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Argomento presente: « Cantata dei Pastori addio! »
ID: 5330  Discussione: Cantata dei Pastori addio!

Autore: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: mercoledì 27 dicembre 2006 Ore: 15:51

Natale a Torre del Greco
significava soprattutto poter assistere a “La Cantata dei pastori”. La famosissima rappresentazione teatrale in tre atti che ha origini molto antiche, risale infatti alla fine del Seicento ed è opera di Andrea Perrucci, commediografo siciliano. La sacra rappresentazione nacque nel periodo della Controriforma ed intendeva celebrare la Natività di Gesù.
Nel corso dei secoli la trama è stata rimaneggiata, e magistralmente "vesuvuanizzata" dalle filodrammatiche torresi sono stati aggiunti personaggi nuovi, tutto in funzione di una maggiore fruibilità da parte di un pubblico essenzialmente popolare. Molte sono le figure inserite in epoche successive alla stesura della Commedia che rappresentano la realtà popolare come quella di Sarchiapone, un barbiere napoletano che si trova in Galilea per sfuggire alla galera. L’alter ego di Sarchiapone è rappresentato da Razzullo, uno scrivano napoletano del Settecento.
Dall’iniziale trama d’impostazione strettamente religiosa e moraleggiante, i rifacimenti continui hanno reso “La Cantata dei pastori” un testo teatrale avvincente per la vivacità delle battute e per la gestualità dei personaggi.
La trama in breve: Maria e Giuseppe sono in viaggio da Nazareth a Betlemme ma il loro cammino è ostacolato dalle forze del Male (Belfagor, Satana, Astarotte). Alla fine queste ultime verranno sconfitte grazie all’arcangelo Gabriele e il sipario cala sulla scena finale della Natività.

A partire dall'immediato dopoguerra sotto il Vesuvio e non solo le rappresentazioni de la "Cantata dei Pastori" sono diminuite sino a quasi scomparire del tutto dai teatri, per essere allestite solo raramente da qualche associazione filodrammatica o in qualche sala parrocchiale. Chi l'avrebbe mai creduto fino a trent'anni fa.
La "Cantata dei Pastori" è stata, comunque, comunque in passato un appuntamento fisso ed inderogabile in prossimità e durante le feste natalizie, Com' è noto essa è una favola pastorale tra il sacro e il profano, scritta, come già detto, dal palermitano di nascita, ma napoletano di adozione, Andrea Perrucci, poeta dialettale più noto sotto lo pseudonimo di Abate Casimiro Ruggiero Ugone.
La rappresentazione, con il nome originale di "Il vero lume tra le ombre, ossia la nascita del Verbo Umano", è un lavoro misto di sacra rappresentazione; viene rappresentato un mondo religioso, profano e paesano mescolato all'azione con influssi spagnoli.
Gli iberici, infatti, per primi avevano messo in scena nelle rappresentazioni religiose gli angeli e i diavoli, ed avevano introdotto personaggi buffoneschi per la distensione ed il riempimento del dramma. Scopo dunque del progetto è quello di far ricordare o conoscere al pubblico la spontaneità e la ricchezza dei contenuti dei vari personaggi della "Cantata". Né lo studio prescinde dalla riscoperta dell'arte presepiale e della storia artistica napoletana, ricreando sulla scena la stessa atmosfera popolare, quel particolare momento in cui il Presepe fatto da pastori immobili comincia ad animarsi.

Con la Cantata dei pastori soppressa si cancella un'altra figura etico-umanitaria-mistica all'a oleografia partenopea più intensa.

Isabella
La redazione

 
 

ID: 5402  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: mercoledì 27 dicembre 2006 Ore: 15:51

Abbiamo pescato a caso una pagina con interessanti testi sulla Natività, sul presepe, su capdanno, ecc. a firma nientemeno del nostro

RAFFAELE RAIMONDO

Con lo stile narrativo che lo contraddistingue già nella sua dillogia.

La Festa del Natale di Gesù Cristo fu istituita nell'anno 138 dal vescovo Telesforo; come la Pasqua era una festa mobile che cadeva nel settimo giorno avanti le calende di gennaio e fino al 336. (Continua).

Ogni anno, puntualmente, associazioni, enti, circoli ecc. bandiscono concorsi allo scopo di stimolare e quindi mantenere in vita la vacillante ed agonizzante tradizione del presepe. (Continua).

San Francesco ideò il Suo presepe nel 1223.
«Un nobile cavaliere di Greccio, Giovanni Velita, convertito a vita migliore e attratto dal Santo, spesso si inerpicava faticosamente fino alla cima del monte dove era il romitario di Francesco. (Continua).

www.torreweb.it/raimondo/20-69.htm

La redazione
Isabella


ID: 5401  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: mercoledì 27 dicembre 2006 Ore: 15:41

Caro Gigi e famiglia di Torre omnia,
ringrazio per la citazione ne La cantata dei Pastori, ma ricordo anche Ginelli, Peppino D'Istria, Raffaele De Maio, i Manzo. Colgo l'occasione per porgere gli auguri più sentiti del nuovo anno a tutti gli amici di Torreomnia.

Dott. Franco Penza


ID: 5387  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 25 dicembre 2006 Ore: 13:20

Chi fosse interessato all'album sonoro "La cantata dei pastori" di Roberto De Simone vada in questo link:

digilander.libero.it/nuovacompagnia/1977b.htm

La redazione
Isabella


ID: 5331  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: lunedì 18 dicembre 2006 Ore: 13:55

COME MARIO MEROLA ERA IL RE DELLA SCENEGGIATA
COSI' ELIO POLIMENO LO ERA DELLA CANTATA DEI PASTORI
ELIO POLIMENO IL DIAVOLO BUONO

Ha praticato diversi mestieri, ma la sua passione sin dalla tenera età è stata il teatro. Tutti i filodrammatici torresi ricordano le performance di Elio, in particolare la parte del diavolo nella "Cantata dei Pastori". Diavolo pure nell'animo dei suoi personaggi di cattivo, di malvagio di malavitoso, cliché oramai consolidato in molti film a cui ha partecipato sin dagli anni 70. Era in realtà solo un diavolo di cartapesta. A parte il temperamento imprevedibile dell'artista, volitivo e sanguigno, era buono, generoso e altruista. Amava la sua città in maniera viscerale; adorava le tradizioni della sua terra: la Festa dei Quattro altari, il carro dell'Immacolata, la strada...Per Elio la strada non ha mai smesso di essere il palcoscenico, il suo vero palcoscenico, la sua vera casa, e i torresi la sua grande famiglia.al mondo perché è l'unico diavolo della storia che certamente dimora nel Secondo Cielo del Paradiso.
Il Razullo per antonomasia fu Pierino Vitiello, poi Salvatore Flavio Raiola, Franco Penza e tanti altri.
Sarchiapone famoso fu Eduardo Pisapia, poi Michele Buzzetto e tanti altri.

Repertorio in Torreomnia:

www.torreomnia.com/attori/Teatro/teatro_torrese.htm

www.torreomnia.com/Attori/Teatro/set_fra_fototeatro.htm

www.torreomnia.com/Attori/gigi_deluca/set_frame_deluca%20.htm

www.torreomnia.com/Attori/Elio_Polimeno/elio_polimeno.htm

www.torreomnia.com/opera_pupi/set_frame_pupi.htm


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