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Argomento presente: « LA COLLINA » | |||||
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ID: 5427 Intervento
da:
Francesca Mari
- Email:
stelle_di_stelle@hotmail.com
- Data:
venerdì 29 dicembre 2006 Ore: 11:03
Ciao Francesca, sono Francesca, una tua omonima che interessata all'argomento del post, in una mattina di monotono Risveglio ha deciso di scriverti. Tutto bene, insomma! In questi giorni di fine 2006, che si chiude, per me, in una maniera direi 'particolare', sto capendo diverse cose, soprattutto grazie alla mia famiglia. Il mio consiglio, dunque, anzi... la mia dritta a tutte le giovani persone come me è di guardarsi un po' attorno... partendo però dallo specchio e poi dai due o tre componenti del tuo nucleo familiare ristett. Poi da lì incominciare ad allungare lo sguardo, ma il tutto con estremo oculismo. Buon Nuovo Anno a Tutti Francesca |
ID: 5413 Intervento
da:
Francesca Mari
- Email:
stelle_di_stelle@hotmail.com
- Data:
giovedì 28 dicembre 2006 Ore: 16:13
Questo post è occupato solo da me e da qualcun'altro, che in questa commedia posso solo immaginare chi sia. E' ora di crescere e se mi sto incazzando così tanto, nonostante i buoni propositi vuol dire che probabilmente il percorso di formazione non deve servire a me ma a qualcun altro non si gioca con certe cose Fabrizio va ricordato GRAZIE |
ID: 5353 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
giovedì 21 dicembre 2006 Ore: 22:59
DE ANDRE' UN POETA DELLE NOTE MUSICALI STRAORDINARIO Il 18 febbraio 1940 Fabrizio De André nasce a Genova. Nel 1958 esce il primo disco di De André: un 45 giri contenente due canzoni non sue, "Nuvole barocche" e "E fu la notte". Nel 1962 Fabrizio sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli dà un figlio, Cristiano, oggi a sua volta musicista e cantante. Intanto escono altri dischi contenenti brani destinati a divenire dei classici: "La guerra di Piero", "La ballata dell'eroe", "Il testamento", "La ballata del Michè", "Via del Campo", "La canzone dell'amore perduto", "La città vecchia", "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta con Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella", che nel '68 viene incisa da Mina e trasforma De André da autore per pochi intimi ad autore di successo 1968: esce per la Belldisc l'album "Volume I", seguito l'anno dopo da "Tutti morimmo a stento", e da "Volume II": i tre dischi raggiungono il vertice delle classifiche di vendita. 1970: esce "La buona novella" tratto dai Vangeli apocrifi. 1971: esce "Non al denaro non all'amore né al cielo", ispirato a "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters. 1973: la contestazione del'68 fornisce lo spunto all'ellepì "Storia di un impiegato". 1974: in "Canzoni" Fabrizio raccoglie traduzioni da Brassens, Dylan e Cohen e brani suoi degli anni Sessanta. 1975: dalla collaborazione con Francesco De Gregori scaturisce l'album "Volume VIII". Segue il primo tour dell'artista, che comincia ad accarezzare il progetto di trasferirsi in Sardegna: acquisterà a tale scopo la tenuta dell'Agnata, presso Tempio Pausania, dedicandosi all'agricoltura e all'allevamento di animali. 1977: Dori Ghezzi, alla quale Fabrizio si è unito, gli dà una figlia, Luisa Vittoria, detta Luvi. 1978: esce l'album "Rimini". 1979: dal tour con la Pfm, De André ricava un doppio album dal vivo. In agosto, a L'Agnata, lui e Dori Ghezzi vengono sequestrati: saranno rilasciati quattro mesi dopo. 1981: l'esperienza del sequestro e la realtà della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo che i mass media battezzano "L'indiano". 1984: De André realizza con Mauro Pagani il pluripremiato ellepì "Creuza de mâ", che unisce la lingua genovese alle sonorità della tradizione mediterranea e che due referendum tra i critici indicheranno come il miglior album dell'anno e del decennio. 1989: Fabrizio sposa Dori Ghezzi. 1990: esce l'album "Le nuvole", con grande successo di vendite e di critica, e successivo tour trionfale. 1991: esce il doppio live "1991 - Concerti". 1992: nuovo tour, il primo tour teatrale di De André. 1996: esce l'album "Anime Salve". 1997: grande successo per il tour e pubblicazione dell'album raccolta "Mi innamoravo di tutto" contenente "La canzone di Marinella" cantata con Mina. 1998: Continua con successo il tour seguito all'album "Anime salve", prima nei teatri e poi in versione estiva, all'aperto. Il tuor viene interrotto per motivi di salute durante l'estate. 1999: l'11 gennaio, alle 2:30 di notte, Fabrizio ci lascia, stroncato da un male incurabile. Muore a Milano all'Istituto dei Tumori dove era ricoverato. I suoi funerali si svolgono nella basilica di Carignano di Genova il 13 gennaio dove una folla di più di diecimila persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Riposa nel cimitero di Staglieno, nella cappella di famiglia, accanto al fratello Mauro e ai genitori. Vale la pena visitare questo sito dove sono riportati i suoi testi straordinari: www.bielle.org/fabriziodeandre/pages/denarotxt.htm |
ID: 5351 Intervento
da:
Francesca Mari
- Email:
stelle_di_stelle@hotmail.com
- Data:
giovedì 21 dicembre 2006 Ore: 18:31
'UN FORTE CONNUBIO" Non al denaro, non all'amore, nè al cielo ... è il capolavoro da cui è tratto, in traduzione italiana dall'inglese, questo componimento... Apro questa discussione perchè so, che qui c'è chi può intenderla e snodarla con cognizio ne di causa e chi, solo perchè 'dorme' sulle pendici di "sterminator Vesevo", ha bisogno di una dolce scossetta... Letteratura e musica... un connubio potente, dilaniante, a volte... per occhi aperti e orecchie attente. Ma il tempo è lì, fermo... noi ci muoviamo (diceva qualcuno) e a volte ci muoviamo così in fretta da non accorgersi che dormire, non solo non fa pigliare pesci (anche se, di questi tempi, i capitoni si vendono a buon mercato!) ma, a volte, paraddossalmente ne fa pigliare così tanti (e non solo capitoni, trote, orate, alici... "de gustibus non disputandum est" = circa i gusti non c'è da discutere) (e non penso, come è facile immaginare, solo al doppio senso, ma anche a quello metaforico... e cioè ai pensieri, le fantasie le elucubrazioni che si possono nascondere dietro a questi pesciolini) da far perdere di vista la bellezza che c'è intorno... così semplice, pura, artistica... armoniosa. E la bellezza non può non essere non incarnata da una canzone... parole e musica. E' superfluo dirlo... chi di noi non ha provato mai delle emozioni irripetibili e personali davanti ad una canzone? Di ogni tipo ed ogni tempo (anche qui non possiamo discutere circa i gusti). Le parole pensano a solleticare la nostra fantasia, immaginazione, creatività... la musica i nostri sensi. Non è un connubio straordinario? Sì che lo è... è tutti lo sappiamo. A volte lo dimentichiamo, perchè il frastuono, la disarmonia, i rumori, gli orrori, lo sappiamo, sono più potenti, acusticamente e psicologicamente, rispetto alla dolcezza, potenza, vorticosità delle note. Ma chi... e parlo, oltre che ai fruitori, ai musicisti, agli scrittori, ai compositori, agli artisti... chi, nella solitudine di una stanza piena solo di una luce, di uno strumento (qualsiasi) e, perchè no, di un computer, non ha sentito l'essenza... sua fusa con quella del resto del cosmo! CHI? Mi risponda, sono incuriosita. E poi mi risponda chi invece quell'essenza la sente, la vive, ci ride, ci piange, la relega nel suo 'male di vivere' (...spesso ho incontrato... diceva Montale) e non la butta fuori, come uno schiaffo violento a chi vuole che la spinga in fondo... a cosa vuole che la spinga sotto. Accompagnarla fuori, poi, con dolcezza e placido strumento, è una carezza che si fa al proprio spirito e... queste carezze non hanno prezzo, non hano sistema, non hanno brutture. Ci ripagano, sul serio, ci ripagano... E so che lo sapete... lo so Dunque, la sede è questa per chi, con un po' di pazienza, mi ha letto e 'sentito' e, soprattutto, compresa. Comincio col darvi un compitino per casa: ai grandi, chiedo punti di vista per me... per arricchire il mio io delle sensazioni che già ho provato nel 'sentire' un certo tipo di musica. Ai piccoli opinioni, confronti, emozioni, sensazioni... per farlo non c'è molto da fare... poche parole, spesso, ma buone ,o, ancora più semplicemente... suonare. Nasce, così, inaspettatamente, questa rubrica. "Un forte connubio" decido di chiamarla, e confido in chi siede dall'altra parte del monitor che sappia 'aprirsi' perchè questo è un posto libero, sereno, rispettoso, amoroso, completo e vitale... non muoriamo anche qui. Di volta in volta proporremo degli argomenti inerenti le arti... a 360°... quelle che solo a braccetto possono vivere, respirare e non lasciarsi 'mummificare' da una colata di cemento caldo. Chi vuole può scrivere qui o inviare materiale, scritti, pensieri, fotografie, midi, copie di dipinti e sculture, sceneggiature, componimenti multimediali e quant'altro ritenga opportuno far vivere attorno... senza ritorno e tornaconto... ma solo per amore. Intanto comincio con un album, che per molti di Voi, sarà stato un maestro, per molti di Noi sta per diventarlo... un album difficile, attuale, pregnante, impegnativo, che si deve ascoltare con predisposizione e silenzio. Chi interpreta è Fabrizio de Andrè... per i grandi non c'è bisogno di aggiungere altro, per i piccoli ci sarebbe bisogno da aggiungere tanto... ma... nessuno è nella posizione di poterne parlare, se non lui stesso, attraverso le canzoni. Itesti, invece, sono la traduzione, da parte di Fernanda Pivano, di Spoon River*, una serie di epitaffi che tra il 1914 e il 1915 il poeta americano Edgar Lee Masters pubblicò sul "Mirror" di St. Louis. E' più giusto, per me, che i piccoli cerchino, nel modo che ritengono più opportuno, notizie su questo progetto. Ma, per una questione di 'protezionismo o doglianza' mi sento di avvicinare ai testi, chi non conosce l'album, attraverso il testo che apre questa discussione... ed io non ho potuto fare altra cosa, in ossequio, che lasciare prima la parola a lui... ...leggete... non ho più molto da dire FRANCESCA www.bielle.org/fabriziodeandre/pages/denarotxt.htm |
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