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Argomento presente: « 15.000 letture in Torreomnia »
ID: 2457  Discussione: 15.000 letture in Torreomnia

Autore: Antonio raiola  - Email: tonioraiol100@libero.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 20 novembre 2006 Ore: 22:59

Caro Gigi,
dopo i nostri appuntamenti del sabato in Tipografia sto scandagliando totto il DVD a casa. Sono davvero circa 15.000 letture.
Sai che non sono pratico del computer, ma voglio complimentarmi con te per diversi testi di Torreomnia. Condivido molte cose circa il Tuo modo di vedere la letteratura torrese o la non letteratura torrese, mi riferisco alla narrativa. Sai che ho centinaia se non migliaia di testi scritti su Torre, ma con la consultazione della Bibliografia di Torreomnia appuro che ve ne sono tantissimi altri che ignoravo.
Grazie per la bella sezione della Vesuviana.
Antonio Raiola

 
 

ID: 5086  Intervento da: Bruno Mennella  - Email: mennella.bruno@libero.it  - Data: lunedì 20 novembre 2006 Ore: 22:59

La narrativa torrese manca e mancherà sempre. Sono l'ultimo a poterlo dire perché sono quello maggiormente privo di conoscenza letteraria locale perché conosco Torre solo virtualmente. E poi, con questi caratterini di intellettuali, ma sicuramente pseudo-tali, cosa ci si aspetta?
Tutto quello che viene pubblicato non sono sempre opere, ma quasi sempre scrittura e basta. Basta vedere già i titolo lineari e schematici in bibliografia all'interno di Torreomnia.
Si puù avere anche talento, ma è una questione di costanza, di resistenza, imbroccare due, quattro racconti e poi arenarsio n on significa essere narratori.

Bruno


ID: 3486  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: domenica 18 giugno 2006 Ore: 13:44

Mio caro,
vedo che non è polemico solo sui lavori di stampa, ma anche sulle parole, con cui ci gioca; so, però, che è un brav'uomo che vuole solo provocare bonariamente. Come quello che incontra il vicino di casa e dice un po' imbarazzato "Bella giornata eh? però lei veste ancora troppo pesante!".

Nella discussione io ho reiterato essenzialmente:

> A TORRE MANCA LA NARRATIVA! I pochi tentativi sono di scarso valore. Filologia, agiografia, storiografia non è scrivere nel senso del "bello letterario", dell’arte scrittoria, della creatività. Nella narrativa ci vuole la genialità, il talento, in una parola la creatività. L’arte dello scrivere non si impara sui banchi di scuola. Scrittori si nasce.>

Lei hai osservato:
> Ma la Sua Torreomnia, nelle 15.000 letture, non vanta affatto esempi di narrativa avanzata nè da parte Sua, nè da parte degli autori che collaborano con Lei.
Cosa fa, talvolta, predica bene e razzola male? >

Quando ho detto: a Torre "manca la narrativa" significa che manca dappertutto, pure nei testi pubblicati in Torreomnia.
Io intendo per "narrativa" quella dotta e avanzata, quella che finisce come caso mediatico e le cui opere vengono tradotte in altre lingue, Come Prisco, Rea, De Crescenzo, ecc.
E' vero, inoltre, che quel campo è spinosissimo, quasi un maso chiuso, dove critici e addetti ai lavori sono volutamente scettici e recalcitranti. Ma chi ha davvero talento sfonda prima o poi qualsiasi porta.

Le faccio una confessione in piena umiltà. Vista la guerra dei poveri in atto sul cartaceo e sull'elettronico locale, dietro suggerimento di Ciccio Raimondo, volevo intraprendere, senza pretese aprioristiche, una sperimentazione narrativa. Ma vista l'insana, per non dire inferma presisposizione "dell'intellighentzia"? locale si cade facilmente in uno stadio di defaillance e si rinuncia acché far nascere nuovi "nemici".
Mi disse giorni orsono per telefono il caro torrese F.F. dalla Sicilia. Sono 20 anni che ho rinunciato a fare cultura a Torre e tu, fresco fresco...
Luigi Mari


ID: 3485  Intervento da: Mario Fusco  - Email: fuscotono2@virgilio.it  - Data: domenica 18 giugno 2006 Ore: 13:11

Caro sig. Mari,
Ho scovato questa proposta di discussione facendo "zapping" sul forum.
E' vero che tutto ciò che si è pubblicato a Torre dal 1600 a oggi come dice Lei è una saga di storiografia e agiografia, archeologia e vulcanologia, per via del Vesuvio, mentre non vi sono esempi di narrativa di rilievo. Torre Annunziata ha avuto Prisco, Nocera ha avuto Rea, e così via. Noi torresi abbiamo sempre avuto solo narratori da dopolavoro comunale, che hanno sempre prodotto sui giornalini locali aneddoti e fattarielli di mediocre fattura letteraria.
Ma la sua Torreomnia, nelle 15.000 letture non vanta affatto esempi di narrativa avanzata nè da parte sua, nè da parte degli autori che collaborano con Lei.
Cosa fa, talvolta, predica bene e razzola male?
Comunque con stima per quello che da anni fa per Torre.
Mario



