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Argomento presente: « TONDO O QUADRO? »
ID: 4527  Discussione: TONDO O QUADRO?

Autore: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 29 settembre 2006 Ore: 01:01

Seguo pure io l’esempio del Maestro e propongo un altro tema dal titolo Quadro o Tondo?
Facendo finta di non aver scritto alcunché né averne ricevuto la risposta nella quale mi si definisce logorroico e poi per addolcire la pillola mi si accarezza la nuca affettuosamente paragonandomi ad Eduardo per lo meno per l’espresssività maxillo facciale(e diamo così prova di conoscere anche di anatomia!) e poi ancora mi si dà un buffettino, ma delicato delicato sulla guancia ricordando il grande Spinosa che avrei presentato al Tempio di via Purgatorio e per finire con un aperto sorriso mi si ricorda che ho ancora delle infarinature di didattica che qualche volta si evidenziano, così occasionalmente, e possono essere apprezzate, come risarcimento, dall’incauto che per disgrazia sua fosse capitato sotto il lenzuolo della mia logorrea e prolissità, dico a me stesso “Chi va per questi Mari questi pesci prende”.
E non sono certamente deliziose alici o cicinielli ma squali, calamari giganti e balene alla Moby Dick.
All’intervento del Maestro Mari (Identificativo 4513) avrei voluto rispondere alla maniera del Maestro Adrian Ciro con questa frase: ‘U anem r’ ‘i pier ‘i puorc!! O alla maniera dell’etereo, evocato, personaggio eduardiano con una sequela di:
TA TATATA’ TA BUUM!! FIIIIIIIIII BUM BUM TA!
E così senza dir niente forse avrei detto tutto quello che piace a qualcuno di sentirsi dire: cioè niente.
Invece ancora una volta mi sono lasciato prendere da questa voglia matta di mettermi al centro dell’arengo e sproloquiare dando sfogo alla mia insopprimibile, patologica, logorrea. Alcuni vanno
per curare simili difettucci da psicologi o terapeuti mentre, senza nulla pagare, mi si offre qui nel Forum di esternare questa mia “buona qualità” che il paziente Maestro imbriglia e doma con mano sicura ed esperta. E che voglio di più? Anche la mia fastidiosa permalosità, che tanto indispettisce, speriamo che con questa cura sparisca o per lo meno venga ricondotta in alveo più sicuro per me e per quelli che mi stanno vicini. Speriamo bene! Io ce la metto tutta.
Ma credo di essere in buone mani: Chi parla di neuro-ricettori e di evoluzioni cerebrali con tanta sicurezza, anche se poi confonde l’indole con il carattere (certamente un banale lapsus), garantisce senza dubbio un risultato positivo.
E devo confessare che qualche miglioramento l’ho sperimentato, ma il Maestro, non so per quale motivo, certamente per ragioni terapeutiche, non lo ha posto in evidenza. Infatti recentemente
l’amico Vito D’Adamo gli fece notare che Lui, il Maestro, aveva certamente un amico vecchio e fidato al fianco che lo consigliava con sante parole (alla maniera di Sancho Pancia?)

ID: 4396 Risposta da: Vito d'Adamo - Email: vda27@online.de - Data: lunedì 18 settembre 2006 Ore: 10.07 Gigima',io raccomando discrezione, mi riconosci - bontà tua - umiltà e modestia, e poi mi combini tutto 'sto casino?Mi risponderai che hai solo anticipato i tempi della mia presentazione "ufficiale": prima o poi dovevo pur mandarti il mio curriculum, che mi è stato più volte richiesto. Non esagerare, però, e cito un tuo passaggio (ID 4394): "Qualcuno mi disse privatamente che ero facile alle apologie, che esaltando qualcuno sminuivo gli altri", parole sante, consiglio da vecchio e fidato amico! E continui: "Ma quali altri? L'utenza silenziosa del Forum? Cosa ce ne facciamo". L'utenza, in verità, non mi sembra poi tanto silenziosa. Bisogna soltanto incoraggiarla ad esprimersi e non deprimerla, istituendo paragoni. Non credo che una Città di 100.000 abitanti non offra argomenti da porre in discussione, anzi! Con questa tiratina di orecch... (io - i - ia - ie, o come diavolo va scritto), ti abbraccio e ti lascio alle tue attività ed alle cure affettuose dei Redattori e dei Collaboratori, ai quali dico "Aufwiedersehen".
A tutti i concittadini, saluti di cuore.Vito d'Adamo


Si sarà capito che l’amico vecchio e fidato non è altri che il “paziente” in cura per logorrea e permalosità Ciccio Raimondo
Ma, caro Giggino, io non sono, però, Sancho Pancia e Tu non sei El Quijote né tantomeno gli amatori del “cartaceo” che vedi come acerrimi rivali o traditori sono mulini a vento.
Qui habet aures audiendi audiat.
Non aggiungo altro perché se no alla logorrea mi si aggiunge la grafomania.
Ciccio.
P.S. Chiedo scusa agli astanti per questa “fetecchia”.

