ID: 4323 Discussione: Viviani nel cuore dei torresi
Autore:
Cardone Giovanni
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Email:
giannicardo22@libero.it
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Scritto o aggiornato:
martedì 12 settembre 2006 Ore: 17:13
L’Associazione Artistico-Culturale MEDITERRANEO-Onulus presenta
E’ VOCE.......’E NAPULE di RafFaele Viviani drammaturgia di Vincenzo Merolla
Come redattore di Torreomnia e del forum e come attore torrese mi piace portare a conoscenza queste note introduttive sulla messa in scena che andremo a rappresentare nel laboratorio teartale, ovvero ”E’ Vvoce....’E Napule”.
Visto che Viviani è così vicino ai Vesuviani. Nato a Castellammare di Stabia il 9 gennaio 1888, dimostrò sin dalla prima infanzia il suo talento, prendendo parte a numerose commedie teatrali. Viviani, solo a causa di un sequestro tributario, fu costretto a trasferirsi da Castellammare a Napoli, dove nel 1893, grazie al recupero di materiali di scena sfuggiti al sequestro, costruirono il teatro "Masaniello". Quindi sangue dell’area vesuviana nelle vene e la conoscenza del caratteriale provinciale.
Note Introduttive sull’Opera di Raffaele VIVIANI.
L’Aspetto più originale e interessante della ricca produzione di Viviani e dato, a mio avviso, da quella complessità di segni e di linguaggi che non può sfuggire a una lettura attenta dei suoi innumerevoli lavori. Non sarebbe possibile, pertanto un’analisi compiuta della sua opera a partire dalle prime macchiette e ”Scene” fino ai drammi in tre atti, se si prescidesse dalla tradizione teatrale partenopea in tutte le sue svariate forme.
La messa in scena che andremo a rappresentare nel suddetto laboratorio, ovvero ”E’ Vvoce....’E Napule” opera importante che mette in risalto un Viviani che la critica ufficiale non sempre si e soffermata a sufficienza, ed e il Viviani musicista. Egli era, infatti, digiuno, per certi lati, fotunatamente, di qualsiasi preparazione accademica o di Consevatorio, ed il fatto che non sapesse scrivere sulla carta pentagrata ha provato interesse da parte di chi vede nella preparazione teorica la fonte di ogni ispirazione.
Viviani dettava, fischiettando, le arie ed i motivi e descriveva fin minimi partico1ari lo stile in cui fossero composti gli accopagnamenti strumentali. Il Maestro addetto alle esecuzioni ed agli arragiamenti era, spesso, Enrico Cannio, pianista ed amico. Cannio, diplomato in pianoforte ed egregio direttore d’orchestra, lavoro presso le scuole di canto e i complessi orchestrali dei maggiori teatri partenopei e collabord con le principali case editrici napoletane. Certamente 1’opera di Raffaele Viviani e in stretto rapporto con la tradizione popolare e musicale della sua città.
Tale tradizione appare nel suo mondo-teatro e nei personaggi che lo popolano, i quali diventano, cosi, portavoce di valori autentici di una classe sociale povera ed emarginata. La cultura popolare ”urbana”, cui Viviani si riferisce e caratterizzata, musicalmente, della compresenza di elementi, potremmo dire ”antichi”, come i canti tradizionali e le ”voci”, e di modelli, per cosi dire, ”ufficiali”, a lui contemporanei, quali la canzonetta ed il ”cafe-chantant”. Il richiamo al modulo principale di tale ”voce” viene allargato, fino a diventare vera e propria melodia originale, con riferimenti, peraltro frequenti, al nucleo iniziale.
Viviani la esegue nello stile proprio dei cantori di ”Fronna”, le cui melodie poco orecchibili presentano caratteristiche difficilmente analizzabili dalla teoria musicale tradizionale: hanno un impianto modale e fanno frequente uso di microintervalli e di fioriture cromatiche. Per questo le voci di Napoli possono essere utilizzate a trasmettere messaggi non solo d’amore, ma anche morali.
Le voci di Napoli rappresentano quella grida di dolore di tanti popoli oppressi e di anime perdute non caso Raffaele Viviani e uno degli autori più realisti, nel descrivere una realtà del secolo passato, ed e per questo mai ci limiteremo a interpretare umilmente i personaggi scritti e ideati da R. Viviani che nel 1oro piccolo combattono una grande guerra..... ”La Sopravvivenza”.
Questo laboratorio vuole essere un momento fortemente culturale ma nel contempo vuole fornire una valida rassegna della storia del ”Teatro Partenopeo”, attraverso uno studio dei suoi momenti piu significativi, delle sue trasformazioni nel tempo, delle maschere e delle sue mutazioni, di figure popolane caratterizzanti una singolare filosofia esistenziale nonché di un pittoresco conversare attraverso suoni e gesticolii che trovano una loro genesi nelle ”Voci di Mercato” od in quei ricorrenti conflitti quotidiani che erano usi accendersi tra i popolani. Ed è per questo che Viviani a rappresentato 1’Arte del Teatrar Napoletano, attraverso i suoi scritti dando un incisività ancora vigente negli usi e costumi della nostra società.
I personaggi che verranno messi in scena sono personaggi, di ”strada” quali: Lo Scugnizzo, Il Guappo, La Prostituta, Il Contadino, Il Cafettiere, etcc... Tutti questi personaggi vengono racchiusi in questo testo molto incisivo di un Viviani poetico. Questo testo e stato rappresetato in tutti migliori Teatri napoletani ed avuto riscontro sia di critica che di pubblico, alleghiamo recensioni e rassegna stampa.
Gianni Cardone
Attore tornese e redattore di Torreomnia