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Argomento presente: « UN MUSEO VESUVIANO »
ID: 2560  Discussione: UN MUSEO VESUVIANO

Autore: Mario Fusco  - Email: fuscotono2@virgilio.it  - Scritto o aggiornato: domenica 25 settembre 2005 Ore: 01:04

Buona notte,
visto che si parla di cultura è bene sapere che a breve ci sarà nientemeno che un MUSEO VESUVIANO. Credavate che il vostro Mario non conoscesse questa chicca?

La montagna incantata (dal quotidiano Il Mattino)

IL MUSEO VESUVIANO

Sarà realizzato a Boscoreale, in località Villa Regina, all'interno dell'edificio che ospita il Teatro, il Museo etno antropologico del Parco del Vesuvio. IL presidente dell'Ente Parco, Troiano, conferma: il ministero per l'Ambiente ha accettato il progetto e ha stanziato un primo finanziamento di 300mila euro.
L'ufficio tecnico del Parco ha già effettuato un sopralluogo nei locali per attrezzare le sale. Così come è in fase avanzata il perfezionamento di affidamento degli spazi in comodato d'uso da parte del comune di Boscoreale. Insomma, se tutto andrà bene e non ci saranno problemi burocratici, il museo dovrebbe essere pronto per l'autunno.
Il percorso espositivo illustrerà il rapporto tra l'uomo e il vulcano, senza dimenticare che la struttura dovrà avere uno spiccato carattere turistico culturale. Tanto perché, se da un lato si ha l'interesse a mettere mano a ricostruzioni che pongano in giusta evidenza gli elementi paesaggistici di sicuro effetto sui visitatori, d'altro canto non si può dimenticare che l'area pedemontana del Vesuvio accoglie uno dei più straordinari spaccati scientifico-culturali della terra. Un elemento, questo, che balza immediatamente agli occhi, se solo si considera che il complesso vulcanico si leva su tesori d'archeologia quali Pompei, Ercolano, le ville suburbane d'epoca romana di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, e in un prossimo futuro, la cosiddetta Villa di Augusto, del I secolo a.C., a Somma Vesuviana.
E, senza contare gli elementi legati alle tradizioni culturali contadine di Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano.
Insomma, il museo, le sue collezioni, dovranno giocoforza toccare tutti i settori, anche se in maniera parziale. Tra le proposte, di particolare rilevanza dovranno essere quelle legate ai caratteristici prodotti dell'area. Sulla futura organizzazione del contenitore culturale, qualche anno fa, venne anche stilato un progetto. «Un piano che - dice Troiano - dovremo rivedere, perché prevedeva percorsi molto diversificati. Il museo che abbiamo in mente di realizzare, invece, oltre a essere differenziato per tipologie e a dover ospitare le classiche esposizioni di oggetti, dovrà necessariamente essere a tema».
E con esposizioni che potranno variare nel corso degli anni sia per l'argomento che per gli elementi proposti. Insomma, ci sarà, da un lato, un contenitore non «ingessato» solo su proposte floro faunistiche e geologiche ma capace di fornire elementi di buona valenza turistica e culturale, e, dall'altro, un museo che dovrà muoversi in parallelo con il vicino Antiquarium, che, accoglie elementi di sicuro interesse riguardanti la storia delle genti e del territorio sino all'eruzione del 79 d.C..
In particolare si dovrà puntare a far diventare il museo una tappa importante dei viaggi d'istruzione previsti dalle scuole dell'intera regione Campania, che dopo aver visto gli scavi ed essere stati all'Antiquarium, passeranno per il Museo del Parco. In buona sostanza, per Boscoreale e per il Parco, il progetto per la nascita del museo rappresenta l'apertura di un significativo percorso turistico dal lato sud dell'area protetta.
Per rendere più interessante la visita, si attiveranno delle postazioni multimediali perché si possa fare un viaggio virtuale nella storia del vulcano prima di effettuare la visita reale al Vesuvio. E bisognerà valutare i costi per l'attivazione e la possibilità di realizzarlo in maniera ottimale, prevedendo anche una sorta di viaggio nel vulcano con effetti realistici quali terremoti, colate di lava e terribili eruzioni.

Mario Fusco

 
 

ID: 2603  Intervento da: loffredo Carlo  - Email: carloloffredo@hotmail.it  - Data: domenica 25 settembre 2005 Ore: 01:04

COME FACCIAMO A DIMENTICARE IL MAESTOSO MUSEO AERCHEOLOGICO DI NAPOLI DI PIAZZA MUSEO?

