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Argomento presente: « NON POESIE »
ID: 5253  Discussione: NON POESIE

Autore: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Scritto o aggiornato: domenica 10 dicembre 2006 Ore: 11:29


TRENINO NELLA FORESTA NERA.


Dal caldo della casa addormentata
esco di colpo al gelo mattutino.
Su tutto quel candore abbacinante
risplende alto sullo stelo il fiore
d’un lampione dalla luce gialla.
Sono le sette e ancora non c’è sole.

I passi lungo l’argine solingo
tonfano nell’opaco del mattino.
Lo svelto ponticello giapponese
congiunge le due sponde digradanti;
gonfio, il Kinzig preme sulle rive.

Il buon caffè della Bahnhofsgastätte.

S’inerpica il trenino con fatica,
traversa la foresta lentamente:
adesso, se ben scruto tra gli abeti,
sarebbe strano non scorgessi un cervo.

Ora c’è luce vivida che fuga
ogn’ombra sotto gli alberi scarniti.
I passeri svolazzano tra i rami
spogli dei rovi, che bucano la neve.
Le péste del capriolo lungo un rivo,
l’erpice abbandonato in mezzo ai campi...

...eccolo, il cervo rosso: per l’abetaia
erta balzando, volge al convoglio,
vista fugace, le possenti terga!

S’infila il treno in una galleria;
fischia, rallenta, risbuca nella luce;
ansima e giunge in tempo alla sua meta.

Hausach, gennaio 1973.

Kinzig - Affluente del Reno
Bahnhofsgastätte – Posto di ristoro nelle stazioni ferroviarie.
Il tratto della ferrovia, che attraversa la Foresta Nera (Schwarzwald) da Offenburg a Rottweil, fu costruito alla fine del secolo scorso in maggior parte da maestranze nostrane, ondata migratoria precedente il secondo afflusso di lavoratori italiani (Gastarbeiter = lavoratore ospite), dell’ultimo dopoguerra.
Di questa prima migrazione restano ancora tracce nei cognomi e nei registri comunali ed ecclesiastici della zona. Si ricorda, soprattutto, un Belli, che fu Borgomastro (Sindaco) di Steinach.

 
 

ID: 5266  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: domenica 10 dicembre 2006 Ore: 11:29

Per Virna Mari - ID: 5255.

Ciao, buon giorno.
Ho seguito il tuo consiglio ed ho dato un'occhiata al diario illustrato del concittadino pittore, deportato ad Auschwitz. Erano le due di notte - soffro d'insonnia - ed ho compreso subito che non bastava una fuggevole occhiata e che bisognava ritornare alla nuda cronaca di quei giorni, alle essenziali illustrazioni, per più profonda coscienza.
Apri, cara Virna, con la tua proposta di discussione, uno dei più spietati avvenimenti, occorsi nello svolgimento della seconda guerra mondiale, preceduto da tutta una politica razzista, esaltata a prima voce dai media nazionalsocialisti dell'epoca, cosa inaudita. I risultati non si sono fatti attendere, purtroppo.
Il popolo tedesco? Era in corso un guerra senza quartiere: gli uomini dislocati lungo i vari fronti, soggetti a dura disciplina e sacrifici, esposti ad ogni pericolo, alla morte. La popolazione residente, quando e se ancora residente, decimata dai bombardamenti e da tutte le funeste conseguenze di un conflitto senza esclusione di colpi, ha collaborato, ha resistito, ha odiato, ha subito, quando ha potuto ha aiutato, passando per tutta la gamma delle possibili condotte nei riguardi delle vittime e dei carnefici.
Oggi su queste orride testimonanze dell'umana crudeltà, fomentate da una base ideologica, che ha coartato ogni coscienza, l'argomento "Olocausto" spazia dalla sua negazione alla sua esaltazione.
In me è accaduto qualcosa, al termine della visita al Lager di Dachau, nel quale ero entrato con la convinzione della colpevolezza della massima parte del popolo tedesco o, almeno, della sua passiva complicità, del frutto della paura: un'incazzatura solenne con me stesso per ciò che pensai, uscendo dai cancelli: non consideravo assolutamente possibile che l'uomo fosse giunto a tale grado di lucida ferocia, nonostante gli strazi constatati, visti, intravisti, immaginati, fotografati.
Parliamone pure, ma con carità, se possibile.
Affettuosamente da Nonnovito e buona domenica.


P.S. - Per quanto concerne la "messa in moto" natalizia della chat di Torreomnia, attendo informazioni ed istruzioni: non vorrei mancare all'appuntamento per nessuna ragione al mondo.



ID: 5255  Intervento da: Mari virna  - Email: info@totteomnia.it  - Data: sabato 9 dicembre 2006 Ore: 21:01

Caro nonno in Torre,

un pittore torrese, come tanti, ebbe la sfortuna di essere deportato ad Auschwitz. Ha scritto un diario commovente e drammatico, pubblicato integralmente in Torreomnia. Si racconta delle stragi di massa, dei forni crematorio.
Il libro è illustrato con centinaia di dipinti dello stesso autore.
Come è possibile che un popolo così allegro e festaiolo abbia assecondato tanta crudeltà?
Spesso un branco di uomini psicopatici buttano fango su una intera nazione di persone pacifiche. Questo accade pure in Campania e nel Sud Italia ai giorni nostri, con diversi risvolti?

Dacci un occhiata. Diamoci un occhiata, magari chinando il capo, dopo se è il caso ci scambieremo un commento.

Leggi il diario illustratissimo:

www.torreomnia.com/pittori_scultori/eco_lager/set_fra_eco.htm

Virna Mari

Babbo Natale Angelo dove sei?
Babbo Natale Vito, la sera di Natale "metteremo in moto" la chat di Torreomnia.
Dott. Penza, fatti avanti,
Francesca Mari,
Ciccio Raimondo,
Ciro Adrian Ciavolino,
La redazione tutta
e tanti altri cari amici e collaboratori di Torreomnia
che vorremmo nominare, per un unico abbraccio,
ma non ci viene consentito.

Virna Mari



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