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Argomento presente: « Da ritagli ingialliti. »
ID: 4416  Discussione: Da ritagli ingialliti.

Autore: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Scritto o aggiornato: martedì 19 settembre 2006 Ore: 21:36


Caro Gigimari,
hai ben chiarito con la tua ID: 4407 una situazione, che doveva essere prima o poi portata in pubblico, creando così, le premesse per interventi sereni, in un clima disteso, per quanto riguarda questo Forum.
Mi sento più tranquillo, ora, senza l'assillo di dovermi nascondere dietro il dito. Te ne sono riconoscente e ti ringrazio.
Ti propongo, oggi, due articoletti, tratti da ritagli ingialliti. Il primo riguarda una cronaca mondana, come al tempo si usava; il secondo, uno dei tanti ritorni primoautunnali della nostra infanzia, colpevole la penna di un aspirante giornalista. L'invio di quest'ultimo "pezzo" è giustificato dal desiderio di aggiungere un'effimera testata alla lista degli infruttuosi tentativi in fatto di stampa, rivolta ai concittadini. Solo che stavolta "Tassì" voleva essere una pubblicazione di "sfottò"; e mal gliene incolse.
Ti manderò ancora qualcosa domani o dopodomani, ma ti anticipo che fino al principio di ottobre la cadenza dei miei interventi sarà rarefatta o nulla, perché attendo ospiti dall'Italia, ai quali dedicarmi.
Per ora un abbraccio, saluti a tutti ed auguri di buon lavoro.
Ciao,
Vito.

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“Notte d’Avventure“ al Cinema Oriente.

TORRE DEL GRECO – Nella splendida cornice del cinema-teatro Oriente è stata rappresentata la commedia “Notte d’Avventure” di E. Càglieri.
L’affiatatissimo gruppo artistico, diretto da Olindo Palomba, ha riscosso innumerevoli applausi. Si sono distinte le signore Francamaria Tarallo, Livia Chiarotti, Serena Scognamiglio; fulgida la signorina Anna Maria Manfredonia. Molto carina Pia Mazza.
Da parte loro gli attori, sotto la guida del nostro Palomba, hanno dato il meglio di sé. Piaciuti ed applauditi Pierino Scognamiglio, Rodolfo Grosz, Claudio Tarallo. Olindo, poi, ha superato se stesso. Notati Antonio Costa e i fratelli Balzano.
Tra lo scelto pubblico, che gremiva il rinnovato cine-teatro, si distinguevano il Sindaco Vitelli, i cari Piscopo, le famiglie Longobardi, Savastano, Seganti, Telesca, De Rosa, Bossa, Borrelli e Parente; le gentili signorine Drommi e Menichini, accompagnate dai signori Manfredonia, Rossi-Marcelli, Borriello, Pepè Pescara, Omero Sorrentino ed Elia e Guido con le rispettive fidanzate.
Durante l’intervallo tra il secondo e terzo atto sono stati estratti a sorte tra gli spettatori, un cestino di liquori, offerto dalla sezione di Napoli del M.I.F., vinto da Puccetto Mancuso – ci teniamo a precisare di essere rimasti estranei agli effetti della bevuta collettiva susseguitasi -, e una scatola di profumi “Come tu mi vuoi”, offerta dalla ditta Comm. Mario Sbarra, vinta dalla graziosa signorina Anna d’Amato.
Un successo, proprio, e un pienone! - VdA.

Da “MEDITERRANEO”, indipendente di attualità, 15 ottobre 1948. Responsabile: Antonio Tramontana. Direzione, redazione, amministrazione: Napoli, Via Matteo Schilizzi 16, Tel. 20475. Stampato dalla “Tipo-meccanica”, Napoli, Via S. Sebastiano, 48.

Ancora una cronaca mondana, datata ’48, che riporta attività, partecipazione e presenze di nostri concittadini. Molta acqua è fluita sotto i ponti, tanti amici ci hanno lasciato! Abbandonandoci ai ricordi di un tempo irripetibile, ripassiamo la lista dei presenti, ai quali possibilmente legare passaggi di vita.

