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Argomento presente: « Il Dono... di Dina Mennella »
ID: 5757  Discussione: Il Dono... di Dina Mennella

Autore: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Scritto o aggiornato: martedì 22 maggio 2007 Ore: 21:38

La scrittrice torrese Tina Mennella ha pubblicato il suo primo libro intitolato
"Dono del cuore"

Quando si parla con Tina Mennella ti viene subito il desiderio di leggere un libro che magari per questioni di tempo abbiamo sempre rinviato. Parlando con Tina ti accorgi che il tempo a nostra disposizione c’è, basta isolarsi - anche per poche ore al giorno – dagli affanni quotidiani e dedicare un po’ di tempo alla lettura.

Tina, perché hai intitolato il tuo libro “Dono del cuore”?

“Dono del cuore” edito da Duemme - è il titolo di un racconto che apre la raccolta. Poiché è il primo libro che pubblico mi sentivo di fare un dono del cuore ai lettori. Ho donato una parte del mio cuore ai lettori e l’altra spero di donarla nel prossimo libro che sto scrivendo.

Quali sono i temi che tratti nei dieci racconti?

Dono del cuore è una raccolta di dieci racconti ispirata non dalla fantasia ma dalla realtà, che trattano varie tematiche: dalle problematiche esistenziali come nel racconto Millennio, al tema politico in Illusioni, illusioni a quello religioso Verso la libertà. Poi ho trattato in due racconti la realtà degli ultimi, degli emarginati e il tema del perdono in Dono del cuore.

A quale di questi racconti ti senti più legata?

A tutti, perché ognuno ha un significato particolare per me.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Ho sempre letto la grande letteratura del Novecento, letteratura russa, americana, europea. Un autore a cui sono stata legata per molti anni è Virginia Woolf, la scrittrice inglese del ‘900. Pensavo che la sua sensibilità mi appartenesse in qualche modo. Tra gli scrittori italiani ho conosciuto Moravia insieme con Dacia Maraini nel periodo in cui vivevo a Roma negli anni ’90.

Come definiresti il tuo stile?

La presentazione del libro curata dal prof. Antonio Carosella parla di un mio stile personale, che ha connotati particolari. È sintetico, fatto da brevi frasi, che seguono un ritmo interiore.
Nel racconto Verso la libertà parli di Abramo, che rapporto hai con la fede?
Sono una cattolica credente che ha riscoperto la fede cattolica non molto tempo fa. In un periodo della mia vita, attraverso un percorso esistenziale mi sono avvicinata alla fede, che mi ha dato le risposte che avevo cercato prima, non trovandole.

Da quanti anni scrivi?

Da sempre. Il mio primo racconto lo scrissi all’età di nove anni. I primi due libri che ho letto, alle elementari, furono I ragazzi della Via Paal di Ferenc Molnar e Ragazzo Negro di Richard Wright, che mi fece scoprire per la prima volta il mondo delle persone di colore. Poi un libro che mi capitò casualmente fra le mani, che destò in me grandi impressioni e che mi accompagnò per lungo tempo fu Il muro di Sartre. Avevo 13 anni quando lo lessi; è un libro che tratta dell’angoscia dell’uomo. Fui attratta dall’autore perché ha una statura intellettuale e morale di altissimo livello. Questo genere di libro andrebbe letto quando si ha più consapevolezza della vita, quando si è più maturi.

Cosa provi quando scrivi?

Quando scrivo mi distacco dalla realtà concreta. Mi concentro molto nella scrittura, come se scrivessi con tutte le mie facoltà.

Perché non hai mai pubblicato prima?

Finché non ho avuto delle motivazioni forti, per me era più importante scrivere che pubblicare. Proprio la riscoperta della fede mi ha dato quello stimolo in più a pubblicare. Questo libro tratta di valori cristiani come la fede, il perdono, la malattia vista come accettazione cristiana della sofferenza. Consideriamo che viviamo in tempi di relativismo, frastornati da tante idee e mancanza di valori. Viviamo senza punti di riferimento, dei valori da perseguire. Mi piace pensare che il mio contributo in questo libro possa servire a dare un piccolo orientamento alle persone che spero lo leggeranno.

