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Argomento presente: « Da ritagli ingialliti. » | |||||
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ID: 4430 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
martedì 19 settembre 2006 Ore: 21:36
Mio caro pigmalione, io per prima se compro il frigorifero nuovo prima lo scasso non aspettando la fatidica ora prima di inserire la spina e poi leggo il libretto d'istruzione. Sopra il box o finestra di scrittura messaggi c'è scritto: "Attenzione: solo nel caso di messaggi molto lunghi scrivi prima nel Word, salva, e poi copia e incolla nel box sotto altrimenti la pagina scade e perdi il messaggio". Nessuno lo legge. Torreomnia è troppo vasto per assimilare tutto. E Tu fai già abbastanza. Non solo, ma dimostri di accettare lo spirito cameratesco e goliardico nei messaggi ricusando il perbenismo e la permalosita. Inoltre, la giovane redazione di Torreomnia, ci toglie almeno vent'anni di dosso e minimo 20 chili di seriosità, perché persino Dio così ci vuole fra cent'anni, quando sarà il momento. Umili! Se si salvano i messaggi nel Word non si è costretti a riscriverli senza riuscirvi alla stesso modo. Ma il caso Tuo è stato diverso, Tu inviavi i messaggi ma non ti appariva l'avviso di conferma per difetto del server. Infatti hai spedito lo stesso messaggio 4 volte. Niente paura la redazione provvederà a cancellarli. Dopop inviato il messaggio basta andare nella prima pagine del forum e cliccare in alto l'iconcina aggiorna: il simboletto di un foglio con due freccette testa-piede e vedrai il messaggio. Sapessi che disastro ero io all'inizio! Una anticipazione: ci sono foto e notizie sul secondo Beato torrese e sui personaggi strani di un'altra discussione. Vado a fare "caricabatterie" (*) e provvedo a inviare in rete. Chi fa fatto il CB banda cittadina fraquenza 127 sa che vuol dire: A presto Luigi Mari |
ID: 4427 Intervento
da:
Vito d'Adamo
- Email:
vda27@online.de
- Data:
martedì 19 settembre 2006 Ore: 19:04
Cari anici, che cosa sta succedendo? Quando tanto e quando niente! Chiedo scusa, anche da parte del mio PC impazzito. O lo fa apporta, per dispetto, questo lunatico aggeggio? Forse un nonno dovrebbe essere più attento nell'usare le diaboliche apparecchiature elettroniche, pena le figuraccie del caso. Di nuovo ciao a tutti. Vito. |
ID: 4425 Intervento
da:
Vito d'Adamo
- Email:
vda27@online.de
- Data:
martedì 19 settembre 2006 Ore: 18:45
Carissimi, sto perdendo messaggi su messaggi, non so perché, né so come recuperarli. Li completo, clicco, al solito, per l'invio e in un baleno tutto scompare. Domani, se avrò fortuna, manderò un nuovo "pezzo". Desidero, ora, suggerire alcuni agomenti, che mi stanno a cuore, per il FORUM, e prego Gigimari di sorvolare sulle mie espressioni in "torregrechese" (ci dovrebbe essere anche un "torreannunziatese): - 'a ciquitta; - 'u suffritt (o 'a suffritta?); - 'a lamparina (ne ha accennato di recente anche il nostro corrispondente da NY, che amicalmente saluto; e mi ha aperto dentro un abisso igneo); - 'e mele annurche (credo di aver letto qualcosa in proposito, navigando sul pelago di TORREOMNIA); - 'a pizza ca' nzogna (miezz'a Sant'Aitano c'era una pizzeria che ce la preparava con tutti i crismi dell'arte. Il pizzaiuolo, operando, inviava sorrisi di approvazione alla tavolata, e di condivisione per i nostri gusti. All'epoca, ignoravamo bellamente l'esistenza del colesterolo e i suoi effetti); - 'u piatto forte; - 'e chiochere; - 'u trichtraccaro (e le relative bancarelle, alle quali ci avvicinavamo regolarmente con le sigarette accese, né il bancherellaro rifiutava l'offerta di una "americana". Come risultato, si assisteva, talvolta, a uno spettacolo pirotecnico fuori programma, per nostro sollazzo e per disperazione del danneggiato, mentre il fumo, denso e soffocante, si spargeva per la strada e saliva fino al secondo piano dei caseggaiati viciniori); - 'u cufunaturo; - 'u tram 55 e quel che sistemavamo sulle rotaie; e chi ancora ne sa, più ne metta. Ciao, un saluto a tutti. Nonno, zio, fratello Vito. |
