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Argomento presente: « Parte: Le vie del corallo 2006 » | ||||||
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ID: 5463 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
lunedì 1 gennaio 2007 Ore: 16:20
CHI NON AVESSE LA POSSIBILITA' DI VISITARE LA MOSTRA DI CORALLI ALLA BANCA DI CREDITO POPOLARE PERCHE' IMPOSSIBILITATO O PERCHE' ABITI FUORI LE MURA A MOLTI CHILOMETRI DI DISTANZA VADA NELLA SEZIONE PERMANENTE COMPLETA: www.torreomnia.com/corallarte/banca_corallo2006/set_fra_banca2006.htm LA REDAZIONE |
ID: 5397 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
martedì 26 dicembre 2006 Ore: 18:16
E' stata inserita la sezione completa permanente "Le Vie del corallo" sesto itinerario dicembre-gennaio 2006 IL CORALLO DEI NATIVI D'AMERICA Mostra internazionale nella sede della Banca di Credito Popolare www.torreomnia.com/corallarte/banca_corallo2006/set_fra_banca2006.htm La redazione |
ID: 5393 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
martedì 26 dicembre 2006 Ore: 12:30
Il corallo dei Nativi d’America Torre del Greco – Sta riscuotendo grande successo di pubblico la mostra di gioielli, collane, acconciature, costumi, manufatti e monili provenienti dalle etnie native americane dei Navajo, Zuni, Hopi e Pueblo del Nuovo Messico e Arizona, dal titolo Il corallo dei Nativi d’America. Sesto appuntamento del progetto Le vie del corallo promosso dalla Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, da dieci anni dedicato all’arte, alla lavorazione e agli usi del corallo nei paesi del mondo. Un viaggio inaugurato nel 1996 che, a scdenza biennale, dalla Mongolia è proseguito in India, Uzbekistan, Yemen, Marocco e Algeria, tracciando i percorsi e le rotte di una geografia del corallo, e ricostruendo i collegamenti e le similitudini culturali, i rapporti storici e commerciali di questi paesi con la grande tradizione “corallina” mediterranea, e in particolare con quella bicentenaria di Torre del Greco. A dieci anni dalla prima esposizione, la rotta de Le vie del corallo da oriente punta verso occidente, approdando tra le culture e i costumi di popoli lontani dei quali la mostra, curata da Cristina Del Mare, ricostruisce la trama di rapporti, scambi e contatti da loro intessuti prima con i commercianti spagnoli al seguito dei Conquistadores, poi con i produttori di corallo italiani e torresi. Ingresso libero Informazioni: 081.3581562/563 | Visite guidate: 081.3581501 Orari: 10.00 > 13.00 e 16.00 > 19.00 feriali |10.00 > 13.00 festivi. Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio. Immagini e altro su: www.bcp.it | e.mail: leviedelcorallo@bcp.it Fonte : comunicato stampa |
ID: 5391 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
lunedì 25 dicembre 2006 Ore: 20:59
INTRODUZIONE II corallo: un materiale tra mito e magia. II suo colore scarlatto ha affascinato genti d’Oriente e d’Occidente. La sua origine misteriosa, la sua natura ambigua tra specie minerale, vegetale e animale stimolo miti e congetture, avvalorando le origini stesse del mito e l’alone di magia benefica. Portatore di significati legati al benessere, alla buona sorte e alla vita, amuleto contro gli influssi maligni, rimedio medicamentoso di molti mali, il corallo divenne oggetto di commerci gia in tempi remoti. La diffusione del corallo segui le rotte dei traffici marittimi e delle carovaniere sulle strade euroasiatiche, lasciando tracce di se in tutti i paesi attraversati dalle vie commerciali. Genti d’Arabia, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan, Tibet, Mongolia, India rimasero ugualmente sedotte dal fascino che il corallo sprigionava: dal suo colore sanguigno, dalla sua enigmatica forma, dalla sua indecifrabile origine, dalla sua duratura resistenza. Se per le popolazioni euroasiatiche il corallo ha esercitato una suggestione antica, per i nativi nord americani la seduzione nasce in tempi recenti. Infatti, l’introduzione del Corallium Rubrum, il corallo mediterraneo, nel Nuovo Mondo si deve attribuire agli spagnoli, come del resto molti altri prodotti sconosciuti alle popolazioni autoctone come gli ovini, i cavalli, la lavorazione dei metalli. Con questo non vogliamo dire che le popolazioni autoctone non indossassero monili o che non utilizzassero per la loro produzione materiali di origine marina, come altre qualità di madrepore o coralli. Ma andiamo per ordine: la storia comincia. Qualche edizione precedente presente in Torreomnia: www.torreomnia.it/Pittori_scultori/banca_yemen/copertina.htm www.torreomnia.it/Pittori_scultori/banca_yemen/copertina.htm |
ID: 5390 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
lunedì 25 dicembre 2006 Ore: 20:55
