Puoi anche Tu inserire qui
un nuovo
argomento

  Torna all'indice
Comunità

Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

Argomento presente: « LA VILLA DEI PAPIRI - ERCOLANO »
ID: 5518  Discussione: LA VILLA DEI PAPIRI - ERCOLANO

Autore: Cardone Giovanni  - Email: giannicardo22@libero.it  - Scritto o aggiornato: domenica 7 gennaio 2007 Ore: 21:18

Come mai non siarla mai di questa importante scoperta archeologica avvenuta appena 10 anni fa?

LA VILLA DEI PAPIRI DI ERCOLANO
Autore: Massimo Vicinanza

Quando, nel 1996, venne alla luce Villa dei Papiri, la Soprintendenza Archeologica di Ercolano e Pompei fece di tutto per mantenere in gran segreto il ritrovamento. Ma la notizia era troppo importante e, naturalmente, trapelò e fece subito il giro del mondo. La dimora dei Pisoni, che fino a quel momento era rimasta sepolta sotto la cenere e il fango di quel lontano agosto del 79 d.C., diventò così “la più grande scoperta del secolo”.
Finalmente un momento di gloria per la piccola Ercolano, ma un momento di gloria anche per l’archeologo svizzero Carlo Weber, che nel lontano 1750 diresse i lavori di scavo voluti dai Borboni edisegnò la dettagliata pianta dell’antica città di Ercolanum. Compresa, naturalmente, la dimora dei Pisoni.
Oggi una piccola parte della Villa è stata restaurata e dopo le visite in anteprima concesse al presidente Carlo Azeglio Ciampi e a Carlo d’Inghilterra, é aperta a tutti. Anche se con alcune limitazioni. Sarà possibile accedere al sito soltanto nei week-end, e in gruppi guidati di 25 persone, dalle ore 9 alle 12. È possibile prenotarsi via Internet, attraverso il sito www.arethusa.net.
Fino ad oggi lo scavo ha interessato un’area di quattordicimila metri quadrati, di cui 1500 con opere monumentali. Ma ancora molto c’è da fare, perché la Villa, che ha una superficie paragonabile a quella di tre campi da calcio, si estende completamente sotto l’attuale centro abitato, a circa trenta metri di profondità.
Ma cos’ha di tanto straordinario la Villa dei Papiri, per diventare il cantiere archeologico più famoso del mondo?
Sotto allo strato di lava che ne ha conservato la struttura, dal 1752 gli archeologi hanno recuperato circa 2000 rotoli di papiro che potrebbero rivelare aspetti ancora sconosciuti dell’antica storia romana.
Dal 1996 gli archeologi del consorzio ERPO ‘90 in collaborazione con i tecnici dell’Infratecna sono arrivati nel “cuore” di quella che fu la residenza “estiva” del suocero di Giulio Cesare, Lucio Calpurnio Pisone. Gli studiosi sperano di ritrovare altri preziosissimi rotoli di papiro, da aggiungere ai 1826 già recuperati, e conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Una vera e propria rassegna della filosofia greca, da Epicuro a Filodemo di Gadara.
Il grande grecista e studioso di papiri Marcello Gigante, scomparso due anni fa, era convinto di ritrovare su papiro anche dei testi latini “perché”, sostieneva, “a quell’epoca molte biblioteche latine erano bilingue, e Ercolano apparteneva alla civiltà latina.” Gli studiosi sperano che fra i papiri di villa Pisone possa esserci anche l’ultima copia esistente della “Storia di Roma” di Ennio, un’opera di cui se ne conosce solo un terzo, e il cui ritrovamento potrebbe portare alla riscrittura dell’intera storia di Roma.
E’ stato possibile recuperare i papiri perché la carbonizzazione dei documenti non avvenne per il calore della lava, ma per un processo di mineralizzazione favorito dal materiale che sommerse Ercolano nel 79 d.C.
A differenza di Pompei la città fondata da Ercole venne sepolta da un fiume di lava e fango che penetrò in tutte le case, solidificandosi e sigillando ogni cosa. Grazie alla natura di questo materiale i preziosi documenti sono arrivati integri fino a noi.

Fonte www.fulltravel.it
 
 

ID: 5519  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 7 gennaio 2007 Ore: 20:26

Quando furono scoperti gli scavi di Ercolano?

