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Argomento presente: « UNA LETTERA DEL PAPA »
ID: 5542  Discussione: UNA LETTERA DEL PAPA

Autore: Amministratore .  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: mercoledì 17 gennaio 2007 Ore: 11:49

13 Gennaio 2007
UNA LETTERA DEL PAPA AL BLOG DI BEPPE GRILLO

Illustre signor Giuseppe Grillo,
è per me un piacere poterLe inviare questa lettera sul tema delle energie rinnovabili. I miei pensieri ritornano agli anni in cui iniziai la mia attività di insegnante accademico all’università di Bonn. Era – nel 1959 – ancora il tempo della vecchia università dei professori ordinari. I contatti con gli storici, gli economisti e naturalmente anche con le facoltà teologiche erano molto stretti. Una volta in ogni semestre c'era un cosiddetto dies academicus, in cui professori di tutte le facoltà si presentavano davanti agli studenti dell'intera università, rendendo così possibile una vera esperienza di universitas: il fatto che noi, nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell'unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione – questo fatto diventava esperienza viva. Questa coesione interiore nel cosmo della ragione non venne disturbata neanche quando una volta trapelò la notizia che uno dei colleghi aveva detto che nella nostra università c'era una stranezza: due facoltà che si occupavano di una cosa che non esisteva ancora – delle energie rinnovabili. Che anche di fronte ad uno scetticismo così radicale resti necessario e ragionevole interrogarsi sull’eolico e sul solare per mezzo della ragione e ciò debba essere fatto nel contesto della tradizione della fede cristiana: questo, nell'insieme dell'università, era però una convinzione indiscussa.
Tutto ciò mi tornò in mente, durante un dialogo con il Sottosegretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, da Lei incontrato recentemente a Genova in una udienza personale. Il Cardinale Tarcisio Bertone mi ha ricordato che dipendiamo quasi esclusivamente da una sola fonte di energia: il petrolio e che dobbiamo trovare fonti alternative. Il dialogo si è esteso su tutto l'ambito delle strutture che consentono le energie alternative e si è soffermato soprattutto sull’utilizzo di pannelli fotovoltaici negli edifici di proprietà del Vaticano, ad iniziare dalle scuole e dagli ospedali. Vorrei toccare in questa lettera un argomento che, nel contesto del tema "natura e ragione", mi ha affascinato e che mi servirà come punto di partenza per le mie riflessioni su questo tema.
Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore spiega minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della civiltà mediante la violenza contro la natura è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima.
L'affermazione decisiva in questa argomentazione è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio e alla conservazione del nostro pianeta. L'editore, Theodore Khoury, commenta: per l'imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest'affermazione è evidente.
Qui si apre un dilemma che oggi ci sfida in modo molto diretto. La convinzione che agire contro la natura sia in contraddizione con la natura di Dio è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso? Io penso che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia. Modificando il primo versetto del Libro della Genesi, Giovanni ha iniziato il prologo del suo Vangelo con le parole: "In principio era il λόγος". È questa proprio la stessa parola che usa l'imperatore: Dio agisce con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione.
La fede della Chiesa si è sempre attenuta alla convinzione che tra Dio e noi, tra il suo eterno Spirito creatore e la nostra ragione creata esista una vera analogia, in cui certo le dissomiglianze sono infinitamente più grandi delle somiglianze, non tuttavia fino al punto da abolire l'analogia e il suo linguaggio (cfr Lat IV). Dio non diventa più divino per il fatto che lo spingiamo lontano da noi in un volontarismo puro ed impenetrabile, ma il Dio veramente divino è quel Dio che si è mostrato come logos e come logos ha agito e agisce pieno di amore in nostro favore, in questo includendo l’ambiente naturale.
Nel mondo occidentale domina largamente l'opinione che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall'universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime e al vivere in armonia con il contesto naturale. Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell'ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture. L'occidente, da molto tempo, è minacciato dalla centralità del profitto e del guadagno opposto alla conservazione della natura e al suo pieno godimento. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori per la preservazione del pianeta.
Le trasmetto il mio saluto augurandoLe il pieno successo delle sue iniziative.

Dal Vaticano, 11 Gennaio 2007.
BENEDICTUS PP. XVI

Fonte: www.beppegrillo.it/2007/01/una_lettera_dal_vaticano.html
 
 

ID: 5546  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 15 gennaio 2007 Ore: 11:49