Come trascorri il tuo tempo?

Conduco una vita normale, non considero la scrittura un mio rifugio in una torre d’avorio. Sono attenta agli impegni familiari, alla realtà concreta della vita. Ho degli obblighi che mi piace ottemperare.

La fede è solo esercizio spirituale o anche impegno concreto?

La fede la intendo come testimonianza concreta dei valori in cui si crede. Si tratta di calare nella propria vita i valori, cercando di essere migliore, di amare gli altri. E’ un cammino difficile: cercare di essere disponibili e pronti all’accoglienza dell’altro. Per un certo periodo ho praticato il volontariato presso la Parrocchia del Buon Consiglio di Leopardi – Torre del Greco, occupandomi di minori. Organizzavamo attività di sostegno ai bambini. In seguito è nata una casa-famiglia, Casa Betania, in omaggio al luogo dove vivevano gli amici più cari e intimi di Gesù, come Lazzaro, Marta e Maria. Betania era il luogo dove Nostro Signore si riposava dalle fatiche apostoliche.

Per contatti: t.mennella@virgilio.it

Recapiti telefonici: 081.847.10.58 e 320.295.15.32.

Rossella Saluzzo

Fonte: www.ephemerides.it

 
 

ID: 5762  Intervento da: Guglielmo Di Luca  - Email: guglielmodiluca@libero.it  - Data: martedì 22 maggio 2007 Ore: 21:38

FINANZIAMENTI PER ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Con un budget di oltre mezzo milione d’euro i Centri di Servizio per il Volontariato regionali hanno previsto un bando di aiuti economici per un concorso d’idee alle associazioni di volontariato fino ad un massimo di 7.000,00 euro per progetto. Il bando verte su proposte progettuali rivolte al volontariato e alla cittadinanza sui temi della solidarietà e dell’impegno civile.
Dopo anni e anni di ritardi anche la Regione Campania finalmente ha attivato i CSV che sono delle vere e proprie antenne territoriali di forte aiuto e sostegno al silenzioso e dinamico mondo delle organizzazioni di volontariato laiche e religiose - dichiara Guglielmo Di Luca del Centro Studi e Progetti Caritas e promotore del Forum locale del II Settore. – i CSV previsti dalla storica Legge quadro sul Volontariato n.266 del 1991 vengono sovvenzionati dalle fondazioni di origine bancaria: Cassa di Risparmio di Roma, Istituto Banco di Napoli Fondazione, Cariplo e Salernitana Sichelgaita, ecc. attraverso il Comitato di gestione del Fondo speciale per il Volontariato della Campania. Il mondo del volontariato è un pezzo fondamentale della locomotiva del III Settore che traina un forte indotto occupazionale e di positivo contrasto ai crescenti disagi sociali che attraversa la nostra comunità. – conclude Di Luca – che sollecita i vertici regionali e rispettare scadenza e dignità di tutti gli operatori sociosanitari che operano nel comparto del privato sociale, che troppo spesso sono ingiustamente mortificati da disattesi rimborsi e stipendi a causa dell’altrui negligenza e incapacità gestionali”.
Le candidature progettuali possono essere presentate da Associazioni iscritte all’albo regionale. Il bando prevede due scadenze di presentazione il 14 giugno 2007 per iniziative che si attiveranno da agosto a dicembre 2007 e 4 ottobre 2007 per progetti da partiranno da gennaio a marzo 2008. Per ogni informazione rivolgersi al CSV Napoli www.csvnapoli.it tel. 0815628474.

