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Argomento presente: « INEDITO 16_05_2006 »
ID: 3228  Discussione: INEDITO 16_05_2006

Autore: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Scritto o aggiornato: mercoledì 17 maggio 2006 Ore: 14:34

TUTTE le auto del presidente:
Il primo capo dello Stato, Enrico De Nicola, uomo di grande austerità di costumi: eletto presidente della Repubblica, giunse a Roma da Torre del Greco a bordo della sua auto privata. Il parco macchine della presidenza di Antonio Segni annoverava Fiat 1300, 1500 e 1800, anche se in realtà il capo dello Stato preferiva ricorrere ad un’Alfa Romeo 1900. Nel settennato di Giuseppe Saragat arrivarono le Fiat 130, ammiraglie della Casa torinese, ed alcuni modelli più recenti della Lancia Flaminia. È con la presidenza di Giovanni Leone che arrivano al Quirinale le prime vetture blindate (due Alfa Romeo 2500), ma l’autoparco presidenziale può contare anche su alcune Fiat 125 e vari modelli della Fiat Argenta. La Maserati arriva al Quirinale con Sandro Pertini, il presidente-partigiano, che commissionò la realizzazione di una elegante berlina fuoriserie blindata (quattro porte e 5000 cc di cilindrata) poi ceduta alla Farnesina. In dotazione aveva anche un bracciolo fatto a mano per le amate pipe del capo dello Stato. Per il mandato di Francesco Cossiga, invece, furono realizzate un’Alfa Romeo 164 ed alcune Lancia Thema blindate, tra cui il modello Limousine, molto utilizzato anche dal predecessore di Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro, che comunque utilizzò in molte occasioni la Flaminia per le visite ufficiali. Carlo Azeglio Ciampi, prima dell’arrivo della Maserati Quattroporte nuova di zecca, ha usato due Lancia K, due Lancia Thesis e tre Lancia Flaminia 335.
Dopo 46 anni di «servizio» la Lancia Flaminia decappotabile è ancora la regina dell’autorimessa presidenziale. È lei che porta il presidente della Repubblica, il giorno dell’elezione, dall’Altare della Patria al Quirinale, con la scorta di corazzieri a cavallo. La storica Flaminia 335 è ormai parte del Quirinale e della sua storia. L’arrivo sul Colle di questa straordinaria auto coincide, durante la presidenza di Giovanni Gronchi, con la visita in Italia della Regina d’Inghilterra. Alla Casa torinese il Quirinale ne commissionò cinque. A realizzarle, in sei mesi, ci pensò un’altra icona dell’industria automobilistica italiana, la Carrozzeria Pininfarina, assecondando alcune specifiche richieste avanzate dallo stesso capo dello Stato. Delle cinque Flaminia, una è stata donata alla sovrana britannica ed un’altra è stata regalata da Carlo Azeglio Ciampi al museo dell’automobile di Torino. Gronchi, in particolare, preferiva usare una Flaminia Berlina, ma l’autorimessa presidenziale aveva in dotazione altri modelli Lancia, tra cui le Aurelia B10 e B12, oltre a varie Fiat 1100. Le restanti Lancia Flaminia attualmente in dotazione al presidente della Repubblica sono di colore blu scuro. La vernice è ancora quella originale. Gli interni sono in pelle nera Connolly 8500. In dotazione hanno un’autoradio Voxon. Possono trasportare sette persone; sono tutte decappottabili con sistema elettrico e una di esse, tra l’altro, ha il tettuccio trasparente che può essere usato in caso di pioggia e le marce vengono innestate con la leva sotto il volante. La storia delle auto presidenziali è lunga e ricca di gioielli a quattro ruote. Prima della presidenza Einaudi il parco veicoli era composto da quattro Fiat 2800 decappottabili, di rappresentanza; un’Aprilia costruita appositamente per la visita in Italia di Hitler; una Fiat Tipo 4 utilizzata da Vittorio Emanuele III nella prima guerra mondiale ed oggi esposta al Museo storico della Cecchignola; una Fiat 1500 verde militare a disposizione del Principe Umberto; un’Isotta Fraschini; una Lancia Aprilia,; una Lancia Ardea; una Fiat 1100 ed una balilla a tre marce. Poi, con l’avvento di Einaudi, nell’autorimessa del Quirinale di Via della Dataria sono entrate anche un’Alfa Romeo 1900 ed alcune Fiat Topolino giardinetta.

