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Argomento presente: « Ospitando...Godot! »
ID: 5102  Discussione: Ospitando...Godot!

Autore: Francesca Mari  - Email: stelle_di_stelle@hotmail.com  - Scritto o aggiornato: lunedì 11 dicembre 2006 Ore: 23:48

di Francesca Mari

Giorni fa, ad una trasmissione televisiva (condotta da [zzzzzzzzzzzzz!]VVVVVVVVESSSSSSPAAAAAA) ho appreso un’espressione ironica che non conoscevo, e che, a dire il vero, è entrata tranquillamente nel mio bagaglio lessicale e concettuale, distendendomi pure un po’ e inducendomi a farne un uso, come dire, ‘terapeutico’:
Questa è l’espressione:
“Dio c’è, ma non sei tu… rilassati”.
Beh! In questa sede, e volendone modernizzare la formula, mi permetto di dire, a me e a chi come me:
“Godot c’è, ma non sei tu… rilassati”, forse perché nell’immaginario collettivo, allergico, oserei dire, per cognizione di causa o partito preso, all’esistenza del Divino ( per molti materializzato, in questi giorni, nella ‘fatidica’ Play Station 3, che in America ha tenuto svegli, al momento del suo lancio sul mercato, migliaia di ragazzini fuori ai famosi “Toys Stories”), ci sta meglio forse un personaggio meno impegnativo, Godot, appunto, che il geniale Samuel Beckett ha creato nell’ottobre del 1948 per dare un’identificazione, senza volto, all’uomo moderno. Filoni di critica si sono arrovellati per cercare di trovare un significato a questa immagine guida del capolavoro beckettiano: c’è chi vi ha letto Dio (God, tra l’altro ne è il corrispondente lessicale inglese), chi la morte, chi il destino etc. Ma nemmeno l’autore sapeva davvero chi fosse questo Godot, la sua frase più nota, in questo senso, è "se avessi saputo chi è Godot l'avrei scritto nel copione". Ma, nonostante tutti gli aneddoti che girano attorno a questo Godot, che al tempo divenne un vero caso internazionale, io credo che la genialità del suo “creatore”risieda nell’aver trovato, da una parte la perfetta figurazione (o anti-figurazione, nel caso specifico) per l’uomo moderno, reduce dalla guerra e senza identità politica, sociale, etc. L’uomo anonimo, insomma! Senza più tanto da dire, da offrire, o fare (come quei tanti “godottini” che, in questo senso si sono specializzati, per arrivare oggi, nel nuovo millennio, soprattutto qui in Italia, a popolare un mondo fatto di immagini ( e tutto l’elenco che consegue, per associazioni di idee, da questa parola). Poi, di converso, c’è il Godot vero, quello nascosto, (oggi, dire, quasi assente) che, senza tacciarci di blasfemia, è un po’ il nuovo Dio, muove i fili di questo teatrino, tecnologgizzato e con tanto di suoni e luci telematiche, ma rimane nell’ombra. Forse perché non può rivelarsi, forse perché, questo tipo di Godot è in ogni uomo, più vicino di quanto ci si immagini, ma la strada per trovarlo dentro di sé è sempre più lunga e impervia.
Questa introduzione lunghissima, con tanto di ‘strampalata’ chiave di lettura del dramma di Beckett, (forse non fa male, ogni tanto, in una sede culturale azzardare qualche pseudo-critica) primo per esprimere una riflessione, che non sia d’insegnamento per nessuno al di fuori di me stessa (non proprio “godottina” ma ancora lontana dall’essere “Godot”, il che non sarebbe male per evitare, partendo da me e poi da chi, come me, che tanta piattezza caratterizzi questo nostro tempo) e poi per introdurre la lodevole iniziativa, in atto a Villa Macrina, della mostra dedicata al centenario della nascita del genio di cui parlavamo: Samuel Beckett, (1906-2006).
Grazie alla stragrande passione accostata alla professionalità di Antonio Borriello, studioso decennale del drammaturgo, è stato possibile realizzare a Villa Macrina, una mostra che da giovedì 16 novembre si protrarrà sino al 10 dicembre.
L’iniziativa rientra nel più vasto progetto internazionale di commemorazione e omaggio al grande “drammaturgo dell’assurdo”, la cui produzione ha, indiscutibilmente, una grossa eco anche ai giorni nostri e un’enorme assunto di modernità. Lodevole, dunque, l’iniziativa di omaggiare il grande Beckett proprio a Villa Macrina, la cui sorte, come quella di tutta la città, del resto, non è delle migliori. La mostra consiste in un raffinato viaggio multimediale della produzione letteraria e teatrale di Beckett dal 1953 ad oggi, che è stato realizzato grazie ad un lavoro solerte di anni, attraverso la raccolta dei materiali bibliografici più disparati: è possibile trovare oggetti di scena, come la sedia a rotelle di “Finale di partita” , piuttosto che recensioni critiche prodotte dalla penna d’oro di personaggi come Silvio D’Amico, Ennio Flaiano, Carlo Bo, Vittorio Gasmann ed altri.
Inoltre, per quattro giovedì saranno inscenate, a partire da oggi, delle perle della produzione del drammaturgo. (In fondo alla pagina il programma).
L’inaugurazione, avvenuta il 16 novembre, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Francesco D’Episcopo (docente dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II); Felice Piemontese, critico, poeta e giornalista e Susan Colon, addetto culturale dell’ambasciata d’Irlanda.