Il palazzo che ospita l'attuale Museo fu iniziato nel 1586 come cavallerizza su commisione di Don Pedro Giron, duca di Ossuna e viceré di Napoli dal 1582 al 1586.
Nel 16 12 Don Pedro Fernando de Castro, conte di Lemos e viceré di Napoli dal 1610 al 1616, incaricò l'architetto Giulio Cesare Fontana di progettarvi la nuova sede dell'Università (o "Palazzo dei Regi Studi" o "Palazzo degli Studi Pubblici").
Trasformato alla fine del XVIII secolo dall'architetto Pompeo Schiantarelli in "Real Museo" e "Palazzo dei Vecchi Studi", il nuovo Museo ospitava le collezioni archeologiche provenienti da Ercolano, Pompei e Stabia. Infatti, Ferdinando IV di Borbone, succeduto al padre Carlo III passato al trono di Spagna nel 1759, vi trasferì fra il 1806 e il 1834 la raccolta di Capodimonte (ex collezione Farnese) e le raccolte della Villa Reale di Portici, del cardinale StefanoBorgia e di Carolina Murat. Sempre nel 1806 moltissimi pezzi delle collezioni artistiche e archeologiche del Museo furono trasportati a Palermo, in Sicilia, dove i sovrani borbonici si trasferirono dopo gli eventi della rivoluzione Partenopea e l'insediamento di Gioacchino Murat a Napoli.
Dieci anni dopo, con la seconda restaurazione borbonica, l'edificio fu denominato "Real Museo Borbonico". Esso in seguito accolse la collezione di Stefano Borgia di Velletri comprendente numerose sculture greco-romane e in particolare le antichità egiziane, cui si aggiunsero nel 1827 quelle della raccolta Picchianti,così da formare complessivamente un'importante collezione, attualmente presente nel Museo, che documenta, tra l'altro, la diffusione della cultura egiziana nel Mediterraneo fra l'VIII secolo a.C. e l'età romana. Finita la dominazione borbonica, il Museo fu titolato "Nazionale" da Garibaldi, inglobando le collezioni archeologiche, artistiche e bibliografiche dai re Carlo III, Ferdinando IV, Francesco I e Ferdinando II di Borbone. Inoltre il Museo era stato sede di istituzioni prestigiose, quali la Società Reale Borbonica e l'Accademia di Belle Arti.
Nel periodo compreso fra il 1863 e il 1875, l'archeologo Giuseppe Fiorelli cominciò la riorganizzazione delle numerose collezioni del Museo, continuata poi dall'archeologo Paolo Orsi, che propose dieci sezioni espositive: 1) plastica (statue e bassorilievi); 2) pitture; 3) epigrafi; 4) vasi; 5) oggetti preziosi; 6) monete e medaglie; 7) terrecotte; 8) "raccolta cumana"; 9) quadri e raccolte d'arte medievale e moderna; 10) papiri.
La proposta di Orsi fu adottata e modificata dallo storico Ettore Pais (direttore del Museo fra il 1901 e il 1904) che, per illustrare la storia dell'arte antica e del ritratto, sistemò le sculture al piano terra dell'edificio, la pittura murale pompeiana ed al piano ammezzato, i "piccoli bronzi" al piano superiore, gli oggetti preziosi e la raccolta numismatica al secondo piano. Il nuovo direttore dal 1910 al 1924, l'archeologo Vittorio Spinazzola, assegnò per la prima volta una sezione autonoma ai mosaici di Pompei ed Ercolano. Allo stesso Spinazzola e al successivo direttore del Museo, l'archeologo Amedeo Maiuri, si deve l'attuale sistemazione delle collezioni. Dal 1957, dopo che la Biblioteca fu trasferita nel Palazzo Reale in piazza Plebiscito e la Pinacoteca nel Palazzo di Capodimonte a Napoli, il Museo è stato destinato alle sole raccolte di antichità.

(testo di repertorio) Carlo



ID: 2563  Intervento da: loffredo Carlo  - Email: carloloffredo@hotmail.it  - Data: mercoledì 21 settembre 2005 Ore: 01:43

Amici cari.
Vedo che siamo molti a non dormire, il fatto mi consola.
Conoscete questi altri musei vesuviani?

