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Argomento presente: « STORICA VIA CALASTRO? »
ID: 2595  Discussione: STORICA VIA CALASTRO?

Autore: loffredo Carlo  - Email: carloloffredo@hotmail.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 23 settembre 2005 Ore: 20:00

Buona sera.
Alcuni miei parenti si chiedono perché chi abita a via Calastro di Torre paga tasse con aliquote più alte. Basta qualche episodio a determinare ciò?
Una leggenda dice che S. Pietro si fermò a Calastro, da qui la chiesetta esistente in loco, ma non proprio tutti sanno che agli albori del secolo scorso accadde un avvenimento malavitoso più conosciuto come "Il Processo Cuocolo: la camorra alla sbarra", riportato negli annali di tutto il mondo. Vogliamo darci un'occhiata insieme?

OMICIDA: Camorra
VITTIME: Gennaro Cuocolo – Maria Cutinelli
LUOGO E DATA: Torre del Greco, Napoli, 5 giugno 1906
CORPI DI REATO: anello
PROVENIENZA: Viterbo, Procura, 1936

All’alba del 6 giugno del 1906, in Contrada Calastro a Torre del Greco, provincia di Napoli, viene rinvenuto il cadavere di Gennaro Cuocolo, basista della camorra, con il capo massacrato da colpi di bastone, sul corpo almeno quaranta coltellate e stilettate. A Napoli, qualche ora più tardi, nell’appartamento in via Nardones, viene scoperto il corpo senza vita di Maria Cutinelli, moglie di Gennaro Cuocolo, uccisa con undici coltellate.

I due formavano una coppia criminale specializzata in furti di appartamento, svolgendo il ruolo di basisti per i compagni camorristi cui fornivano informazioni e impronte di serrature di appartamenti signorili.

La scoperta dei due corpi apre uno dei casi giudiziari più intricati del secolo scorso.

Le indagini ricostruiscono i fatti a partire dalla sera precedente i due delitti: Cuocolo aveva pranzato con una comitiva di camorristi in una trattoria vicino al luogo del delitto; la compagnia era composta da Enrico Alfano, detto Erricone, considerato vero “capintesta” della camorra, suo fratello Ciro, Giovanni Rapi, maestro elementare e usuraio, da Gennaro Ibello e Gennaro Jacovitti, questi ultimi manovalanza della camorra. Il gruppo è arrestato, ma dopo un mese e mezzo le indagini condotte dalla questura sono a un punto morto, i sospettati vengono rilasciati e il caso passa al comando dei carabinieri. L’inchiesta è affidata al capitano Carlo Fabbroni che non risparmia accuse di corruzione e d’inefficienza alla polizia napoletana.

Un nuovo impulso alle indagini viene fornito da un giovane camorrista detenuto nelle carceri napoletane, tale Gennaro Abbatemaggio, già confidente dei carabinieri, che ricostruisce la sua verità dei fatti: la morte di Cuocolo era stata decisa in una riunione di camorristi presieduta da Enrico Alfano, perché accusato d’essere una spia delle forze dell’ordine. Le rivelazioni portano a nuovi arresti.

Alle ore 14 del 22 ottobre 1907 la Camera di Consiglio si riunisce a Castelcapuano per firmare l’ordinanza di rinvio a giudizio degli imputati. Il 27 marzo 1909 il sostituto procuratore generale, Michele Ciancaglini, rinvia a giudizio presso la Corte d’Assise di Napoli ben 47 imputati.

Il processo, però, non si celebra a Napoli, troppi ostacoli e tentativi di corruzione ne hanno determinato il trasferimento, per legittima suspicione, alla Corte d’Assise di Viterbo. Apertosi nella primavera del 1911, il dibattimento dura ben 12 mesi. L’8 luglio 1912, il processo Cuocolo, seguito con grande attenzione dai giornali e dall’opinione pubblica, si conclude con la condanna a 354 anni di reclusione complessivi. Enrico Alfano e Giovanni Rapi, vengono condannati a trent’anni di reclusione, Abbatemaggio a cinque.

Nel 1926, dopo quindici anni, il colpo di scena: Gennaro Abbatemaggio ritratta tutte le accuse, ma il caso non viene riaperto.