Questo il programma delle rappresentazioni:
Giovedì 23 novembre ore 18.00
Và e Vieni; Dondolo
Giovedì 30 novembre ore 18.00
Non io; Cosa Dove, Testi per nulla.
Giovedì 7 dicembre ore 18.00
L’improvviso dell ‘Ohio
Con Antonio Borriello e Raffaele Ausiello.

Per informazioni più dettagliate sugli studi di Borriello, consultare il link:
www.torreomnia.com/Attori/borriello/borriello1.html - 49k



 
 

ID: 5275  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 11 dicembre 2006 Ore: 23:48

Torre del Greco, si chiude la mostra omaggio a Beckett

Domenica 10 dicembre si conclude la mostra “1906-2006 Omaggio a Samuel Beckett, la terra potrebbe essere disabitata” ospitata a Villa Macrina, con il patrocinio del Comune di Torre del Greco e dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia. Un evento straordianrio, senza precedenti, realizzato da Antonio Borriello, studioso e devoto interprete beckettiano. Migliaia di presenze giunte da tutta Italia che hanno letto, visto, ascoltato ed ammirtato un allestimento ricco di libri, articoli, testimonianze, foto di scena, costumi, scenografie, video, tape, film e spettacoli eccezionali.


ID: 5226  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: mercoledì 6 dicembre 2006 Ore: 23:17

“1906-2006 Omaggio a Samuel Beckett, la terra potrebbe essere disabitata”

La mostra (libri, articoli, testimonianze, foto di scena, costumi, scenografie, video e tape) continua fino al 10 dicembre a Villa Macrina (Torre del Greco, via Nazionale). Giovedì 7 dicembre alle ore 18.00 è di scena L’improvviso dell’Ohio con Antonio Borriello (posti limitati, obbligatoria la prenotazione). Informazioni 0818811081 – www.comune.torredelgreco.na.it
Da lunedì a domenica ore 10.00 – 12.30 - 16.30 – 19.30 (ingresso libero)

Passione, scientificità, amore, rigore creativo, ludus: questa la magica alchimia, che sta alla base dell’approccio di Antonio Borriello al Teatro in toto, ma in particolare a quello dell’ ‘umile grande genio del Novecento’ Samuel Beckett.