 
 

ID: 4531  Intervento da: ciro Adrian Ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: giovedì 28 settembre 2006 Ore: 21:55

'U anima ru priatorio
'U anima ri per 'i puorc
'U per e 'u muss
'A trippa
Antonio La trippa
Vota Antonio vota Antonio
Totò
Totore
Tore 'a zoccola
ammiezatorre
'ncopp u priatorio
'U anima ru priatorio


ID: 4530  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: giovedì 28 settembre 2006 Ore: 15:41

Uh anema r''i per 'i puorc!!!!
TA...TRTA....TA BUM!!
FIIIIIIISSSSSS.....TA....BUM..... BUM.... BU!!
Non lo avevo fatto prima lo faccio adesso.
Con affetto Ciccio


ID: 4528  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: giovedì 28 settembre 2006 Ore: 15:15

Carissimo,
diceva Oscar Wilde scrivi tutto quello che pensi, tranne la parola "IO". Questa sua opinione serve solo per introdurre un concetto che non è stato ancora assimilato bene.
Quando si lavora per il sociale e lo si fa per missione umana (scientifica; attenzione né etica, né cristiana, altrimenti si incappa nella solita solfa dei tornaconti salvifici post-mortali o delle concussioni sociali, comunque esorcismi e toccasana psichici), bisogna a mio parere farlo escludendo soprattutto l'EGO.
Se si introduce nell'emissione di pensiero non già la parolina, ma il concetto IO astratto lo si deve fare mettendo il soggetto cogitante allineato pari pari ai soggetti designati per l'assimilazione. Voglio dire che chi opera per bene comune si spersonalizzerà per scandagliare foghe, reazioni, silenzi, egocentrismi comuni interposti tra se e l'uditorio, immagazzindoli e riconoscersi di volta in volta immediatamente dopo ogni tentativo una personalità gradualmente smussata.
Ma se in ogni discorso si ritiene la piattaforma espressiva una passerella, la propria lingua uno strumento esibizionista, il proprio pensiero irrimediabilmente egocentrico e la platea pronta alle mani con sonori scrosci e alla gola con solenni ovazioni, alla fine i secoli, nella fattispecie vesuviani, trascorreranno immutati.
Per questo dire, a mezza strada tra serio e faceto, che Tu segui l'esempio del "Maestro" è fuori dal mio ordine di idee. Il termine maestro è un abuso umano egemonico ed intimidatorio risalente alle prime caste religiose e filosofiche per sottomettere. Vi sono momenti in cui ciascuno di noi è una capra o un genio. Chi sceglie per mestiere quotidiano ripetitivo il pensare: psicologia, filosofia o comunque astrattismi, alla fine inventa o ripropone solo teorie spesse ripetitive con scarsi fondamenti comunaque facendo cardine sul tutto, già detto dai greci e dai romani. I veri maestri sono quelli che hanno promosso le scienze positive,
Dopo la premessa della "spersonalizzazione" cogitante si escludono i concetti mirati individuali come la tua frase: "definire logorroico e poi addolcire la pillola e accarezzare la nuca affettuosamente" perché il discorso caratteriale etnico non è nominale individuale, ma comune. non solo, ma promiscuo. Intelligenza, permalosità, gelosia o fratellanza sono sentimenti comuni a tutti quando si opera per il sociale fuori dalle corporativizzazioni culturali umane utopistiche come i religiosismi, i moralismi, i comunismi, destinati inevitabilmente alla corruzione perché in mano all'uomo.
I sentimenti buoni o cattivi non hanno paternità noi ne siamo solo portatori. In tutti alligna il bene ed il male anche se talvolta in misura sensibilmente sperequata.
L'unica risposta saggia come toccasana per la Tua ipersensibilità sarebbe stata proprio: "U anem r’ ‘i pier ‘i puorc!!" O alla maniera dell’etereo, evocato, personaggio eduardiano con una sequela di: "TA TATATA’ TA BUUM!! FIIIIIIIIII BUM BUM TA!"
Ricordo bene il post di Vito D'Adamo dove si accennava a Te come mio consigliere; ma bisogna tener conto delle trame segrete che si intrecciano intorno ad un nuovo personaggio del forum. D'Adamo non aveva elementi sufficienti per affermare questo. Infatti cogliamo già i pimi silenzi di Vito, che secondo il mio modo di vedere sono preziosi perché dimostrano quello che milioni di mie parole non farebbero.
"Gli amatori del cartaceo", i silenti del forum sono indubbiamente non altro che "Mulini a vento", ma quando coltivo la consapevolezza che io sono il mulino a vento di me stesso e che in tutti alligna il bene ed il male; ma come ho su accennato, talvolta in misura sensibilmente sperequata al punto di spingere un portatore a irretire, adulare e tentare di corrompere amici comuni con messaggi di pugno (di cui Tu ne conservi una copia). Allora si tratta di mulino umanizzato e carente sin dall'età evolutiva per ingerenza ambientale, domestica cerebrale, ecc. E qui fanno leva i neuroricettori che rendono alcuni portatori di bene-male dei recidivi a causa del carosello involontario di essi. Ma non importa la paternità individuale di uno sconcio perpetrato, non importa l'anagrafe, l'etnia, il motivo giustificabile o meno, ma conta il fenomeno in se e tutte le carenze umane epocali storiche o psicologiche che lo hanno caratterizzato.
Luigi Mari


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