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Argomento presente: « Perché molti ci odiano? »
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ID: 4041  Discussione: Perché molti ci odiano?

Autore: Angelo Guarino  - Email: AngeloJG@aol.com  - Scritto o aggiornato: giovedì 12 ottobre 2006 Ore: 13:21

Caro Luigi,
sono Angelo Guarino dall'America.

Avevo preparato il seguente articolo una settimane fa’ ma non ho avuto la forza di mandarlo. Non ho voluto creare una rissa, una polemica; ho pensato di aver torto, ma il messaggio nel forum 4032 di oggi "Fuori i Napoletani dal Cilento" ha cambiato la mia idea.
Il torto che ho avuto e di aver avuto torto di pensare che potrei aver torto.

Perche’ noialtri italiani siamo malvisti, disprezzati o perfino odiati?
Per questa domanda chiedo ai miei amici una risposta disinteressata, una risposta oggettiva, una risposta che sia scandita da esperienze personali, una risposta che sia nuda di fantascienza.
Io sono lontano dalla Matre Patria da quasi 60 anni, ma sono orgoglioso di dire che ho mantenuto un contatto con la mia famiglia italiana, sia dentro che fuori le mura di Torre.
Durante il mio soggiorno ho incontrato molte persone di mie e di altre origini ed e’ stato quasi sempre una manifestazioni di poca simpatia, disprezzo o perfino odio per la nostra stirpe.
Nel campo locale, non credo che debba elencare le dicerie fra gente di ‘bbasci ‘a mare” e
gente di “ncap ‘a torre” le dicerie fra Torre e Resina e viceversa e fra Resina e......... Napoli
Nel campo nazionale basta ascoltare le odissee di un napoletano o siciliano vissuto a Milano o in altre parti dell’alta Italia per rendersi conto della poca simpatia, disprezzo o odio riservatoci. In un certo modo potrei intuire la differenza tra bbasci ’a mare e ncap ’atorre; potrei anche intuire il sentimento fra Torre e Resina e viceversa. (c’e stato e vi sara’ sempre poca simpatia fra due adiacenti paesi) Il disprezzo e la poca simpatia verso il napoletano (non credo affato all’odio, non lo si puo’ odiare) la si puo’ individuare nel suo noto carattere: furbizia, spavalderia.
Chi non ricorda le varie storielle (che poi non sono storielle, ma verita’ viventi) del paesano (l’ ingenuo) che va a comprare un paio di scarpe a Napoli per trovare, nella scatola, solo dei giornali o del vestito di gambardella trasformatosi in stracci al suo ritorno al paesello?
Noi da ragazzi ci divertivavamo ad ascoltare quelle storielle e, silenziosamente, pensavamo alla bravura, alla furbizia di quei napoletani, ne’ eravamo quasi orgogliosi di quelle gesta.
Nel campo internazionale, la situazione non cambia affatto, anzi. Basta ascoltare le odissee
di un meridionale in Germania, Stati Uniti o nel mondo per avere la stessa sensazione.
Di nuovo, noi, da ragazzi godevamo e applaudevamo le gesta della nostra gente che andava nelle regioni scandinavie a vendere olio vergine d’oliva a meta’ prezzo, con sommo piacere del compratore ma non passava molto tempo che quel sommo piacere si trasformava in odio.
La damigiana era piena di olio solo per la parte superiore ed il resto era pura acqua “e schium” o alla vendita di ottone per oro, o alla compera di oggetti con falsa moneta, etc. etc.
Quelle gesta erano per noi..........gesta di bravura, di furbizia italiana, senza, pero’, renderci conto che quelle gesta evidentemente avrebbero macchiato il nostro carattere ad un punto da essere malvisti, disprezzati e perfino odiati per anni da venire.
Potrei menzionare parecchi casi, casi di personale esperienza, di questa poca simpatia verso l’ italiano, ma ne menzionero’ uno solo e credo che sara’ di faro per avvallare la mia tesi. Con il “Nuovo Atto d’ Immigrazione del 1921", gli Stati Uniti aprirono piu’ porte ai tedeschi, nemici di battaglia di ieri che agli italiani, amici di battaglia di ieri, e questa e’ una storica verita’. A distanza di anni, il paesano ricorda ancora di quelle gesta e son sicuro che avra’ riservato un brutto ricordo dei napoletani.
Gli Scandivavi hanno conservato un grande rancore verso di noi. Perfino oggi, la nuova generazione riverva lo stesso rancore, anche e forse non sapendo le originali ragioni, e’ come una tradizione passata dalla vecchia alla nuova generazione..
Pur avendo dato tanta contribuzione alla civilta’ mondiale, l’italiano e’ ancora malvisto,
disprezzato e a volte odiato non solo in campo locale, ma nazionale ed internazionale.
La sola volta che non c’è differenza tra “bascia ‘a mare e ‘ncapa ‘a torre o fra Torre e Resina o Milano e’ quando la nazionale lotta per la coppa del mondo, allora siamo tutti “ttaliani” questo quanto riguarda il sentimento locale o nazionale, l’internazionale non cambia affatto.
Queste sono alcune delle mie ipotesi, delle mie risposte alla mia stessa domanda, per la poca simpatia, disprezzo e perfino odio che noialtri portiamo addosso, in campo locale, nazionale ed internazionle. Potrei aver torto. Spero che qualcuno mi dia la sua oggettiva versione.
Aspettando una vostra una vostra versione, come sempre, vogliamoci bene,

