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Argomento presente: « Estratto Giornale "L'Infinito" »
ID: 4709  Discussione: Estratto Giornale "L'Infinito"

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 16 ottobre 2006 Ore: 10:58

CENNI SUL PRESEPE
Alessandro Aldi

Le fonti d’ispirazione del presepe sono Luca e Matteo, gli evangelisti canonici, e i Libri Apocrifi. Le origini risalgono alle rappresentazioni sacre natalizie dalle quali S. Francesco avrebbe tratto l’idea del presepe, realizzato a Greccio, in un bosco, per la prima volta nel Natale del 1223.
Il presepe raggiunge il suo apice alla fine del secolo XVII per opera del re Carlo III di Borbone; infatti, al contrario di come si può pensare, il presepe è nato nelle classi aristocratiche e poi in quelle popolari. Quindi, si può dire che il presepe è nato a Napoli con la sua gente e i suoi luoghi.
Il presepe è una raffigurazione scenica di luoghi e figure, arte ed episodi religiosi,.in cui ogni elemento ha una precisa collocazione o significato. Niente è lasciato al caso. Il secolo d’oro è il Settecento, regnante Carlo III, con Giuseppe Sammartino e Saverio Vassallo, scultori napoletani.

La simbologia. La Natività.
Viene posizionata al centro del luogo più basso, generalmente in una grotta, perché simbolo di maternità o come confine con luce e tenebra. Col passare degli anni, per fantasia o arte, viene collocata in una stalla o capanna o tempio.
Il fiume
E’ segno del tempo che scorre. Linea di confine. Ricorda il fiume Giordano, ove fu battezzato Gesù.
Il pozzo
Rappresenta il collegamento tra la superficie e le acque sotterranee.
La fontana
Nel vangelo si legge che l’angelo visita Maria, mentre attinge l’acqua alla fontana.
L’osteria
Si riferisce all’episodio di Maria e Giuseppe che in viaggio non trovano alloggio. L’osteria è anche presagio di tradimento di Giuda durante l’ultima cena. O anche il significato rituale del mangiare, o riferimento alle nozze di Cana. L’osteria, quindi, sul presepe non è la bettola del mangione, com’è opinione comune.
Il forno
Richiama il pane della vita, ma anche ammonimento: non si vive di solo pane.
Il mulino
Richiama la macina. Che trasforma il grano in farina, il cui colore bianco è anche candore, purezza, verginità.
Il ponte
Pellegrinaggio verso il mondo dei morti. Il passaggio dal mondo al paradiso. I peccatori incapaci di attraversare il ponte vengono precipitati nell’inferno.
La donna con il bambino
E’ emblema di maternità fortemente sentita a Napoli, dove i figli anche nei momenti più disastrosi danno gioia viva.
La zingara
Generalmente giovane dalla pelle colore bronzo, è una persona enigmatica, va in giro con arnesi di ferro, che fanno pensare ai chiodi della crocifissione. Per questo è sempre collocata lontano dalla grotta.
La lavandaia
Levatrice al parto verginale della Madonna. Figura purificatrice per far risorgere a nuova vita.
I re magi
Gaspare. Re d’Arabia, Merchiorre, re di Persia, Baldassarre, re dell’India, provenienti da Oriente, dove nasce il sole, che si ricongiunge alla nascita di Gesù, sole bambino.
I colori dei loro cavalli rappresentano le fasi lunari: bianco per l’aurora; rosso baio per il mezzogiorno e nero per la notte.
I re magi, che sono tre tradizionalmente, rappresentano anche le tre grandi razze: europea, africana, asiatica. Ma forse erano dodici rappresentanti. A seguito dei re magi vi è tutta una serie di personaggi aristocratici e non. Qui l’arte e la fantasia dei presepisti diventa più creativa.
La stella
Cometa che brilla su una grotta, una stella di straordinaria grandezza.
Il pastorello dormiente
Come affermano le scritture, i pastori furono i primi, svegliati dagli angeli, a ricevere la notizia della nascita di Gesù.
Il bue e l’asinello
La leggenda che il bue e l’asinello col tepore dei loro fiati riscaldassero Gesù sembra più letteraria che popolare. Che il bue e l’asinello adoreranno il re è una profezia di Isaia
Gli offerenti
Schiera di personaggi che si recano alla grotta per portare doni. Come il pastore con il gregge, Gesù identificato come pastore del suo gregge di anime.
Gli ambulanti
I venditori di cibarie: pescivendolo, fruttivendolo, venditore di maccheroni, caldaie colmi di maccheroni a voler scongiurare la paura della fame radicata nella plebe.
Pulcinella
Figura leggendaria nata ad opera dell’intervento di streghe alle pendici del Vesuvio, luogo di comunicazione tra il mondo dei vivi e gli inferi.
Le anime purganti
Anime che ritornano sulla terra per chiedere suffragi; il monaco, il mendicante, il guercio, lo zoppo. Secondo una credenza popolare, tutti i morti dal due novembre al sei gennaio vagano liberamente nei luoghi, che furono loro cari.
Tutti i personaggi e i loro costumi del secolo sono riprodotti da personaggi e paesi dell’epoca, in particolare Ischia e Procida per le popolane, Torre del Greco per i pescatori, i tipi abruzzesi per i pastori, con panciotti di pelle di pecora e le fasce di tela alle gambe, i giocatori suonatori di cornamuse o zampogna in coppia con un giovane suonatore di piffero. Come si può osservare il presepe napoletano, non è solo una rappresentazione sacra, religiosa e arte mista a fantasia, ma anche storia e folclore.Senza dimenticarsi neanche della morte, per poi riscattarsi con la nascita del bambino divino per dare serenità e ordine alla vita.
P.S. Sono di Torre del Greco. Abito a Ravenna da molti anni e provo a mantenere le nostre tradizioni. In questo periodo si sta allestendo il presepe nelle parrocchie ravennati, ma mi sono accorto che la gente preferisce l’albero di Natale. Con l’articolo di cui sopra provo ad insistere sulla storia. Grazie per l’ospitalità.