(Notizie di repertorio raccolte da Carlo Loffredo)

 
 

ID: 2596  Intervento da: messaggio libero  - Email: email@inesistente.00  - Data: venerdì 23 settembre 2005 Ore: 20:00

Avvenimento per avvenimento ricordiamo che Via Calastro ha avuto pure lo storico mulino Marzoli, che ora purtroppo e per fortuna è adibito ad area spettacoli. Chi volesse deliziarsi con la musica JAZZ non esiti.

DAL 22 AL 25 SETTEMBRE LA SECONDA EDIZIONE DEL DIVINO JAZZ FESTIVAL

Musica, cultura e gastronomia s’incontrano in un'ambientazione di grande suggestione, Dal 22 al 25 settembre va in scena a Torre del Greco la seconda edizione del DiVino Jazz Festival. La rassegna diretta da Gigi Di Luca e organizzata dell’ Ethnos Club in collaborazione con la cooperativa La Bazzarra e il sostegno della Regione Campania – Assessorato alle Attività produttive e Agricoltura, della Provincia di Napoli – Assessorato Turismo e Sviluppo, del Comune di Torre del Greco – Assessorato Politiche degli Eventi, dell’E.R.S.A.C. e della Costiera dei Fiori, e con il patrocinio del Patto Territoriale “Il Miglio d’Oro” e dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, avrà luogo per quattro sere nell’affascinante area degli ex Molini Meridionali Marzoli (via Calastro), uno dei luoghi più suggestivi della città di Torre del Greco.
Durante tutto il periodo di svolgimento del festival, l’area sarà aperta al pubblico sin dal pomeriggio con numerose proposte culturali quali: presentazioni di libri, incontri ,seminari, conferenze, proiezioni a ciclo continuo di video e documentari, nonchè mostre fotografiche ed estemporanee di pittura dal titolo “rifiutando”. Una seconda edizione ricca di eventi, caratterizzata dall’incontro tra il jazz e la canzone d’autore, la musica argentina e la poesia. Il programma prevede quattro concerti (uno per sera) e degustazione di vini della Campania e della Sicilia e vari eventi nelle vinerie dell’area vesuviana.
Apertura affidata a Fabrizio Bosso, uno dei migliori trombettisti italiani, dotato di grandissima tecnica, sensibilità e padronanza dello strumento, in quartetto con Luca Mannutza al pianoforte, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria. Venerdì 23 settembre sarà, invece, la volta di Maria Pia De Vito, Enzo Pietropaoli e Danilo Rea alle prese con “So Right” tributo a Joni Mitchell. Questo progetto, nato alcuni anni fa quale omaggio alla grande arte di Joni Mitchell, ha poi preso strade autonome, proponendosi oggi come una sorta di profonda analisi sul tema “canzone” in rapporto con l’entourage della musica “intelligente”.
L’amico di Cordoba, ovvero Peppe Servillo, Natalio Mangalavite e Javier Girotto andrà in scena sabato 24. I tre musicisti presentano un progetto ispirato al tango di Piazzolla, a Jobim, al jazz e alla canzone d’autore italiana. L’amico di Cordoba unisce l’anima sudamericana con quella mediterranea, in cui la latinità dei protagonisti è il filo conduttore di una fusione di stili e di emozioni. La chiusura del festival sarà affidata a Stefano Benni e Umberto Petrin che proporranno, in esclusiva a Torre del Greco, l’anteprima nazionale di “Misterioso - Viaggio intorno a Thelonious Monk”, un omaggio al pianista più rivoluzionario della storia del jazz a vent’anni dalla sua morte. Stefano Benni, scrittore e poeta, suo grande ammiratore, lo ricorda in un reading che riunisce citazioni dalla biografia del grande pianista e da Allen Ginsberg, e suoi originali. La voce intensa del poeta si incrocia con il pianoforte di Umberto Petrin, massimo esecutore italiano di Monk. Molto contenuto il prezzo dei biglietti per assistere ai concerti: 5 euro la prima sera e 10 euro per le serate successive comprensivi di un bicchiere (col logo del festival) e tre degustazioni di vini offerti dall’ERSAC e dal DiVino Jazz.
Le classiche sedie da concerto per gli spettatori saranno sostituite da tavolini da bar con sedie e candele, per ricreare un jazz club all’aperto e far gustare agli spettatori musica e vini di qualità. Un incontro tra il vedere e il sentire, tra l’ascoltare e il gustare. Il Divino Jazz Festival, inoltre, fa parte del coordinamento dei festival jazz realizzato dalla Provincia di Napoli.

Gatto mammone


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