Angelo Guarino dall'America

 
 
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ID: 4668  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: giovedì 12 ottobre 2006 Ore: 13:21

Caro Angelo,
stamane è la seconda volta che ci viene a trovare in redazione il nostro amico comune dalla California Luciano Sorrentino. Vedi Foto:

www.torreomnia.it/forum/bacheca/guarino/guarino.htm

Luciano è accanto a noi e ci parla ancora di quando Tu eri presidente della squadra corallino-americana "La Torrese" a Brooklyn. Perché non ne hai mai parlato. Oggi la squadra non c'è più ma rimane il Club Turris.
E' lui, Luciano, che ci parla del Tuo lavoro di libero professionista a Brooklyn nella Tua Travel Agency, spedivi gente per tutto il mondo. Poi Ti sei ritirato sul mare a Bellharbovre.
Stamane abbiamo pure scritto via e-mail a Giovanni Raiola in California il quale ci invierà i suoi ricordi, (se i vikinghi ci lasciano in pace).

giovanni68@juno.com

Caro zio Angelo, un abbraccio da tutta la redazione

Serena Mari
Divisione Lingue estere



ID: 4666  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: giovedì 12 ottobre 2006 Ore: 11:05

Per chi non lo sapesse il nostro stimatissimo concittadino Vito D'Adamo, con tatto e razionalità ha sempre trattato l'argomento dell'emigrazione specie quella italiana in Germania e nel mondo, su varie piattaforme di media.
Grazie nonno Vito,
e grazie a zio Angelo per aver introdotto l'argomento.

Serena
Redazione: lingue estere


ID: 4664  Intervento da: Vito d'Adamo  - Email: vda27@online.de  - Data: giovedì 12 ottobre 2006 Ore: 10:15

