pezzo di Torre vecchia maniera, un crostone del Campanile di S. Croce, un basalto vulcanico tiepido dei marciapiedi delle antiche strade torresi dove siedavamo spensierati e scapigliati mezzo secolo fa, col tepore che sentivamo sotto le gambine nude che si rinnovava sugli scogli del Cavaliere o della Scala, con i corpicini d'infante rinfrescati immediatamente dopo nelle estenuanti nuotate sotto il sole allo zenit o con i "cazzabbocchi" della "Carmenella", il pioniere dei trans, per poi sdraiarci sulle candide lenzuola delle nostre magioni - giardino di Torre antica, con porte, portelle, giardini e davanzali sempre colmi di garofani e rose.
Appena percepivamo la calde note materne che ci esortavano a consumare quel pasto piccolo, (pastasciutta o scapece, melanzane o puparuoli), pasto povero ma gustoso d'amore.
Mi accorsi che aggiunse la simpatia alla stima che mi accordava ricevendomi come si fa con un importante uomo d'affari giapponese o americano ed io mi sentivo lusingato per questo. Ci volevamo già bene perché sentivamo di essere fratelli in Torre.
Come tutti i galantuomini non amava parlare di se perché rischiava di parlarne bene e i galantuomini di vecchio stampo non sopportano l'immodestia. Risolse con l'esortare i suoi collaboratori a rispondere alla mie domande. Infatti si allontanò per un po'. Ma la fedele segretaria e il nipote finirono col parlarmi della sua attività, della sua favolosa carriera, degli ospiti illustri che avevano visitato il Museo.
Per fortuna Basilio Liverino si ripresentò con due perle che luccicavano, quelle che prevedevo vedere, in un colloquio rivolto al passato, alle nostalgiche reminiscenze, alla profonda nostra umanità di napoletani. Dal segno baluginante delle due perle prevedevo un altro episodio del Basilio umano. Infatti guadagnammo l'ingresso del suo ufficio con una scrivania zeppa di carte. Mi porse tra le mani un ritratto di una delle sue figliole che, dopo la nascita, negli anni cinquanta, aveva avuto bisogno di serie cure. Tempi duri, quella volta. Mi raccontò che provò su di se le medicine per non arrecare ulteriori danni alla bimba.
"Ora la mia figliola è una donna e le vogliono tutti bene in Azienda", concluse mentre le due perle sul suo volto statuario erano fulgide e radiose, erano lo scandaglio dei suoi precordi, l'altro tesoro di Basilio Liverino che nessuna guida turistica segnalerà mai.

Luigi Mari



NOTE BIOGRAFICHE
Basilio Liverino, nacque a Torre del Greco (Napoli) nel 1917, dopo aver perfezionato in Svizzera la conoscenza delle lingue straniere, giovanissimo si inserisce nell’attività tradizionale di famiglia: la lavorazione del corallo esercitata sin dalla fine del 1800. All’intetesse del trasformatore per questa materia egli affianca, sin dagli inizi del suo lavoro, quello del cultore attento ed appassionato, così che anche nel corso dei suoi viaggi professionali non dimentica istintivamente di ampliare il proprio «sapere». In particolare nel sud-est dell’Asia, Liverino è indotto a consultare studiosi, pescatori, maestri d’arte, ecc. oltre che a visitare quei Musei dai quali attingere un po’ del passato orientale del suo corallo. Senza atteggiamenti da storico o scienziato, egli decide di mettere a disposizione degli altri, prima la propria esperienza e successivamente la sua collezione, iniziata casualmente nel 1934.
Infatti, nel 1983 viene pubblicato il volume IL CORALLO (oggi alla 4’ edizione italiana, oltre a quelle in giapponese, in inglese e in tedesco. con diversi stralci presenti in Torreomnia) e nel 1986 è completato il «Museo Liverino del Corallo e dei Cammei», unico nel suo genere. Nelle sale di questo Museo, annesso all’Azienda a Torre del Greco, sono esposti oltre mille manufatti (ornamenti e sculture) risalenti fino al XVI sec. e provenienti da piccoli e grandi centri di Paesi di ogni continente, ammirati finora da alcune migliaia di visitatori italiani e stranieri. Per tali due realizzazioni, significative di un particolare amore per la propria attività, oltre che di rispetto per la città natale, Basilio Liverino nel 1989 venne insignito dal Capo dello Stato dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.


 
 

ID: 5843  Intervento da: Vito D'Adamo  - Email: Viad37@online.de  - Data: venerdì 1 giugno 2007 Ore: 19:22

Porgo alla Famiglia Liverino i sensi del mio profondo cordoglio per la dipartita del compianto Basilio. Vito d'Adamo.

