ID: 5498 Discussione: Tipografia in casa
Autore:
Claude Marzotto
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Email:
cmarzotto@hotmail.com
-
Scritto o aggiornato:
sabato 6 gennaio 2007 Ore: 11:46
Buonasera,
Le avevo scritto più di un anno fa, in cerca di consigli su come costruire una piccola "stamperia" artigianale, ricorda?
La tesi è andata in porto, ora sto preparando in proposito un libro che dovrebbe uscire per Stampa Alternativa & Graffiti a maggio: le scrivo per chiederle il permesso di riportare nel libro la sua mail (allegata qui sotto), un vero e proprio documento su come sia nato il progetto. Ovviamente, quando il libro sarà pronto non mancherò di inviarle una copia!
Grazie e auguri di buon anno,
Claude Marzotto
Alexis Rom Estudio
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08003 Barcelona
Tel (+34) 93 319XXXX
Dati in redazione
----- Original Message ----- From: claude marzotto:cmarzotto@hotmail.com To: torreomnia: info@torreomnia.it Sent: Friday, January 05, 2007 6:42 PM Subject: RE: "Da Magonza..."
> Domanda: Buongiorno,
> ha ragione, sono stata un po' confusa!
Sto progettando, per la mia tesi di laurea in Disegno Industriale, una riedizione di caratteri mobili storici da titolo, di grande corpo (150 pt circa), sul modello dei primi display typeface inglesi di Caslon e Figgine degli inizi del XIX secolo: bastoni, egizi, fat face o normanni, e altri a
seguire.
>
> Risposta: Signora/na,
> Fino a questo punto capisco che fa ricerca specifica sulla storia dei vecchi caratteri della tipografia appunto per "tipi", cioè parallelepipedi con l'occhio lettera in cima da accostare per comporre il rigo.
>
> Domanda: Chiaramente non si tratta di materiale per tipografi professionisti, ma per studenti e disegnatori che non hanno una bottega attrezzata in cui lavorare: dev'essere quindi il più semplice possibile!
Ho pensato, per consentire la stampa con la sola pressione manuale senza bisogno di un torchio, di realizzarli in un materiale morbido piuttosto che in legno o metallo: gomma o fotopolimero? Quali sono le differenze tra i due materiali e quale mi può dare il miglior risultato?
>
> Risposta: Nella dimensione del laboratorio e della sperimentazione. Non si tratta più di uno studio, ma di un artigianato didattico. Realizzare dei caratteri vuol dire fabbricarli. Riprodurli è un altro fatto,
bisogna averne almeno un solo alfabeto. Caratteri di gomma morbida da applicare su fusti di legno si possono riprodurre con la pressa a caldo che oggi si adopera solo per fare timbri di gomma. Altrimenti c'è il metopdo fotopolimerico dove non c'è bisogno di nessuna serie master, ma di un computer con i suoi fonts, qualche lastra di fotopolimero ed una semplice vaschetta di plastica con un pennellino. Chiaramente occorrono le maschere per impressionare il polimero a contatto sotto vetro o sotto vuoto con la stessa luce delle zanzariere. La pellicola viene sostituita ottimamente dalla carta opaca stampata con una semplicissima laser (Carta mozzarella in gergo, la quale viene annerita con dello spray. Il polimero più morbido è quello liquido, ma si può realizzare manualmente senza macchine.
>
> Domanda: Mi piacerebbe realizzare l'intero carattere mobile in un unico pezzo di
> gomma, alto quindi almeno 4 cm, ma forse è impossibile.
>
> Risposta: Lei parla di 4 cm di altezza del fusto della lettere. Esso può essere alto quando si vuole. Ma non ho capito bene il metodo dell'impatto carta inchiostro che vorrebbe adoperare. Si va dalla semplice manualità a presse rudimentali autocostruite. Cosa deve fare? Se si tratta di una sperimentazione, come dire, alchemica, e va bene, si può andare anche in giro col pastrano e la bombetta, ma se è il risultato di stampa a basso costo e con minimi termini pratici e economici allora è fuori pista.
>
> Domanda: Per quanto riguarda gli inchiostri, vorrei chiederle quali sono quelli adatti alla stampa sui diversi materiali come carta e plastica e se è meglio pensare a un'inchiostratura a tampone, come per i timbri, o a rullo, come in tipografia.
>
> Risposta: Bisogna sapere cosa vuole realizzare se uno spettacolo o una dimostrazione revival della stampa a caratteri mobili oppure ottenere risultati ottimali con mezzi pratici.
>
> Domanda: Non so inoltre in che proporzione assortire i caratteri nella cassetta tipografica: trattandosi di composizioni brevi come titoli, pensavo a un massimo di 4 multipli per ciascuna lettera... quali sono le lettere di uso più frequente?
>
> Risposta: Le più frequenti si dicevono "la bassa cassa" le vocali, infatti erano disposti tutti vicini.
> Domanda: Spero mi vorrà scusare per la valanga di domande!
Grazie infinite.
>
> Domanda: Affatto, il suo modo frammentario e misterioso di esporre il suo problema è
> estremamente interessante, quasi intrigante, poi esposto da una donna è il non plus ultra. Le donne tipografe sono famose solo nell'est europeo.
Addirittura vorrei farne un argomento di discussione nel mio forum Torreomnia.
http://www.torreomnia.com/forum/index.asp
Ma sono altrettanto lieto di risponderle solo via e-mail fino a che io e lei avremo le idee più chiare sull'argomento. Non esiti a pormi altre domande, la prego.
>
> Claude Marzotto
> ----- Original Message -----
>
> > Buongiorno,
> > ha ragione, sono stata un po' confusa!
Sto progettando, per la mia tesi di laurea in Disegno Industriale, una riedizione di caratteri mobili storici da titolo, di grande corpo (150 pt circa), sul modello dei primi display typeface inglesi di Caslon e Figgins degli inizi del XIX secolo: bastoni, egizi, fat face o normanni, e altri a seguire.
> > Chiaramente non si tratta di materiale per tipografi professionisti, ma per studenti e disegnatori che non hanno una bottega attrezzata in cui lavorare: dev'essere quindi il più semplice possibile!
Ho pensato, per consentire la stampa con la sola pressione manuale senza bisogno di un torchio, di realizzarli in un materiale morbido piuttosto che in legno o metallo: gomma o fotopolimero? Quali sono le differenze tra i due materiali e quale mi può dare il miglior risultato?
Mi piacerebbe realizzare l'intero carattere mobile in un unico pezzo di gomma, alto quindi almeno 4 cm, ma forse è impossibile. Per quanto riguarda gli inchiostri, vorrei chiederle quali sono quelli adatti alla stampa sui diversi materiali come carta e plastica e se è meglio pensare a un'inchiostratura a tampone, come per i timbri, o a rullo, come in tipografia.
Non so inoltre in che proporzione assortire i caratteri nella cassetta tipografica: trattandosi di composizioni brevi come titoli, pensavo a un massimo di 4 multipli per ciascuna lettera... quali sono le lettere di uso più frequente?
Grazie infinite,
Claude Marzotto