Carissimo Angelo,
ci odiano? E noi rispondiamo per le rime, anche uffiicialmente. Gli steoripi permangono? Allora a noi tocca annullarli con il nostro comportamento. Poi ci sono gli antiitaliani irriducibili. Questi appartengono alla categoria, individuata da Beppe Grillo nel blob sottoriportiato.
I Comitati dell'Emigrazione Italiana (COMITES) e le istituzioni patrie, intervengano con decisione. Il COMITES di Freiburg in Germania, come puoi constatare, non ha peli sulla lingua, chiamando a sè la parte sana della società tedesca, che riconosce i meriti delle comunità italiane stanziate in Germania, perché dia addosso alla parte a noi ostile.
A NY, membro del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE) è Silvana Mangione, una donna in gamba, che si dà molto da fare per i connazonali. La conosci? Nel caso, portale i miei più amicali saluti.
Ciao, ti lascio alle testimonianze che seguono. A presto, spero.
Il tuo coetaneo di Germania, Vito.
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Duisburg. Qui Azzurri. Nesta: «Italiani parassiti? No, lavoratori»
«Dall'estero ci criticano sempre ma poi ci imitano: è invidia»
DUISBURG. «Italiani parassiti? No, italiani lavoratori». Così Alessandro Nesta risponde a uno dei tanti epiteti negativi attribuiti dalla stampa estera all'indomani della sofferta vittoria con l'Australia.
L'aggettivo era stato usato dall'edizione on line del tedesco 'Der Spiegel'. «Gli italiani sono andati in tutto il mondo ed hanno portato la loro esperienza - ha replicato Nesta, nella conferenza stampa di Casa azzurri -. Dalla moda alla ristorazione, siamo un popolo di lavoratori. Ci criticano per come siamo, però poi vogliono vestire e mangiare come noi. C' è un pò di invidia...».
Nesta ha risposto a diverse domande di inviati della stampa estera sull' immagine dell' Italia, dopo prestazioni giudicate brutte e troppo finalizzate al risultato piuttosto che al bel gioco.
«Se ci attaccano tutti vuol dire che ci temono - ha proseguito il difensore - noi guardiamo con indifferenza a queste cose, le parole le portano via il vento. Ormai è diventata una tradizione attaccare il calcio italiano. Una moda, e invece noi in questo mondiale siamo più offensivi del solito. Dicono che siamo tornati alle caverne? Non credo proprio...».
Nesta ha poi risposto ad una tv argentina che chiedeva se con il rigore ottenuto contro l' Australia la nazionale azzurra non avesse portato ai Mondiali i postumi dello scandalo intercettazioni. «Ma da voi va tutto a posto? Ognuno guardi in casa sua. Comunque non credo sia così, in campo il rigore si poteva dare e non dare».
Der Spiegel si è comunque scusato con l'Italia. Dopo aver cancellato già ieri il termine 'parassiti' usato in un suo articolo sulla versione on line a proposito degli italiani, la rivista tedesca ha ammesso la gaffe. "L'articolo di ieri ha superato in alcuni punti i limiti del buon gusto - scrive Der Spiegel on line - La Direzione si scusa per il fatto che il testo sia stato pubblicato senza correzioni redazionali". (ls/lr)

