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Argomento presente: « CHE FARE? » | |||||
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ID: 5755 Intervento
da:
Penza Francesco
- Email:
francopenza@interfree.it
- Data:
lunedì 21 maggio 2007 Ore: 14:35
LENIN E NOSTRO SIGNORE LA STESSA COSA? Mons. Ravasi, Poche settimane fa, a Canale 5 Lei propose un paragone tra Lenin, San Paolo e Gramsci. In verità, non ho interpretato il suo accostamento tra San Paolo e Gramsci e Lenin e Cristo. E’ possibile l’accostamento? Ringrazio per la risposta. Francesco Penza Gent. Dr. Penza, semplicemente citavo una nota definizione che Gramsci aveva dato di San Paolo come “il Lenin del Cristianesimo”, sulla base dell’equivoco – per altro non raro anche tra i cristiani – che l’Apostolo sia un freddo teorico, e non un pastore, cosa che appunto cercavo di smentire. Cordialmente. Gianfranco Ravasi. Questa risposta vale anche per il dott. Alberto Michele Di Carlo, che propone un SOCIALISMO CRISTIANO. Dott. Franco Penza |
ID: 5750 Intervento
da:
Penza Francesco
- Email:
francopenza@interfree.it
- Data:
lunedì 21 maggio 2007 Ore: 09:31
IL CITTADINO E LA COSCIENZA POLITICA Dopo aver assistito a spettacoli poco edificanti, quali crisi e crisette comunali, è venuta spontanea alla mente la domanda:”Sono gli eletti che sbagliano o siamo noi elettori a non saper scegliere gli uomini idonei a governarci?” Alla nostra Democrazia, il tanto decantato potere di popolo, non si possono in fondo addebitare molte colpe: è un partito giovane ed occorre ancora tempo perché possa dare buoni frutti. Ma non intendiamo parlare di questo; intendiamo accennare alla coscienza politica di ognuno di noi, della quale non ai parla mai ed invece se ne dovrebbe discutere sempre. Sono comunista perché lavoratore; liberale perché capitalista: queste espressioni dimostrano apertamente la mancanza totale di idee chiare. L’80% dei comunisti non sa neanche lontanamente chi sia Marx o Eghel e su questo non temo smentite. Essi si lasciano trasportare, nient’altro. Ma niente di più errato. Vive ancora nelle servette, donnette, vecchi la paura dei partiti di sinistra. L’Italia avrebbe assolutamente di una dittatura. Non si sceglie il partito di destra sol perché in esso milita un ex collega di banco; quindi non ha ragione di vita la assurda idea del cittadino elettore, che guarda l’uomo amico e non il futuro reggitore della cosa pubblica. E’ eletto quasi sempre Tizio, il quale non ha risolto mai problemi né per se, né per gli altri, manca di cultura, è taccagno, perciò il suo scopo precipuo è mettere da parte un bel gruzzolo per la vecchiaia; infine ignora tutto ciò che dica diritto amministrativo. Non siamo noi a scegliere; sono essi che scelgono l’elettorato, nel quale vive e vegeta l’ignoranza. Ecco perché assistiamo a ributtanti spettacoli di continuo. Una volta sola ho notato Sempronio e Caio, tradizionalista per eccellenza, rassegnare le dimissioni solo perché il loro partito aveva accettato nelle sue file un voltagabbana, che, militando or nell’uno, or nell’altro, ha sempre osannato a questo e calpestato quello e viceversa, quando il caso richiedeva, ridicolizzandosi senza vergogna e senza decoro. In piazza si chiacchiera molto, ma si edifica poco; verba volant! E sapendo ciò i suddetti profittano della labile memoria dei cittadini e se ne ridono, propinando a tempo debito la buona dose di veleno. Come possono non generarsi e rigenerarsi crisi e crisette comunali e nazionali? Come può formarsi una coscienza politica il cittadino, spettatore di arrivismo, nepotismo, clientelismo, di beghe di partito, dividentesi in gruppi, sottogruppi e via dicendo? Siamo troppo giovani per giudicare il passato regime, ma in tempo per dire una parola sul presente! Ripeto: coscienza politica. Dott. Franco Penza 1964 da “Risveglio Sociale” Quarant’anni fa scrissi queste note sull’onda anomala della disoccupazione italiana e del poco credito che davamo ai candidati dell’epoca, mentre io provai sul palco a cadere in una rete politica. Oggi che cosa scriverei? La domanda la passo al prof. Sarcone per il suo commento per la mia bocciatura, ricordandogli che i suoi predecessori al Liceo Genovesi bocciarono Benedetto Croce. |
ID: 5748 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
domenica 20 maggio 2007 Ore: 12:38
Caro Italo, L'argomento che hai proposto è molto serio e radicale. Quando si ha a che fare con potere e consolidamenti multinazionali si ha poco da sperare. Che fare? E' come dire: viviamo in una zona geografica sismica e vulcanica, che fare? Tutta la cosa si concentra nel classico dualismo bene-male, eterno e indivisibile. La giustizia e l'uguaglianza tra gli uomini si è rivelata ad oggi la maggiore utopia. Non ci rimane che la speranza dove i corsi e ricorsi della storia vertano a far abbassare il piatto del male della bilancia. Non è rassegnazione quando il male è irreversibile, ma amara constatazione. Luigi |
ID: 5742 Intervento
da:
ciro Adrian Ciavolino
- Email:
ciroadrian@libero.it
- Data:
sabato 19 maggio 2007 Ore: 22:04
Grazie, ma io sono soltanto un piccolo cantastorie di paese. Auguri |
ID: 5741 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
sabato 19 maggio 2007 Ore: 12:23
La redazione di Torreomnia è onorata di averTi nel suo Forum. Sei una persona di cultura conclamata e autore di siti straordinari come si vede dai link fornitici. Spero che la Tua proposta di discussione, interessantissima, abbia un seguito. Invitiamo il Dott. Franco Penza, Il Dott. Ciccio Raimondo, l'Ing. Argenziano, il Maestro Ciavolino ed altri ad aderire anche tramite uno snellimento delle argomentazioni. La redazione |
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