Un’inguaribile - per fortuna - malattia questa, che lo studioso e interprete del maestro dell’Assurdo, ha finito per ‘contagiare’ a generazioni e generazioni di studenti nel corso della sua più che ventennale attività con i giovani e per i giovani. E proprio quest’ultimi sono tra i maggiori visitatori dell’interessante mostra “1906-2006 Omaggio a Samuel Beckett, la terra potrebbe essere disabitata”, curata da Borriello, uno dei più apprezzati e studiosi del grande drammaturgo irlandese (Nobel per la Letteratura nel 1969). Un poderoso e multiforme ricordo, in occasione del centenario della nascita di Beckett (Dublino 1906) in cui l’aspetto espositivo e spettacolare si fondono con quello specialistico e filologico: messinscene; splendide fotografie di Aliberti-Pomposo; una completa riproduzione di articoli e scritti in anastatica dal 1953 ad oggi.

Acutissimi ed introvabili pezzi storici di Salvatore Quasimodo, Nicola Chiaromonte, Ennio Flaiano, Carlo Bo, Edoardo Sanguineti, Vittorio Gassman, Alberto Arbasino, Giovanni Raboni, Corrado Augias e tantissimi altri studiosi e critici, nonché importantissimi interventi di autorevoli e celebri intellettuali (Jean Anouilh, Harold Pinter e altri) riportati nelle più prestigiose testate internazionali. Ed inoltre: video, spettacoli, incontri-dibattiti e una esaustiva sezione editoriale delle pubblicazioni di e su Beckett (italiana e straniera) e ancora scene, costumi e tantissimo altro (come ad esempio una lettera di Beckett indirizzata allo studioso torrese).

Un eccezionale percorso multimediale, patrocinato dal Comune di Torre del Greco e dall’Ambasciata d’Irlanda in Italia, che sta riscuotendo una felice partecipazione di studenti, provenienti perfino dal DAMS di Bologna, dalla Sapienza di Roma, dall’Orientale di Napoli e dall’Università di Fisciano, per leggere, vedere, ascoltare ed ammirare l’ultimo frutto dell’intenso e fedele lavoro di Borriello al servizio del geniale dubliner e della Cultura. E se “la Terra potrebbe essere disabitata”, è con attività e personalità come quelle di Antonio Borriello che va rifecondata e rivitalizzata la desolata e barbarica landa di Napoli e Provincia. Felice centenario grande Sam.


ID: 5151  Intervento da: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Data: martedì 28 novembre 2006 Ore: 00:50

ESCLUSIVO

A cura di Francesca Mari

Le foto della mostra a Villa Macrina:

www.torreomnia.it/Attori/borriello/mostra1.html

La sezione dove sono comprese queste due pagine:

www.torreomnia.it/Attori/borriello/set_fra_borriello.htm

Il nostro concittadino prof. Antonio Borriello,

è tra i massimi esperti del grande drammaturgo irlandese Samuel Beckett, Premio Nobel per la Letteratura nel 1969. Relatore e performer presso il Glendale Community College in California e al Trinity College di Dublin, ha tenuto numerosi interventi sul Teatro Contemporaneo in diverse Scuole e Università italiane e straniere: si rammenta fra l’altro che al “Beckett in Berlin 2000”, simposio mondiale organizzato dall’Università di Baltimora e dalla Humboldt di Berlino, oltre che dalla “Beckett Society”, della quale fa parte, ha presentato l’inedito e singolare saggio Numerical references in ‘Krapp’s Last Tape’.

Lo studio, che considera il rapporto numero-parola in una delle più suggestive pièces beckettiane, dimostrando passo dopo passo, battuta per battuta, la predilezione di Beckett per il numero tre e i suoi multipli, è diventato parte fondamentale della miscellanea di saggi Samuel Beckett: Endlessnes in the Year 2000. Samuel Beckett: Fin sans fin en l’an 2000, a cura di Angela Moorjani e Carola Veit, Amsterdam - New York, 2002.