Guglielmo Di Luca

CONCORSO D'IDEE VOLONTARIATO
______________________________________________________________________________________
Guglielmo Di Luca
Agente Europeo di Sviluppo Locale – Consulente Volontario Caritas Torre del Greco
Tel. 347 4759459
guglielmodiluca@libero.it


ID: 5761  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: martedì 22 maggio 2007 Ore: 11:22

A dieci anni dalla morte di Don Luigi Di Liegro, il fondatore della Caritas, va in onda su Canale 5, ieri e oggi, "L’uomo della carità" di Alessandro Di Robilant con Giulio Scarpati nel ruolo del protagonista, un film-tv asciutto, costruito sui fatti più che sulle parole, fatto vedere in autunno alla Festa del Cinema di Roma. .

Scritto da Fabrizio Bettelli ma sceneggiato da lui con Nora Venturini, la moglie di Scarpati, prodotto dalla Italiana International di Lucisano, interpretato anche da Renato Carpentieri e Mariano Rigillo, è la storia umana di don Di Liegro: prima in Belgio come prete operaio nelle miniere; poi a Roma nella borgata Giano a contatto con i più poveri; infine, con collaboratori e alleati, dietro il progetto della Caritas e la costruzione dell’ostello di via Marsala alla stazione Termini, una mensa aperta a tutti, con un letto per chi non ce l’ha e una buona parola per chi la vuole ascoltare. E’ la prima grande vittoria di quest’uomo che in nome di Cristo, ma senza citarlo, sosteneva che non si poteva amare a distanza restando fuori dalla mischia, perché: «Non si può amare senza condividere».

La seconda parte della storia racconta un’altra grande vittoria di don Luigi: la costituzione nel cuore dei Parioli, il quartiere dei ricchi romani, nel verde di Villa Glori, della prima casa per malati di Aids, malattia allora poco nota, circondata da paura e sospetto. Ma anche una sconfitta: lo sgombro violento della Pantanella, una fabbrica oocupata nei primi anni Novanta da immigrati clandestini arrivati da mezzo mondo, primi fra tutti gli albanesi, in fuga dal loro paese dopo la caduta del regime comunista.

Giulio Scarpati, che presto comincerà a girare per la regia di Claudio Camarca un film ispirato a un misterioso omicidio realmente accaduto, ha dichiarato che interpretare questo ruolo lo ha arricchito professionalmente e umanamente, ma che per evitare di ripetersi, a questo punto, vuole personaggi meno generosi, più ricchi di chiaro-scuri. Sorprendente, hanno sottolineato gli amici di Di Liegro, la sua immedesimazione: uguale a don Luigi il modo di parlare, identica l’andatura, simili certi atteggiamenti del corpo. Bravura di attore? Scarpati si schermisce: «Ho studiato i filmati su di lui, ho parlato con chi l’aveva conosciuto, ho consultato gli archivi giornalistici e ho tentato di imitarlo con rispetto e ammirazione».

Comunicato stampa


ID: 5760  Intervento da: Guglielmo Di Luca  - Email: guglielmodiluca@libero.it  - Data: martedì 22 maggio 2007 Ore: 09:41

Carissimi,
non conformiamoci al mondo presente, imitando gli altrui errori...riponiamo al centro delle attenzioni la Ragione e la Fede.
Dopo la giornata del Family Day l'AFI e il Forum delle Famiglie c'informa che:

come sapete giovedì 24 maggio parte la Conferenza nazionale della
famiglia.

Parte con i migliori auspici:
* il titolo "Cresce la famiglia, cresce l'Italia" è sicuramente
sulla strada giusta. Il riconoscimento delle famiglia come risorsa
e non più come problema, è un cambio culturale che i nostri
politici fanno molta fatica a recepire
* il successo, strepitoso, del Family Day. Un successo che rafforza
notevolmente il ruolo delle associazioni familiari
* la nostra presenza come associazione direttamente invitata dal
Ministero della famiglia.


