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Argomento presente: « D'ADAMO E NINO D'ANGELO »
ID: 5347  Discussione: D'ADAMO E NINO D'ANGELO

Autore: D'Adamo Vito  - Email: vda@online.de  - Scritto o aggiornato: giovedì 21 dicembre 2006 Ore: 15:52

Intervista a Nino D’Angelo nel 1986

Servizio speciale del nostro torrese Vito d’Adamo

E' STATA CREATA UNA SEZIONE PERMANENTE IN TORREOMNIA:

www.torreomnia.it/Attori/dadamo_dangelo/set_%20frame_dangelo.htm

Uno scugnizzo dagli occhi chiari

(Dal „Corriere d’Italia", settimanale d’informazione per gli Italiani in Germania, 5 aprile 1986).

Nino D’Angelo e Annamaria erano fidanzati di nascosto, e un giorno la fabbrica, dove la ragazza lavorava, va in fiamme. Annamaria si salva per puro caso, è trasportata all’ospedale. Nino vi si precipita "si presenta ai genitori di Annamaria, spiegando i motivi della sua venuta, chiedendo la mano della figlia, promettendo che anche a costo di patire la fame, la sposerà una volta guarita", si legge nel libro "Scugnizzo Biondo" di Enzo Peluso (1). Sembra un argomento da "sceneggiata", ma si tratta della realtà napoletana; e sotto tutto questo vi è il vergognoso ingaggio dei minori, lo sfruttamento il lavoro nero, la sottoccupazione.

* * *
- Nino, in Germania hai avuto modo di dare concerti in diverse città. Che differenza hai notato tra il pubblico di casa e quello oltrefrontiera?

- L’accoglienza che mi riserva il pubblico è sempre molto calorosa. All’estero gioca in più la componente del ricordo, della nostalgia. Inoltre, i connazionali sanno che sono venuto fin qui a trovarli, a cantare per loro le mie canzoni, che vogliono essere un messaggio d’amore, proposto specie ai giovani.

- Tra le varie platee d’oltrefrontiera trovi una differenza tra quelle più vicine, geograficamente parlando, all’Italia – Svizzera, Germania, Francia – e quelle più distanti, diciamo Inghilterra o addirittura Stati Uniti d’America?

- L’entusiasmo è quello di sempre. I giovani in Inghilterra sono passati attraverso la grande lezione dei Beatles e dei loro successori, per citare solo quelli, ed erano lontani dal genere, che presentavo loro. Ma il sangue è sangue. C’erano radici ataviche, ancestrali ricordi e sono tutti saltati fuori. È come se si fossero improvvisamente ritrovati, senza sapere che ciò dovesse accadere. Per quanto riguarda gli USA, poche volte mi sono sentito commosso tanto: ero a Little Italy, a Brooklin, quando una donna anziana, diciamo sessantacinque-settant’anni, mi si avvicinò e mi chiese in un napoletano più perfetto del mio, come fosse Napoli, se Porta Capuana era bella. Non era mai stata in Italia.

- Domanda d’obbligo: quali sono, secondo te, le ragioni del tuo successo?

- Vengo da una povera famiglia, sono un emarginato (anche ora: la "altra Napoli" parla del mio successo come prodotto di sottocultura), ho fatto una lunga gavetta, per poco non ci rimettevo la pelle e canto per gli emarginati. Credo che la vera ragione del mio successo stia, a parte il fatto di averlo cercato ostinatamente fino al deliquio nel non aver mai rinnegato le mie origini. Sì, sono uno scugnizzo, seppure biondo e con gli occhi chiari, e uno scugnizzo rimando. Questa la gente del popolo lo sa, lo sente, mi considera parte di sé e mi accoglie.

- Nel tuo genere, si parla di te come di un innovatore.

- Nella "sceneggiata", che è poi una trasposizione teatrale di canzoni napoletane, ho sostituito alla vendetta il perdono. Io sono credente, sono devotissimo alla Madonna dell’Arco. Poi il particolare arrangiamento musicale delle mie canzoni e l’alternarsi in esse di frasi "in pulito", cioè in italiano, e in dialetto. Oggi i giovani delle nostre parti parlano così, forse sotto l’influsso del mass-media . Ed io sono uno di loro, canto per loro. Perché dovrei usare un linguaggio diverso?

- Tu parli di messaggi d’amore, d’emarginazione, di giovani, di Napoli, del Sud. Questo massaggio d’amore, che proponi ai giovani, è solamente canoro? Cos’è Napoli, oggi?