Punto di riferimento sugli studi beckettiani a livello internazionale per essere mirabilmente riuscito ad unire competenza e conoscenza di Beckett dal punto di vista sia scenico che drammaturgico, lo studioso, oltre che fine operatore culturale, è attore, regista, scenografo, con un background che spazia da Euripide a Eschilo, da Pirandello a Ionesco, da Beckett ad Arrabal.

Numerosissimi i suoi rapporti con studenti ed appassionati di Beckett, finalizzati alla realizzazione di studi, messinscene e tesi di laurea.

In proposito, fondamentale strumento di ricerca risulta l’apprezzatissimo Samuel Beckett, ‘Krapp’s Last Tape’: dalla pagina alla messinscena, Napoli, E.S.I., lavoro imponente con un apparato biografico di oltre 2000 voci (di prima mano) e con significativi stralci di interviste a Fo, Kelly, De Berardinis, Mauri, Scaccia ed altri, risultato di uno studio eccezionalmente incoraggiato dallo stesso Beckett con un’affettuosa lettera indirizzata all’autore.

Ha interpretato e diretto diverse opere beckettiane, nonché curato “Beckett per Sarayevo” e “La Scena e le Immagini”. Dal 1981 al 2001 è stato Presidente, regista ed attore del “Gruppo Sperimentazione teatrale ABC”.
Ha interpretato e diretto diverse opere beckettiane, nonché curato “Beckett per Sarayevo” e “La Scena e le Immagini”. Dal 1981 al 2001 è stato Presidente, regista ed attore del “Gruppo Sperimentazione teatrale ABC”.

Francesca Mari


ID: 5110  Intervento da: Francesca Mari  - Email: stelle_di_stelle@hotmail.com  - Data: venerdì 24 novembre 2006 Ore: 23:51

Dovendo intervistare il prof. Borriello per la rassegna in corso, mi sono documentata su di lui attraverso le informazioni e gli approfondimenti contenuti in questo prezioso sito e, devo dire, sono rimasta esterefatta di fronte alla pregnanza culturale di questo mio concittadino dei cui meriti avevo solo sentito parlare, così, superficialmente. Il senso della vita, per restare in tema con l'eccellente trasmissione di Bonolis (perchè, poi, qualcosa di buono che ogni tanto sforna la televisione viene sbattuto in seconda serata? la risposta c'è ma meglio non toccare questi tasti), è forse coltivare una passione talmente forte e spenderci fatica ed energie, sino a capire che questo percorso, in fondo, ti da soddisfazioni profonde perchè è attraverso questa ricerca che poi, alla fine dei conti, trovi te stesso e il cerchio si chiude. Così come Borriello! Sono davvero onorata di poterlo intervistare, di più che se avessi dovuto intervistare un divo internazionale, più noto alla massa. Certo, l'operato di Borriello, da quello che ho letto adesso, ha risonanza internazionale (e un po' mi vergogno di averlo conosciuto solo ora) ma spesso, come sempre accade per la cultura, le fatiche degli intellettuali sono meno note e retribuite di quelle di altri tipi di atristi (se poi artisti li vogliamo chiamare). Quindi Grazie Prof. Borriello per la sua definizione di "Godot" che solo un fine conoscitore del suo creatore poteva dare e Complimenti alla laureata Emanuela per l'intraprendenza dimostrata nella stesura della tesi e il meritato, almeno credo (non posso dirlo con certezza perchè non ho letto il testo) ma, Vivaddio, il meritato 110 e Lode.
E Grazie (per la millesima volta) Zio perchè sei sempre il veicolo principale, per i "ricettori predisposti", a trasmettere e sostenere la Cultura... quella di qualità.
Francy


ID: 5103  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: giovedì 23 novembre 2006 Ore: 17:38

Il link esatto di Borriello è questo:

www.torreomnia.com/Attori/borriello/index.html


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