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Argomento presente: « Per non dimenticare Godot... » | |||||
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ID: 5338 Intervento
da:
Francesca Mari
- Email:
stelle_di_stelle@hotmail.com
- Data:
martedì 19 dicembre 2006 Ore: 11:26
GRAZIE CLAUDIO LOLLI... NON DICO ALTRO! Francesca |
ID: 5337 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
martedì 19 dicembre 2006 Ore: 00:04
I LINK CORRELATI IN TORREOMNIA: www.torreomnia.it/Attori/borriello/index.html www.torreomnia.it/Attori/borriello/set_fra_borriello.htm www.torreomnia.it/Attori/borriello/set_fra_borriello.htm La redazione |
ID: 5335 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
lunedì 18 dicembre 2006 Ore: 23:45
Un Beckett napoletano Luca De Filippo Gianfelice Imparato Mario Scarpetta Dopo Cerami, Coline Serrau e Pinter, una nuova tappa del percorso di Luca De Filippo nella drammaturgia del '900. Un classico del teatro dell'assurdo filtrato attraverso la comicità surreale e stralunata della grande tradizione napoletana. Non a caso Luca ha scelto di intraprendere questa avventura con Gianfelice Imparato e Mario Scarpetta che condividono con lui questo umorismo lunare ed ironico, contaminato dalla clownerie, dal varietà, dal circo, questo teatro che usa forme popolari per un discorso divertente e allo stesso tempo "alto". "Aspettando Godot è una commedia, e una riuscitissima commedia, per giunta. Sul piano del divertimento si tratta di un vero gioiello, magistralmente congegnato, che sfrutta a fondo tutte le risorse e le combinazioni di questo "genere" teatrale, dal qui pro quo al doppio senso, dal gag farsesco alla parolaccia di gergo, una commedia esemplare, limite, costruita interamente attorno all'assenza del personaggio. Per intendere la linea strutturale di Godot occorre immaginare per esempio un Edipo in cui Edipo, annunciato, atteso, invocato, non arrivi mai. I fatti sono questi: due mendicanti, Vladimiro ed Estragone, aspettano in aperta campagna un certo Godot, dal quale sperano ottenere una vaga sistemazione. I due non solo non hanno mai visto Godot, ma non sono sicuri né del luogo né del giorno dell'appuntamento. Dopo una lunga attesa arriva Pozzo, che porta al guinzaglio il suo servitore Lucky. Pozzo s'intrattiene per qualche tempo coi due mendicanti e riparte. L'attesa continua fino all'arrivo di un ragazzo con un messaggio di Godot: Godot non verrà più stasera, ma certamente domani. Si è parlato a proposito di Godot di Chaplin: non solo per certe coincidenze esteriori che colpiscono (le bombette di Vladimiro ed Estragone, le scarpacce vecchie, le pantomime, le mossette ecc.), ma soprattutto per quella che si potrebbe definire un'affinità di metodo: Charlot è sempre sfasato rispetto alla realtà che lo circonda. Il traguardo di Beckett è, a differenza di Chaplin, metafisico, ma l'urto comico è lo stesso. Va da sé che un procedimento del genere farebbe di Aspettando Godot una semplice farsa se Vladimiro ed Estragone non avessero personalità e umanità da vendere. Il loro candore, le loro incongruenze, l'evidente inutilità della loro attesa, il loro aplomb perfetto, cui segue un panico ingiustificato o un febbrile entusiasmo, il curioso rapporto, da vecchie zitelle, che li lega, misto di affetto, di insofferenza, di abitudine, le loro smanie e i loro rimpianti, tutto concorre a renderceli non solo vivi e simpatici, ma comprensibili di primo acchito. Sicché anche lo spettatore più guardingo non ha difficoltà ad accettarli. Ciò che ha permesso a Beckett di raggiungere un pubblico più vasto è che "Aspettando Godot" fa spesso ridere. Non ridere verde, e nemmeno ridere per mostrare che si è capito, ma ridere di cuore, conquistati, liberamente." (Brani tratti dalla prefazione di Carlo Fruttero alla sua traduzione di Aspettando Godot - Edizione Einaudi) Aspettando Godot Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot, dormo tutte le notti aspettando Godot. Ho passato la vita ad aspettare Godot. Nacqui un giorno di marzo o d'aprile non so, mia madre che mi allatta è un ricordo che ho, ma credo che già in quel giorno però invece di poppare io aspettassi Godot. Nei prati verdi della mia infanzia, nei luoghi azzurri di cieli e acquiloni, nei giorni sereni che non rivedrò io stavo già aspettando Godot. L'adolescenza mi strappò di là, e mi portò ad un tavolo grigio, dove fra tanti libri però, invece di leggere aspettavo Godot. Giorni e giorni a quei tavolini, gli amici e le donne vedevo vicini, io mi mangiavo le mani però, non mi muovevo e aspettavo Godot. Ma se i sensi comandano l'uomo obbedisce, così sposai la prima che incontrai, ma anche la notte di nozze però, non feci nulla aspettando Godot. Poi lei mi costrinse ed un figlio arrivò, piccolo e tondo urlava ogni sera, ma invece di farlo giocare un po', io uscivo fuori ad aspettare Godot. E dopo questo un altro arrivò, e dopo il secondo un altro però, per esser del tutto sincero dirò, che avrei preferito arrivasse Godot. Sono invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot, ho cresciuto i miei figli aspettando Godot. Sono andato in pensione dieci anni fa, ed ho perso la moglie acquistando in età, i miei figli son grandi e lontani però, io sto ancora aspettando Godot. Questa sera sono un vecchio di settantanni, solo e malato in mezzo a una strada, dopo tanta vita più pazienza non ho, non posso più aspettare Godot. Ma questa strada mi porta fortuna, c'è un pozzo laggiù che specchia la luna, è buio profondo e mi ci butterò, senza aspettare che arrivi Godot. In pochi passi ci sono davanti, ho il viso sudato e le mani tremanti, e la prima volta che sto per agire, senza aspettare che arrivi Godot. Ma l'abitudine di tutta una vita, ha fatto si che ancora una volta, per un momento io mi sia girato, a veder se per caso Godot era arrivato. La morte mi ha preso le mani e la vita, l'oblio mi ha coperto di luce infinita, e ho capito che non si può, coprirsi le spalle aspettando Godot. Non ho mai agito aspettando Godot, per tutti i miei giorni aspettando Godot, e ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte, ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte. Claudio Lolli |
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