- Napoli oggi. La lotta di sempre. Disoccupazione, sottoccupazione, specie per i giovani. E allora il permanere dell’economia del vicolo per sopravvivenza, con i mille mestieri fantasiosi ed improvvisati, di taluni dei quali ci si vergogna; la delinquenza, la camorra. E, quindi, la corruzione, la prostituzione, la droga. Ecco: io ho salvato tre giovani tossicodipendenti. Essi mi hanno ascoltato. Oggi, purtroppo, si prende la droga troppo facilmente, c’è da disperarsi, magari solo per provare. Una faccenda come quella di Adamo ed Eva.

- Quello di Adamo ed Eva fu un peccato di disobbedienza.

- E quei giovani disobbediscono alla vita. Ma Napoli è anche una città che canta e sa tacere, piange e ride, è buona e cattiva. È una città umana, cioè, con molti pregi e molti difetti, che trova, ad esempio, la forza di scendere in piazza contro la camorra. Questo mi riempie d’orgoglio. Ed io ne canto le vicende umane d’ogni giorno, ne canto soprattutto la capacità di amare, la generosità.

- Oggi è tutto presto consumato. Come difenderai il tuo successo?

- Chiarendomene sempre meglio le ragioni; rimanendo sempre me stesso, senza montarmi; sforzando di migliorarmi; qualificando il messaggio che propongo; cercando di offrire di me il prodotto migliore.
L’intervista è iniziata a due voci: via via si è tramutata in una seduta corale. Sulle prime, i presenti se ne sono stati in silenzio e lontani, anche se a portata d’udito. Alla fine ci si è ritrovato in tanti intorno al tavolo, chi seduto, chi ritto in prima, seconda e terza fila. C’era anche il loggione, spettatori in piedi su sedie, panche e sgabelli, che facevano cerchio.
Domanda tu, che domando io, sembrava di essere in un vico del Pallonetto e il succo è questo: un sunto, perché altre domande sono state formulate, alle quali è stato risposto. A domandare era sempre il pubblico, a rispondere era talvolta Nino D’Angelo.

Vito d’Adamo
Biberach sul Riß, aprile 1986.

1) Con l’occasione, Nino D’Angelo ha presentato il libro biografico "Scugnizzo Biondo" di Enzo Peluso "nato da un amore in comune: la musica!", si legge nella dedica. Peluso suona il basso nella "Napoli Band", che accompagna ovunque il cantante. La presentazione è avvenuta nel "Gasthaus Zum bibet" di Armando Buonocore, originario del Salernitano, simpatica figura del self made man, dinamico, intraprendente, di un’ospitalità unica. Proprietario di una catena di ristoranti e Schnellimbis (tavola calda), ha voluto Nino D’Angelo a Mannheim e a Biberach sul Riß in due serate memorabili, soprattutto "per donarlo ai connazionali".

E' STATA CREATA UNA SAEZIONE PERMANENTE IN TORREOMNIA:

www.torreomnia.it/Attori/dadamo_dangelo/set_%20frame_dangelo.htm

Vito D'Adamo
 
 

ID: 5349  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: giovedì 21 dicembre 2006 Ore: 15:52

Carissimi,
vi ringrazio per la pubblicazione nel FORUM dell'intervista a Nino D'Angelo (ID: 5347) e per la creazione della sezione permanente in TORREOMNIA.
L'intervista, pur vecchia di 20 anni, tocca temi ancora attuali, come l'orgoglio per una Napoli, città amata con tutte le sue virtù ed i suoi difetti, definita "umana", che sa scendere in piazza contro la camorra; la modestia dello scugnizzo biondo di migliorarsi sempre, mai perdendo di vista le sue umili origini e cercando di rimanere sempre sé stesso.
Spero tanto che attraverso TORREOMNIA Nino D'Angelo possa leggere finalmente quanto ebbe a dichiararmi nel corso di un memorabile primopomeriggio, in un'ntervista, personale e talvolta corale -l'affetto del pubblico, che era riuscito a penetrare nel locale, era irrefrenabile, non riuscivi a contenerlo, ti travolgeva-, perché non mi fu mai comunicato l'indirizzo del cantante e le mie ricerche risultarono vane.
Prego, pertanto, se possibile, di trasmettergliela, con i miei vivi comlimenti per il mantenimento con pieno successo della strada scelta, e con i migliori auguri, che estendo alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi fans, per le festività di fine-principio d'anno.
Cordialmente da Nonnovito.


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