_________________________

Propongo ancora un articoletto, in netto contrasto con lo stile della pubblicazione, giusto per ricordare il breve volo radente, spensierato e infruttuoso su Torre del Greco di un settimanale, convinto di sarcasmo, denominato “TASSÌ”, di cui fu proprietario e Direttore responsabile Marcello Cannavale, commerciante ed attore, e Caporedattore Nino Longobardi, giornalista. Per quanto riguarda i contenuti, redattori e collaboratori gareggiavano a chi la sparava più grossa.


Tornano a scuola.

Torre del Greco, autunno 1947 - A gruppi vanno a scuola la mattina; a gruppi chiassosi e spensierati, a volte rissosi, scolare e scolari con pochi libri e qualche quaderno squinternato, con le orecchiette.
Portano addosso il sole dell’estate, impresso a fuoco sull’epidermide; sanno d’aria libera, di mare, di spensieratezza: sono ragazzi, spesso coperti di vestiti arrangiati e rattoppati.
Trilli e risate, in gabbia!
Sui banchi, insufficienti per tanti alunni, passano come onde salse e ricordi di “cavalloni”, refrigeranti un’estate torrida; e poi canti e canti, alcuni imparati in colonia, alcuni appresi ad orecchio, sentiti cantare, altri saputi da sempre.
E i bimbi inquieti.
Parla il maestro. Ma chi l’ode?
La fantasia rincorre memorie di giochi, che si accavallano nelle piccole menti; tanti passatempi: saltare, rincorrersi, fare alla guerra, a rimpiattino, un campionario di trastulli sempre praticati.
Che importa? Fanciulli, sono, ora chiusi tra quattro mura, inadatti a trattenere l’infantile istinto di liberi.
Spiega, l’insegnante. Ma chi lo segue? Bisogna assuefare i bimbi all’aula dopo estati sfrenate, dopo canti al sole, dopo acque luccicanti, dopo giochi senza fine.
Perché in prigione? I ragazzi fremono. Le ore sono lunghissime da trascorrere. Eppure, fremendo, bene o male, il tempo passa, gli alunni si riversano nelle strade.
Gridano, strillano, anche per immettere nei polmoni aria nuova, aria libera da ogni impedimento scolastico, ma specialmente per felicità, esultanza fatta di niente, ma vi par poco la libertà?
Poi, con l’andar del tempo, si abitueranno. Verrà a gradi l’inverno e con l’inverno i pressanti svaghi estivi si rintaneranno in mondi lontani, ove mai più sarà possibile scovarli, sepolti dalla patina dei tempi andati, e che non possono o non sanno tornare neanche sotto forma di sogni.
Spiegheranno i maestri, e loro attenti, gli scolari apprenderanno. Si chineranno vogliosi sui compiti, ma il sole avrà disertato le loro guance.
Pallidi ragazzi con i libri sottobraccio e dall’espressione compunta incontreremo d’inverno.
Per loro la scuola, per noi il lavoro.
Ansiosi attenderanno l’estate e poi, libri in un canto, sulla sabbia dorata a far capriole, ebbri di libertà, pieni di vita, solo e pienamente bambini.
E il sole a baciarli.

Vito d’Adamo


Da “Tassì” – Proprietario Direttore Responsabile: Marcello Cannavale. Caporedattore Nino Longobar-di. Direzione, Redazione, Amministrazione: Napoli, Via Carducci 6, tel. 1210. Torre del Greco, Via Cap-puccini 115, tel. 107. Autorizzazione prefettizia n. 1536. Stampato dalle “Arti grafiche Lampo”, Vico S. Pietro a Maiella 6, tel. 23034.





 
 

ID: 4430  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: martedì 19 settembre 2006 Ore: 21:36

Mio caro pigmalione,
io per prima se compro il frigorifero nuovo prima lo scasso non aspettando la fatidica ora prima di inserire la spina e poi leggo il libretto d'istruzione.