ID: 2458  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: mercoledì 7 settembre 2005 Ore: 23:38

Caro Antonio Raiola, compagno dei miei "sabati tipografici" Grazie. Ti riporto uno dei testi che condividi.
Una curiosità: sto nell'Arte nera dall'età di nove anni e potrei raccontarne di aneddoti circa le controversie, le divergenze, le dispute di alcuni autori torresi a me contemporanei, diatribe che sorgevano anche da sentimenti puerili di concorrenza, dove gli universali sentimenti irriducibili quali l'invidia e la gelosia rendono anche gli uomini di cultura bambini capricciosi e dispettosi.
Sarebbe un libro desueto: "Dietro le quinte della cultura torrese" scritto da un testimone oculare. Ma devo propendere per i discorsi costruttivi. Beghe e pettegolezzi allignano in tutte le fasce sociali e in tutti gli ambienti, è controproducente per tutti tracciarle con l'evidenziatore.
Le debolezze umane nulla tolgono alla valentia degli autori e alla bontà dei loro componimenti.
Ma talvolta proprio alcuni detentori di una certa cultura o pseudo-cultura, per fortuna ancora pochi, ma potenti, che snobbano qualsiasi iniziativa culturale di neofiti fuori del giro consolidato, stagnati nei loro oscuri cunicoli di clientelismi e favoritismi, crogiolati nei banali convenevoli e reciproci incensamenti di circostanza, talvolta con apologie ad autori di vere zavorre letterarie fatte di croste o libercoli e quant'altro; senza generalizzare, chiaramente e con tutto il rispetto per gli intellettuali VERI di Torre del Greco che non sono pochi, grazie a Dio.
Ma qualsiasi fatica culturale, anche se mediocre, in qualsiasi contesto politico-ambientale viene realizzata, mantiene il suo valore storico-informativo persino nell'antietica, nel negativo storico. Opere come "La mia Battaglia" di Hitler, raccapricciante, eticamente parlando, lasciano una conoscenza di realtà interiori profonde, anche se contorte o perverse.
Alcune opere che seguono non sono di carattere divulgativo, ma degli approfonditi studi per gli addetti ai lavori. Voglio dire che sono testi utilissimi ed insostituibili per studi e ricerche, ma spesso sono strutturate nella maniera più tediosa possibile. Non vi è nessuna gradevolezza di stile da cogliere, in queste, tra l'altro, estenuanti fatiche, per cui viene precluso a priori il piacere di leggere. Per fortuna altri autori hanno avuto la buona idea di romanzare, poetizzare gli argomenti e rendere la lettura piacevole per tutte le fasce sociali, quindi divulgativa, ma, a memoria d’uomo, a Torre non è frequente leggere testi che attengono all’arte scrittoria avanzata per un motivo semplice, non si fa narrativa, o almeno la si fa all’acqua di rose.
Al di là delle pregevoli opere storiografiche, agiografiche, ecc. qualche libro locale è sostato anche nelle famiglie torresi, nelle mura domestiche, nei costumi del nostro popolo; altri si sono soffermati sulle usanze, sulle tradizioni, sul folkòore; ma nessuno è mai penetrato nel substrato psicologico delle singole personalità, nell'animo popolare, nei sentimenti dei singoli personaggi torresi vecchi e nuovi. Si è sempre lavorato sul vago, sul generico sul sociale generalizzato relativo all’urbanistica, alle legislazioni ai mutamenti storici.
Conosciamo a menadito quanti peli sulla nuca aveva Giuseppina d'Alagno, quante proprietà avevano i Carafa, quante volte al giorno andava... nel cesso Giovanni Caracciolo detto Sergianni; e la cittadinanza? Le spose e le mamma in pena per il loro congiunti sul mare spesso tempestoso? L'angoscia del padri sperduti per anni sugli oceani, la sfera sessuale compromessa nella coppia in un passato non molto lontano, impotenti di seguire l'età evolutiva dei figli, di beneficiare quotidianamente del calore familiare. Questi possono essere alcuni profili individuali, interiori degli antichi torresi e, come retaggio, di quelli moderni. Perché dalle testimonianze degli attuali anziani, da foto e documenti si può risalire e costruire pure la storia "interiore" di un popolo.
Dei vesuviani, invece, si ripiega al solito con i bravi professionisti quali Rea o Prisco, Compagnoni od Ortese o, in certi tratti, lo stesso Marotta fino al caustico Malaparte. Perché a Torre del Greco non abbiamo mai avuto un vero romanziere. Uno "tradotto", di respiro almeno europeo. Sono ben poche le righe di Clotilde Marghieri che stese quando dimorava a Torre. E Leopardi era troppo assorto nei propri tormenti per poter scrutare i sentimenti profondi dei torresi. Nel suo soggiorno torrese il grande poeta scriveva dei vesuviani tenendosi sul generico.
A TORRE MANCA LA NARRATIVA! I pochi tentativi sono di scarso valore. Filologia, agiografia, storiografia non è scrivere nel senso del "bello letterario", dell’arte scrittoria, della creatività. Nella narrativa ci vuole la genialità, il talento, in una parola la creatività. L’arte dello scrivere non si impara sui banchi di scuola.
Luigi Mari


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