ID: 4831  Discussione: NEWS TORRE 26 06 2006

Autore: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 27 ottobre 2006 Ore: 10:13

Chiamano in banca ma risponde il truffatore
I clienti chiedevano garanzie sugli assegni, in realtà parlavano con due abruzzesi finiti in manette.

Acquisti che la società fingeva di compiere pagando con assegni circolari della banca di credito popolare di Torre del Greco, dei quali forniva via fax la copia.

di AUGUSTO PARBONI ERANO quasi riusciti a sistemarsi per tutta la vita. Non con una vincita al Superenalotto, ma usando le proprie «capacità» truffaldine: stavano infatti per mettersi in tasca materiale edile per un valore di mezzo milione di euro. E alla base del loro piano «geniale» c’erano, come spesso accade, migliaia di assegni in bianco rubati nel 2002. Il colpo, perfetto per la sceneggiatura di un film di Totò, non è stato messo a segno solo grazie al sospetto di un imprenditore di fronte alla semplicità degli ordini da parte dei due trruffatori, finiti in cella e rimessi in libertà dal gip di Reggio Emilia. Ecco però cosa Massimo L., di Pescara, e Sandro C., di Chieti, avevano escogitato per raccogliere senza sforzi 500mila euro. Grazie alle loro capacità informatiche erano riusciti a entrare nella linea telefonica del centralino di un istituto di credito campano. Uno stratagemma che gli permetteva di deviare le telefonate degli imprenditori che chiedevano l’effettiva copertura degli assegni consegnati agli imprenditori sui rispettivi cellulari. «Nessun problema per gli assegni, sono nostri clienti da tempo», avrebbero detto i due indagati a chi cercava garanzie sul titolo di credito, assicurandone così la regolarità. I due abruzzesi si spacciavano come titolari di una ditta, con sede a Roma, che comprava materiale edile, piattaforme aeree e ponteggi, da aziende di Reggio Emilia, Udine, Brescia, Bologna, Milano e Venezia.
Acquisti che la società fingeva di compiere pagando con assegni circolari della banca di credito popolare di Torre del Greco, dei quali forniva via fax la copia..
La truffa stava andando a buon fine, ma l’intervento di un imprenditore creditore di oltre trentamila euro ha messo fine al raggiro dei due truffatori: i carabinieri dell’Aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia si sono infatti presentati all’appuntamento per la consegna dell’assegno. I militari sono infatti riusciti a scoprire la truffa grazie a un errore dei due abruzzesi: avevano falsificato la stampagliatura dell’assegno nel frontespizio, ma non quella rovesciata del retro. Le consegne del materiale dovevano avvenire tutte lo stesso giorno, cioè quando la banda aveva deviato la linea telefonica della banca in modo tale che all’arrivo della telefonata di verifica degli impreditori, non era la banca a rispondere, ma gli stessi truffatori. Parte della merce comprata stava per arrivare a destinazione, ma la consegna è stata prontamente bloccata dai carabinieri, che hanno accusato i due truffatori di concorso in truffa, falsità materiale in titoli di credito continuata, ricettazione e sostituzione di persona.


Fonte: www.iltempo.it