Presentazione Dieci anni fa il nostro Istituto decise di realizzare un grande progetto nato da una mia idea: ricostruire un’ideale «geografia del corallo», riscoprendo i rapporti storici sia commerciali che umani, i collegamenti e le similitudini culturali tra la nostra tradizione mediterranea e quella di paesi e civiltà che hanno utilizzato il corallo negli ornamenti, nell’arte e negli oggetti legati al rito. Un cammino significativo e articolato che ci ha portato dalla Mongolia all’India, all’Uzbekistan, allo Yemen, al Marocco e ci ha visto spettatori di storie intrecciate, di scambi e di consuetudini legate al corallo, da sempre e ovunque sospeso tra mito e magia. Abbiamo pensato che questo itinerario, come ultima tappa, dovesse infine seguire il percorso cronologico che la storia ha disegnato, varcare l’Oceano ed arrivare nei territori dei nativi americani di Nuovo Messico e Arizona. La rotta corallina infatti, dopo i percorsi asiatici, punto verso il nuovo Occidente. Furono proprio i conquistadores spagnoli a portare nel XVII secolo, insieme a manufatti più o meno preziosi collegati al culto cattolico, anche i primi grani di corallo in forma di rosari. Le popolazioni Pueblo, Zuni, Hopi e Navajo incontrarono cosi il rosso corallo mediterraneo, che ricordava loro altri materiali usati da sempre nell’ornamentazione, come alcune conchiglie di colore cremisi e alcune pietre dure sanguigne. Nei tre secoli di convivenza con la cultura ispanica e mediterranea, i nativi apprezzarono sempre più il Corallium Rubrum che aggiunsero agli ornamenti in turchese, conchiglia e argento della loro tradizione, tanto che nella seconda meta dell’800 il mercato americano richiedeva all’Italia una gran quantità di prodotti in corallo. Ebbe inizio allora un intenso scambio tra alcuni produttori italiani e i trading posts del lontano West americano. II periodo genovese della lavorazione del corallo, tra il Seicento e l’Ottocento, vide migliaia di persone impegnate in questa attività; varrebbe la pena di fare una ricerca su questo tema, perché non se ne perda la memoria. Tra i più importanti italiani a commerciare con gli statunitensi fu il genovese Raffaele Costa, di cui rimane interessantissima corrispondenza, conservata oggi nell’archivio storico della ditta Liverino, che la acquisì insieme ai beni che gli eredi della fabbrica genovese misero in vendita negli anni ’60. Questa fortuita acquisizione può essere considerata come un passaggio di testimone dalla tradizione genovese della lavorazione e commercializzazione del corallo alla intraprendenza degli imprenditori di Torre del Greco. Negli anni ’70 molte ditte torresi realizzarono importanti affari con Navajo e Zuni, incrementando la valorizzazione e l’utilizzo del corallo nel sud-ovest degli Stati Uniti e favorendo la reciproca conoscenza delle tradizioni culturali. Anche per questa sesta edizione come per le precedenti, esprimo la mia sincera riconoscenza a tutti coloro che ne hanno reso possibile la realizzazione, insieme all’auspicio che l’impegno del Nostro Istituto per la valorizzazione della cultura locale legata al corallo sia stimolo ad una maggiore e più adeguata attenzione da parte delle Pubbliche Amministrazioni per la difesa e la crescita di questo autentico tesoro della cultura mediterranea e potenziale grande fattore di sviluppo per il nostro territorio. Antonino De Simone Presidente della Banca di Credito Popolare Qualche edizione precedente presente in Torreomnia www.torreomnia.it/Pittori_scultori/banca_yemen/copertina.htm www.torreomnia.com/corallarte/banca_corallo2004/set_fra_banca2004.htm |
ID: 5389 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
lunedì 25 dicembre 2006 Ore: 20:51
In costruzione la sezione permanente con inedite immagini del sesto itinerario: Il corallo dei nativi d'America. Con il patrocinio di Regione Campania Provincia di Napoli Comune di Torre del Greco Camera di Commercio di Napoli Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli Consolato Generale d’Italia a Los Angeles In collaborazione con Museum of Indian Arts & Culture, Santa Fe – New Mexico Con il contributo di ARCA CONFITARMA FRATELLI D’AMATO GIGLIO Hotels KEICLIENT ORIGINAL MARINES POMPEI Thech World EURONIX VILLA VITTORIA Con la collaborazione di: Suneta L. Halliburton, Console Generale degli Stati Uniti a Napoli Diego Brasioli Console Generale d’Italia a Los Angeles Shelby J. Tisdale, Director of the Museum of Indian Arts & Culture Anita K. McNeece, Curator of Collections- Museum of Indian Arts & Culture E l'intervento di: Viviana Padovano, Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli Elisa Furlan-Young, Agente Consolare d’Italia in New Mexico David McNeece, Rights & Reproductions Manager-Museum of Indian Arts & Culture La Bazzarra Associazione culturale e i collezionisti Antonino De Simone, Torre del Greco Cavalier Basilio Liverino, Torre del Greco Paula Dransfield, Santa Fe, New Mexico Jeffrey Lewis, Santa Fe, New Mexico Verma Nequatewa, Hopi, New Mexico Mostra A cura di Cristina Del Mare Organizzazione Banca di Credito Popolare Relazioni Esterne ed Attività Istituzionali Allestimento Alfonso Scuotto Group Comunicazione e pubblicita Zelig s.r.l. Ufficio stampa Aries - Comunicazione e stampa Assicurazione Cattolica – Società Cattolica di Assicurazioni Sommario 7 - Presentazione Antonino De Simone Presidente della Banca di Credito Popolare 8 - Introduzione 9 - I monili dei nativi americani prima dell’arrivo degli spagnoli 14 - L’influsso spagnolo 17 - L’inizio della tradizione indiana 23 - Gli scambi con l’Italia 27 - La gioielleria contemporanea 29 - Gioielli: ornamenti o simboli 32 - Conclusione |
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