MUSEO MINERALOGICO VESUVIANO "Mariano Carati"
Presso il Centro Visite de' La Porta del Vesuvio S.r.l.
Via Cifelli - Masseria Casa Bianca - 80042 Boscotrecase (NA)
Sito Web: http://www.laportadelvesuvio.it - E mail: info@laportadelvesuvio.it

Descrizione: originalissimo museo che consente di ammirare le molteplici varietà, forme e colori dei minerali vesuviani, esposti nell'ambito di una suggestiva grotta lavica naturale formatasi, probabilmente, nel corso dell'eruzione del 1754. L'istituzione scientifica che non poteva trovare un ambiente espositivo più idoneo, quasi si fosse voluto ricreare una simbiosi tra i minerali e questo "luogo scrigno", è il frutto del mecenatismo di Mariano Carati, noto studioso e ricercatore della mineralogia vesuviana, che ne ha curato l'allestimento mettendo a disposizione parte di una delle maggiori collezioni private, mai raccolte, aventi ad oggetto la mineralogia vesuviana. A Mariano Carati che vive a Napoli, ove è nato nel 1951, e che per circa trent'anni si è dedicato allo studio e alla ricerca dei minerali del Somma-Vesuvio, si deve il merito di numerosi nuovi ritrovamenti (alcuni dei quali in equipe), che hanno notevolmente arricchito le conoscenze relative alla mineralogia vesuviana.
Al riguardo meritano particolare menzione i 2 nuovi minerali scoperti per la prima volta al mondo proprio su questo vulcano: Potassiofluorichterite (1992) e Caratiite (scoperta nel 1984 e in seguito screditata, per motivi di priorità, in Piypite). Da sottolineare, inoltre, il contributo dato dallo studioso, sia alla conferma dell'esistenza dell'Euclorina (1990), sia alla conoscenza di Quadridavyna, Microsommite e Davyna (1994). A Carati si deve anche il ritrovamento di altri 11 minerali, già noti, ma mai repertati prima nell'area vesuviana: Malachite (1982), Marialite (1982), Fluoborite (1984), Idrossiapatite (1984), Thaumasite (1984), Magnesite (1985), Carbonatofluorapatite (1986), Ettringite (1986), Crisocolla (1987), Natrolite (1990), Betafite (1998).
Per quanto più specificatamente riguarda i campioni esposti nel "Museo Mineralogico Vesuviano Mariano Carati", essi sono stati rinvenuti lungo i canaloni del Monte Somma, o sui fianchi del Vesuvio, in giaciture e associazioni con altri minerali che possono essere così sintetizzate:
1) Minerali dei blocchi calcarei più o meno metamorfosati del Monte Somma: i più belli in grado di attrarre anche il più distratto dei profani (Vesuvianite, Nefelina, Sodalite, Spinello, ecc.)
2) Minerali pneumatolitici dei blocchi leucotefritici rigettati dal Monte Somma-Vesuvio: minerali generalmente in cristalli piccoli ma molto interessanti (Phillipsite, Thomsonite, Analcime, ecc.)
3) Minerali delle fenditure delle lave: non sempre cristallizzati, si rinvengono sulle fratture, per raffreddamento, delle grandi colate laviche (Atacamite, Azzurrite, Volborthite, Anfibolo, ecc.)
4) Minerali delle fumarole: a questo gruppo appartengono molti minerali rari, trovati qui per la prima volta al mondo. Oggi è molto difficile poterli raccogliere essendo il Vesuvio in stato di "quiete" con limitata attività gassosa. (Tenorite, Cotunnite, Aftitalite, Litidionite, ecc.)
5) Minerali delle rocce: si ritrovano all'interno delle lave, grandi, a volte, anche alcuni centimetri (Leucite, Augite, Sanidino).
Ulteriori servizi offerti al visitatore: Il museo è collocato in un più vasto Centro Visite comprensivo di Centro di Educazione Ambientale, servizi di accompagnamento per visite nella Riserva Forestale Tirone Alto Vesuvio e nel Parco Nazionale del Vesuvio, ristorante tradizionale, rivendita di prodotti tipici, area picnic, area verde attrezzata con percorsi per la riscoperta della natura e dell'agricoltura vesuviana.
Presso il museo è inoltre possibile reperire un'agile Guida alla Mineralogia Vesuviana, edita da Calderini e curata dallo stesso Carati, che ha colmato una lacuna per gli appassionati e gli studiosi di mineralogia.
Avvertenze: il museo e il Centro Visite sono ancora in corso di allestimento. Per informazioni ci si può rivolgere agli indirizzi di posta elettronica riportati nell'intestazione.
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MUSEO VULCANOLOGICO DELL'OSSERVATORIO VESUVIANO

