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Argomento presente: « Sua Eminenza, faccia la carità »
ID: 4719  Discussione: Sua Eminenza, faccia la carità

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: martedì 17 ottobre 2006 Ore: 18:41

A Sua Eminenza il Cardinale
Crescenzo Sepe
Piazza Donnaregina-NAPOLI

Nella chiesetta di Santa Maria La Nova a Napoli piove. Letteralmente.
Ed è stato ordinato lo sgombero. Vi era allestito un ambulatorio medico,
che distribuiva indumenti e farmaci e cibo ai poveri napoletani, agli
extracomunitari e a chi vive e dorme sulle panchine.
Volontari medici, infermieri e buone persone gareggiavano per aiutare i sofferenti.
Abbiamo chiesto alla Curia un’altra chiesetta, chiusa al culto, che gravita
su piazza Dante. Ma non abbiamo avuto risposta. A Napoli tutto muore, il cattivo alligna.
Aspettiamo dal Paradiso un angelo che ci risponda e ci dia una mano!


Dott. Francesco Penza
Via Carlo de Marco, 21 B-Napoli

 
 

ID: 4722  Intervento da: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Data: martedì 17 ottobre 2006 Ore: 18:41

Il buco nero degli italiani

Dicesi priorità: “il venire prima rispetto ad altro, il diritto di precedere per urgenza, importanza, valori e simili”, Dizionario Garzanti 2006.
L’Italia è stata fondata sulle priorità. Sono le sue stesse fondamenta. Senza le priorità del Mezzogiorno, del Lavoro, dei Giovani, della Mafia e, ultimamente, dei Clandestini e degli Scarcerati, questo Paese non durerebbe due giorni. Del resto un Paese senza fondamenta non può durare.
Perciò ci sono in Italia delle priorità che aspettano prioritariamente da un secolo. Sono priorità ultimarie. Su tutte brilla la SRC, Salerno-Reggio Calabria.
Da tempo nell’Italia dell’Alta Velocità e del Grande Ingorgo, quando c’è da riparare un’ autostrada o migliorare una tangenziale ingorgata, viene fuori la priorità della Salerno-Reggio Calabria.
Lo diceva già Andreotti quando era vice-faraone. Lo hanno ripetuto ministri democristiani, socialisti, ulivisti e perfino Emmenthal Lunardi. Anche lui ammise ”La Salerno-Reggio Calabria è una priorità, specialmente se qualcuno ha fretta di andare a Milano”. Poi Emmenthal ha fatto costruire decine di tunnel agli amici, mentre la Salerno-Reggio Calabria è rimasta un nastro bombardato, pieno di cantieri fantasma e lavori abbandonati, e soprattutto con decine di chilometri a una sola corsia, tanto che per i suoi ingorghi è stata ribattezzata SRC, Strada Rottura di Coglioni.
La SRC è lunga 443 chilometri, ma la media di percorrenza è di otto ore. Doveva essere pronta nel 2008, ma col ritmo fin ora tenuto, si è calcolato che potrebbe essere inaugurata nel 2036 dal nuovo ministro dei trasporti Lapuccio Elkann junior.
Ora la SRC è stata indicata come priorità rispetto al Ponte di Messina, ovvero il delirio megalomane nato nel parrucchino di Berlusconi, il giorno che Dell’Utri gli ha regalato un Golden Gate fatto col Lego. Il ponte sullo stretto sarebbe costosissimo, e il più grande ingegnere giapponese ha detto:”sì, potrebbe reggere, se togliete da sotto il mare”.
Quindi ci va bene la priorità della Salerno–Reggio Calabria. Ma stavolta, teniamo gli occhi aperti..
Controlleremo se tra un anno ci saranno ancora cantieri fermi, se metà autostrada sarà a una corsia e mezzo, se ci saranno nuovi appalti fantasma, ruspe abbandonate, montarozzi di ghiaia alti dieci metri e piazzole di emergenza per sole biciclette.
Se insomma la Salerno–Reggio Calabria, tra tratti chiusi, rifatti o in rifacimento sembrerà ancora un cocktail tra Stalingrado e Simona Ventura, allora la parola priorità sarà stata usata per fregarci.
Controlleremo che la SRC, Strada Rottura Coglioni, diventi SRC, Strada Regolarmente Completata con la sicurezza che vincerà ancora lo scassamento di coglioni. Ma l’Italia almeno sarà salva.
di Beppe Grillo e Stefano Benni (il lupo).

Fonte: www.beppegrillo.it


ID: 4721  Intervento da: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Data: martedì 17 ottobre 2006 Ore: 18:38

Bertolaso ridimensiona l´ipotesi di portare la spazzatura fuori della regione. Smog sotto controllo, nessun blocco del traffico


Rifiuti, 62 mila tonnellate per strada. Mille tonnellate solo a Torre del Greco.