ID: 5840  Intervento da: luca merlino  - Email: luigi.merlino@fastwebnet.it  - Data: venerdì 1 giugno 2007 Ore: 13:49

Mi assiocio al saluto A Basilio Liverino,anche se ci lega una lontana parentela.IO lo conosciuto. e da corallaro di sangue posso dire solo che ne se andato uno di noi.Ciao Basilio!

ID: 5800  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 28 maggio 2007 Ore: 09:56

Parlare di corallo senza accennare a Torre del Greco vorrebbe dire lasciarlo privo della propria dimora.

Torre sorge ai piedi del Vesuvio, il suo territorio si e esteso su quello di due antichi, piccoli villaggi, Sola e Calastro. Della sua attuale denominazione le prime tracce si trovano in documenti del XVI secolo. Del clima di questa Citta il Mazzei-Megale nel 1880 scriveva:
«E danno prova della bontà dell’aria di Torre del Greco non pure gli ottimi risultati che ogni giorno si ottengono in persona di quelli che vi si riducono per cura, ma altresì la eccezionale longevità e fecondità della gente del luogo, potendosi osservare colla scorta delle statistiche che in pochi Comuni d’Italia si vive tanta lunga vita e si prolifica con tanta facilità come in Torre ».
Gli attuali 99.000 Torresi (oggi 11-2000 demografia in calo per spostamenti N.d.r.) sanno di quante eruzioni e stata vittima la Città, la quale, al verificarsi di ognuna di esse, doveva cedere al vulcano una parte della sua terra resa fertile quasi fin sul cono da anni di sudore e di fatiche. Malgrado questi pericoli, sempre incombenti, e benché, come dice Pietro Balzano, «il Vulcano in terra li ammiseriva», i Torresi non hanno mai voluto lasciare quel territorio.
Anche quando, nel 1815, dopo un’ennesima eruzione, Ferdinando IV di Borbone offri loro il più sicuro circondario di S. Giovanni a Teduccio, essi ringraziarono il loro benefattore e vissero sul suolo arso e selvatico che il vulcano aveva cosi ridotto. Col passare del tempo gli abitanti di Torre si accorsero che, proprio per quella costante minaccia della «Montagna», la loro attenzione e tutte le loro speranze erano ormai rivolte al mare quale più sicuro cespite di lavoro e di vita.
E nel mare c’e anche il vermiglio corallo. Il Balzano dice: «E antica memoria che i Resinari avessero per prima esercitata la pescagione del corallo.

www.torreomnia.com/corallarte/menu_dito_umano/set_frame_torre_corallo.htm


ID: 5799  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 28 maggio 2007 Ore: 09:49

L'inizio profuma di favola.
C'é anche un re, secondo copione.
Siamo nell'ultimo decennio dell'Ottocento, il re visita una base militare in Sardegna e all'improvviso si trova davanti, in ginocchio, un marinaio del picchetto d'onore. <> dice il giovane tutto d'un fiato e in dialetto napoletano, <>
Colpito e divertito, come nelle favole, il re lo esenzia dal servizio militare e lo rimanda a casa. Basilio Liverino torna a Torre del Greco, riprende il lavoro, acquista una corallina e, come si usa dire, getta le basi dello sviluppo aziendale. Ora, in questo travagliato 1994, l'azienda compie un secolo di vita; e c'é di nuovo un Basilio Liverino men che ventenne a prestare servizio militare in Marina. E' la quinta generazione di una dinastia di corallari che a contribuito non poco al mito di Torre del Greco. Finito il militare, andrà a Taiwan e in Giappone a farsi le ossa e a imparare bene il mestiere del padre Vincenzo, del nonno Basilio, del bisnonno Vincenzo e del trisavolo Basilio. Se avrà un maschio, non dovrà affannarsi a trovargli un nome.
La Basilio Liverino ha deciso di sottolineare il centenario con molta sobrietà, quasi con pudore. Una citazione grafica della carta da lettera e nei biglietti da visita, una mostra di coralli artistici a Vicenzaoro 2, intitolata "il mare dei re" e patrocinata dal club degli orafi, un esposizione di pezzi napoletani e torresi del XIX secolo nelle vetrine dell'Ambroveneto di Vicenza, nei mesi di Luglio e Agosto.

www.torreomnia.com/corallarte/menu_dito_umano/set_frame_liverino.htm

www.torreomnia.com/corallarte/menu_dito_umano/set_frame_sto_corallo.htm


Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

 Ogni risposta fa saltare la discussione al primo posto nella prima pagina indice del forum. L'ultima risposta inviata, inoltre, che è la seconda in alto a questa pagina "leggi", aggiorna sempre pure data e ora della discussione (cioè il messaggio principale),
pur se vecchio.

T O R R E S I T A'

Autore unico e web-master Luigi Mari

TORRESAGGINE