La lettera del Papa http://www.beppegrillo.it/2007/01/una_lettera_dal_vaticano.html è stata un quasi falso. Quasi perchè la lettera fa riferimento a concetti espressi con e da il cardinale Tarcisio Bertone nel nostro incontro. Quasi perchè lo stesso Papa si è pronunciato più volte a favore delle energie rinnovabili. Quasi perchè le persone, come dimostrato dai commenti, vorrebbero avere un Papa che comunica con loro attraverso la Rete. E che abbia a cuore le sorti del nostro pianeta. Quasi perchè la foto con il cardinale è vera (in molti hanno giurato sul fotomontaggio). Quasi perchè nessun giornale, telegiornale, rivista, radio ne ha parlato. E quando questo succede la notizia è SEMPRE vera. Ha fatto eccezione radio radicale, ma solo perchè non ha apprezzato lo scoop su Pannella. Quasi perchè il Vaticano vuole occuparsi veramente di energia pulita a partire dai suoi immobili. Quasi perchè il post riprende gran parte del discorso tenuto dal Papa all’università di Ratisbona. Un discorso diffuso per un mese dai media, un indizio che ho voluto inserire apposta per un post quasi falso e non quasi vero. Quasi perchè le parole del cardinale riportate sono vere.
Io e i miei esperti di energie rinnovabili siamo a disposizione del Vaticano gratis. Per farlo risparmiare e dare l’esempio. La prossima volta pubblicherò una lettera dell’Altissimo, con cui sono in contatto per negoziare almeno il purgatorio.
Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa. La prossima volta che mi scrive il Papa non ci crederà nessuno. Neppure il cardinal Bertone che mi aveva telefonato per congratularsi.

Beppe Grillo


ID: 5544  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: lunedì 15 gennaio 2007 Ore: 11:00

NARCISA IL DIAVOLETTO
Franco Penza

Per raccontare brevemente la vita di Narcisa, bisogna chiarire al lettore i concetti di libido narcisistica. La libido per Freud è interamente sessuale. Per Jung energia fondamentale degli istinti.. Durante le tre fasi della sessualità infantile l’oggetto d’amore per il bambino è la madre. Alla fase di sviluppo della libido risale il complesso di Narciso, che esprime le tendenze amorose verso la propria persona. La forma di neurosi ricorda il mito di Narciso, che innamorato di se stesso si contempla compiaciuto nello specchio d’acqua e muore nel vano desiderio di possedere la sua immagine. Secondo la tradizione ovidiana, Nemesi lo punì per aver respinto l’amore di Eco. Il narcisismo sarebbe alla base dell’ipocondria e della megalomania.
Dunque, Narcisa venne al mondo in Piemonte da genitori attori napoletani, che l’affidarono alla nonna e alla zia. Coccolata, viziata e innamorata di sé, cercò di esprimere le sue energie, sublimando la carenza di affetti, inventandosi una madre, con cui visse per 75 anni, sorella del padre. Appena diciottenne s’impiegò all’Istituto Nazionale della Previdenza sociale di Napoli. Si trasferì a Roma, cantando nei salotti della Radio vaticana, in Svizzera, in Spagna. La madre nel ’85 finì e lei rimase in balia della sua disperazione.
Si ricordò dei nipoti, telefonò, chiese aiuti. Ma una donna sola, che polverizza una pensione di tre milioni al mese, non è possibile arginarla in nessun modo. Per lei la casa di riposo sarebbe stato l’ideale, ma la soluzione le sembrò popolana. Lei non saprà mai che la sua aspirazione costante era di ritrovare i suoi genitori, che l’abbandonarono appena nata. Da allora un delirio lucido, durato oltre 80 anni, l’ha accompagnata, col veleno in bocca, pronta a distruggere gli altri, surrogando l’esigenza con bambole e pupi di cera, che si scioglie al calore umano.
Dopo averla sradicata dalla Roma dei Papi, condotta a Napoli dalla nipote Nunzia, in una casa di riposo, scappa con una giostraia in un carrozzone per saltimbanchi sul litorale laziale, che le offre minestre calde, ma le pellicce, i vestiti d’alta moda, i golini d’oro e i gatti rappresentano ancora il sogno di una vita inutile.
Ma sono tutte inutili le vite? Mi ostino a non pensarlo, credendo che anche le vittime del Ruanda, della Cecenia e della Bosnia abbiano un significato.
La giostraia, già stanca, vuole mollarla, ma a chi affidarla? Al maresciallo proprietario, a un mendicicomio? Ai Governi centrale e regionale? Allo spilorcio, taccagno baciapile? Alla vedova troglodita del sesso? Alla separata che rispetta la consorte e la casa ospite, alle maritate con figli fiduciose, belle, nevrotiche, ammalianti, seducenti, pazienti?
Alla moglie, che sulla stratosfera, tra rosari e anziani, bisognosi di cure dimentica la terra ferma, in attesa dell’acqua benedetta, che cancelli le colpe? Ma ricordatevi che chi supera il problema sente il diritto di tirare sassi e per non riceverli sul viso, invito ad alzare la guardia.
Dopo pochi mesi Narcisa si invola nei cieli. Dopo aver pagato il salato conto dell’esequie, i nipoti tentano di avere un ricordo della zia, ma gli zingari rifiutano e per evitare la “guerra” i parenti abbandonano il campo, recandosi al cimitero per preparare un giardino intorno alla tomba per illuderci di vivere ancora quaggiù tra foto, fiori e profumi.

Gaeta 1995

Dott. Franco Penza


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