Roberto Fuccillo

Montagne di sacchetti in periferia e un centinaio di roghi Sorpresa sgradita, proprio di domenica. Ieri a Napoli c´è stato un ritorno di fiamma dei rifiuti, con spazzatura traboccante un po´ ovunque, anche in centro città. L´allarme è ricominciato dalle zone periferiche sempre più esposte, ad esempio Pianura, dove si sono riviste montagne di sacchetti arrampicate fino ai primi piani dei palazzi. Poi però l´allarme si è allargato anche al Vomero, a Chiaia, a Posillipo. Il tutto costellato dal consueto rosario di roghi (un centinaio gli interventi dei vigili del fuoco fra Scampia e Secondigliano, Portici, Melito, San Giorgio a Cremano, Torre del Greco). Spiegazione dell´Asìa, per bocca dell´amministratore delegato Lino Bonsignore: «Fino a venerdì notte avevamo fatto un recupero record, circa 6000 tonnellate di spazzatura in tre giorni. Ma a questo punto si è esaurita la vasca di Ponticelli, che ha una capienza di 4000, e il sistema combinato fra Cdr e discarica di Villaricca non è ancora a pieno regime». Risultato: benché siano stati individuati dal commissariato per l´emergenza altri siti provvisori di stoccaggio (nei quali sabato notte la struttura di Guido Bertolaso ha autorizzato il conferimento di 295 tonnellate) la raccolta è tornata in affanno.
La coperta è ancora un po´ corta, appena si tira da una parte (il commissariato è partito in quarta sull´area vesuviana e su Avellino, dove la situazione è davvero drammatica) ce n´è un´altra che resta scoperta. La mole di lavoro da svolgere è impressionante. Nei siti provvisori sono finite sabato notte oltre 2200 tonnellate, circa in terzo del prodotto giornaliero regionale, ma si valuta in circa 62 mila tonnellate la spazzatura ancora ammassata in quei siti o per strada.
L´idea di portarle in altre regioni o all´estero è stata ieri ridimensionata dallo stesso Bertolaso, che ha stoppato le indiscrezioni sui quantitativi da spedire fuori Campania: «Libere interpretazioni di chi le riferisce, che in nessun modo rappresentano le ipotesi ancora allo studio che la struttura dell´Ufficio del commissario di governo sta definendo con i diversi uffici tecnici regionali». Lavori ancora in corso dunque. E d´altra parte quei quantitativi non sono eclatanti. «Ancor più prive di qualsiasi fondamento - aggiunge Bertolaso - sono le indicazioni dei possibili siti dove conferire nei diversi ambiti regionali quella minima parte di rifiuti solidi urbani che il commissario ha fatto conoscere con nota

Fonte espresso.repubblica.it


ID: 4720  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: martedì 17 ottobre 2006 Ore: 18:35

NAPOLI E I CLAN GIOVANI
NOI SENZA STATO PROPONIAMOUN NUOVO RISORGIMENTO!

Franco Penza

Turisti feriti, rolex scippati, traffico paralizzante. La città invoca il coprifuoco e l’esercito. Le vecchie famiglie camorristiche lasciano nelle mani dei giovani l’insanguinamento della città.
Gli sbandati hanno vent’anni e i più piccoli quattordici. Napoli sta scoppiando. Mangiano babà e pastarelle per festeggiare omicidi, sparano all’impazzata, sniffano nuova droga, che chiamano “la bottiglina”. Coca, ammoniaca, e acqua.
Padroni della città, da quando non ci sono più padroni.
Sfrecciano sulle motociclette, si esibiscono per spaventare e segnare i confini. Ormai frontiere aperte i quartieri delle piccole e grandi camorre napoletane, si spaccia, si rapina e si ammazza senza un ordine e senza boss.
Napoli è terra di tutti e di nessuno. Un gorgo che risucchia. Inseguono il ragazzino per ucciderlo. Invece feriscono il turista canadese, una sparatoria da folli, ma una fuga tranquilla. Spariti in un ascensore.
Sta per esplodere la guerra. I servizi segreti ne sono a conoscenza. Non sono veri clan, ma brandelli di una sottospecie di camorra, che si incontrano e si scontrano in una città, che vive di assalto e di saccheggio.
Usciti più di 1300 detenuti per indulto, da Poggioreale, da Pozzuoli e da Secondigliano, molti saranno attori dell’azione bellica.
Le troppe scarcerazioni hanno rafforzato il senso d’immunità. Le statistiche al momento non confermano un collegamento diretto tra indulto e camorre napoletane, ma i numeri non hanno anima e paura.
Una strada segna il confine tra due clan sui Quartieri Spagnoli. Una strada in mezzo alla Napoli colta e perbene, che sognava il suo Rinascimento, invece è prigioniera della delinquenza.
La criminalità napoletana, libera, scorrazza, seminando terrore. Nelle sue mani Napoli. 13 mila poliziotti e carabinieri e finanzieri a presidiarla. Sono più dei caschi blu a Beirut. 2222 vigili urbani, sei volte i poliziotti di Manhattan addetti al traffico. Ed invece Napoli appartiene ai ragazzini killer!
Negli alberghi di Napoli stanno distribuendo gli orologi antiscippo di plastica per tutta la vacanza. La Regione e il Comune ne hanno ordinati 10 mila, uno costa sei euro. Soldi buttati nell’immondizia, che non si sa dove mettere! Gli inceneritori non si devono installare, perché dobbiamo inviare in Germania il materiale, a costi elevatissimi.
Si chiede il coprifuoco, l’esercito. Altri poliziotti. Giorni fa un funerale per la sicurezza. Il cadavere dell’illegalità. E il traffico quarantennale? E i nostri onorevoli drogati, ignoranti, indagati dove li mettiamo? Indennità parlamentari da capogiro. E’ tempo di un nuovo risorgimento campano? Siamo senza Stato, purtroppo.

Filosofo Dottore
Francesco Penza
Direttore del Griornale "L'Infinito"


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