La conferenza è stata preparata da una serie di incontri, anche con
l'Afi, per focalizzare temi e contenuti. Il nostro ruolo sarà molto
importante perchè, in stretta sinergia con il Forum delle Associazioni
familiari, ci presenteremo con una serie di documenti zeppi di idee e
di proposte. Non demagogia, ma concretezza e convincimento della
nostra forza, che ci viene da anni di duro impegno di studio e di
formazione. Le premesse ci sono perchè le nostre
idee facciano finalmente breccia a livello politico e siano realmente
applicate. Il duro verrà dopo, quando Governo e Parlamento dovranno
mantenere gli impegni che questa Conferenza sulla famiglia imporrà
loro. Il Family day ci dà forza, ci riempie di responsabilità, ci darà
ancora maggior forza per pretendere che siano rispettati gli impegni.
E' con questo spirito che la delegazione dell'Afi composta da Anna
Gazzetta, Andrea Antonioli, Maurizio Bernardi, Giovanni Peretti,
Roberto Debortoli ed io, ci apprestiamo a partecipare.
E' con questo spirito che vorremmo sentirvi tutti
spiritualmente vicini a sostenere le nostre idee, le idee della
famiglia, che andiamo a rappresentare.

Per conoscere programmi e contenuti
[1]www.conferenzanazionalesullafamiglia.it

Curiosità.
Il logo della conferenza è molto simile al nostro dell'Afi. Speriamo
sia di buon auspicio e nella Conferenza, altre al logo, dell''Afi ne
venga colto anche lo spirito.

Roberto Bolzonaro
Presidente
Afi Associazione delle Famiglie
Confederazione Italiana

Monselice, 20 maggio 2007

Guglielmo Di Luca - Caritas decanale - Torre del Greco


ID: 5758  Intervento da: Guglielmo Di Luca  - Email: guglielmodiluca@libero.it  - Data: lunedì 21 maggio 2007 Ore: 23:36

Stasera il film televisivo sull' "uomo della carità" che fondò appunto la CARITAS 25 anni fa: Luigi Di Liegro, ha toccato il cuore di molti italiani.

Trent'anni fa «i mali di Roma» e cinque anni dopo la nascita della Caritas, il Sinodo che invitava "tutto il popolo di Dio della città a farsi carico dei poveri".
Subito dopo Don Di Liegro scrisse ai consiglieri comunali segnalando 200 mila romani a livello di sopravvivenza. E oggi? «Sono purtroppo diventati di più.

I 200 mila romani in difficoltà di 25 anni fa avevano il volto dell'emergenza abitativa, tra sfratti e coabitazioni, della disabilità che va dai malati di mente ai portatori d'handicap e agli anziani isolati, dei tossicodipendenti, degli immigrati, dei nomadi...E oggi? «Gli sfratti continuano e in questa emergenza le persone più a rischio e indifese sono gli anziani, soprattutto quelli soli. Ma anche le coabitazioni non sono regredite di molto.
Tra i disabili sono in forte aumento i malati psichici. In una parrocchia di viale Mazzini su 100 contattati ben 12 esprimevano questo disagio. In periferia queste rilevazioni sono più difficili, la malattia cerca di sfuggire ad ogni controllo. I portatori di handicap risultano parecchio colpiti, anche a causa delle restrizioni socio-economiche che vengono introdotte. Basti pensare agli insegnanti di sostegno nelle scuole, che sono sempre meno». Tra i 200 mila c'erano anche tossicodipendenti, immigrati, nomadi...

Come va 25 anni dopo? «I tossicodipendenti classici, quelli dell'eroina, sono in diminuzione. Purtroppo però aumenta l'alcolismo, soprattutto tra i giovani, che s'accompagna all'uso di eccitanti, pasticche ecc. Gli immigrati presentano oggi un fronte diviso: da una parte quelli che hanno raggiunto un'integrazione, con famiglie ricomposte e figli che vanno a scuola e in alcuni casi rappresentano il 50 per cento degli alunni. Sono 160 mila. E per farsi sentire i loro rappresentanti fanno lo sciopero della fame.