ID: 4418 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
martedì 19 settembre 2006 Ore: 15:27
Caro Vito, non ricomincio con i salamelecchi e Ti parlo da torrese a Torrese, o meglio da fratello in Torre. Chissà quante sorprese hai nel cilindro... Mi fermo, altrimenti lascio supporre che il mago possa celare nei vecchi "reperti, la "conigliera" vassallica vesuviana relativa a quel neo-feudalesimo torrese del moderno baronato, nato parallelo sin dalle prime lotte socialiste e capitalistiche insieme. Hai avuto il pregio di farci conoscere che esiste una stampa torrese parallela a quella per antonomasia de "La Torre" edita dal 1905. Testate a me sconosciute non per questo poco prestigiose. Ora, finalmente, la storia urbana e interdomestica non si può ricostruire solo dai vecchi numeri de "La Torre" la cui intera collezione dorme nei cassetti per una feticistica volontà. Dio ha avuto pietà della Nostra araba fenice corallina, della nostra mamma di pietra con la "resurrezione" di documenti vivi e palpitanti del passato torrese e non cartografie o certificazioni fetide di muffa e naftalina, o ricordi sbiaditi e scialbi buttati giù con la pedanteria didattica dei barbassori o colturalisti. Negli scritti sulla vecchia Torre vogliamo sentire un cuore che batte, vogliamo rivedere un seno florido sotto le camicetta di seta di un lirico, lontano corpo di giovane donna. Rivogliamo ricordare porte e portelle e vasetti di garofani e rose della Torre spagnola di debalziana memoria. Siamo di fronte ad un revival inconsueto, fatto di avvenimenti, fatti, aneddoti e brevi scorci di narrativa da fare invidia a Michele Prisco e Domenico Rea, persino alla tormentata Ortese, per la fragranza dell'immediatezza del tratto lineare, affatto mestierante, ma aulico, sonoro e ritmico, anche nell'assenza di uno stile univoco e riconoscibile, se non con il felice accostamento dei "pezzi" tra di loro sia libresci che giornalistici. Vito, non è solo un vanto o un apologia alla Tua persona anagrafica, quanto un esaltazione del tuo destino di custode di un prezioso monile che racchiude un tesoro comune a tutta la nostra città, di cui tutti ne diverremo detentori e padroni a causa della caducità umana, perché la città dei torresi Ti illuminò e Ti ispirò e ti rese portatore di bene comune, come un sorta di prescelta terrena divina. Finalmente non più i Sergianni, i Carafa, i D'Alagno, ma la città nuova pre-post-bellica scritta con la linfa vitale del popolo di Torre del Greco. Sinora qualsiasi "pezzo" nuovo su Torre è intriso di riporti storici libreschi. La letteratura torrese è una gigantesca promiscua ricerca di vecchi testi manipolati abilmente e riproposti come inediti. Nulla di prima mano. Finalmente ci troviamo di fronte a cronaca o brani letterrari creativi diretti, "coniati" all'epoca e vergini da contaminazioni. Per questo sono entusiasta! Tira un vento nuovo per Torre, e per Torreomnia, la grande magione corallina. Il lavoro a misura d'uomo, il famoso vivere alla giornata. Le arti applicate della tradizione artigiana. Il torrese che non disdegnava i tabernacoli solo perché apotropaici lontano dal mitizzare i plutocrati ed i tesaurizzatori come avviene oggi. La nostra Torre descritta nella sua oleografia più autentica e palpitante in quel sincretismo di povertà e gioia di vivere si può ricostruire da quelle che Tu chiami "ritagli ingialliti" e anche da preziose reminiscenze persino oniriche quando l'animo non è autarchico con idee oligarchiche elitarie. Per la Torre culturale starebbe per nascere una quinta stagione! Luigi Mari Fratello in Torre |
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