Contrada Osservatorio, 14 - 80056 Ercolano (NA)
Tel: + 39.081.777.714.9, + 39.081.777.715.0
Sito web: www.ov.ingv.it - e mail: mail@ov.ingv.it

Descrizione: fondato nel 1841 da Ferdinando II di Borbone, l'Osservatorio Vesuviano fu la prima struttura al mondo creata per studiare i fenomeni vulcanici, sia pure nell'ambito di una più vasta attività di ricerca di carattere prevalentemente meteorologico. L'istituzione scientifica fu collocata in un elegante edificio neoclassico realizzato, su un piccolo colle al riparo delle colate laviche, sul versante Occidentale del Vesuvio. Lo stesso edificio oggi, non essendo più adeguato allo svolgimento dell'attività scientifica, è stato destinato a svolgere la funzione di sede del Museo dell'Osservatorio Vesuviano. In questo museo l'Ente intende conservare ed esporre, gli strumenti e gli oggetti lasciati in dono da un plurisecolare lavoro d'indagine. Oltre a svariate collezioni storiche, librarie, pittoriche e mineralogiche, peraltro non ancora completamente visibili poiché in via d'ampliamento e consolidamento, dall'aprile 2000 il Museo ospita anche la mostra "Vesuvio: 2000 anni di osservazioni". L'esposizione predetta ha lo scopo di condurre il visitatore attraverso un affascinante percorso nel mondo dei vulcani. Essa, inoltre, essendo ubicata all'interno dell'area vesuviana che è notoriamente soggetta ad un elevatissimo rischio vulcanico, ha anche l'obiettivo di educare e informare la popolazione locale sui pericoli cui (si) è esposta. Tutta la mostra, realizzata secondo i più moderni dettami della tecnica espositiva e della comunicazione a fini divulgativi, concede ampio spazio ai filmati, al materiale iconografico, alla visione diretta dei prodotti delle varie eruzioni, all'osservazione in tempo reale dei dati sismici e geochimici registrati dalla rete di sorveglianza dell'Osservatorio. E' Inoltre possibile scrutare in diretta, con l'occhio delle telecamere, i crateri di Vesuvio, Etna, Vulcano e Stromboli. Di particolare rilievo la sala dedicata alla collezione libraria che annovera, tra l'altro, alcuni volumi del XVI e XVII secolo. Interessantissima anche la sezione dedicata ai diversi strumenti tra i quali il più significativo è il sismografo elettromagnetico di Luigi Palmieri, strumento tanto noto ed apprezzato ai suoi tempi, che un esemplare fu acquistato dal governo giapponese perché funzionasse per l'Ufficio Meteorologico Centrale di Tokio.
Orari e periodi d'apertura: il Museo è visitabile, su prenotazione, nei giorni feriali, da gruppi scolastici ed associazioni. Il sabato e nei giorni festivi è aperto a tutti dalle ore 10.00 alle ore 14.00.
Biglietti: l'ingresso è gratuito.
Ulteriori servizi offerti al visitatore: il museo possiede un'interessantissima biblioteca che raccoglie testi e periodici di grande interesse per la storia della vulcanologia e della geologia. Presso la sede storica è conservata anche una vasta collezione di riproduzioni pittoriche del Vesuvio in eruzione. Estremamente interessanti, infine, i campioni di lave, ceneri e minerali fumarolici, conservati in recipienti di vetro dell'epoca. Per informazioni al riguardo bisogna rivolgersi alla dott. Angela De Gregorio ai recapiti telefonici indicati nell'intestazione.
Avvertenze: per le prenotazioni occorre rivolgersi alla sig.ra Casagrande ai seguenti recapiti tel.: + 39.081.610.848.3 - telefax: + 39.081.610.081.1

Carlo


ID: 2562  Intervento da: messaggio libero  - Email: email@inesistente.00  - Data: mercoledì 21 settembre 2005 Ore: 01:32

Insonni,
conoscete ben poco dei musei vesuviani. Nessuno ha mai parlato di questa struttura. Ma dove vivete? Scherzo, naturalmente. Credo di essere un uomo di cultura.