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Il Comites di Freiburg/Br protesta per l’articolo di “Der Spiegel” sugli italiani “parassiti”
Ci perviene, da parte del presidente del COMITES circoscrizionale di Freiburg/Br., Giuseppe Maggio, il seguente comunicato, con preghiera d’opportuna diffusione (Servizio a cura di Vito d’Adamo).
In nome del Comitato, che ho l’onore di presiedere, e mio personale, sento il dovere di energicamente protestare contro le affermazioni, apparse sull’ultimo numero della rivista tedesca “Der Spiegel”, non nuova ad esternazioni consimili, che vanno oltre alle considerazioni d’ordine calcistiche ed investono un presunto e molto generico modo d’essere e di comportarsi degli Italiani.
Agli amici tedeschi, che certo non hanno bisogno degli stereotipi suggeriti dal sunnominato settimanale, per giudicare l’opera dei lavoratori italiani in Germania - i quali rivendicano orgogliosamente l’onore di aver molto attivamente partecipato alla ricostruzione della Repubblica Federale Tedesca -; lo spirito di piena collaborazione tra le due Nazioni; le realizzazioni della società italiana in ambito europeo e mondiale, facciamo credito della loro piena estraneità a proposito delle inopportune illazioni dello “Spiegel”.
S’invitano, pertanto, i membri del Comitato e del CGIE–Germania, i Colleghi dell’Intercomites, i parlamentari della Circoscrizione Estero, le forze politiche e sociali, i mass-media e tutte le realtà, ivi costituite, a partecipare attivamente alle iniziative, promosse a dura condanna delle gratuite asserzioni dello Spiegel.
Si chiede, inoltre, all’Amministrazione Italiana in Germania e all’Ambasciata d’Italia in Berlino ad ufficialmente prendere, nelle opportune sedi, una decisa posizione avverso siffatto modo d’informare.
Si tratta, infatti, di uno scritto, che parte da considerazioni lecite sulle prestazioni poco felici, ma molto fortunate, della Nazionale di calcio italiana – e fin qui niente da eccepire-, per subdolamente allargarsi a presunte caratteristiche razziali italiane, suggerendo a malaccorti lettori temi ed argomenti, non condivisibili.
Il presidente del Comitato degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) Circoscrizionale di Freiburg/Br. Giuseppe Maggio (de.it.press)
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Interventi. Autogol…Ehi, Achilles! legga qui! La satira tedesca umiliata dagli stereotipi sugli italiani
Ci risiamo. Il vecchio vizio torna a galla, e mi do dello scemo se questa volta avevo sperato che nulla del genere sarebbe successo. E invece no, a ristabilire una certa normalità ci ha pensato, sulla rivista "Spiegel Online",il signor Achim Achilles. Per un calcio di rigore discutibile è riuscito a partorire un pezzo “satirico”, " Eingeölt und angeschmiert", insulso di stereotipi vecchi e stupidi sul Bel Paese riuscendo ad offendere non solo, e ci tengo a precisarlo, la sensibilità di milioni d’italiani ma anche di diversi suoi connazionali.
Il caro Achille dovrebbe infatti sapere che molti dei mammoni che vivono in Germania, vuoi perché anch’essi influenzati dagli stereotipi e dalla pubblicità, come moglie o amica hanno preferito una “Küchenmaschine” rigorosamente made in Germany. Il nostro caro Achille dirà, tirando dal suo sacco un altro stereotipo, che gli elettrodomestici tedeschi sono più affidabili… e poi si sa l’ingegnere italiano ah…ah…ah. Ma Achille…, facciamo un patto, ogni tre stupidaggini che scrive pensi anche a qualche stereotipo positivo tipo design italiano, pensi alle Küchenmaschine firmate Alessi etc. Oh Achille, molte donne sono veramente incazzate con lei. Infatti è riuscito a descriverle stupide e sformate, le ha fatte sentire oggetto umiliando gli anni di lotte che hanno alle spalle nella battaglia per l’emancipazione.
E poi signor Achille, anche se ci disegna come generatori di Küchenmaschinen, gli stadi la smentiscono e ridicolizzano, mostrandoci gli spalti, una volta tempio della cultura maschilista, affollati di donne dai colori variopinti e dalle diverse nazionalità, comprese le italiane. Achille, se ha una moglie o un’amica, le regali un fiore, e se sa farlo, le cucini qualcosa forse la potrà perdonare…tutto sommato resta sempre il suo amore…o no!!! Ma per le altre, diciamo solo per quelle che siedono sugli spalti degli stadi, magari per la partita Italia Ucraina, le proporrei, vista l’afa di questi giorni, che le distribuisca bevande fresche possibilmente non alcoliche, come lei saprà non amiamo ubriacarci negli stadi… ed ai mammoni, visto che amiamo ciucciare, regali dei gelati, possibilmente cornetti made in Italy o realizzati in Germania da qualche gelataio mammone, dove lei, molto probabilmente, prima di fare un salto in redazione beve il suo espresso.
Credo che questo ce lo deve a titolo di risarcimento parziale per le sciocchezze che ha scritto. Ma ciò non basta, lei infatti è stato troppo meschino per cavarsela con dei gelati, qualche litro di acqua fresca e un po’ di fiori. Ma non si preoccupi…non ho intenzione di organizzare comitati per la raccolta di firme che chiedano la sua radiazione dai collaboratori della rivista “der Spiegel”…no, amo troppo la libertà di espressione e Dio solo lo sa le volte che in questi ultimi anni, pensando alla situazione dei media in Italia, ho dovuto ricorrere al malox (medicinale che protegge dall’ulcera). Ma mi piacerebbe che la testata, per la quale lei scrive, sia capace di dare un po’ di spazio per l’approfondimento o meglio possa dare un contributo a spazzare via un bel po’ di brutti stereotipi che non aiutano nessuno, non fanno sorridere e avvelenano la convivenza.
Lei signor Achilles provi a pensare, a usare il suo cervello, la sua cultura. Con il caldo umido di questi giorni pensare forse è difficile, è indubbiamente più facile scrivere una lista d’insulti spacciandoli per satira. Con le stronzate che ha scritto, me lo permetta, la sua nazionale non diventerà ancora più forte, anzi… E poi si ricordi che ad insultare sono capaci tutti, scrivere stronzate è troppo facile ma si rischia però di fare autogol come ha fatto lei dimostrando debolezza e stupidità e umiliando, prima che gli italiani, la satira.
Gianfranco Rizzati (de.it.press)
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Beppe Grillo risponde a “Der Spiegel”. Der Stronzen.
La testata tedesca si scusa.
La testata tedesca, in seguito alle numerose proteste ricevute, chiede scusa e nella nuova versione dell’articolo toglie il termine “parassiti” disinvoltamente affibbiato agli uomini italiani
Ho letto Der Spiegel. Me l’ha tradotto un mio amico svizzero. Più che Der Spiegel dovrebbe chiamarsi Der Stronzen. Dopo la lettura mi sono sentito come quei padri che danno uno schiaffo ai propri figli ogni volta che sbagliano, ma se lo fa un estraneo diventano una belva. Noi italiani per molti versi facciamo schifo, ma rispetto ad altri popoli, ad esempio i tedeschi, ce ne rendiamo conto. Sappiamo quali sono i nostri difetti e non ne andiamo certo orgogliosi. Se c’è un popolo che parla male di sé stesso è quello italiano. L’autocritica è un nostro personale piacere.
Der Stronzen, prendendo spunto dai nostri calciatori ed allargando il concetto a tutti gli italiani, ci qualifica come forme di vita parassitarie, mammoni maligni che sfruttano le donne, tipi da spiaggia, millantatori, viscidi, che non possono vivere senza un animale ospite dal quale succhiano più che possono, il cui obiettivo primario nella vita è l'ostentazione continua di affaticamento e, se calciatori, preferiscono giocare la palla a terra in modo da colpire meglio le ossa degli altri.
Der Stronzen conclude minacciando i calciatori italiani affermando che se la Germania li incontrerà in semifinale, loro, i tedeschi, hanno ancora un paio di conti aperti dall'ultima vacanza italiana.
Der Stronzen è uno dei settimanali più diffusi e letti in Germania. Non so se quanto ha scritto rappresenta anche l’opinione dei suoi numerosi lettori.