Sopra il box o finestra di scrittura messaggi c'è scritto:

"Attenzione: solo nel caso di messaggi molto lunghi scrivi prima nel Word, salva, e poi copia e incolla nel box sotto altrimenti la pagina scade e perdi il messaggio".

Nessuno lo legge. Torreomnia è troppo vasto per assimilare tutto. E Tu fai già abbastanza. Non solo, ma dimostri di accettare lo spirito cameratesco e goliardico nei messaggi ricusando il perbenismo e la permalosita.
Inoltre, la giovane redazione di Torreomnia, ci toglie almeno vent'anni di dosso e minimo 20 chili di seriosità, perché persino Dio così ci vuole fra cent'anni, quando sarà il momento. Umili!

Se si salvano i messaggi nel Word non si è costretti a riscriverli senza riuscirvi alla stesso modo.

Ma il caso Tuo è stato diverso, Tu inviavi i messaggi ma non ti appariva l'avviso di conferma per difetto del server. Infatti hai spedito lo stesso messaggio 4 volte. Niente paura la redazione provvederà a cancellarli.
Dopop inviato il messaggio basta andare nella prima pagine del forum e cliccare in alto l'iconcina aggiorna: il simboletto di un foglio con due freccette testa-piede e vedrai il messaggio.

Sapessi che disastro ero io all'inizio!

Una anticipazione: ci sono foto e notizie sul secondo Beato torrese e sui personaggi strani di un'altra discussione.

Vado a fare "caricabatterie" (*) e provvedo a inviare in rete.

Chi fa fatto il CB banda cittadina fraquenza 127 sa che vuol dire:

A presto

Luigi Mari






ID: 4427  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: martedì 19 settembre 2006 Ore: 19:04

Cari anici,
che cosa sta succedendo? Quando tanto e quando niente! Chiedo scusa, anche da parte del mio PC impazzito. O lo fa apporta, per dispetto, questo lunatico aggeggio?
Forse un nonno dovrebbe essere più attento nell'usare le diaboliche apparecchiature elettroniche, pena le figuraccie del caso.
Di nuovo ciao a tutti.
Vito.


ID: 4425  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: martedì 19 settembre 2006 Ore: 18:45

Carissimi,

sto perdendo messaggi su messaggi, non so perché, né so come recuperarli. Li completo, clicco, al solito, per l'invio e in un baleno tutto scompare. Domani, se avrò fortuna, manderò un nuovo "pezzo".
Desidero, ora, suggerire alcuni agomenti, che mi stanno a cuore, per il FORUM, e prego Gigimari di sorvolare sulle mie espressioni in "torregrechese" (ci dovrebbe essere anche un "torreannunziatese):

- 'a ciquitta;
- 'u suffritt (o 'a suffritta?);
- 'a lamparina (ne ha accennato di recente anche il nostro corrispondente da NY, che amicalmente saluto; e mi ha aperto dentro un abisso igneo);
- 'e mele annurche (credo di aver letto qualcosa in proposito, navigando sul pelago di TORREOMNIA);
- 'a pizza ca' nzogna (miezz'a Sant'Aitano c'era una pizzeria che ce la preparava con tutti i crismi dell'arte. Il pizzaiuolo, operando, inviava sorrisi di approvazione
alla tavolata, e di condivisione per i nostri gusti. All'epoca, ignoravamo bellamente l'esistenza del colesterolo e i suoi effetti);
- 'u piatto forte;
- 'e chiochere;
- 'u trichtraccaro (e le relative bancarelle, alle quali ci avvicinavamo regolarmente con le sigarette accese, né il bancherellaro rifiutava l'offerta di una "americana". Come risultato, si assisteva, talvolta, a uno spettacolo pirotecnico fuori programma, per nostro sollazzo e per disperazione del danneggiato, mentre il fumo, denso e soffocante, si spargeva per la strada e saliva fino al secondo piano dei caseggaiati viciniori);
- 'u cufunaturo;
- 'u tram 55 e quel che sistemavamo sulle rotaie;
e chi ancora ne sa, più ne metta.