ANTIQUARIUM NAZIONALE
"Uomo e ambiente nel territorio vesuviano"
Via Settetermini, 15 - 80041 Boscoreale (NA)
Tel: + 39.081.536.87.96 - Infopoint tel.: + 39.081.857.53.47
Sito web: www.pompeiisites.org - e mail: info@pompeiisites.org

Descrizione: splendida struttura museale realizzata secondo i più moderni dettami della tecnica espositiva e della comunicazione a fini divulgativi. Superata la soglia d'ingresso si fa un balzo indietro nel tempo di quasi 2000 anni, immergendosi completamente negli ambienti e nella vita quotidiana degli antichi abitanti delle pendici del Vesuvio.
L'Auditorium è articolato in due grandi sale inframmezzate da una serra in cui è stato ricostruito l'antico ambito fluviale del Sarno. Nella prima sala sono stati rappresentati, sia l'ambiente naturale, sia l'economia, così come si configuravano in età romana (il mare e la costa, la pianura, la fascia collinare, i monti, il verde urbano, le colture e gli allevamenti, la medicina, i profumi e la cosmesi, le piante e gli animali sacri, le fibre tessili e tintorie). Nella seconda sala vi sono reperti provenienti dai principali rinvenimenti archeologici nel territorio di Boscoreale.
Questi ultimi costituiti da antiche aziende agricole purtroppo oggi in gran parte riseppellite. La visita all'Auditorium può essere completata con la visione dello scavo dell'adiacente Villa Regina. Da quest'ultimo provengono i commoventi calchi, del maialetto e del cane alla catena, che fanno mostra di se nel museo.

Orari e periodi d'apertura: orario continuato 8.30 - 17.00 (15.30 ultimo ingresso) dal primo novembre al 31 marzo. Orario continuato 8.30 - 19.30 (18.00 ultimo ingresso) dal primo aprile al 31 ottobre. Giorni di chiusura: il primo gennaio, il primo maggio e il 25 dicembre.

Biglietti: ingresso gratuito per i cittadini dell'Unione Europea minori di 18 anni o maggiori di 65.Biglietto singolo ordinario £ 6.000 (3,1 Euro), ridotto £ 3.000 (1,55 Euro). Biglietto cumulativo ordinario per cinque siti (Boscoreale, Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabia) valido tre giorni £ 26.000 (13,43 Euro), ridotto £ 13.000 (6,71 Euro). Biglietto cumulativo ordinario per quattro siti, (Boscoreale, Pompei, Oplonti e Stabia, oppure Boscoreale, Ercolano, Oplonti e Stabia) valido un giorno £ 16.000 (8,26 Euro), ridotto £ 8.000 (4,13 Euro).

Ulteriori servizi offerti al visitatore: all'ingresso si riceve, compresa nel prezzo del biglietto, una breve ma esaustiva guida per la visita. Ottimo il percorso espositivo perfettamente attrezzato per portatori di handicap. E' altresì possibile effettuare riprese filmate e/o fotografiche purché si osservi l'elementare accortezza di non usare flash e cavalletto.
La visita all'Antiquarium può essere completata con la visione dell'adiacente area archeologica di Villa Regina. Per accedere a quest'ultima si usufruisce di accompagnatori del museo senza aggravio del prezzo del biglietto. Per usufruire dei servizi didattici offerti alle scolaresche, previa prenotazione, si deve far riferimento ai recapiti telefonici e di posta elettronica indicati nell'intestazione. Per qualsivoglia altra richiesta si può prendere contatto, ai medesimi recapiti, con il servizio informazioni.

Pepprepé



ID: 2561  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: mercoledì 21 settembre 2005 Ore: 01:19

Buona notte,
vedo che altri come hanno poco sonno.

Abbiamo dimenticato il vecchio museo vesuviano 'Giovan Battista Alfano'?

Il Museo Vesuviano, ideato da Giovan Battista Alfano fu inaugurato il 15 ottobre 1911, espone un'interessante raccolta di materiale documentario sulla storia eruttiva del Vesuvio.
E' situato al primo piano del Villino dove viveva Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei. Nel Museo quadri, stampe, disegni e fotografie della fine dell'Ottocento testimoniano le eruzioni del Vesuvio più significative, a iniziare da quella del 79 d.C., che distrusse gli antichi centri sorti alle falde del vulcano, fino all'ultima, del marzo 1944.
Il Museo Vesuviano possiede una collezione di circa 200 campioni di rocce e di minerali vesuviani, di cenere, di proietti, di bombe vulcaniche e di frammenti di lava, riferiti alle varie eruzioni.
Cosa mostrerà il nuovo museo? staremo a vedere.

Franco Penza



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