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Argomento presente: « IL QUINTO POTERE (DELLA TV) »
ID: 5775  Discussione: IL QUINTO POTERE (DELLA TV)

Autore: gennaro francione  - Email: adramelek@tin.it  - Scritto o aggiornato: domenica 27 maggio 2007 Ore: 23:20

SENTENZA PAOLINI: IL TERZO POTERE (DEI GIUDICI) BACCHETTA
IL QUINTO POTERE (DELLA TV)

LA RAI, IN UN MONOPOLIO DI FATTO DEI MEDIA MEN, NON GARANTISCE IL LIBERO E
DEMOCRATICO ACCESSO DI TUTTI I CITTADINI ALLA CREAZIONE DEI SUOI PALINSESTI

Il giudice Gennaro Francione, già noto come autore della sentenza
anticopyright (assolse 4 venditori extracomunitari di cd contraffatti per
stato di necessità (fame) prendendo a spunto la diffusione libera dell'arte e
cultura in Internet con Napster), ha emesso in data 13 aprile 2007 sentenza
di assoluzione di Gabriele Paolini, noto inquinatore televisivo, incriminato
per aver disturbato 4 collegamenti esterni in diretta del TG RAI.
Il giudice di Roma, accogliendo le tesi del P. M. Gianluca Mazzei, ha
affermato che Paolini è scriminato perché i fatti sono stati commessi in
presenza di una causa di giustificazione ai sensi dell'art. 51 c. p., per
aver legittimamente esercitato il suo diritto di libera espressione del
proprio pensiero (articoli 2, 3 e 21 della Costituzione).
Paolini avrebbe operato, dunque, come giornalista libero e disancorato,
manifestando un sacrosanto diritto di critica verso un noto giornalista
televisivo e verso i parlamentari, ma soprattutto agendo in nome
dell'invocato diritto che ogni cittadino ha di parlare e manifestarsi usando
il media televisivo. A far da maestro è ancora Internet dove chiunque può
fare il suo giornale e dire la sua come nel caso dei siti Web 2.0 che si
rivolgono a ogni utente, in modo che possa essere lui stesso creatore e
popolatore del sito.
Il giudice sottolinea che il giornalista televisivo operante in strada deve
accettare le intrusioni alla Paolini "perché sono esse stesse cronaca in
diretta di quanto avviene tra la gente, che spesso anzi utilizza quelle
dirette per dire la propria nel bene (esultanze in occasione di gare
sportive ad es.) e nel male (con striscioni, grida, slogan per contestare un
avvenimento direttamente o indirettamente connesso a quanto nel resoconto
del cronista vien detto)".
La sentenza, assai raffinata e dotta (con richiami quanto alle incursioni
di Paolini ai giullari medievali, ai futuristi, ai situazionisti, a Andy
Warhol, a Guy Debord), ricorda anche i moniti ai media televisivi rivolti
dalla Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi la quale, nel
"Documento di indirizzo sul pluralismo (1997), evidenzia la necessità di
garantire ai cittadini un'informazione non solo passiva a 360°, ma anche
attiva contribuendo direttamente alla creazione dei palinsesti televisivi.
Ciò è tanto più vero per la RAI che è televisione del popolo il quale paga
un canone e ha un "diritto reale di accesso che si esprime soprattutto come
diritto a non essere esclusi dall'informazione attiva".
La nuova sentenza è stata già ribattezzata, in linea con quella
anticopyright, sentenza della tv-sferica, sottolineando che la RAI ha
ancora struttura burocratico-piramidale e non sferica come richiesto dalla
Commissione di vigilanza, il che crea monopolio e accentramento di poteri in
mano a pochi media men, con esclusione delle masse dalla gran torta
televisiva.
Gongoleranno gli artisti, gli intellettuali, i giornalisti, i professori,
gli opinionisti etc. immotivatamente esclusi dal tubo catodico dei media
forti, improntato alla visibilità reiterata e martellante delle solite poche
facce, a scapito di una megarotazione delle intelligenze, questa sì
realmente democratica e conforme a Costituzione.
Ed è così che grazie a questa sentenza l'heckler Paolini diventa un Robin
Hood massmediale, espressione del cittadino illegittimamente escluso dal
Quinto Potere.

Firmato

GIGI TRILEMMA

La sentenza è stata pubblicata da STUDIO CELENTANO il 21 maggio 2007 in
"Giudice anticopyright assolve Paolini"

http://
studiocelentano.it/a.asp?id=1070

Per il full text del provvedimento clicca su

http://studiocelentano.it/contents/210507.pdf

 
 

ID: 5797  Intervento da: gennaro francione  - Email: adramelek@tin.it  - Data: domenica 27 maggio 2007 Ore: 23:20

LE SALETTE DEL LIBRO
PICCOLA EDITORIA, EDITORIA DI MOVIMENTO ED
AUTOPRODUZIONI, SECONDA EDIZIONE

produzione di libri, letteratura, oggetti a stampa e informatici,

diritti umani, intercultura, pace nel mondo

da venerdì 1 a domenica 3 giugno.
*1 giugno ore 16/22
ore 17: inaugurazione , presentazione del progetto e delle editrici presenti, rinfresco di

benvenuto
dalle ore 18: presentazione libro di Gianluca Arena Camminavo sul tappeto dei giorni

perfomance poetica
*2 giugno: ore 11/22
ore 11 conferenza presentazione: Bambini in luoghi difficili, due libri:

Non se ne parla, bambini palestinesi nelle carceri israeliane di Alessandra Antonelli,

edizioni associazione Tolbà, presenta Adriana Sabatini

e Savané, bambine soldato in Costa d'Avorio, di Damiano Rizzi e Massimo Zaurrini, con prefazione di

Padre Giulio Albanese e fotografia di Mauro Corinti, Infinito edizioni

con proiezione di fotografie e cd –
ore 16/19 presentazione libro Sette modi e mezzo per morire edizioni Diabasis

del libro Le mie bolle, di Candida Proietti piccola editrice Celleno

e libro edizioni Ibiskos
Performance teatrale: L'Orgia del Terzo Potere, di Gennaro Francione
Che la sessualità abbia effetti benefici e rasserenanti è cosa nota, ma che uno stimato e noto giudice ultra-conservatore come Antonino Scaranzano si esprima a favore delle orge come soluzione per disinnescare le tensioni sociali, disorienta e sorprende non poco. Il monologo descrive l'effetto liberatorio dell'orgia metaforizzata in verità sul mondo come è: caos. L'amore per la verità del giudice Scaranzano, spinta all'eccesso, lo porta ad abbattere pubblicamente l'ipocrisia sociale del ruolo di agente di Temi, affrancandolo in prima persona dalle sue voglie forcaiole e dalle pastoie del mascheramento togato. Il Terzo Potere, la Giustizia, diventa così faro di luce dissacratoria e rigenerante per tutti gli altri poteri dello stato.

http:// www.antiarte.it/adramelekteatro/l'orgia_del_terzo_potere.htm

*domenica 3: ore 10/19
ore 11 presentazione de Il giudizio di Morna, di Maria G. Di Rienzo e STORIE per fare pace, di Nicoletta Crocella, delle edizioni Stelle Cadenti
nel pomeriggio:

presentazioni nelle salette, Le nuove frontiere della droga. La via
medicinale, Herald Editore, Roma di Gennaro Francione

In questo testo, l’autore sottolinea l’inutilità della repressione penalistica nell’uso delle droghe, proponendo il dialogo coi giovani e la nuova via medicinale che sostituisce al carcere la cura (preventiva e successiva), le sanzioni amministrative, le misure di sicurezza sul territorio. Come artista (Francione è Presidente dei Giudici Scrittori Europei), propone il TEATRO, che aggrega ed unisce i giovani, come una delle terapie alla solitudine ed alla droga, raccontando la sua esperienza nel testo “ ‘A Scigna”.

http:// www.antiarte.it/adramelekteatro/ascigna.htm

concerto The Killy Billies Strings Band

Salette di esposizione con i banchetti con i libri per ogni casa editrice, e poi incontri, presentazioni

di libri, teatro, mostra del libro d'arte e poesia visiva.

Mostra di fotografie di bambini Palestinesi

Mostra Schegge di cultura: libri in pietra di Nicoletta Procella

Bassano in Teverina è in provincia di Viterbo a pochi Km da Orte

STELLE CADENTI: http:// www.edizionistellecadenti.org

HERALD EDITORE:

http:// www.heraldeditore.it

ANTIARTE 2000: LA RIVOLUZIONE DELL'ESTETICA NEL CYBERSPAZIO:

http:// www.antiarte.it/antiarte

ADRAMELEK THEATER:

http:// www.antiarte.it/adramelekteatro

UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS):

http:// www.antiarte.it/eugius




ID: 5777  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: venerdì 25 maggio 2007 Ore: 11:04

Il vulcano contro i colpevoli
di Arturo Diaconale

Forza Vesuvio è una forzatura metaforica. Con cui si auspica che il tappo del vulcano dormiente esploda ed invece di indirizzarsi sulla popolazione inerme vada a colpire solo ed esclusivamente quei dirigenti politici che hanno la responsabilità primaria dello stato d'emergenza in cui versa Napoli e gran parte della Campania. Ma nella identificazione di questi dirigenti e di queste responsabilità bisogna essere chiari. Non convince affatto, ad esempio, il discorso della colpa collettiva ripartita in egual misura tra Antonio Bassolino e Antonio Rastrelli, centro sinistra e centro destra, camorra e magistratura, comuni ribelli e ambientalisti, Alfonso Pecoraro Scanio e Rifondazione. Il principio del “tutti colpevoli, nessun colpevole” è fasullo. E serve solo ad alimentare la tesi assolutoria della classe politica secondo cui la colpa vera è dei napoletani e della loro genetica incapacità di passare da sudditi passivi di classi dirigente perennemente incapaci e corrotte a cittadini di una democrazia avanzata. La verità, invece, è che esiste una precisa graduatoria di responsabilità. E che in cima alla lista non c'è tanto il centro sinistra che da oltre dieci anni governa una regione ed il suo capoluogo divenuto nel frattempo una megalopoli. C'è, soprattutto, il sistema di governo adottato da questa coalizione. Un sistema che è invasivo come quello emiliano, clientelare come tutti quelli meridionali e tragicamente paralizzato dalle proprie contraddizioni come quello nazionale.