ETIMOLOGIA
Il nome Giovanni deriva dall’ebraico Yehohanan, composto da Yoh o Yah che è l’abbreviazione di Yahweh o Geova, (è il nome proprio di Dio nella tradizione ebraica, e da hanan che significa “ebbe misericordia”, e vuol dire letteralmente “Dio ha avuto misericordia” o anche “dono del Signore”. Anticamente veniva imposto ad un figlio lungamente atteso e nato quando ormai i genitori avevano perso la speranza di essere rallegrati dalla nascita di un bimbo.

POESIA
37° Premio di poesia Formica Nera-Città di Padova
Casella Postale 814
35122 Padova
Tel. 049.603474
e-mail: formicanera@virgilio.it

Concorso letterario Piero Zucco
C/o Comune di Trinità –Via Roma 1
12049 Trinità (CN)
LETTERA del Dr Silvio Garattini dell’Istituto di Ricerche farmacologiche M. Negri di Milano-Via Eritrea, 62-20157.

Gentile dott. Penza, grazie per “Cibo e farmaci” su L’Infinito del mese di ottobre. Le sue osservazioni sono presenti in molti dei nostri scritti. Cordialmente. Prof. Silvio Garattini Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”

Dott. Francesco Penza
Filosofo medico

 
 

ID: 4710  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: lunedì 16 ottobre 2006 Ore: 10:58

Leonessa tanti complimenti ma ancora zero punti in classifica. Tra una settimana, Matera in trasferta a Torre del Greco a Altamura in casa con il Grottaglie.
Il derby della Murgia va ai lucani con tre reti negli ultimi quindici minuti. Il Real lotta ma perde in casa: gli altamurani realini vanno sotto, risalgono ma la sfortuna nega loro il pari al cospetto del Locorotondo. SERIE D – Terza vittoria consecutiva per il Matera. Una terna tutta conseguita in altrettanti derby. Ultima perla quella di oggi, contro la Leonessa Altamura. Nonostante i tanti problemi fisici patiti in settimana, i baresi hanno venduto carissima la pelle. Il Matera è riuscito a passare solo al 75’ con De Rosa. Raddoppio all’81’ con Frazzica e terza rete ancora di De Rosa all’88’. Il tutto, agevolato dall’espulsione di Giuseppe Ierna per somma di ammonizioni.
Per la Questa la classifica dopo cinque giornate: 13 Ischia, S. Antonio Abate; 11 Noicattaro; 9 Brindisi, Barletta, Matera; 8 Grottaglie, Ippogrifo Sarno, Viribus Unitis; 7 Bitonto; 6 Aversa Normanna*; 5 Ebolitana, Francavilla; 3 Turris; 1 Petacciato; 0 Leonessa Altamura*, Sporting Genzano; -1 Lavello. (* una gara in meno) ECCELLENZA – Ci ha messo parecchio del suo, il Real Altamura, per cedere in casa 3-2 al Locorotondo. Senza quattro titolari, mister Terracenere ha fatto il possibile per imbastire un undici dignitoso, sapendo di non poter contare sui cambi (in panchina tutti ragazzini e un dodicesimo di fortuna).
A complicarsi la vita sono stati gli stessi altamurani, che hanno concesso a De Blasio, dopo 10’, una rete da cinquanta metri (disattento Moramarco ma anche strepitosa la traiettoria aiutata dal vento del terzino ospite). Al 27’ raddoppio del Locorotondo, grazie a una svirgolata nella propria porta di Paolo Caputo nel tentativo di spazzare. Al 28’ incursione da centravanti dello stopper Nuzzi e 1-2 ma l’ex Semeraro, lasciato solo, al 33’, di testa ripristina la doppia lunghezza di vantaggio. Poco male, perché Fabio Cifani segna al 43’ il 2-3 su imbeccata di Schiavone.

Fonte: L'Infinito


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