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Argomento presente: « Relitto Nave largo Gaeta »
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ID: 4419  Discussione: Relitto Nave largo Gaeta

Autore: Elena Romano  - Email: ele.romano@tin.it  - Scritto o aggiornato: martedì 26 settembre 2006 Ore: 23:02

Si trasmette un comunicato stampa relativo all'identificazione di un
elitto nel Golfo di Gaeta, augurandoci possiate divulgarne la notizia visto la grande popolarità del vostro sito.

Cordialmente

Elena Romano

Associazione Gravitazero

www.gravitazero.org
 
 
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ID: 4500  Intervento da: ciro Adrian Ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: martedì 26 settembre 2006 Ore: 23:02

......Cara Marina, tento di scrivere, ma il pc non va...oppure il Forum mi accetta di tanto in tanto.
Parleremo di Cardarelli, quando potrò.
Cordialità.


ID: 4495  Intervento da: ciro Adrian Ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: martedì 26 settembre 2006 Ore: 17:07

Prove tecniche di trasmissione

ID: 4494  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: martedì 26 settembre 2006 Ore: 15:10

E in effetti non gliene voglio, gentilissimo sig. Raiola.
Se Le dicessi che le prime parole della sua risposta alla mia, circa il ritrovamento del relitto in fondo al mare di Gaeta, le avevo già preventivate, mi crederebbe? Potrebbe rispondere no e starebbe nel giusto e nel legittimo. Da parte mia, visto che mi si riconosce la buona fede oltre naturalmente alla permalosità che con quest’ ultima non è che vada molto d’accordo, posso garantire che questo è stato il mio pensiero nel mentre rispondevo. La mia partecipazione all’ ”Impresa” fu quella di esserne il propugnatore e non certamente l’unico ad aver letto la storica notizia. Quando si conoscono “fatti”o “circostanze” “solo per sommi capi” buon senso vorrebbe che non si attaccassero persone che comunque non hanno fatto nessuna “fetecchia” in quanto, come mi sono sforzato di argomentare, vedo inutilmente, essi, come spessissimo avviene per ricerche archeologiche, non è che avrebbero alla prima immersione dovuto trovare l’antico bronzo. Vero è che tutta la zona del territorio di Sola ( lieggi’ ‘a Terr r’ ’a Cardinal; ‘u Cimiter; La Sall’; San Vit; Vassan;)’con il mare antistante dovrebbe essere ricca reperti archeologici di epoca imperiale. Ne sapeva qualcosa ‘a Cerasa.
La questione è aperta, dunque, come è aperta tutta quella riguardante il territorio summenzionato che solo con la consapevole partecipazione di tutta la cittadinanza con i “politici “in testa potrebbe diventare Parco Archeologico di importanza non solo regionale, ma mondiale.
In merito al relitto trovato in quel di Gaeta devo dire che mi ha affascinato saperne la storia e sapere che apparteneva ad un armatore torrese di cui portava il nome, ultimo in ordine cronologico per i vari passaggi di proprietà, al momento dell’affondamento.
Detto questo, caro Raiola, quali manifestazioni o celebrazioni la stampa torrese o i mass media provinciali avrebbero dovuto organizzare per celebrare questo evento che, diciamocelo sotto voce, non è che abbia tanta importanza. Di siffatti relitti le coste italiane sono piene. Sotto la superficie del mare a sole poche miglia esiste un vero e proprio “Scasso” generalmente costituito da naviglio in ferro che ci mette un poco di tempo in più a “farsi il viaggio”.