Certo la tradizionale ospitalità tedesca non è più quella di una volta se nessuna fonte governativa ha finora preso posizione contro gli insulti di Der Stronzen rivolti a una nazione ospite.
Un gesto di orgoglio dipendente Prodi! Un colpo di telefono al cancelliere Merkel per chiedere un intervento.
Al direttore di Der Stronzen e al pennivendolo autore dell’articolo posso solo dire che le loro parole disonorano, ingiustamente, il popolo tedesco, e non gli italiani.
Postato da Beppe Grillo il 27.06.06 19:36 in Muro del pianto, (beppegrillo.it)

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Le numerose proteste giunte direttamente alla testata tedesca, l’anno costretta a far retromarcia ed a ritirare almeno il termine “parassiti” affibbiato con tanta disinvoltura agli uomini italiani. La riedizione dell’articolo non lo riporta più. Der Spiegel chiede scusa e l’attuale edizione online fa seguire la seguente precisazione (in tedesco ed in italiano) all’articolo di Achilles: “Nella prima versione di questo testo satirico gli uomini italiani sono stati definiti come ‘forme di vita parassitaria’. La redazione ha provveduto immediatamente a cancellare queste espressioni. Alcuni lettori hanno contestato la scelta di quei termini, in quanto oltrepassavano i limiti della satira. SPIEGEL ONLINE si scusa per la scelta delle parole usate”. (de.it.press)

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P. S. Sono uscito fuori tema? Forse. Ma quando ci vuole, ci vuole e gli episodi, qui riportati, rientrano nella discussione , da te proposta, caro Angelo! Insomma, bisogna reagire con raziocinio e non sempre a testa calda. Vito.