Ciao, un saluto a tutti.
Nonno, zio, fratello Vito.






ID: 4418  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: martedì 19 settembre 2006 Ore: 15:27

Caro Vito,
non ricomincio con i salamelecchi e Ti parlo da torrese a Torrese, o meglio da fratello in Torre. Chissà quante sorprese hai nel cilindro... Mi fermo, altrimenti lascio supporre che il mago possa celare nei vecchi "reperti, la "conigliera" vassallica vesuviana relativa a quel neo-feudalesimo torrese del moderno baronato, nato parallelo sin dalle prime lotte socialiste e capitalistiche insieme.
Hai avuto il pregio di farci conoscere che esiste una stampa torrese parallela a quella per antonomasia de "La Torre" edita dal 1905. Testate a me sconosciute non per questo poco prestigiose. Ora, finalmente, la storia urbana e interdomestica non si può ricostruire solo dai vecchi numeri de "La Torre" la cui intera collezione dorme nei cassetti per una feticistica volontà.
Dio ha avuto pietà della Nostra araba fenice corallina, della nostra mamma di pietra con la "resurrezione" di documenti vivi e palpitanti del passato torrese e non cartografie o certificazioni fetide di muffa e naftalina, o ricordi sbiaditi e scialbi buttati giù con la pedanteria didattica dei barbassori o colturalisti.
Negli scritti sulla vecchia Torre vogliamo sentire un cuore che batte, vogliamo rivedere un seno florido sotto le camicetta di seta di un lirico, lontano corpo di giovane donna. Rivogliamo ricordare porte e portelle e vasetti di garofani e rose della Torre spagnola di debalziana memoria.
Siamo di fronte ad un revival inconsueto, fatto di avvenimenti, fatti, aneddoti e brevi scorci di narrativa da fare invidia a Michele Prisco e Domenico Rea, persino alla tormentata Ortese, per la fragranza dell'immediatezza del tratto lineare, affatto mestierante, ma aulico, sonoro e ritmico, anche nell'assenza di uno stile univoco e riconoscibile, se non con il felice accostamento dei "pezzi" tra di loro sia libresci che giornalistici.
Vito, non è solo un vanto o un apologia alla Tua persona anagrafica, quanto un esaltazione del tuo destino di custode di un prezioso monile che racchiude un tesoro comune a tutta la nostra città, di cui tutti ne diverremo detentori e padroni a causa della caducità umana, perché la città dei torresi Ti illuminò e Ti ispirò e ti rese portatore di bene comune, come un sorta di prescelta terrena divina.
Finalmente non più i Sergianni, i Carafa, i D'Alagno, ma la città nuova pre-post-bellica scritta con la linfa vitale del popolo di Torre del Greco.
Sinora qualsiasi "pezzo" nuovo su Torre è intriso di riporti storici libreschi. La letteratura torrese è una gigantesca promiscua ricerca di vecchi testi manipolati abilmente e riproposti come inediti. Nulla di prima mano.
Finalmente ci troviamo di fronte a cronaca o brani letterrari creativi diretti, "coniati" all'epoca e vergini da contaminazioni.
Per questo sono entusiasta! Tira un vento nuovo per Torre, e per Torreomnia, la grande magione corallina.
Il lavoro a misura d'uomo, il famoso vivere alla giornata. Le arti applicate della tradizione artigiana. Il torrese che non disdegnava i tabernacoli solo perché apotropaici lontano dal mitizzare i plutocrati ed i tesaurizzatori come avviene oggi. La nostra Torre descritta nella sua oleografia più autentica e palpitante in quel sincretismo di povertà e gioia di vivere si può ricostruire da quelle che Tu chiami "ritagli ingialliti" e anche da preziose reminiscenze persino oniriche quando l'animo non è autarchico con idee oligarchiche elitarie.
Per la Torre culturale starebbe per nascere una quinta stagione!

Luigi Mari
Fratello in Torre


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