 
 

ID: 3234  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: mercoledì 17 maggio 2006 Ore: 14:34

Si tratta dell'ex assessore regionale Nicolais

Anche un ercolanese nel Governo Prodi




UN ERCOLANESE NEL GOVENO PRODI

C'è anche un cittadino ercolanese nella lista dei ministri consegnata pochi minuti fa dal premier Romano Prodi nelle mani del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano.
Si tratta di Luigi Nicolais, area Ds, già assessore regionale con Antonio Bassolino.
Nicolais, originario di Sant'Anastasia e da anni residente nella zona alta di Ercolano, ha ricevuto la delega alla Funzione Pubblica e all'Innovazione.

La moderatrice


ID: 3232  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: mercoledì 17 maggio 2006 Ore: 10:36

Presso l'Hotel Sakura il 18 ed il 19 maggio 2006

Notizia del: 16/05/2006 Area protetta: PN Vesuvio Fonte: Redazione Parks.it

Seminario di presentazione del progetto sulle foreste euromediterranee
Giovedì 18 e Venerdì 19 Maggio 2006, al Parco nazionale del Vesuvio

Il Parco Nazionale del Vesuvio, capofila del progetto Interreg IIIB Medocc RECOFORME, per la sperimentazione e la condivisione di strategie di gestione forestale sostenibili nell'ecoregione mediterranea, organizza il seminario di chiusura dell'importante iniziativa, che avrà luogo a Torre del Greco presso l'Hotel Sakura il 18 ed il 19 maggio 2006. In questa occasione, saranno presentati un bilancio delle esperienze maturate ed una dichiarazione congiunta dei partner sulle foreste mediterranee.

Programma e altre info su www.parks.it/parco.nazionale.vesuvio/nov.html



ID: 3231  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: martedì 16 maggio 2006 Ore: 15:53

Presentazione del nuovo Palio delle Contrade

Martedì 16 maggio, alle ore 12, presso la sala Giunta della Comune di Torre del Greco (complesso La Salle), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione della terza edizione della manifestazione storico-sportiva “Palio delle Contrade di Torre del Greco”.
All’incontro con i media interverranno Vincenzo Maida, assessore alle Politiche del Mare del Comune di Torre del Greco; Ciro Noto, presidente dell’Associazione delle Contrade; Ciro Ruotolo, presidente dei Comitati di Quartiere; Leopoldo Fontanarosa, direttore artistico del Palio delle Contrade; Davide Tizzano, direttore sportivo della kermesse. Il Palio delle Contrade è organizzato dall’Associazione delle Contrade di Torre del Greco con il supporto dell’Amministrazione comunale ed il patrocinio dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania. Protagoniste assolute della manifestazione saranno le dieci contrade cittadine - Fiorillo Miglio d’Oro, Taurano, Calastro, Borgo Mare, Santa Croce, Cappuccini, Cavallo, Torre di Bassano, Camaldoli Tre Cappelle, Incino La Bruna – che sabato 26 giugno daranno vita al suggestivo Corteo storico che attraverserà il centro antico della città del corallo. Domenica 2 luglio sarà la volta della Regata storica, con la quale le contrade si contenderanno l’aggiudicazione del Palio.

Fonte: Ephemerides (giornale torrese nline)


ID: 3230  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: martedì 16 maggio 2006 Ore: 11:10

Sfiorata Tragedia

Sfiorata la tragedia in un cantiere edile nella zona mare della città. Un giovane muratore di 16 anni ha rischiato la vita, colto da un improvviso malore, mentre lavorava su un’impalcatura nel cantiere in via che Conduce alla Marina. Il pronto intervento delle forze dell’ordine ha però scongiurato il peggio. Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, quando dopo la pausa pranzo, il ragazzo era tornato a lavoro per intonacare le facciate dell’ultimo piano del palazzo, ma improvvisamente si è sentito male ed ha perso i sensi, rischiando di cadere dall’impalcatura ad oltre venti metri di altezza. Sul posto sono prontamente intervenuti polizia e vigili del fuoco che sono riusciti a riportare a terra il giovane, precedentemente soccorso dagli altri operai che hanno evitato che il 16enne precipitasse a terra. Per il giovane si sono rese necessarie le cure dell’Ospedale Maresca. I medici del nosocomio torrese hanno imputato il malore ad un improvviso calo di pressione. Dopo averlo tenuto per qualche ora sotto osservazione, il ragazzo è stato trasferito a Napoli all’ospedale Pellegrini. Denunciato a piede libero un 25enne, S.B: queste le iniziali del giovane e una donna per oltraggio a pubblico ufficiale per aver ostacolato i soccorsi delle forze dell’ordine.