ID: 4654  Intervento da: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Data: mercoledì 11 ottobre 2006 Ore: 10:41

Molti ci odiano perché ci odiamo noi stessi. Le dominazioni ci hanno messi l'uno contro l'altro per l bisogno della sopravvivenza.
Oggi per il bisogno del Lusso
Giovanni


ID: 4078  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: martedì 1 agosto 2006 Ore: 14:09

Mio caro Angelo dall'America.
Tutte le etnie sono piene di pregi e difetti. L'ospite, comunque, anche se di zucchero è spesso amaro, come la suocera, anche dopo molti anni. Una volta eravamo un paese di poeti, santi e navigatori, pur se non ci siamo sottratti, sin dai romani, alle battaglie cruente. Ma oggi? In piena democrazia? In piena Repubblica cosa ci accade? Il motto: "italiani brava gente" è proprio azzeccato in maniera generale?

C'è una parte di italiani con il DELIRIO DI ONNIPOTENZA, non perché all'estero non ci siano. Come dice Mari "l'homo homini lupus" è sempre verde.

Ci sono i narcisisti, i sanguigni, gli ossessivi, gli edipici, i depressi, i superstiziosi. E’ la tipologia dei rappresentanti del popolo italiano, di quegli onorevoli che:
Piero Rocchini, lo psicoterapeuta del parlamento italiano,
fino al 1992 ha steso sul lettino da analista per ascoltarne le fantasie disturbate, i sogni malati e inquieti, le ossessioni prosaiche e le rabbie biliose.
Dal 1980 a oggi ha raccolto le confessioni di trecento deputati e racconta le ossessioni e i fantasmi del loro inconscio politico in un libro che sollecita morbose curiosità. S’intitola “Onorevoli sul lettino”-Tropea Editore. Il narcisismo è più diffuso a destra, i leghisti sono più sanguigni, gli ex democristiani, riciclati, sono i più sereni e paciosi, i comunisti sono umanamente patetici, rigidi, emotivamente bloccati, incapaci a dialogare al di fuori dei loro valori stereotipati, tutti con angoscia di competitività, disturbi d’ansia e di depressione. La classe dirigente sarebbe formata da psicopatici di successo con una tendenza patologica alla menzogna e allo sfruttamento degli altri senza rimorso.
Fuori del Parlamento v’è di peggio.

MOSTRUOSITA’ BRUNE
C’è chi vive zappando e chi rompendo. Un povero diavolo trovava l’unico modo di vivere, vomitando immondizia sugli amici.
Crisostomo ebbe la sua visita: fu aggredito violentemente con parole dettate da un cuore ferito da un’infanzia dolorosa. Aveva subito il fascino e il complesso del padre e si riversava sugli altri, cercando la rivalsa stupida, come le femminucce, che inventano pettegolezzi miseri. Divennero amici, cenavano, discutevano, distruggevano. Il mostro aveva sete, le cavie erano sempre poche, aveva bisogno di vittime continuamente. Il cambio era meschino e pauroso. Crisostomo rigettò questo essere e si allontanò. Il mostro sputava peste e corna del fratello. Quando la misura è colma, esplodono anche gli uomini più tranquilli. E fu così. Crisostomo si partì deciso ad impartirgli una lezione. Si recò a casa sua, si fece annunciare e, quando gli fu davanti, gli assestò due pugni sulle tempie. Un urlo disumano echeggiò nell’aria. Dalla testa del mostro sprizzò materiale diarroico e non materia cerebrale, come si poteva e doveva supporre. Scavalcò il balconcino e si mise a correre, impazzendo di gioia. Un’auto lo investì, ma egli non avvertì neanche il peso del pesante mezzo, anzi acquistò nuova linfa e corse, corse, corse, finché si rese conto che un uomo da fogna anche la morte lo evita. Da quel giorno il mostro bruno vive in un gabinetto d’analisi, accanto ai vibrioni del colera, che sono diventati il suo pasto preferito, isolato dai mortali, in quanto egli è immortale. Infatti, le feci sono universali, perché da quando è nato il mondo l’uomo ha sempre partorito esseri stercosi. Attenzione, dunque, ai mostri bruni! Essi hanno occhiali, capelli ricci, pantaloni e scarpe.