L'identificazione ufficiale di Ercolano risale al 1709 e spetta ad Emanuele d'Elboeuf di Lorena. Questo principe, venuto a Napoli a seguito dell'esercito austriaco che aveva sconfitto gli spagnoli, fissò la sua residenza a Portici e fu proprio andando in cerca di marmo per la costruzione del suo palazzo che seppe che a Resina da pozzi scavati nel terreno venivano fuori marmo, statue ed altro.

Così nel fare degli scavi ebbe la fortuna di imbattersi nel Teatro e ne ricavò molti marmi, colonne e statue. Gli scavi fatti dal Principe per circa cinque anni furono eseguiti con molta irregolarità e siccome le statue apparivano in quantità di gran lunga superiore al bisogno, il principe cominciò a metterle in commercio. Molti reperti furono dallo stesso donati e portati all'estero; alle prime scoperte seguirono le prime razzie ai danni di Ercolano.

Con l'avvento di Carlo di Borbone ebbe termine la razzia e iniziarono scavi regolari. Lo scavo si praticò empiricamente per cunicoli e pozzi fino a creare una rete che misurava in lunghezza, da nord a sud, circa 600 metri e in larghezza da nord-est a sud-ovest, 450 metri.
Fu così riconosciuto fin dove giungeva l'antico lido del mare, si completò l'esplorazione del Teatro, si raggiunse uno degli edifici pubblici, si rintracciarono più templi e infine si esplorò la favolosa Villa dei Papiri.

La notizia della straordinaria scoperta di Ercolano corse attraverso tutta l'Europa; a dare pubblicità alla scoperta fu soprattutto il celebre archeologo tedesco Winckelmann, le sue notizie e le sue considerazioni estetiche influenzarono il mondo delle lettere, orientando lo stile e il costume dell'epoca verso quelle forme che, da quel momento, si dissero neo-classiche. Incominciarono così a calare all'ombra del Vesuvio i primi viaggiatori, avanguardia di quell'esercito che sempre più numeroso avrebbe invaso Ercolano nei secoli successivi. Attiravano i visitatori particolarmente il Teatro e la grandiosa Villa dei Papiri, il primo considerato il più insigne e meglio conservato monumento di Ercolano e la seconda ritenuta un'autentica miniera di opere d'arte.

La Villa dei Papiri, dalla quale fu recuperato un favoloso tesoro di sculture e la biblioteca di papiri, è una villa sontuosa (si estende per più di 250 metri, parallelamente alla linea del litorale), ampia come una dimora imperiale; per il non comune gusto artistico e letterario del proprietario, era di per se un vero e proprio museo d'arte e una biblioteca di scritti scelti da un filosofo di gran moda: l'epicureo Filodemo.
Fu il più grande avvenimento di cultura umanistica di quel secolo; tutto il mondo ne fu commosso e da quelle scoperte presero nuovo vigore gli studi dell'antico e tutto il vasto movimento culturale e scientifico intorno all'arte e alla civiltà del mondo antico. Gli scavi portarono alla luce una città cristallizzata nel tempo o, meglio, fissata per sempre come in una istantanea fotografica, nell'attimo in cui ferveva la vita. E questo appassionante, singolare romanzo dell'archeologia non è ancora completato: attendono di essere dissepolti non pochi edifici di eccezionale interesse.

Link sulla villa dei PAPIRI:

www.bnnonline.it/sezioni/papiri.htm

www.globopix.net/fotografie/ercolano_1.html

www.pompeiisites.org/mostratrieste/it/villapapiri.htm

www.finesettimana.it/museo.asp?id=03403

www.archart.it/archart/mostre/exhibit%20-%20Romana%20Pictura/image7.html


Puoi anche Tu intervenire a questo argomento o invia un post alle e-mail private

 Ogni risposta fa saltare la discussione al primo posto nella prima pagina indice del forum. L'ultima risposta inviata, inoltre, che è la seconda in alto a questa pagina "leggi", aggiorna sempre pure data e ora della discussione (cioè il messaggio principale),
pur se vecchio.

T O R R E S I T A'

Autore unico e web-master Luigi Mari

TORRESAGGINE