In cima alla lista dei responsabili, allora, ci sono Bassolino, Rosa Russo Iervolino ma anche Piero Fassino, Romano Prodi e lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non perché costoro rappresentino la formula del centro sinistra. Ma perché hanno consentito e continuano a consentire ai Verdi di Pecoraro Scanio, ai comunisti di Franco Giordano ed a tutti i gruppi e gruppetti dell'ultrasinistra di impedire la modernizzazione del paese. In Val d'Aosta come nello stretto di Messina, per la Tav come il il Ponte tra Sicilia e Calabria, in Toscana come nel Lazio, per l'autostrada tirrenica come per la riconversione della centrale di Civitavecchia. E, naturalmente, a Napoli e nella Campania per le discariche e gli inceneritori. Forza Vesuvio, allora, affinché “l'emergenza spazzatura” diventi il caso destinato a bruciare definitivamente un metodo di governo che produce solo paralisi e degrado.

Fonte www.opinione.it


ID: 5776  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: giovedì 24 maggio 2007 Ore: 23:21

Repertorio sull'espressione "Quinto potere"

QUINTO POTERE (Network)
Un film di Sidney Lumet
Con Peter Finch Faye - Dunaway Robert Duvall - Genere Drammatico

Un noto commentatore televisivo, in calo di popolarità, annuncia il suo imminente suicidio in diretta. Pubblico elettrizzato. Una giornalista cerca di sfruttare fino in fondo l'avvenimento.
Fra i riti della società di massa, quello celebrato dagli intellettuali, scrittori e cineasti, per denunciare i guasti prodotti dai mass-media è uno dei più autoconsolatori. Si lamenta la disumanizzazione che provocano, e così ci si sente assolti dalla responsabilità di contribuire a nutrirli.
Si rimpiange il buon tempo antico, in cui l'individuo era sorretto da un codice di valori morali, e si fa mercato anche del rimorso e del sermone. Come questa contraddizione sia uno dei nodi della nostra civiltà dice benissimo Quinto potere (Network, che in inglese significa rete televisiva): un film contro la Tv, ispirato a un suicidio tentato nel '74 da una giornalista in Florida, col quale il cinema addita a disprezzo delle folle la sua maggiore concorrente, condannandola quale fabbricante di miti e di crimini. Realizzato però da Paddy Chayefsky e Sidney Lumet, per anni uomini della Tv.
Diana Christenson, la responsabile del settore programmi sempre in cerca di notizie che rispondano al supposto bisogno di violenza del pubblico, riesce invece a convincere i dirigenti a mettere a frutto la rabbia distruttiva che Beale ha manifestato in una successiva trasmissione, durante la quale ha imprecato contro la Tv con biblici accenti e parolacce. Così infatti avviene, con grande sorpresa ed entusiasmo dei telespettatori che si lasciano docilmente trascinare dalla teatrale furia moralistica di Beale.
Alle soglie della pazzia, egli predica la rivolta contro il sistema di menzogne di cui la Tv è il supporto e contro le offese da essa portate alla dignità dell'uomo. Tutta l'America, ora, è a rumore, e le sorti della Ubs si rialzano di colpo con molto gaudio degli azionisti. Rompendo con la moglie, Schumacher è andato a vivere con Diana, ma è stato brutalmente licenziato dall'azienda. È lei che ormai, d'intesa con Frank Hackett, il direttore della Ubs, assumendosi il merito di aver trasformato le notizie in spettacolo, governa anche il telegiornale, e nello stesso spirito, organizza servizi sempre più ad effetto: persino rapine trasmesse nel momento in cui avvengono, concordate con un gruppo di terroristi vendutisi alla Tv.
La maggiore virtù del film scritto da Chayefsky e diretto da Lumet è l'impasto di unghiate satiriche e di nausee venute dalla coscienza. Come Quarto potere di Orson Welles è rimasto nella storia del cinema per il piglio con cui prese di mira l'impero della stampa, così Quinto potere (finché non verrà Sesto potere: la donna) sarà d'ora in poi un immancabile riferimento nella polemica sulla malvagità della Tv. Spicciolando idee largamente diffuse fra i lettori di McLuhan, questo film pronuncia infatti ad alta voce un verdetto durissimo.
Documento terrificante e apologo da brivido, Quinto potere è costruito con una sapienza ancora maggiore di quella mostrata da Lumet in Quel pomeriggio d'un giorno da cani. Questo film non è soltanto una testimonianza meno paradossale di quanto sembri, sulle lotte di potere nascoste dietro le quinte di ogni massmedia e sull'ottenebramento raggiunto dalle folle che applaudono e protestano a comando. È un contributo autocritico, nei limiti cui accennammo in principio, all'analisi dell'ideologia dominante nella realtà contemporanea anche oltre i confini d'America.

Da Il Corriere della Sera, 18 marzo 1977


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