ID: 3229  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: martedì 16 maggio 2006 Ore: 11:08

NEI discorsi di insediamento, i presidenti della Repubblica hanno sempre tratteggiato il loro programma ricorrendo a slogan di presa immediata. Ecco la frase chiave di ciascuno dei dieci messaggi rivolti finora al Parlamento dai presidenti della Repubblica, in attesa di quello che pronuncerà domani pomeriggio Giorgio Napolitano. De Nicola (1946). Il suo è il dicorso più veloce della storia, appena dieci minuti. Tra l’altro non venne nemmeno letto dal presidente perché in quel momento non si trovava a Roma. Vi giungerà il giorno dopo a bordo della sua automobile, provenienza: Torre del Greco, in provincia di Napoli. «I partiti, che sono la necessaria condizione di vita dei governi parlamentari, dovranno procedere, nelle lotte per il fine comune del pubblico bene, secondo il monito di un grande stratega: marciare divisi per combattere uniti». Ma lo slogan era stato inventato da Nenni. Einaudi (1948). Il Paese spaccato, per certi veris come oggi. E l’appello alla riunificazione, a cercare soluzioni comuni in venti minuti di discorso. «Per ben due volte abbiamo dato al mondo una prova della nostra volontà di ritorno alle libere democratiche competizioni politiche e della nostra capacità a cooperare, uguali tra uguali, nei consessi nei quali si vuole ricostruire l’Europa». Gronchi (1955). L’Italia cresce, sono gli anni del piano agricolo e dell’inizio della nuova industrializzazione. Il pensiero del Capo dello Stato, in tutto 35 minuti, si rivolge proprio ai passi in avanti. «Nessun progresso vero si realizza nella vita interna di ciascuna nazione e nei rapporti internazionali senza il consenso ed il concorso del mondo del lavoro». Segni (1962). A Roma sono stati firmati cinque anni prima i trattati che fa nascere la Cee. E all’Europa si rivolge il presidente nella sua mezz’ora di prolusione. «A questa nuova organizzazione dell’Europa tendono i tempi nuovi. Per essa anche io ho lavorato con fede, a fini di progresso e di pace. E io auspico che alla sua realizzazione si diriga l’impegno del governo e del Parlamento». Saragat (1964). Sono gli anni del centrosinistra, e nei venti minuti di discorso si respira quell’aria. «Metterei l’accento sulla casa ai lavoratori, sulla sanità pubblica e sulla scuola. La scuola, in breve volgere di anni, deve venire democratizzata in modo da garantire la selezione di tutti i giovani e l’avviamento agli studi superiori con l’unico criterio delle capacità e delle attitudini». Leone (1971). L’Italia scopre la contestazione, le piazze piene e le prime misteriose bombe. «La pace sociale non significa rinuncia alle legittime aspirazioni e ai modi anche solleciti di farle valere: significa rinuncia al metodo della violenza e dell’intolleranza. Soltanto l’ordine democratico può garantire il conseguimento di un risultato positivo». Venti minuti in Parlamento. Pertini (1978). Impazzano terrorismo e compromesso storico, Pertini parla 30 minuti. «L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame». Cossiga (1985). Eletto al primo scrunitnio, il Capo dello stato parla 40 minuti. «Il presidente della Repubblica, per quanto di sua competenza concorrerà al processo di rinnovamento quale rappresentante dell'unità nazionale e quale garante della Costituzione voluta dal popolo italiano». Scalfaro (1992). Il suo è il discoro più lungo, oltre 45 minuti. Impazza tangentopoli, dal Paese arriva forte una richiesta di rinnovamento a ogni livello. «Il presidente della Repubblica rivolge in questa assemblea solenne un rispettoso ma fermo invito al Parlamento perchè proceda alla nomina di una Commissione Bicamerale con il compito di una globale e organica revisione della Carta Costituzionale». Ciampi (1999). In 25 minuti, l’ex governatore e ex ministro dell’Economia pensa soprattutto all’euro e all’Europa. «La creazione della moneta unica europea, grande evento politico e non solo economico, ci impone di far sì che l’economia italiana risponda sempre più alle caratteristiche del modello di sviluppo europeo». Per la prima volta il discorso di insediamento di un capo dello Stato si conclude anche con «Viva l’Unione europea», insieme a «Viva la Repubblica Italiana, Viva l’Italia».

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