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Argomento presente: « Un signore per bene ed altro »
ID: 4373  Discussione: Un signore per bene ed altro

Autore: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Scritto o aggiornato: domenica 17 settembre 2006 Ore: 12:10

Caro Gigimari,
orecchia, orecchie, orecchio ed orecchi: errori di scrittura, errore di percorso, la fretta, la distrazione, un lapsus calami, o certe forme che "percepisco come musica"; falsa o mancata battuta sulla tastiera del PC, rimasta senza correzione finale, manuale o automatica (Dio ne scampi!)? Vallo a stabilire! Tu sei proprio bravino a pescare il pel nell'uovo. Si vede che esci dalle esperienze tecniche del correttore di bozze e non solo. Grazie, comunque, per la segnalazione.
Mi ricordi un anziano proto di una tipografia di Napoli, il quale componeva a mano con professionale pazienza pagine e pagine di greco antico per i testi scolastici, le leggeva in originale direttamente dai caratteri in negativo e le traduceva in italiano, senza ripensamenti e senza mai sbagliare od omettere una virgola. A me, che lo guardavo incantato, passava sempre la traduzione di brani di Senofonte e di altri Autori per gli esercizi da svolgere a casa, e per eventuali altri compiti, che potevano capitare in classe o agli esami: .
(Divagazione: una volta ho tratto fuori da una scassatissima e quasi pensionata linotype di detta tipografia, una decina di piastrine d'antimonio senza errori).
Ti saluto.

Con l'occasione desidero salutare cordialmente anche l'attivo "Maresciallo" e pregarlo, nel contempo, di procurarsi, in quel dei Camaldoli, qualche notizia di prima mano su Fratel Gregorio, il secondo Beato di Torre del Greco, del quale ho pronto il curriculum ed altra documentazione; e non mi sembra sufficiente per un avvenimento così importante. Sarebbe opportuno, ai fini del reportage, procurarsi una serie di foto, scattate in loco.
Lo ringrazio, riconoscente, e mi scuso per il disturbo.

Vito d'Adamo.

 
 

ID: 4382  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: domenica 17 settembre 2006 Ore: 12:10

Vito,
la precisazione dello stecchino è solo una innocente provocazione che dimostra come Tu sei un corallino salvo da "torresaggine": l'opposto di torresità, napoletanità, ecc.
Da mesi in questo forum combatto: perbenismo, provincialismo e permalosità. Quando trovo un torrese insensibile a queste tre carenza prendo il terno a lotto. Ci sono stati professionisti (sulla carta) senza nessunissima deontologia che in questo forum si sono risentiti per molto, molto meno. Ma spesso il risentimento e la ritrosia sono una scusa di essere schivi e riservati perché ci si rende conto di non poter primeggiare, prevaricare, sopraffare. In altre parole non si riesce a domare il complesso del primo della classe, formato allepoca, quando i laureati a Torre non erano l'80 per cento come oggi, ma un piccolo gruppo elitario. L'unico modo per uscire dal riscjio dell'opinione altrui è nascondersi e raffazzonare alla meglio dietro le quinte.
Dovevo dimostrare io, questo, un uomo pieno di difetti e di paure che come moravia o Roberto Bracco, non ha "beneficiato" di stuti regolari, ma che, per contro, ha divorato milioni di libri grazie alla "deformazione professionale" del suo mestiere, infarinandosi nella cultura a 380 gradi, non solo nozionisticamente, ma ideologicamente parlando, perché più è largo il raggio del sapere, più si riesce a fare confronti.
Ma grazie anche ai miei difetti ed alle mie paure, quindi ad una certa ipersensibilità, secondo la logica comune, ricevendo torti e irriconoscenze di "stampo vesuviano" solo per non essere torrese che da un paio di misere generazioni, ho acquisito la capacità di riconoscere ed analizzare oltre i miei, i difetti etnici locali. Una sorta di sonda umana che da una parte mi provoca sofferenza dall'altra mi alimenta dentro una gioia, quando mi riconosco fuori dalle conigliere degli addetti ai lavori, cioè dei masi chiusi della cultura o pseudo-cultutra lottizzata non già tanto dai colori politici quanto dalla potenza economica legata agli altri cavalli trainanti sociali.
Questo forum, sin dall'inizio, con i dialoghi e i non dialoghi, con le provocazioni e i silenzi si è rivelato un test sul caratteriale vesuviano inedito e prezioso che supera la validità di qualsiasi sondaggio e qualsivoglia interviste o interrogazioni. Alcuni, preso coscienza di ciò, invece di valutarne ed apprezzarne l'importanza hanno pererito eluderne la presenza nient'altro che per salvare la facciata perbenista e non sentirsi cavia da visisezione. (I sacrifici non sono comodi, anche per le giuste cause).
Ma ciò è solo l'incapacità di migliorare e riconoscere gli errori che TUTTI commettiamo verso la cumunictà che ci circonda o quella delle origini quando siamo fuori le mura.
Per questo dico W Beppe Grillo, W Intro Montanelli, W Enzo Biagi, W Benigni, W Dario Fo, e con buona pace W Oriana Fallaci.
E Dio mi quardi dall'avere voluto in questo messaggio sermoneggiare, scomunicare o rimproverare. Ciascuno ha diritto di vivere secondo la propria forma mentis, nè io mi ritengo migliore o superiore agli altri perché persino la logica comune non è standardizzata nel mondo.
Ma porto alto il vessillo dellìncontro, del dialogo, dello scambio di idee ed opinioni, nel modesto e umile tentativo di migliorare il vivere comune. Io agisco a monte, le prediche quasi sempre sono infruttuose, I cambiamenti non vengono con le battaglie ma tenedosi per mano per andare in una direzione comune. Non è retorica.
Pur se ci facciamo delle difese personali economiche o posizionali, o andiamo avanti con stampelle palliative, la società, anche a noi prossima, non migliora, "la folla sola "non è felice"; Allora solo si può parlare di gioia quando essa è condivisa con tutti.
Nessuno riesce a risolvere timori, incertezze, difetti da solo, perché i neuroni girano all'infinito nel carosello mosaicale fissato della propria età evolutiva.