«È la povertà della porta accanto. Colpisce anche il ceto medio. Non si arriva più a fine mese. Intere famiglie sono colpite da un forte impoverimento.
Questo fenomeno assume a volte il carattere del barbonismo della porta accanto, colpendo persone che in apparenza hanno casa e reddito. Ma che in silenzio spesso lottano per la sopravvivenza. Magari si rinchiudono in casa e diventano mezzo barboni. Poi quando muoiono si scopre il loro corpo dopo diversi giorni, dentro case in stato di abbandono, con parenti disattenti, soprattutto nel periodo estivo...»

Questo fenomeno riguarda solo gli anziani? «No, c'anche un barbonismo giovanile. Giovani che non riuscendo ad affrontare situazioni vagolano di città in città perdendo identità».
È quantificabile questo nuovo disagio? «In un'indagine campionaria, il 6% delle famiglie romane risponde di tirare avanti con "molte difficoltà". In termini numerici sono 70 mila famiglie. Per metà il peggioramento è avvenuto nell'ultimo anno. Insieme alle famiglie che tirano avanti "con difficoltà" si sale poi al 15%, cioè 170 mila famiglie.
La situazione economica è comunque "un problema" per un altro 36%, cioè per mezzo milione di persone. Sono circa 750 mila persone con problemi su 2.457.884 residenti». Che tipo di famiglie sono? «Con un solo genitore, che a Roma sono l'11%. Composte poi da persone che vivono sole, in prevalenza anziane, perliopiù donne vedove. Infine famiglie numerose, con tre o più figli».

Conclusione? «Occorre una cultura maggiore della solidarietà. Dove uno sta peggio, tutti stiamo peggio. La povertà s'insinua tra noi. Bisogna crearsi modelli di vita più essenziali. E poi non fa male un minimo d'impegno personale quotidiano: se vedi uno in difficoltà aiutalo, non scappare sul metrò, se trovi uno che chiede l'elemosina magari fermati a parlare, fai attenzione a chi ti abita vicino...»

LE DATE 1979-2004
1974 Il 12 febbraio 1974 inizia nella basilica di San Giovanni il convegno sui mali di Roma, «La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e carità nella diocesi di Roma»

1979 Nasce la Caritas Diocesana di Roma, otto anni dopo l'istituzione della Caritas italiana. L'articolo 1 dello Statuto fissa gli obiettivi: carità, pace e giustizia sociale

1983 Nell'agosto del 1983 la Caritas apre la mensa al collegio Santa Maria: vengono serviti 450 pasti al giorno. Nel 1984 la mensa si trasferisce a Colle Oppio, oggi serve 850 pasti al giorno

1989 Viene inaugurato il Centro accoglienza giovani di Termini. Due anni prima la Caritas aveva promosso l'apertura dell'ostello per i senzatetto della stazione con 200 posti letto

5 MENSE La prima mensa dei poveri nacque nel 1983 in viale Manzoni, poi in via Magenta, infine a Colle Oppio. Oggi sono cinque: oltre a Colle Oppio (850 pasti), Ostia, Primavalle, Lungotevere Vallati e via Marsala (650).

7 CASE FAMIGLIA Sono oggi a Ponte Casilino, in via Quarrata, via Prenestina (due), Grottapinta, via Soria e via delle Nespole. Gli alloggi per «minori» sono invece in via di Torre Spaccata, via Pelizzi, via del Cisternone, via di Torre Gaia e Frascati.

Centro Studi e Progetti Caritas di Torre del Greco
SPORTELLO III SETTORE OGNI LUNEDI' ORE 18-20
VIA DEL SANTUARIO,2 - TORRE DEL GRECO
TEL. 347 4759459 TEL FAX. 081 8831860

www.coopafor.org/diluca/PROGETTI.htm


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