Il ritrovamento di un antico manufatto, quello si, sarebbe evento degno di celebrazione e di studio. Nel nostro caso, come giustamente Lei ha posto in rilievo, tale ritrovamento ha le stesse difficoltà della ricerca del famoso Ago nell’altrettanto famoso Pagliaio.
E allora ripeto dove sta la “fetecchia” e perché mai non possiamo “scomodare la Storia
Dalla Sua vengo, poi, solo adesso a sapere che Lei è un collega di Monica, (indossatore o psicologo?) che Eleonora è sua cognata e che Nicola Scognamiglio è suo cugino. Essi effettivamente non hanno fatto naufragare nessuno. Ho infatti scritto di “interessanti dispute ecc”,. che naufragarono e non che essi “avessero fatto naufragare”. Questo Suo passaggio lo vogliamo simpaticamente definire “mini fetecchia?”
Ad un certo momento ci sono stati delle “ritirate” legittime, compresa la mia, per la incapacità di tutti, nessuno escluso, a portare avanti “discussioni serene e soprattutto risprispettose delle aspettative di ciascuno. Che vi siano stati dei post intelligenti non v’è dubbio sono andato a rileggere anch’io qualche pagina e me ne sono compiaciuto e rammaricato per come da queste parti non si è potuto procedere ad usare questo moderno strumento di comunicazione che è bello ma potrebbe essere anche buono per costruire e non per scarrupà’ pensieri e intenzionalità.
“Andare per questi Mari” voleva essere solo un gioco di parole, come quella del “maso chiuso” locuzione che ho imparato proprio da Giggino e che non condivido né quando la si attribuisce al Forum né quando si vuole riferirla alla nostra città chiusa nel suo provincialismo. Torre del Greco, e perciò i torresi, non abbiamo purtroppo nemmeno questa caratteristica. Se l’avessimo per lo meno ci sarebbe uno spirito di cittadinanza con i suoi aspetti positivi. Ed è proprio questa assenza di appartenenza perduta che ha reso e rende tanto problematici, forse, anche il colloquio tra i torresi di fuori e quelli di dentro.
Per parte mia non ho avuto mai alcuna fobia, non è nella mia indole. Se mi sono allontanato è stato per disillusione, per aver aperto gli occhi e guardato il panorama umano con spietato realismo. Tuttavia non per questo ho perso l’ottimismo ed è proprio in virtù di questo che sto scrivendo ora queste righe a Lei sig. Raiola.
Alla fine del Suo intervento Lei pone in evidenza il fatto che non avrei mai avuto parole di elogio per scritti altrui. E’ vero in parte, Chi mi conosce sa che non ho mancato mai di dare a ciascuno il suo soprattutto quando ho avuto la personale convinzione di trovarmi di fronte a qualcosa di buono. Al contrario mi astengo dal dare pagelle nello stesso tempo però so bene che a monte di qualsiasi opera artistica v’è un lavoro che in genere è tanto più gravoso quando viene svolto da chi talento non tiene. Ed è a questi ultimi che va la mia più affettuosa ed umana solidarietà ma non per questo dirò loro: Bravi che bella cosa avete scritto o pittato o suonato o cantato. Non mi viene.
Ciccio Raimondo