IL NANO
Il mostro nano, povero disgraziato, si rivaluta solo tra gli analfabeti. E’ il signor nessuno e lo sa bene. E sa ancora meglio che non ha creato alcuna opera pia, perché la sua bocca puzzolente vomita solo merda; nella cloaca, è coperto sino ai capelli.
Non sapevo che una parte degli uomini appartenesse ad una chiavica immensa.
Al mostro bruno furono assestati due pugni sulle tempie, dalle quali sprizzò materiale diarroico, stranamente; al mostro nano che cosa uscirebbe in una colluttazione con un uomo dabbene?
Nulla, o forse acqua fetida, perché anche gli escrementi hanno lasciato la sua scatola cranica, perché sono stati alterati da una visione meschina della vita stupida, monotona, scialba, priva di significato. Come si può parlare di civiltà in una società ancorata a pregiudizi antichi? E chi vomita? Sempre le nullità. E’ la difesa dei poveri di spirito.
Che il Signore ci scansi da questi esseri inutili, che sognano lauree.

Dott. Franco Penza
Medicina e filosofia


ID: 4074  Intervento da: Angelo Guarino  - Email: AngeloJG@aol.com  - Data: lunedì 31 luglio 2006 Ore: 19:56

Caro Luigi,
anzitutto grazie per aver risposto alle mie domande - come sempre sei un uomo saggio - le tue risposte mi hanno riempito il cuore di amore, piu’ di quanto ne ho sempre avuto Ho letto e riletto la tua risposta e sono sicuro che la rieleggero’ ancora ed ancora fin quando la potro’ recitare a memoria. Stai sicuro che della tua risposta ne’ faro’ un tesoro.
Allo stesso tempo voglio ringraziare l’amico Arturo per la risposta alle mie tante domande.
Si, Arturo, non c’ e’ dubbio sulla tolleranza degli italiani verso i tanti e tanti immigrati che oggi hanno invaso la nostra Italia ed a una buona ragione: la cuccagna, “l’ America” come tu dici, che non avrebbero mai goduto nelle proprie terre o trovato altrove, neanche in .America.
Come si puo’ odiare un essere che cerca di portare avanti una famiglia con ‘vu cumpra” anche se tii offre “cinque anni di garanzia per mollette(?) e da apprezzarlo, meglio che rubare
Su questo punto io son con te ed essendo un antirazzista nato e cresciuto, son orgoglioso che la nostra Italia abbia offerto tanto a gente che, con tanti sacrifici ed a volte col prezzo della propria vita, hanno lasciato la loro Patria, la loro famiglia, i loro amici per un migliore avvenire per se stessi e per i loro discendenti. Solo un emigrante puo’ realmente capire e apprezzare le gesta della nostra Italia ed io la capisco e l’ apprezzo e a nome loro dico, grazie Italia allo stesso modo che ho sempre detto e diro’ per vita, grazie America.
Il mio tema, pero’, caro Arturo, non era la tolleranza degli italiani verso gli immgranti in Italia.
Questo e’ ed e’ stata sempre una cosa saputa. Il mio tema era il perche’ della poca simpatia, disprezzo e a volte anche odio contro gli italiani e non solo da stranieri, ma tante volte (e quante) anche da stessi fratelli italiani (vedi articolo, Napoletani fuori del Cilento)

Da New York, come sempre, vogliamoci bene, Angelo


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Autore unico e web-master Luigi Mari

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