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Argomento presente: « IL BANCHIERE E LA SIGARETTA »
ID: 2774  Discussione: IL BANCHIERE E LA SIGARETTA

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: domenica 6 novembre 2005 Ore: 13:05

Buon giorno a tutti gli amici del forum e ai miei cari concittadini torresi.

…E il giovanotto conobbe la professoressa, che lo riavviò allo studio e gli permise di conseguire il diploma di ragioniere e di cominciare una ottima carriera in banca. Lei vedova di un mese, gli dette due figli, malgrado fosse più anziana di lui e ricostruisse il binomio moglie marito uguale madre e figlio. L’atmosfera influenzò i due figli, che non trovarono pace nelle famiglie, divorziando e lasciando in balia del mondo i loro figli, come al solito, ossessionandoli con le loro prediche per la rivincita sociale. Il giovanotto, dopo gli anni intensi di lavoro, elegante e disinvolto, corteggiatore e corteggiato, non ebbe molte soddisfazioni in famiglia. Nessuno è profeta in Patria. In società fu brillante e fumatore accanito. Si cibò di pane, fumo e amore, fondendo il tutto in una bomba, che esplose dopo il pensionamento.
Prime avvisaglie: dimagrimento, tosse stizzosa. Si parla di ascesso polmonare e non si pronuncerà mai altro termine di patologia. C’è l’intervento chirurgico, una lobectomia, e tutto sembra tornare normale. L’avvenimento pone la solita domanda: Si deve o non si deve dire al malato della grave malattia?” Dipende dalla maturità del paziente, dalla sua sensibilità, dalla vita che egli ha svolto con o senza piacere. Nel nostro caso la famiglia decide di non rivelare il male, parlando di pleurite, polmonite. Possiamo affermare nello specifico che il fumo ha danneggiato l’uomo ed è bene attuare la prevenzione ad ampio raggio.
Ma come disinquinare le acque del mare e della terra, le strade, le case? Come vivere in serenità. Ci sono delle teorie supportate dalla clinica, che accennano ad una malattia psicosomatica del male del secolo. Credo che sia vero. Pensate che oggi in una società consumistica l’uomo è oggetto anche di consumo, per cui egli non ha diritto di pensare con la propria testa; anzi, sono in pochi a pensare per tutti, pure se crediamo di essere liberi. Il male del secolo trova le sue origini nella continua spersonalizzazione dell’essere in democrazia, che doveva significare il potere del popolo, ma resta un’utopia. I rapporti sociali sono difficili, gli amori impossibili, le false ideologie imperanti. L’uomo viene annullato continuamente e la somatizzazione crea la malattia con situazione allarmante del pianeta terra. Ma mi chiedo:”Possiamo tornare per un attimo indietro? Sappiamo vivere senza automobile? Il rasoio elettrico, l’aereo, le armi, la fobia della vita con ecologia, prevenzione e tranquillità? Siamo su una china inarrestabile verso la fine dei tempi. Dunque, la catastrofe? No, ma una sana riflessione è necessaria: abbiamo sbagliato tutti ed è giunto il momento di andare da capo.
Mentre lei e lui si avviavano verso il nulla eterno, l’alba imbiancava il nuovo giorno, l’aurora annunziava il sole, la triste donna depositava il neonato nel recipiente della spazzatura.
L’aria pura, il cinguettio degli uccelli, il fruscio degli alberi, dove sono finiti? Purtroppo ci siamo illusi di aver raggiunto alti gradi di civiltà, ma ho sempre di più la sensazione di essere nella caverna delle stragi, delle rapine, delle guerre. Stiamo a guardare che etnie distruggano etnie con pulizia aberrante, con stupri di massa.
L’amore è un frutto acre, che t’allappa le labbra e ti allega i denti. Sogniamo case di montagna, di città, di mare e non ci accorgiamo di correre verso il nulla, poiché a questo conduce la società dei consumi.
Il mistero della vita e della morte…Vorrei liberarmi nel cielo blu, senza confini, senza soldi, senza prostituzione, dove l’involucro terreno non esiste. Siamo invece i pupi nel teatro delle marionette. Fortunatamente c’è ancora il sole, anche se pallido e malato: la mia libertà

Dott. Francesco Penza
direttore del Giornale "L'Infinito"

 
 

ID: 2775  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: domenica 6 novembre 2005 Ore: 13:05

IL VANGELO DELLA GIOIA

Nel seminario di Capodimonte furono ordinati sacerdoti Salvatore Maglione, parroco di S.Anna a Tolrre e Mario Borrelli nel 1946. Con il primo ho trascorso la fanciullezza nell’Associazione Cattolica Loreto Starace; con il secondo la maturità nel Consultorio Geriatrico dell’ex Casa dello Scugnizzo, oggi Centro Comunitario di Materdei. Il mio genitore Giuseppe fu esploratore con Padre La Rovere, padre spirituale dei due sacerdoti, capaci di grandi imprese in un momento delicato del dopo guerra.
Don Salvatore raccoglieva i ragazzi nella sua Starace e Don Mario ospitava gli scugnizzi nella Casa, divenendo scugnizzo di notte e prete di giorno.
La campagna, dove ho trascorso la mia infanzia, è ancora verde, ma quanta malinconia a risentire il canto di mia madre…
Per ricordarlo agli amici, il parroco Maglione diede alle stampe “Don Nicola Ciavolino - Il Vangelo della gioia”. Conoscevo Nicola, avevamo frequentato inizialmente la stessa scuola, ma abbiamo percorso strade diverse. Lui ha scritto pagine importanti sull’archeologia cristiana. Io sono un assetato: ho bisogno continuamente di
bere alla fonte della cultura, altrimenti m’intristisco. La professione medica mi dà la forza per percorrere il resto del cammino.
Ciao, Nicola! Veglia su di noi..

Dott. Francesco Penza


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