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Argomento presente: « Sandro Piccirillo, 12 medaglie »
ID: 5749  Discussione: Sandro Piccirillo, 12 medaglie

Autore: Mari virna  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 21 maggio 2007 Ore: 09:40

Sandro Piccirillo, un torrese che ha speso la vita per lo sport

Sandro Piccirillo ha iniziato a praticare sport nel 1971. Già all’età di 10 anni faceva judo e calcio. Nel 1972 ha cominciato a seguire le Olimpiadi e sempre nello stesso anno vinse il Campionato regionale, mentre arrivò 17° nei Campionati nazionali sempre nella disciplina del judo, e sempre giovanissimo vinse vari titoli regionali e trofei nazionali.
All’età di 18 anni l’iscrizione all’I.s.e.f. era una tappa obbligata e al termine dei suoi studi che ha conseguito con 110 e lode ha poi cominciato a insegnare judo in una palestra torrese la Budokwai. Poi il 1982/83 sono gli anni dell’impegno presso la Polisportiva di Leopardi e nel 1984 - nell’anno delle Olimpiadi di Los Angeles - aprì l’Olimpic center. In 23 anni i suoi atleti hanno conseguito 44 titoli d’Italia - dai giovanissimi agli assoluti. Vincendo ben 12 medaglie tra Campionati del mondo, Europei, Giochi del Mediterraneo, Mondiali militari, Universiadi. Sandro Piccirillo è stato premiato anche con la medaglia d’oro al Merito sportivo.
Una curiosità: Sandro Piccirillo è stato il manager di Pino Maddaloni (poliziotto di Scampia) campione olimpico di judo a Sidney nel 2000.
Attualmente Sandro Piccirillo è consigliere regionale per le attività promozionali di judo e più volte coordinatore tecnico delle Nazionali Italiane di Judo (giovanili e seniores). Sandro, grazie alla sua passione per lo sport, ha girato il mondo intero viaggiando dall’Australia al Brasile, passando per gli Stai Uniti d’America e per tutta l’Europa.

Sandro cosa insegna lo sport?

Lo sport insegna l’equilibrio, il rispetto, l’educazione, l’altruismo. Mens sana in corpore sano - dicevano gli antichi. E già gli antichi greci - fautori delle Olimpiadi - consideravano i partecipanti come semidei.

In quali palestre insegni?

Nelle mie palestre di Leopardi e di via Piscopia. Attualmente sto realizzando un progetto che coinvolge 600 bambini delle elementari, insegno attività motoria al IV Circolo didattico. Insegno ai bambini a conoscere il proprio corpo, una corretta alimentazione e una buona postura.

Quando ti sei avvicinato alla politica?

Già negli anni 80/90 andavo al Comune di Torre del Greco per organizzare manifestazioni sportive. Quando parlavo con consiglieri, assessori allo sport mi accorgevo che non facevano progetti seri sul territorio. Poi 7 anni fa ho conosciuto Alfonso Percoraro Scanio, e ho appoggiato l’ideologia dei Verdi. Sono meno politicizzati rispetto ad altri partiti politici e pongono sul tavolo dei progetti, degli obiettivi fondamentali per la nostra vita. Il mio slogan è “Una politica senza doping” e credo di aver trovato nei Verdi un partito politico trasparente, chiaro, onesto.

Prossime iniziative sul territorio?

Sensibilizzare l’opinione pubblica ad esigere una città pulita. Tutti noi dobbiamo tenere a cuore la pulizia della città, le nostre spiagge e le pinete devono essere sempre pulite. Nel 1984 andavo in pineta con gli atleti, facevamo le gare - chi riempiva più sacchetti di rifiuti vinceva una medaglia. I miei ragazzi raccoglievano il vetro, la carta, la plastica, li dividevo in gruppi e già facevamo la raccolta differenziata.

Chi ti ha insegnato il rispetto per l’ambiente?

Mio padre Desino è di Telese, produttore di vino, brigadiere dei Carabinieri – da lui ho imparato il rispetto per l’ambiente e per le regole. Ho avuto mio padre come modello e ho imparato da mia madre l’amore e il rispetto verso il prossimo, essendo una cristiana evangelica.

Cosa apprezzi di Torre del Greco e cosa cambieresti?