Vito, Ti ringrazio di avermi dato la possibilità di fare questa dissertazione che mi sta a cuore.
Tu non sei capitato a caso in questo forum, la tua presenza è emblematica e preziosa. Tu dimostri la "purificazione" dalla torresaggine che è possibile, al di là dei nostri umani pregi e difetti.

Luigi Mari





ID: 4381  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: domenica 17 settembre 2006 Ore: 10:14

Mi riferisco a ID: 4378.

Mio caro Gigimari,
la frase voleva significare solo la conferma dell'identificazione. Non posso, a distanza di tanti anni, oggi ricordare con esattezza se Mastummichele avesse tra le labbra sempre e solo uno stuzzicadenti. Mi sono tenuto sulle generali ed ho optato per "stecchino".
Grato per le erudite precisazioni, ti prego di ringraziare il Maresciallo D'Urzo per la confermata disponibilità.

Vito.
________________________________



ID: 4379  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: sabato 16 settembre 2006 Ore: 17:54

Caro Vito, ti ringrazio per l'osservazione stecchino-stuzzicadenti. Ho subito provveduto con la chiosa.

Che differenza passa tra
l'avere uno stecchino tra le labbra
L'avere uno stuzzicadenti tra le labbra?

Prima di tutto avere uno stecchino tra le labbra è retorico. Vi sono almeno coinquemila brani di letteratura universale di tutti i tempi dove si trova questa frase fatta. Essa si riferisce a coloro che hanno uno stecchino tra le labbra come passatempo (come il chewing rubber) per scaricare la tensione... che poi finì col l'essere un atteggiamento del malavitoso, un segno di riconoscimento simile al fiore allocchiello del doppiopetto. (vedi Johnny stecchino).
Ma non è questo il punto focale. Per stecchino s'intende qualsiasi minuscolo profilato in legno o altro materiale: un fuscello, un assicina di osso, solo come adattamento e praticità si può avvicinare al moderno stuzzicadenti.
L'avere uno stuzzicadenti tra le labbra non scarica nessuna tensione e non simboleggia pose esibizionistiche.
Perchè, allora, Mastummichele preferiva lo stuzzicadenti a qualsiasi stecchinio di fortuna? Perché sui parallelepipedi di piombo, nell'occho in alto del minuscolo fusto è inciso il mirmicolante bassoriilievo della lettera o di un segno fuori cassa o altro elemento le cavità microscopiche si otturano col passaggio dei rulli inchiostrato, e poiché i caratteri erano riciclabili fino all'usura totale, bisognava cavare con una punta quel residuo di inchiostro solidificato.
Uno spillo è inadatto perché scalfisce la lega: (piombo, antimonio e stagno) dei carattera gutemberghiani, uno stecchino quasi sempre non ha punta acuminata. Cosa meglio, allora, di un fragile STUZZICADENTI di abete che certamente non può danneggiare i caratteri?

L'unica imprecisione fonetica l'ho commessa scrivendo "stuzzicadenti TRA LE labbra" mentre avrei dovuto scrivere "stuzzicaDENTI FRA le labbra"
Perché "denti tra" è cacofonico "denti fra" no perché non c'è ripetizione del suono t.
Pensa Tu cosa devo scrivere io che ho sempre combattuto i pedanti e i didattici... Questo sta a dimostrare che chi scrive fuori convenzione didattica lo fa per motivi stilistici e lo stile è univoco, non perché non conosca le regole convenzionali.
Ti dirò che i pedanti linguisti mi danno fastidio, questo è un eccesso ironico rivolto a loro. Io amo chi scrive "and capocciam", amo la fragranza e la spontaneità dell'idioma nmeno costruito e artefatto possibile.
Dico questo altrimenti chi vorrebbe scrivere un messaggio si fa venire i "riscenzielli" per il timore di essere mal giudicato...

Tuo servo e schiavuttiello in letteratura
Luigi Mari

P.S. - Come vedi il fatto che io sia torrese lo dimostra che, come moltissimi corallini, so sempre una pagina più del libro?


ID: 4378  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: sabato 16 settembre 2006 Ore: 16:11

... aveva sempre uno stecchino tra le labbra!
Ciao.

Vito


ID: 4377  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: sabato 16 settembre 2006 Ore: 12:40

: 4376 Risposta da: Luigi Mari - Email: info@torreomnia.com - Data: sabato 16 settembre 2006 Ore: 12.37

Dio mio,
come fai a conoscere mastummichele della Tipografia Genovese all'Università? Ma no, sarà un caso simile. Mastummichele aveva sempre uno stuzzicadenti tra le labbra. Componeva greco e matematica a mano e protestava quando gli fornivano elementi linotypici.
Otto pagine al giorno, otto mosaici di parallelepipedi disomogenei, legati abilmente con lo spago e pronti per la pianocilindrica.
Appena due, tre errori a pagina. Un fenomeno.
Propongo qui il link del libro da "Magonza a Torre del Greco" oltre 400 pagine sulla storia della vecchia tipografia napoletana, dove tale tipo di aneddotica si
spreca.
Ho dimenticato di dare a tua sorella la copia cartacea. Provvederò.

www.torreomnia.com/magonza/pagine/set_fra_magonza.htm

Luigi

P.S. Il maresciallo D'urzo provvederà a raccogliere notizie di prima mano su colui che abbiamo battezzato "il secondo beato torrese.





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