ID: 4492  Intervento da: Marina Ciliberti  - Email: maricilibe@virgilio.it  - Data: lunedì 25 settembre 2006 Ore: 23:01

Gentile professore Ciro Adrian,
Lei è sempre stringato e preciso. Le dedico questa poesia di Cardarelli, il poeta che amo. Dopo la valanga di messaggi del mio masto Luigi, sono una redattrice camuffata (vedi discussone "I ricordi di scuola) e il simpatico scherzo che ho fatto a Luca Merlino.

www.torreomnia.it/forum/leggi.asp?id=3837

Con Lei non scherzo, posso solo apprezzare i Suoi quadri.

Non dico altro. Non dimentichiamo che siamo a Torre. Qualcuno potrebbe pensare che voglia irretirla.

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
Com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina ,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.


Il link dello scherzo qui sotto. Ma non scherzo con Lei. D'altra parte con i Suoi "fravule fra' ", "Vott' a pasta e via dicendo" non mi crederebbe nemmeno se mi vedesse in carne ed ossa.

www.torreomnia.it/forum/bacheca/tre_grazie/tre_grazie.htm

Saluti Marina


ID: 4491  Intervento da: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Data: lunedì 25 settembre 2006 Ore: 22:48

Gentile Dott. Raimondo, premetto che non mi riferivo a Lei come fautore della clamorosa fetecchia della porta di bronzo. Anzi non sapevo neppure che Lei fosse coinvolto nell'opera di ripescaggio. So però che Lei agisce in buona fede come fatto caratteriale, ho letto tutti i suoi post su Torreomnia, anche quello di stampo psicologico scambuiati con una mia collega. Ma c'è chi vede affari dappertutto. Ci fu probabilmente chi pensò di passare alla storia archeologica, non solo, ma di ottenere un riconoscimento pecuniario, il che, a dire il vero, è pure giusto e comprensibile, ma se la cosa non si fosse conclusa con la clamorosa fetecchia. Intanto non conosco le persone che organizzarono la "spedizione". Lessi solo su Torreomnia e su Tuttoè che un gruppo di addetti ai lavori, probabilmente della sovraintendenza di Pompei, avevano inutilmente cercato l'ago nel pagliaio. Lei forse, mi consenta, ha il solo difetto di essere un tantino permaloso. Mi ha attaccato senza sapere che io conoscessi il fatto solo per sommi capi.
Ho solo sottolineato che una fetecchia fu pubblicata sul "Mattino" e anche su "Metropolis"; la scoperta del vero relitto di una nave, invece, non interessa nessun media.
E' proprio vero, che brutta bestia il giornalismo. Se il padrone morde il cane: subito articolo di fondo e titoli cubitali, ma se il cane morde il padrone, anche in maniera grave, non fa notizia.
La collega Monica, e mia cognata Eleonora o mio cugino Nicola Scognamiglio non hanno fatto naufragare un bel nulla. Sono stati i loro interlocutori a non capire l'importanza socio-letteraria di quei colloqui. Taluni con la rititrata fobica, tal'altri con la permalosità. Questi personaggi sono vivi e vegeti e postano su forum del nord meno problematici e provinciali.
Dire "maso chiuso" di Torreomnia è ridicolo. Chiamatemelo folle, bislacco, inafferrabile, ma non di parte. Non vi è stata mai a Torre del Greco una piattaforma di dialogo più aperta e controcorrente. "Andare per questi Mari" è una lamentela di chi ha reso monologante l'autore di Torreomnia che per la mancanza di dialogo sincero ha costruito, per ripiego, secondo me, una impalcatura gigionesca, da saltimbanco, un guitto alla Edmond Rosrtand, un incredibile e complesso monologante ciraniano, davanti ad un pubblico scettico, sbadigliante, digiuno.
E' probabile che Mari così li vuole: incerti, riottosi, formali, pedanti, dissenzienti, muti, per mettere in risalto il caratteriale negativo vesuviano. In questi casi o si è eccezionali o fessi, mi scusi Mari. Il suo, probabilmente, è un disegno voluto, architettato a monte, perché la verità sta in quello che viene dimostrato e non detto, come dice lui, e non in quello purgato che si dice. Una cosa è certa, noi siamo un gruppo di qundici persone che ci dividiamo il sonno, siamo molto addentro al fenomeno Internet, facciamo informatica, possiamo assicurare che quello di Mari è il sito vesuviano, non solo torrese, più seguito.
Io non ho inteso prendere in giro nessuno con il mio “scomodare la Storia” e con la “fetecchia conclusiva” perche a tutt'ora ho appreso solo che nel gruppo di lavoro probabilmente c'era Francesco Raimondo e il resto chi erano?
Lei dice che "il Forum è fatto per discutere e non per dare pagelle o per esaltare alcuni per denigrare in maniera gratuita altri".
Ma davvero crede che esiste un forum, un sodalizio, un circolo rionale, un dopolavoro, a Torre, dove sia possibile dialogare, specie di fatti culturali? Suvvia Dott. Raimondo, si tolga i paraocchi e guardi in faccia la realtà.
Ma io credo che Lei queste cose le conosce bene perchè non avrà dimenticato l'indifferenza dei cittadini torresi non affatto nei riguardi della dillogia raimondiana, palesemente accreditata, ma verso l'autore-uomo e la sua fatica fisica e mentale decennale, con un gesto, un sorriso, uno sguardo gratificante. Come faccio a sapere ciò?. Non lo so, infatti, ma conosco i torresi, e so per certo che Lei confermerebbe quanto appena detto.
Lei ha scritto dei post interessanti in questo forum, un bel racconto, qualcuno Le ha mai dato atto di ciò? E Lei ha mai apprezzato pubblicamente qualche manicaretto letterario o qualche buona chicca di Torreomnia dei vari collaboratori?
Gli unici complimenti pubblici in questo forum e a Torreomnia sono stati fatti dal Dottor Aniello Langella, da Nicola Scognamiglio, da Monica Falanga e dalla nipote dell'autore Francesca Mari che scrive su testate locali. (Vedi messaggi anno 2005). A parte i complimenti della gente semplice, illetterata presenti nel Guestbook cdhe sono ancora più sinceri.
Le ricambio i saluti affettuosi e non me ne voglia.

Giovanni Raiola


ID: 4490  Intervento da: ciro Adrian Ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: lunedì 25 settembre 2006 Ore: 21:25



Solo il naufragio invernale conviene,

a questa città che non vive,

che non fiorisce,

se non quale una nave in fondo al mare.


vincenzo Cardarelli: "Autunno veneziano"


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