Apprezzo lo spirito creativo, artigianale, artistico, lo spirito guerriero che un po’ si è perso nei miei concittadini. I marittimi erano persone forti, di carattere. Vivevano lontano dalle loro famiglie per molti mesi l’anno. Credo nel cittadino, non ho creduto ad alcune amministrazioni comunali. Cosa cambierei? Cambierei alcuni uomini che ci comandano. La classe dirigenziale deve insegnare i veri valori ai cittadini, deve pensare al bene comune, collettivo. Il territorio è sovrappopolato, si estende su una superficie di circa 7/8 Km, schiacciato tra il mare e il Vesuvio ed ha problematiche diverse. Torre del Greco è un po’ come l’Inferno di Dante, che parte da via De Nicola con la zona residenziale tranquilla fino ad arrivare alla periferia dove il degrado aumenta. Siamo immersi nei gironi danteschi.

Emergenza rifiuti: che fare?

Disinfettare urgentemente la città. Adesso ci occorre l’apertura delle discariche e bisogna partire subito con la differenziata, costruendo termovalorizzatori. E nel frattempo cambiare stile di vita. Ricordo da piccolo riciclavo il vetro perché c’era il vuoto a rendere, cioè si portavano le bottiglie di vetro al negoziante in cambio di una piccola somma di denaro. Si raccoglievano anche altri materiali come il rame, lo stagno. Ora deve ritornare la mentalità del riciclo.

Quali sono i prossimi appuntamenti con i torresi?

Domenica 20 maggio in piazza del Buon Consiglio di Leopardi saremo presenti per sensibilizzare i cittadini sull’effetto serra, sui cambiamenti climatici e su tutte le tematiche riguardante l’ambiente.

Chi è Sandro Piccirillo?

Sono un educatore, mi metto sempre in discussione, voglio essere un esempio perché i ragazzi hanno bisogno di esempi. Sono un uomo molto tenace, sono cintura nera di judo 5° Dan. Ho dovuto lottare per ottenere dei risultati. Sono un combattente. Sono anche troppo impulsivo, sono vulcanico, mi lascio trasportare dall’entusiasmo tipicamente giovanile.

Per contatti: www.olimpicjudocenter.it

Palestre: 081.883.55.39/ 081.362.51.53 Telefoni personali: 335.70.26.020 / 340.37.09.252
E-mail : marino.m84@hotmail.it


Rossella Saluzzo

Fonte: www.ephemerides.it

 
 

ID: 5751  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 21 maggio 2007 Ore: 09:40

Si è svolto ieri presso l’Oratorio Beato Vincenzo Romano di Torre del Greco, il convegno “Sud incontra Sud” nell’ambito del maggio solidale organizzato dall’Associazione Le Tribù che da sempre cerca di coniugare nel quotidiano la difficile realtà del commercio equo e solidale.

L’incontro di ieri è stato particolarmente interessante in quanto ha visto la partecipazione di due rappresentanti della cooperativa keniota Smolart. Moses Ongesa Ondari e Jim Kenyanya hanno illustrato la complessa situazione degli artigiani di pietra saponaria in Kenya. “I produttori fino a qualche tempo fa erano sfruttati dagli intermediari- ha spiegato Jim- che alzavano il prezzo delle materie prime per poter guadagnare. Ora, la nostra cooperativa comprende 1000 produttori, per un totale di più di 10mila persone impiegate, con il 60% di manodopera femminile. La pietra saponaria viene trasportata direttamente dalla cava alle case dei produttori, dove viene lavorata fino allo stato finale di vendita”.

Smolart ha reso possibile l’impiego di molti giovani che, finiti gli studi, non hanno sbocco occupazionale, né assistenza dal governo. Tra breve, però la situazione potrebbe cambiare: si sta discutendo infatti dell’approvazione degli Accordi di Partenariato Economico (EPAS) che danneggerebbero ulteriormente la situazione degli artigiani, in quanto verrebbero tagliati i dazi doganali e ci sarebbe l’obbligo di vendere le materie prime e non il prodotto finito.

“Molti progetti non si sviluppano - ha dichiarato Moses - perché non c’è informazione tra gli artigiani, molti di loro non sanno neppure dell’esistenza del commercio equo e solidale”. La Smolart, per supplire a queste mancanze, sta allestendo un centro informativo con computer in cui tutti possano trovare informazioni, anche i più giovani. “Purtroppo- ha aggiunto- questo progetto è bloccato per mancanza di fondi”.

Insomma, le Tribù hanno aperto una finestra su una realtà altra che ha mostrato problemi e situazioni che forse potrebbero essere risolte scuotendo l’opinione pubblica dall’indifferenza in cui sembra cadere di fronte a certe tematiche. Un mondo che sembra più lontano di quanto in realtà sia e che ha bisogno di far sentire la sua voce. Le iniziative come queste sono un ottimo punto di inizio, forse un sussurro, ma che di certo non si dimenticherà così in fretta.

Raimonda Granato

Fonte: www.capitoloprimo.it


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